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16-03-2008, 08.27.15 | #3 |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
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Riferimento: Quale possibile "verità" sul processo a Gesù?
La situazione è più complessa di quello che sembra dai Vangeli, bisogna tenere cono delle cronache del periodo, di cosa fosse il giudaismo e le varie correnti all’interno dello stesso ebraismo.
Flavio e Tacito ed altri ci restituiscono un periodo storico in cui rivolte, guerriglie e insurrezioni erano all’ordine del giorno. Inoltre bisogna avere una precisa identificazione di Gesù e a quale fazione appartenesse. Intanto di certo era un messianista, attendeva il regno di dio, ma il messianismo era abbracciato da diversi ordini religiosi, da certa parte dei farisei, dagli esseni, gli zeloti erano ferventi messianisti, e non finisce qui. Qualche storico sostiene che Gesù, a motivo delle frange del vestito e di altre caratteristiche dottrinali fosse un fariseo, e negli stessi farisei vi era una fazione messianista in opposizione all’altra fazione. C’era chi predicava un tipo di dottrina più pura e più di sostanza contro i formalismi più legati a quelli del Tempio. E anche per questo molte delle cose che Gesù dice nei confronti dei farisei lasciano pensare che fosse di questo fariseismo in opposizione (guardatevi dal lievito dei farisei, voi non fate come gli ipocriti, ed altri). Dai Vengeli emerge che Gesù trovava sempre più affiliati e seguaci, tanto da diventare comunque pericoloso sia per chi deteneva il potere sacerdotale sia per i Romani che con questo avevano anche stipulato degli accordi per una pacifica convivenza col popolo dominato. I sediziosi non erano molto ben visti nemmeno dalla popolazione locale che pur di avere un periodo di pace accettava la dominazione straniera, senza contare che al periodo i Romani erano talmente tolleranti verso gli altri culti che agli ebrei accordavano diverse cose per andare incontro alle loro esigenze di culto. Riguardo al sabato ad esempio rispettavano i loro usi, evitando di pretendere che impegnassero questo giorno in lavori o incombenze. Accordarono diverse agevolazioni che ora non ricordo, comunque tra la popolazione c’era del malcontento. I briganti, gli zeloti, i sicari di cui racconta Flavio creavano disordini ed erano malvisti anche da altri ebrei. Quindi se Gesù come sembra di capire fosse stato di una di queste fazioni messianiste, in opposizione alla casta sacerdotale del tempio e in cerca di pecorelle che si erano smarrite dietro la sempre più diffusa ellenizzazione e collusione col potere romano poteva avere anche diverse inimicizie tra il popolo, tra i romani e tra i sacerdoti. Anche se allo stesso tempo poteva godere di appoggi , a parte che tra i romani, tra gli stessi ambienti ebraici. Chiunque poteva guardare a Gesù con la paura di vedersi sottrarre il potere, o come una persona che poteva aiutare a ribaltare il potere del periodo e prenderne il posto. Inoltre Cristo significa Messia e nulla vieta che il messianismo fosse reso in greco con cristianesimo, io sono di questo parere, i cristiani erano tutta quella parte di ebraismo, dagli zeloti (e tra i seguaci di Gesù ve ne erano almeno un paio) gli esseni (si ha credo la certezza che Giovanni il Battista lo fosse), dai farisei, che forse lo era lo stesso Gesù, i cristiani remavano con le buone e con le cattive per sovvertire l’ordine che si era creato, arruolando tra le propria fila gli scontenti e gli oppressi, e tra i nemici i beneficiati e i soddisfatti dello status quo. La mia opinione è che il processo a Gesù fu fatto dai romani anche per andare incontro alla richiesta di benessere da parte degli stessi ebrei, da un certo punto di vista quindi fu nel suo momento storico, qualcosa di ragionevole e giusto, non ricordo chi infatti dice che era meglio sacrificarne uno per il bene di molti. In realtà i messia continuarono a spuntare e continuarono a esser messi a morte, ma di quelli nessuno parlò più. La revisione in chiave paolina di un messia già venuto e morto per la salvezza di tutti sembrò essere anche la via d’uscita per queste continue lotte nei territori occupati dai Romani. Sembra assurdo ma ancora oggi a distanza di 2 millenni tra gli ebrei ci sono ancora quelli messianisti, e tra i cristian ci sono quelli che si bevono la storia dell’agnello sacrificale che leva i peccati dal mondo. Orrore!!! |
16-03-2008, 14.04.33 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-05-2007
Messaggi: 107
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Riferimento: Quale possibile "verità" sul processo a Gesù?
Sembra assurdo ma ancora oggi a distanza di 2 millenni tra gli ebrei ci sono ancora quelli messianisti, e tra i cristian ci sono quelli che si bevono la storia dell’agnello sacrificale che leva i peccati dal mondo.
Orrore!!! __________________ Allora secondo te chi crede che Gesù si è veramente sacrificato per redimere i peccati del mondo è uno stupido? Fa' attenzione a non mancare di rispetto a chi la pensa diversamente da te... |
16-03-2008, 16.44.43 | #5 | |
Ospite di se stesso
Data registrazione: 29-03-2007
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Riferimento: Quale possibile "verità" sul processo a Gesù?
Citazione:
Il potere salvifico divulgato da Gesù non è quello delle metafore e dei miti.. è solo l'invito a specchiarci e perdonarci l'orrore che osserviamo...nient'altro.. E' questo risollevarci da colpe mai commesse.. questa leggerezza che si offre nell'abbracciare se stessi abbracciando pure gli altri.. Ci vuole solo del coraggio..raccogliere quello specchio e..guarirsi da dentro,osservandosi le proprie ferite..che fanno male.. Ma non c'è altra strada per superare l'orrore.. |
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16-03-2008, 19.20.37 | #6 | |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
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Riferimento: Quale possibile "verità" sul processo a Gesù?
x socrate
io non ho detto che sono stupidi ma ho detto che mi fa orrore e dovrebbe farlo a tutti un sacrificio umano Citazione:
ma io vorrei dissociarmi dai sacrifici umani in espiazione dei miei peccati, se permetti preferisco tenermeli tutti e non che ci muoia un innocente. non mi sembra tanto grave chiedere a dio di tenerlo vivo suo figlio e di mandare me a oagare per quello che ho fatto, (ops l'avrebbero fatto adamo ed eva, beh se la pigliasse con loro qua due sbajano danno la colpa a me e n'antro paga al posto mio... ma che storia è? paga poi con la vita per una mangiata di mele .. ) |
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20-03-2008, 19.47.05 | #7 | |
Ospite abituale
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Temerità e congiure.
Citazione:
Congiura in Roma contro un Giudeo oscuro e lontano ?. Congiura di chi, di grazia ?: del principe stesso, Tiberio Giulio Cesare ?; del prefetto del pretorio Elio Seiano ovvero, se l'anno di morte di Cristo fu il ventesimo del principato di Tiberio, di Sutorio Macrone ?. Congiura, cospirazione, patto di principi e prefetti per crocifiggere un Giudeo che neppura era cittadino Romano ?. Supposizione audace la Tua, caro Figlio di Sofronisco, anzi, temeraria: muovi il sommo imperio del popolo Romano per condannare a morte un uomo ignoto in un luogo remoto. Non fu assai il prefetto di Giudea, Ponzio Pilato, che solo aveva il diritto di spada, Latinamente ivs gladii ?. La questione mi pare sia piuttosto se Cristo abbia turbato l'ordine della religione e della morale dei Giudei ovvero quello della dominazione del popolo Romano ovvero ambedue. Il consenso di Pilato alla condanna a morte, per altro, non prova che Cristo abbia turbata anche ovvero solo l'autorità del popolo Romano, perché il prefetto di Giudea avrebbe ben potuto approvare che fosse appeso alla croce un uomo accusato, dai principi e dai sommi sacerdoti dei Giudei, d'empietà, di sacrilegio e d'eversione delle consuetudini avite: universalmente trattando, ricordiamo che il governo Romano puniva i delitti contro i numi venerati dai popoli soggetti al suo imperio e, singolarmente considerando, non dimentichiamo che i Giudei avevano privilegii straordinarii nel culto del dio, concessi dal divo Giulio. La narrazione dei libri sacri dei Cristiani è lecito sospettare non sia equa, essendo gli autori infetti d'amore verso il vate e d'odio contro coloro che ne rifiutarono il verbo: è possibile ch'essi, per colorare le virtù del proprio eroe, abbiano dissimulata qualche minaccia vera alla potestà del prefetto o del popolo Romano. Un indizio di tale dissimulazione potrebb'essere il titolo di Re dei Giudei, che si narra sia stato applicato alla croce, per dichiarare il crimine del crocifisso: proclamarsi re dei Giudei sarebbe stato un delitto di lesa maestà del popolo Romano. Comunque sia, nel dubbio, ciascuno elegga l'opinione che preferisce, rimanendo tuttavia, se possibile, nei limiti del verisimile e del probabile: se al meno vogliamo disputare di atti e fatti umani, non di prodigii divini. Anakreon. |
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21-03-2008, 23.30.52 | #8 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Quale possibile "verità" sul processo a Gesù?
Citazione:
perchè Gesù è risorto…. Romani o ebrei … Gesù era scomodo come lo sono anche oggi tutte le persone che ti dicono la verità in faccia. Gesù con i romani centrava ben poco …non aveva creato sommosse disordini o rivolte . Gesù era ebreo …di questo o quel gruppo poco importa …..ciò che conta come ho detto è che diceva la verità ….e la verità brucia . Gesù è stato condannato a morte perché aveva bestemmiato e per la legge ebraica in questi casi c’era la pena di morte ….. In effetti lui aveva bestemmiato …la bestemmia consisteva nel fatto che aveva detto di essere il figlio di Dio Ma siccome la Palestina era sotto il dominio romano , solo a questi ultimi spettava decidere sulla condanna a morte . Gesù avrebbe potuto tentare di evitarla giustificandosi in qualche modo , ma non lo fece perché avrebbe detto il falso …...e gli uomini si salvano prendendo esempio da lui Ciao Flavio |
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27-03-2008, 17.50.36 | #9 |
Ospite
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Riferimento: Quale possibile "verità" sul processo a Gesù?
Gesù è morto perchè ha dato una nuova legge rinnovando quella ebraica che Dio aveva donato al Popolo prescelto. Se ci fosse più attenzione nel leggere i testi sacri, i Vangeli e la Bibbia, ci accorgeremmo che Gesù ogni qualvolta parlava della legge ebraica, alla fine di ogni suo discorso, diceva:"...In verità vi dico...[...]". Gesù Cristo, esistito come personaggio storico (e per chi ci crede anche come personaggio Divino) è stato crocifisso perchè ha dato una nuova Verità che all'uomo di quel tempo era scomoda. Facciamo un esempio: Secondo Lui era da perdonare chi faceva del male, mentre secondo il pensiero di quel tempo la legge del taglione era la cosa migliore in casi del genere. Inoltre, Egli, ha protetto una donna adultera. Infine, diceva che se amiamo chi ci ama non ci sarebbe alcun bene a questo mondo. Anzi, per meglio precisare, Egli disse:"Se amiamo chi ci ama, che merito avremmo?"... Secondo la concezione di quel mondo, secondo la legge ebraica, tutto ciò che diceva era una condanna alla legge che Dio che Lui stesso aveva donato al popolo prescelto. Inoltre, alla fine di tutto, Gesù si è detto Figlio di Dio e Figlio dell'uomo, la bestemmia più grande che potesse esistere.
Se ben leggiamo i testi storici, i Vangeli e quant'altro ci può documentare sulla vita e morte del Cristo, possiamo ben vedere che Ponzio Pilato per un certo periodo del processo ha cercato di scagionare Gesù e salvarlo da quella quasi sicura morte. Avrei altro da scrivere, ma aggiungerò in caso servisse. Ciauz Matteo |
28-03-2008, 14.59.11 | #10 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Quale possibile "verità" sul processo a Gesù?
Citazione:
Diversi studiosi tra cui lo storico della chiesa H. Lietzmann, G. Omodeo, J. Salvador, sostengono che tutta l’esposizione dei vangeli sinottici del dibattito davanti al Sinedrio è falsa e che Gesù è stato condannato soltanto dai romani. Altri tra cui A. Loisy, O. Cullman, M. Goguel, sono disposti a concedere che il Sinedrio abbia tenuto una consultazione ufficiosa, un semplice interrogatorio destinato a fornire le prove per accusare Gesù alle autorità romane uniche competenti a condannarlo. I tradizionalisti, Ricciotti, Tondelli, etc invece attribuiscono all’interrogatorio davanti al Sinedrio il valore di un vero e proprio processo necessitante solo più della ratifica romana. Anche se così fosse, la procedura seguita, secondo quanto riferiscono i Vangeli, sarebbe stata del tutto irregolare. Il Sinedrio, (in ebraico Sanhedrin), presieduto dal Sommo Sacerdote col titolo di nasi (principe) e composto da settantun membri, scelti tra le famiglie sacerdotali e tra quelle più cospicue per censo, purità di razza, teneva le adunanze in un locale del tempio detto Gazith, presso l’Attrio degli Israeliti. Ma le sedute potevano avere luogo soltanto dall’olocausto perenne del mattino (circa le ore 9) all’olocausto perenne della sera (ore 16). Tra l’interrogatori e la sentenza doveva poi passare un intervallo di ventiquattro ore. Questa era la procedura prima dell’occupazione romana, e che comunque, stando al racconto dei Vangeli, non venne rispettata nel processo a Gesù. Per di più il Sinedrio non teneva mai riunioni i sabato o nei giorni festivi, e tanto meno a Pasqua. Un acuto esame dell’illustre professor N. Jaeger rileva i numerosi vizi procedurali del processo, secondo il diritto ebraico: Udienza tenuta in ore notturne, votazione immediata della sentenza, difetto di almeno due testimoni perfettamente concordi, valore attribuito arbitrariamente a dichiarazioni dell’imputato provocate ad arte dal giudice etc. I Vangeli riferiscono che il processo fu tenuto subito dopo l’arresto, cioè al massimo alle ore 3 o 4 del mattino del 15 Nisan, (Luca lo fa ripetere qualche ora più tardi) e per di più in casa del Sommo Sacerdote e non nella sede legale delle riunioni. Anzi gli evangelisti non sono nemmeno d’accordo sul nome del Sommo Sacerdote: Marco e Luca non lo nominano, Matteo dice che era Caifa (in realtà Caiafa) e ciò corrisponde al vero, mentre Giovanni fa il nome di Hanna (in realtà Hanan), il quale era scaduto di carica da almeno 15 anni. Gli armonisti cattolici cercano di conciliare queste notizie discordanti e di rendere meno palesi le illegalità del processo supponendo: prima un breve interrogatorio notturno in casa di Hanan ex Sommo Sacerdote, poi il processo regolare al mattino da parte del Sinedrio presieduto da Caifa. Ma probabilmente l’episodio notturno è stato inserito soltanto per riempire la lacuna della notte stessa – le poche ore dalle 3 alle 9 – che Gesù avrà passato sotto buona scorta di guardie. L’incertezza attribuita a Pilato, la sua condiscendenza verso i capi giudei, e, nello stesso tempo, la sua benevolenza nei riguardi di Gesù non hanno alcun fondamento storico. Esse sono il risultato di un’opportunistica deformazione della verità, operata dai cristiani, col diffondersi della loro religione nell’impero, per scagionare i romani dalla responsabilità della condanna di Gesù. Questa riabilitazione di Pilato (fino al proverbiale gesto di “lavarsene le mani”) ha portato, per converso, ad addossare ogni colpa al popolo ebraico, che si è così, immeritatamente, guadagnata per secoli l’esecrazione del mondo cristiano, con l’infamante taccia di “popolo deicida”. A questo risultato mira anche la notizia, contenuta per altro nel solo Vangelo secondo Luca, che Pilato, avendo appreso che Gesù era Galileo, volle mandarlo alla corte di Antipa, perché lo giudicasse egli stesso. E’ una notizia non soltanto discutibile, ma senza alcun dubbio falsa. Giuridicamente non esisteva la necessità di un rinvio dell’imputato dal “forum delicti commissi” al “forum originis”, perché unico giudice competente era il procuratore romano; ne era nello stile di questi, anche per la dignità della sua carica, mostrare una simile deferenza verso il piccolo tetrarca Galileo. Il processo, se ebbe davvero luogo, fu celebrato esclusivamente dall’autorità romana, con l’imputazione a Gesù di agitatore politico o almeno di personaggio suscettibile di divenire pretesto ed occasione di qualche tumulto in città. Pilato lo condannò in base alla – lex Julia majestatis – senza bisogno di giustificare agli occhi dei Giudei la sua decisione. La pena della crocifissione (prevista dal codice romano e non da quello ebraico) venne comminata con la sentenza rituale: - Condemno, ibis in crucem. Lictor, conliga manus. Verberetur! – (“Io ti condanno: andrai in croce. Littore, legagli le mani. Sia flagellato!”). Questo se si vuole rispondere alla domanda chi uccise Gesù…. |
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