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28-02-2006, 15.10.55 | #1 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-01-2006
Messaggi: 193
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La Sicilia Araba
C'è qualcuno di voi appassionato di storia, arte e cultura araba?
Se si, ho qui per voi un bell'enigma. Sin dalle scuole medie ci viene insegnato che la Sicilia fu occupata dagli arabi nell'anno 827 d.c. e che rimase tra i domini dell'Islam per quasi due secoli, fino al mille inoltrato. Ebbene, non ci crederete, ma in Sicilia non vi è un solo monumento di quell'epoca, un'epoca definita splendida da tutti gli storici. In effetti tutti gli edifici arabeggianti oggi presenti furono, in realtà, fatti costruire dai normanni che usarono volentieri artisti arabi. Da qui lo splendido stile arabo-normanno, del quale la cappella palatina è il più luminoso esempio. Torniamo all'enigma: come mai di un'epoca così splendida non è rimasto nulla? Ricordo che se per l'occidente cristiano i sec. IX e X furono molto poveri dal punto di vista urbano, lo stesso non vale per il mondo islamico, all'epoca nel pieno del suo fulgore. Infatti molti edifici di quell'epoca ci sono stati trasmessi, per es. in Spagna. La teoria oggi prevalente è che furono gli angioini, bigotti e in preda a furore iconoclasta, a distruggere tutti i monumenti arabi. Io però ho un dubbio: e se non fosse stata così splendida la Sicilia araba? Il dubbio deriva dalla lettura di questo bel testo che commenta uno scritto del geografo arabo Ibn Hawqal che descrisse (unico testo purtroppo) la sicilia araba e in particolare la Palermo del X sec. Non se ne ricava una gran impressione e i dubbi posti dall'autore che commenta il testo possono essere a loro volta, in questa chiave, dubitati. Rivolto a tutti gli appassionati del genere... http://www.cervantesvirtual.com/serv.../sharq6_02.pdf |
23-03-2006, 12.36.21 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Citazione:
Una notazione: le prefiche greche con i rituali "teatrali" sono molto probabilmente all'origine della tradizione "meridionale". Il pianto ed i gesti teatrali che accompagnano la morte sono, comunque, comuni a tutto il vicino e medio oriente antico molto prima dell'avvento dell'Islam e quindi molto prima di ogni influenza araba. " Il termine prefica indica la donna che, insieme ad altre colleghe, seguiva, nel corteo funebre dell’antica Roma, i portatori di fiaccole, con il compito di levare altissime grida di dolore (lugubris eiulatio) e, negli intervalli del rito, cantare la "naenia" dei morti e lodare il defunto: tutto ciò a pagamento. Il lamento funebre eseguito dalle prefiche rimase una pratica rituale di amplissima diffusione sino al XVIII sec. in quasi tutte le campagne italiane e anche in alcune città; successivamente questa pratica è stata confinata in poche aree periferiche ed arretrate della Lucania, Calabria e Sardegna ed ora è in via di estinzione. L’usanza delle prefiche proviene dal mondo greco: in Grecia si possono ancora ascoltare numerosi esempi di nenie funebri; il dolore da esse espresso ha caratteri assolutamente umani e pagani, che non richiamano alcun atteggiamento cristiano. La prefica esalta le cose terrene, esprime il rimpianto del defunto per ciò che lascia sulla terra e questo è stato uno dei motivi per cui la Chiesa combattè questa usanza. Ultima modifica di Giorgiosan : 23-03-2006 alle ore 12.43.45. |
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23-03-2006, 12.46.45 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Citazione:
" Il termine prefica indica la donna che, insieme ad altre colleghe, seguiva, nel corteo funebre dell’antica Roma, i portatori di fiaccole, con il compito di levare altissime grida di dolore (lugubris eiulatio) e, negli intervalli del rito, cantare la "naenia" dei morti e lodare il defunto: tutto ciò a pagamento. Il lamento funebre eseguito dalle prefiche rimase una pratica rituale di amplissima diffusione sino al XVIII sec. in quasi tutte le campagne italiane e anche in alcune città; successivamente questa pratica è stata confinata in poche aree periferiche ed arretrate della Lucania, Calabria e Sardegna ed ora è in via di estinzione. L’usanza delle prefiche proviene dal mondo greco: in Grecia si possono ancora ascoltare numerosi esempi di nenie funebri; il dolore da esse espresso ha caratteri assolutamente umani e pagani... La prefica esalta le cose terrene, esprime il rimpianto del defunto per ciò che lascia sulla terra ... http://www.fausernet.novara.it/~smda...mas/lament.htm Ultima modifica di Giorgiosan : 23-03-2006 alle ore 12.53.52. |
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24-03-2006, 12.35.57 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-01-2006
Messaggi: 193
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Grazie per la giusta notazione Giorgiosan. E grazie a tutti per i contributi.
Beh, i terremoti possono essere una spiegazione, visti disastri recenti che i sismi hanno causato a Messina o nel Belice. Però Palermo continua, in negativo a sorprendere: è piena di monumenti arabo-normanni dell'XI e XII secolo. O il terremoto è distruttivo è stato anteriore o stranamente sono resistiti gli edifici normanni. Anche se, pensandoci bene, la penuria è in tutta la Sicilia, difficile pensare ad un terremoto su scala regionale, vista anche l'abbondanza di testimonianze di epoca greca, romana e addirittura fenicia... Il mistero rimane tale... |