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Vecchio 05-02-2003, 00.12.59   #21
Mistico
Utente bannato
 
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
per Falcorum

Ben detto. Complimenti per la serenità del pensiero.

La Legge non la fanno gli uomini, la Legge esiste in sè. Si può soltanto farla propria via oppure rifiutarla, ma non cambiarla.

Chi ha Dio nella propria consapevolezza ha la Legge nell'anima, non ha bisogno di giudizi esterni e non giudica nessuno.

Bravo Falcorum!


Ciao...
Mistico is offline  
Vecchio 07-03-2003, 09.33.30   #22
deirdre
tra sogno ed estasi...
 
L'avatar di deirdre
 
Data registrazione: 21-06-2002
Messaggi: 1,772
Quella sensazione di leggerezza, di trasporto...sognare, immaginare, fantasticare...tutto questo è la musica, dio è un sogno per l'uomo.
Quel dio che falco cosi caldamente descrive ed al quale conferisce un'importanza quasi assoluta.... non esiste. Esiste solo per chi ha voglia di credere che cosi possa essere.
Quella legge della quale tu parli e che per millenni la scienza ermetica ha esaltato, la cabala ha descritto, i cristiani hanno adorato, potrebbe essere solo illusione per conferire delle possibili certezze all'uomo bisognoso di verità.
Dio è ciò che noi vogliamo egli sia... nulla di più, stabilire che il dio degli ebrei è l'unico il solo.. che la legge assoluta, inesorabile, esatta e perfetta sia la legge che regola l'universo..è opinione umana, elaborata da uomini per altri uomini.
Chiudi gli occhi e rilassa le tue membra, lascia che i pensieri si susseguano a ritmo incessante, fermane uno...tienilo stretto ed osservalo, analizzalo in ogni singola parte, in ogni aspetto... ascolta i suoni che provengono dal susseguirsi delle note...
Ho imparato a disegnare con il corpo la musica, seguire tutto questo con la mente consia...la quale lentamente cede il posto a quella parte di me stessa che si cela dietro il velo della realtà.
Divenire una cosa unica con la musica, ogni singolo arto si muove in base all'onda disegnata dalle note...
Nessuna sensazione è forte e meravigliosa come questa, quel senso di immensità che colma l'anima, quel volo tra mille paesaggi racchiusi in un sol pensiero....

Se tutto questo è un dono divino, allora è vero, dio è musica, è poesia, è pensiero, è la vita in tutti i suoi aspetti.
Non ha senso stabilire quale dio sia il migliore quando noi stessi non siamo neppure in grado di percepirlo...ma ci affanniamo a stabilire dogmi, presunte verità e certezze inestistenti.

Ultima modifica di deirdre : 07-03-2003 alle ore 09.38.00.
deirdre is offline  
Vecchio 07-03-2003, 11.36.38   #23
Gwydjon
Ospite
 
Data registrazione: 02-03-2003
Messaggi: 18
Lightbulb Dilatiamo l'orizzonte della riflessione. Vi va?

Ciao a tutti,

qualche riflessione, sulla base dei miei studi e della mia esperienza personale.

1) Credo sia fuori discussione, ormai, che la musica possa convogliare la partecipazione ad un Assoluto, comunque lo si voglia intendere e/o personificare.
Credo che il problema possa assumere una svolta se lo si riformula in termini un po' diversi: è possibile un riconoscimento reciproco delle dimensioni dischiuse dall'emozione estetica dell'armonia musicale ? Voglio dire: è possibile fare un passo in più, passare dalla semplice percezione di un "qualcos'Altro", che sta dall'altra parte, ad una sua denominazione più o meno univoca (Dio, o un altro Principio soprannaturale non astratto, ma personale)? La possibilità affascinante che la musica veicoli e trasmetta un Messaggio più grande ed esplicito, attraverso la vibrazione empatica della nostra stessa carne, potrebbe essere un fronte di riflessione accattivante. E potrebbe mostrare che non è così impossibile "percepire" Dio, a meno di non voler pescare intenzionalmente in acque limacciose...

2) Dal lato opposto, è possibile "essere riconosciuti" nella musica, e a partire dalla musica ? Se Dio è il Sogno dell'uomo, anche l'uomo potrebbe essere il Sogno di Dio (Deirdre, ho scritto qualcosa su questo... se ti va, te lo mando in privato).

3) E' comunque molto relativo il fatto che Dio possa essere un "frutto" del sogno umano. Dico: relativo quanto può esserlo il fatto di guardare le stelle attraverso il cannocchiale, e credere che siano il frutto della nostra percezione ottica solo perché le vediamo in maniera "mediata". A rigore, è relativo anche che la musica possa essere insindacabilmente assunta come la sua stessa Voce (anche se personalmente lo credo). Ritengo allora che lo slittamento di riflessione che sto proponendo faccia al caso nostro: vediamo fino a che punto si possono spingere le due cose, e se in realtà proprio l'esperienza del Tutto non aiuti a ri-velare, anziché nascondere una risposta. Esiste davvero un contatto tra l'ebbrezza che travolge i sensi nel rapimento estetico e una Presenza che, oltre ad esserci, interpella ? Pensiamoci. Personalmente, preferisco abbandonare il condizionale (potrebbe essere... forse...) per muovere qualche passo su terreni più solidi. Anche un solo passo, anche minimo, umilissimo, ma sicuro. E' possibile, in un campo così soggettivo e personale ?

Io ci scommetto... una tesi di dottorato
Gwydjon is offline  
Vecchio 07-03-2003, 16.25.30   #24
deirdre
tra sogno ed estasi...
 
L'avatar di deirdre
 
Data registrazione: 21-06-2002
Messaggi: 1,772
Buon pomeriggio Gwydjon, il mio post non era a caso.
Vorrei, se possibile, aprire una parentesi piccina. Dunque.... leggendo la Genesi si nota immediatamente quanto il verbo (la parola o logos) siano importanti... vediamo:
Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu.
Dio disse: "Sia il firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque".
Dio disse: "Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo"
E Dio disse: "Facciamo l`uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra".


Allora, arriviamo al dunque.... la parola, il suono è una vibrazione..tutto ha origine da una vibrazione.
Secondo i testi sacri della tradizione ebraica cabalistica, Dio creò l'universo attraverso le lettere dell'alfabeto ebraico, questo processo è descritto nel più famoso testo della tradizione cabalistica, il Sepher Yetzirah.
L'alfabeto ebraico nasce come alfabeto ideogrammatico, come i geroglifici egizi o i caratteri cinesi e giapponesi, sono dei simboli e sappiamo bene che la simbologia serve a suscitare nell'inconscio una sorta di catena di collegamenti, pensieri che permettono attraverso la visione di un dato ideogramma, d'intuire un dato significato celato dietro l'immagine.
Inoltre, proprio la natura ideogrammatica delle lettere ebraiche permette di associare a ciascuna di esse una serie di ulteriori simboli e significati.
La Bibbia usa l'espressione " Dio disse"...per spiegare la creazione. Dalla parola di dio, nasce tutto. Questo ci può far pensare a quanto sia importante questo termine.
La musica anch'essa è vibrazione, quindi è possibile attribuire il medesimo significato e la stessa importanza che viene data alla parola.

Potremmo pensare al dio come un immenso strumento musicale dal quale fuoriescono vibrazioni, onde sonore che creano un qualcosa.
In questo caso, credo sia possibile definire dio come un musicista.. un creatore di qualsivoglia natura.

Dio e sogno.
L'uomo non avrà mai la possibilità di vedere con i propri occhi il volto divino, può immaginarlo, infatti, sappiamo che la mente umana per elaborare ed accettare concetti astratti (dio, tutto sommato, lo è)..necessita di "concretizzazione" dell'oggetto. Deve renderlo accettabile per i sensi, percepirlo in codesto modo. Molti sostengono sia possibile vederlo attraverso ciò che da lui è stato emanato, verissimo... posso percepire la scintilla divina in me stessa, nella pianta, nel fiore..ed in ogni altra "figura" presente nell'universo, ma non posso vedere Dio... devo immaginarlo e rendere concreto il mio pensiero attraverso un simbolo, o un glifo.
Per questo definisco dio un sogno, qualcosa che la mente conscia non arriva a captare, ma deve avvalersi del subconscio.... non a caso chi intraprende la via spirituale è "costretto" alla meditazione per capire.
Allora, se dio crea, e sappiamo bene che la creazione non è stata qualcosa di accaduto lontano nel tempo, ma avviene in ogni istante, attraverso la vibrazione, il verbo... è il "mezzo", la musica, il suono è anch'esso vibrazione e anch'esso crea.... è allora possibile mettere questi due fattori sullo stesso piano.

Dio non può essere musica, dio è Non Manifesto che si manifesta per emanazione da sé stesso attraverso la vibrazione.

Spero di essere riuscita a far capire il mio pensiero

ps: per Gwydjon....mi farebbe molto piacere leggere ciò che hai scritto...
deirdre is offline  
Vecchio 08-03-2003, 14.59.16   #25
Gwydjon
Ospite
 
Data registrazione: 02-03-2003
Messaggi: 18
La musica, la Parola e le vibrazioni dell'essere

Molto, molto suggestivo... Puntualizzo qualche idea.

- Accolgo con entusiasmo l'intuizione della "vibrazione creatrice", ma penso sia da suggerire qualche approfondimento. Molte tradizioni poetiche e religiose scorgono nell'atto creativo un sommovimento dell'essere, dalla cui profondità insondabile trabocca la contingenza in divenire (pensiamo alla dottrina dell'emanazione neoplatonica). L'immagine ha il suo valore per il fatto - che non è da poco - di offrire un supporto simbolico alla logica della mediazione: le realtà create partecipano della motilità dell'Assoluto com-movendosi con Lui, cioè vibrando in sintonia con il suo stesso essere e partecipandone. Resta da chiarire il grado di questa partecipazione, ed il livello gerarchico (if any) a cui le creature si situano all'interno di essa.

- Il mio discorso si muove prevalentemente sul versante della "rivelazione" della Parola-musica. Non ho cioè nessuna difficoltà ad ammettere che la musica - come parola nel complesso della Parola divina consegnata al mondo - sia un messaggio evocante e provocante affidato a tutta la creazione, e strumentalmente legato ad essa. Nella creazione, Dio parla "al plurale". Sul fatto invece che la Parola-musica possa equivalere alla Parola-creatrice (la parola della "creazione continua", come suggerisce Deirdre), ritengo - come dicevo - che serva qualche chiarimento. Che vuol dire che la musica "crea" ? In che senso va intesa questa affermazione ? Alcune culture aborigene ritengono che gli dei abbiano creato ogni realtà pronunciando in canto il nome di ogni cosa. Ma che significa questo, varcati i confini ingenui dell'animismo e nell'ottica di una creazione ininterrotta e non solo primordiale ? Un primo senso, immediato, lo suggerisco io stesso: la musica "crea" attraverso i processi di "performazione" che essa suscita nella coscienza, cioè attraverso le stimolazioni che induce a livello di pre-formazione della sensibilità affettiva. I sentimenti più nobili (o più oscuri) sono stati indotti, in ogni epoca, dall'estasi del suono. E intere generazioni hanno lottato, sperato e vissuto vibrando in sintonia con una melodia che li ha (ri-)"creati" nuovi e veri.

- Aggiungo alle immagini evocate da Deirdre quella del sonno-sogno: il silenzio del sopore è la dimensione più originaria del creato. Solo per far riferimento a Genesi, pensiamo allo Spirito che aleggia sulle acque, alla creazione della donna dal sonno di Adamo, al volto misterioso del Dio che parla ai patriarchi come Signore delle schiere celesti, pur velandosi continuamente in una fuga sempre tinta di dolcezza e di sorriso. Dio crea il suo sogno affacciandosi ai cancelli del cielo: a noi toccherà, forse, la difficile scelta di fuggire negli anfratti dell'incubo o di risalire la china della notte della creazione, per vivere il suo sogno e solcare con Lui i cancelli dell'aurora.

- Preciso il mio punto di vista sull'eccellenza del segno musicale nell'atto creativo e rivelativo. La musica partecipa della dimensione della Parola divina, ma non è altro da essa. Questo per il semplice fatto che la Parola non si identifica in senso stretto con le parole di un linguaggio verbale, ma comprende un immenso macrosistema di significazione che oggi - alla luce della tecnocultura - potremmo definire "multimediale". La Parola è dunque un ipercorpo semiotico di suoni, luci, immagini, eventi, carne e sangue che pulsa in sintonia con le sinergie che percepiamo come euritmia del cosmo. Ecco perché la Scrittura afferma commossa che "i cieli narrano la gloria di Dio". La narrano cantandola, in una coralità impressionante a cui troppo spesso ci siamo lasciati assuefare. La Parola, dunque, "comprende" la musica, che ne è forse una delle espressioni più profonde, anche se non l'unica.

- Sul concetto di "vibrazione" come partecipazione all'essere, faccio notare che l'Assoluto di Dio è - sì - inabbordabile nella sua essenza, ma prossimo allo stesso tessuto della vita che si contrae al suo tocco. Proponendo un abbozzo di filosofia/fenomenologia dell'Incarnazione, M. Henry richiama il valore della "carne" come partecipe inderivabile dell'autocomunicazione del Verbo eterno. Nelle vibrazioni emozionali dell'essere creato è sempre supposta - questa la sua tesi - la priorità ontologica della Vita che si dà nel Verbo di Dio. Esso, ci ricorda san Giovanni, si fece carne, cioè (nel senso di Henry) "vibrazione" del nostro essere avvolto dalla sua prossimità semiotica.

Spero di non aver tediato nessuno... in caso contrario, mi punirò con il silenzio per un paio di settimane.
Gwydjon is offline  

 



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