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23-03-2006, 14.14.36 | #2 |
Unidentified
Data registrazione: 20-02-2006
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ATTENZIONE!!!!!
Leggendo la tua sintesi del pensiero di Pío Moa , chiunque, soprattutto chi non conosce la realtà spagnola e sa poconiente della sua storia, trarrebbe le seguente conclusioni: El Caudillo, El Generalisimo Franco è stato il salvatore del Grande Patria che nonostante essendo una dittatura è stato un paese politicamente moderato ed economicamente prospero, anzi, che grazie al suo governo il mio paese è diventato quello che è...
SBAGLIATO! Le idee di Pio Moa sono state sottoposte a numerose critiche per dare un'interpretazione erronea a piccoli frammenti che messi in un certo senso formano in apparenza un complesso del tutto lontano dalla realtà. è vero che i problemi della repubblica non erano da sottovalutare ma dire che sella guerra l'avesse vinta la parte repubblicana Spagna sarebbe stata dirottata verso una sorta di regime stalinista. Inoltre Pio Moa è stato accusato di contrapporre, confrontare e reinterpretare giudizi di personaggi poco affini fra essi come: Azaña, Alcala´ Zamora e Leroux, quindi dando un carattere imparziale alla propria documentazione. È inoltre accusato di essere un improvvisato "apprendista istoriatore" che tergiversa i fatti storici. Se qualcuno fossi interessato a Pio Moa e a un'altra versione dei fatti della guerra fratricida c'è il libro "Los orígenes de la guerra civil española", non so se tradotta in italiano. Oppure cliccando sulla versione web della pubblicazione dove collabora: http://www.libertaddigital.com/php3/...pn=189&firma=1 Non sono in grado di denigrare o mettere in discussioni fatti sui quali non sono correttamente documentata, ma le imprecisioni della tua sintesi può trarre in inganno a che la legge. No, Franco non è stato un bravo uomo, è stato un dittatore e non grazie a lui Spagna è divenuta quello che è. Durante il suo regime Spagna è andata in dietro nel tempo (a livello di sviluppo sociale, economico e industriale) alla pari di quanto l'Europa andava avanti. Spagna durante il regime è stato un paese isolato da tutti i punti di vista e come succede nelle dittature la fuga di letterati, cervelli, illustrati, è stata palese. È vero che non ha partecipato nella seconda guerra mondiale, ma non per mancanza di interesse, bensì perché la Spagna è rimasta ferita in modo quasi mortale da una guerra civile, fratricida che è stata considerata fra le più cruente della storia. Spagna, quasi quaranta anni per guarire ferite mortali, un paese senza forza, senza risorse e pieno di paure... Ho vissuto i primi anni della mia vita sotto quel flagello e se il mio paese è risorto da quell'incubo è stato per una figura fondamentale, il Re ed una maturità di un popolo che molti altri potrebbero imitare. Ringrazio la tua discussione, mi arriva comunque al cuore... ma ci vorrebbero ore di discussione... |
24-03-2006, 00.23.21 | #6 |
Ospite abituale
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Moa pensa anche che...
Zapatero ripete gli errori della Repubblica degli anni Trenta Il problema, insomma, è che stavolta Moa attacca Zapatero, e lo fa proprio nel libro che propone una riabilitazione storica di Francisco Franco per risultare quanto più polemico possibile nei confronti dell'obiettivo politico più importante del leader socialista radicale: l'attuazione di una "seconda transizione" di rottura, che dovrebbe collegare direttamente la democrazia spagnola di oggi alla Repubblica degli anni Trenta, perché quella figlia della prima transizione sarebbe solo frutto di compromessi fra franchisti e antifranchisti. Moa ribalta l'eredità rivendicata da Zapatero contro di lui: l'attuale alleanza fra Psoe e nazionalisti catalani di sinistra sarebbe una riedizione dei pessimi governi di sinistra del 1931-33 e del febbraio-luglio 1936, responsabili di riforme demagogiche e confusionarie e di aver permesso violenze di tutti i tipi contro gli oppositori politici e la Chiesa cattolica, ma soprattutto di aver distrutto l'essenza democratica del sistema. Come ha detto nel suo intervento al Meeting di Rimini nell'agosto scorso: «L'obiettivo del Fronte Popolare consisteva nel trasformare il regime in un senso simile a quello del Partito rivoluzionario istituzionale in Messico, eliminando la destra o riducendola ad un ruolo secondario, impedendole un futuro accesso al potere». Moa è convinto che Zapatero e i suoi alleati pensino e agiscano come Manuel Azaña e Largo Caballero, i leader repubblicani degli anni Trenta. Ha dichiarato a Libertad digital: «Bisogna fare attenzione a questa gente che vuole la rottura, perché non hanno imparato nulla dal fallimento repubblicano. Dovevano aver imparato che in Spagna, perché un regime funzioni, deve servire la grande maggioranza degli spagnoli. L'idea generale che avevano le sinistre durante la Repubblica, e che continuano ad avere oggi, è che c'è democrazia quando comandano loro. Quando non comandano loro, non lo accettano. Quel che dovevano aver imparato, e che sembrava avessero imparato, è che riconciliazione significa riconoscere gli altri». Invece così non era: «La sinistra e i separatisti hanno accettato l'esito della prima transizione perché non avevano altra scelta. Ma adesso che tornano a sentirsi forti, tornano ad usare il vecchio linguaggio repubblicano». L'unica differenza profonda riguarda la natura del principale pericolo che la Spagna correva negli anni Trenta e di quello che corre oggi: allora era la dittatura comunista, oggi sarebbe la frammentazione separatista che Zapatero sta facilitando. Ma il rischio di fondo, Moa fa capire, è lo stesso di allora: che la società spagnola si trovi un altro Franco e reagisca con un altro alzamiento. Ecco la ragione delle reazioni intimidatorie. |
24-03-2006, 07.15.54 | #7 |
...cercatore...
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Non sono uno storico, faccio tutt'altro, e lungi da me avere la presunzione di esserlo e sicuramente Tu ne saprai + di me;
...ma l' imterperetazione ke si dà degli avvenimenti storici accaduti soprattutto nel '900, dipende ancora da quale angolazione viene valutata. Della stessa vicende ci sono innumerevoli analisi e valutazioni divergenti, io ho raccontato una vicenda ke ha toccato da vicino la mia famiglia, e l'ho fatto x confutare in termini pratici, di vita reale, l'affermazione "con Franco il male minore". Poi sai con i se e i ma o con la dietrologia storica, si fa poca strada... ..il dato ke interessa penso sia ke il franchismo è stato un fallimento, come tutte le dittature occidentali, ke ha relegato la Spagna ad un ruolo marginale, ke nel corso della sua storia mai aveva avuto, ha bloccato un paese in ogni suo aspetto togliendo libertà civili ed instaurando uno stato poliziesco. ...se avesse vinto il Fronte popolare, non possiamo sapere cosa sarebbe stato... |
24-03-2006, 20.12.41 | #8 |
Ospite abituale
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Il mio atteggiamento fondamentale riguardo alla storia non è quello che tende a costruire un "racconto" del passato in funzione di una ideologia o di uno status di potere che serve al presente.
Nè si possono adoperare argomenti di "fede", di qualsiasi fede, per sostenere verità storiche. |
25-03-2006, 08.02.53 | #9 | |
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Re: ATTENZIONE!!!!!
Citazione:
"Sul Periodico de Cataluña l'universitario Jordi Gracia è arrivato a scrivere che gli storici «sono tentati di pensare che i neo-franchisti come Pio Moa hanno bisogno di una punizione», mentre le accuse calunniose del vecchio Santiago Carrillo (l'ex segretario del Partito comunista spagnolo ) stanno creando un clima che mette a rischio la sicurezza personale dello scrittore. A far tracimare in minacce vere e proprie l'ostilità ideologica nei confronti di Moa è lo spirito che pervade il suo ultimo libro - un saggio che non è una novità storiografica, ma che tira le somme delle ricerche che gli hanno permesso di scrivere i libri precedenti - e che si condensa nella conclusione: «Una società che non sa riconoscere e apprezzare i meriti di quelli che l'hanno beneficiata è condannata a mettersi al seguito di demagoghi seppellitori di Montesquieu, infinitamente ansiosi di far pace coi terroristi e di intendersi coi separatisti e coi dittatori che più minacciano il loro paese». " |
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25-03-2006, 08.35.34 | #10 |
Ospite abituale
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Nel febbraio 1936 le sinistre, unite in una coalizione che comprendeva comunisti insieme a repubblicani e socialisti vinsero le elezioni. Fiancheggiavano questa coalizione gli anarchici che costituivano il "partito" più numeroso i quali coerentemente non avevano, però rappresentativa parlamentare. Gli anarchici e la sinistra estrema vide nella vittoria l'inizio di una rivoluzione sociale.
Il Congresso di Saragozza della Cnt (sindacato anarchico) nel maggio 1936 aveva adottato una mozione che non lasciava dubbi sulla sua concezione dell'azione sindacale: «Una volta conclusa la fase violenta della rivoluzione, si dichiarerà l'abolizione della proprietà privata, dello Stato, del principio d'autorità e di conseguenza delle classi che dividono gli uomini in sfruttatori e sfruttati, oppressori e oppressi. Una volta socializzata la ricchezza, le organizzazioni dei produttori, finalmente libere, si faranno carico dell'amministrazione diretta della produzione e dei consumi » Il nuovo governo (ben più oltranzista e massimalista del precedente), dopo avere amnistiato tutti i prigionieri politici e ridato una sorta di indipendenza, piuttosto formale, alla Catalogna, relegò il generale Franco a capo delle forze armate delle Isole Canarie e riavviò la discriminazione nei confronti del clero e dell'esercito. M Madrid abbozzò inoltre una legge per l'abolizione della scuola privata (religiosa), la confisca dei latifondi e, cosa assai più grave, permise ai gruppuscoli rivoluzionari di armarsi. Come ovvio, nel giro di qualche mese, in seguito ad un'ondata di attentati ai danni di chiese e parrocchie e alla reazione, altrettanto violenta, del movimento falangista e della destra, il governo repubblicano precipitò in una crisi, questa volta, senza ritorno tale da innescare i meccanismi che porteranno allo scoppio di una dichiarata, lunga e sanguinosa Guerra Civile. |