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30-03-2008, 17.08.26 | #13 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-06-2007
Messaggi: 297
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Pene e flagelli.
Caro Flavio,
così la flagellazione come le verghe non erano per sé pene capitali, ancorché, se inflitte a uomini non molto robusti, potessero facilmente apportare la morte. Tuttavia era consuetudine flagellare il condannato alla croce, affinché il supplizio non durasse per troppo tempo: un corpo, già debilitato dal flagello, non sarebbe sopravvissuto per molti giorni appeso alla croce. Nel caso singolare, non è inverisimile che il prefetto di Giudea abbia irrogata la flagellazione, quale pena per il sospetto che il reo fosse stato fomite di tumulti tra la plebe e, quindi, dimostrata l'accusa d'empietà e sacrilegio, abbia deliberata senz'altro la condanna capitale per sospensione alla croce. Non dimentichiamo che il culto del dio venerato dai Giudei era, nell'imperio del popolo Romano, religione lecita e, dunque, gli atti perpetrati contro quel nume e contro le cose, gli uomini ed i riti a lui sacri, erano stimati sacrilegii dalla legge Romana: i magistrati erano per ciò tenuti a concedere azione di legge a chiunque proponesse l'accusa ed a reprimere il delitto. Per altro, se è vero che il titolo del crimine, applicato alla croce fu, in lingua Greca e Latina: "Gesù Nazareno, re dei Giudei", è lecito congetturare che Ponzio Pilato abbia proceduto piuttosto per il delitto di maestà diminuita del popolo Romano, che per quello d'empietà o di sacrilegio contro il nume avito dei Giudei. Ma i due crimini non erano poi molto lungi uno dall'altro, se consideriamo che il perturbare, perpetrando atti sacrileghi ed empii, un popolo soggetto all'imperio del popolo Romano, era anche un diminuire la maestà stessa del popolo Romano, il quale, in virtù del suo primato e della potestà dei suoi magistrati, assicurava la pace, la pietà e la religione di tutti. Anakreon. |
09-04-2008, 19.10.37 | #14 |
Nuovo ospite
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Messaggi: 1
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Riferimento: Quale possibile "verità" sul processo a Gesù?
Ritengo che tutte queste discussioni siano fuori luogo. Infatti non è ammissibile giudicare storicamente una verità di fede. I Vangeli non hanno nessuna attendibilità storica, di conseguenza ogni possibile discussione è aria fritta.
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09-04-2008, 19.41.37 | #15 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-06-2007
Messaggi: 297
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Verità e giudizii.
Caro Duce dei Mantovani,
il giudizio, dinanzi al tribunale d'un magistrato, non è una verità rivelata: dunque se ne può opportunamente disputare. Altro è stabilire quanto, di ciò che circa quel giudizio i libelli Cristiani riferiscono, sia vero e quanto sia stato distorto dalla venerazione verso il reo; ma questo è l'ufficio d'interpretazione proprio dello storico e del filologo, che vale per qual si voglia narrazione che tratti di qual si voglia caso umano: non gli antichi solamente usavano ampliare, diminuire, mentire, accecati dall'odio o dall'amore. Anakreon. |