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27-04-2006, 12.58.20 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 16-10-2005
Messaggi: 351
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Re: lo scopo della vita è "capire (o ricordare) come diventare (essere) dei"..?
Citazione:
Si, me lo sono chiesto e ho trovato la soluzione. “Quella d’essere immortale.”. La domanda che si pone allora è: Che cosa occorre per svegliarsi a ciò che si è? La soluzione è semplice ma la devi trovare tu. Un abbraccio. PS: Lascia che i dormienti sotterrino i loro dormienti… |
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01-05-2006, 20.58.22 | #7 |
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Re: lo scopo della vita è "essere dei"..?
Penso proprio di si!
Trovo molto significativo questo percorso nelle parole seguenti: [il riferimento è alla Bibbia a (Mi. 3:4)] "La vita, dice il profeta, trionferà sulla morte; il metallo invece di essere usato per versare sangue, aprirà il ventre della Madre Terra per permettere alla vita di svilupparsi. Un altro aspetto del tempo messianico si chiarifica nella profezia di Michea: non soltanto la guerra scomparirà, ma anche la pura; o piuttosto, la guerra può scomparire solo quando nessuno ha più il desiderio e il potere di spaventare l'altro. Inoltre non si può chiedere neppure un concetto specifico di Dio: "Sì, tutti i popoli camminano, ciascuno nel nome del suo Dio" (Mi.3:5) In comune è l'idea che né la natura né i prodotti dell'uomo costituiscono l'ultima realtà o il valore più alto, ma che solo l'UNO rappresenta il valore e lo scopo supremi dell'uomo: ritrovare l'unione con il mondo tramite la potenzialità delle capacità specificatamente umane di amore e di ragione. L'uomo potrebbe diventare Dio se solo mangiasse dell'albero della conoscenza e dell'albero della vita. Il frutto dell'albero della conoscenza dà all'uomo la saggezza di Dio; il frutto dell'albero della vita la Sua immortalità. Incoraggiati dal serpente, Adamo ed Eva mangiano il frutto dell'albero della conoscenza e compiono così il primo passo. Dio sente minacciata la sua posizione di supremazia. Egli dice: "Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi nella conoscenza del bene e del male. Ora dunque, che egli non stenda la mano e non colga anche dell'albero della vita e ne mangi e viva in eterno.." (Gn.3:22) Per proteggersi da questo pericolo Dio scaccia l'uomo dal Paradiso e limita la sua esistenza a un massimo di 120 anni. L'interpretazione cristiana dell'atto di disobbedienza dell'uomo come 'caduta' ne ha offuscato il chiaro significato. Il testo biblico non menziona affatto la parola 'peccato'; l'uomo sfida il supremo potere di Dio, e lo può fare perché è potenzialmente Dio. Il primo atto dell'uomo è di ribellione, e Dio lo punisce perché si è ribellato e perché vuole conservare la Sua supremazia. Deve proteggerla con un atto di forza, scacciare Adamo ed Eva dal Giardino dell'Eden impedendo così loro di compiere il secondo passo verso l'essere-come-Dio, mangiando dell'albero della vita. L'uomo deve cedere di fronte alla forza superiore di Dio, ma non esprime rimpianto o pentimento. Scacciato dal Giardino dell'Eden, comincia la sua vita indipendente; il suo primo atto di disobbedienza è l'inizio della storia umana, perché è l'inizio della libertà umana. Non è possibile capire l'evoluzione ulteriore del concetto di Dio, se non si capisce la contraddizione inerente al concetto precedente. Sebbene sia il signore supremo, Dio ha creato una creatura che è il suo rivale potenziale; fin da primo inizio della sua esistenza l'uomo è il ribelle e reca in se stesso, in potenza, la propria divinità. Come vedremo più avanti, più si libera dalla supremazia di Dio e più può diventare come Lui." Così scrive Erich Fromm nel suo "Voi sarete come Dei" ed ancora: "Con la conclusione del patto, Dio cessa di essere il signore assoluto: è diventato socio dell'uomo in un contratto, si è trasformato da sovrano 'assoluto' a sovrano 'costituzionale'; è legato come l'uomo alla costituzione; ha perduto la libertà di essere arbitrario, e l'uomo ha conquistato la libertà di sfidare Dio nel nome delle sue stesse promesse, dei princìpi stabiliti nel patto. " [....] "il giudice di tutta la terra non giudicherebbe secondo giustizia" Questa frase segna il cambiamento fondamentale del concetto di Dio derivante dal patto. Con un linguaggio rispettoso, ma con l'audacia di un eroe, Abramo spinge Dio a osservare i principi di giustizia. Il suo non è l'atteggiamento di un umile che supplica, ma di un uomo fiero che ha il diritto di esigere da Dio che osservi il principio di giustizia.Il linguaggio stesso di Abramo si muove con abilità consumata tra il rispetto formale e la sfida --cioè tra la terza persona singolare ("Non si adiri il mio Signore...") e la seconda persona ("Farai tu perire tutta la città per quei cinque?"). Con la sfida di Adamo si aggiunge un nuovo elemento alla tradizione biblica e ebraica successiva: proprio perché Dio è legato alle norme della giustizia e dell'amore, l'uomo non è più il suo schiavo. L'uomo può sfidare Dio ---come Dio può sfidare l'uomo--- perché sopra di essi sono i principi e le norme. [..] Ancora: "Il mio nome è Senzanome; di loro che Senzanome ti ha mandato". Solo gli idoli hanno un nome, perché sono delle cose. Il Dio "vivente" non può avere un nome. In Eheyeh* troviamo compromesso ironico tra la concessione di Dio all'ignoranza del popolo e la sua convinzione di essere un Dio senza nome." * "Eheyeh asher Eheyeh" io sono colui che sono Specifica, Fromm: "Se ho finito d'imparare, non è necessariamente nel passato, ma il perfetto di conoscere può ---e spesso accade--- significare in ebraico "Conosco completamente".. Considerando il 'nome' di Dio, l'importanza del Eheyeh sta nel fatto che è l'imperfetto del verbo 'essere' " --(in ebraico non esiste un tempo presente!)-- " Dice che Dio è, ma che il suo essere non è finito come quello di una cosa, è un processo vivente, un divenire; solo una cosa, cioè, che abbia raggiunto la sua forma finale può avere un nome." Gyta |
06-05-2006, 21.52.13 | #8 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-05-2006
Messaggi: 185
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Re: lo scopo della vita è "capire (o ricordare) come diventare (essere) dei"..?
Citazione:
E una volta che l'hai capito o ricordato sai che nella vita non c'è scopo alcuno. Ciao |
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08-05-2006, 10.08.37 | #9 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-11-2005
Messaggi: 3,250
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Re: Re: lo scopo della vita è "capire (o ricordare) come diventare (essere) dei"..?
Citazione:
oppure che gli scopi sono infiniti (tendenti all'unità)...e sono il "fondamento" (yesod) |
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08-05-2006, 10.51.51 | #10 | |
Utente bannato
Data registrazione: 22-06-2005
Messaggi: 34
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Sanatana-Dharma (L'Eterno Dovere Universale)
Citazione:
PURI DEVOTI DEL SIGNORE SUPREMO! Lo scopo della vita umana è quello di TORNARE AD ESSERE dei puri devoti di Shri Krishna (Dio, la Persona Suprema). Il nostro dovere eterno (quindi spirituale) consiste nel servirLo con amore e devozione (Bhakti-Yoga). Una volta raggiunta la Pura Bhakti (il Vero Amore per il Divino, quindi per tutti gli esseri e per l'intera creazione cosmica), Krishna permette a queste anime realizzate di tornare a Vaikuntha, nel Mondo Spirituale, ove non esiste nè nascita nè morte, nè malattia nè vecchiaia, nè sofferenza nè dolore, ma solo ETERNITA', COSCIENZA E FELICITA' ASSOLUTE! Tutte le Glorie a Shri Krishna e ai Suoi puri devoti! |
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