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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Spirituali |
14-03-2014, 15.54.56 | #442 | |
Moderatore
Data registrazione: 23-05-2007
Messaggi: 241
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Riferimento: gesu'cristo non è mai esistito. qualcuno puo' provare il contrario?
Citazione:
Un esempio concreto potrebbe essere questo, ma prendilo come analogia: io ho uno smisurato talento e una grande sensibilità per suonare il pianoforte, ma vivo in un luogo in cui il pianoforte non sanno neanche cosa sia, per cui non si verificherà mai la possibilità di poter esprimere, e quindi "manifestare", questo mio talento. La manifestazione delle mie possibilità e dei miei talenti dipenderà quindi da tutta una serie di contingenze, ma questi talenti e queste possibilità, ancorchè inespresse, fanno comunque parte del mio essere, in questo caso del mio essere non-manifestato. Ovvio che ognuno di noi non ne diviene consapevole fino a che non si manifestano effettivamente, ma l'esistenza di un qualcosa non presuppone anche la sua consapevolezza. In generale per essere non-manifestato si intende l'infinita possibilità, l'infinita potenzialità contenuta all'interno dell'essere, e che è la condizione imprescindibile perchè questa poi si esprima nella manifestazione, nell'essere manifestato, che è quello che appare ai nostri occhi. Ogni atto, per parlare aristotelicamente, deve essere stato prima potenza, ma non tutte le "potenze" divengono atto. |
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14-03-2014, 16.15.51 | #443 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 14-11-2012
Messaggi: 919
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Riferimento: gesu'cristo non è mai esistito. qualcuno puo' provare il contrario?
** scritto da angelo Cannata:
Citazione:
Anche questo merita d'essere preso in considerazione come paradosso che diventa realtà e che nessuno può smentire. Esempio: Giovanni Maria Vianney. Citazione:
Per ulteriori approfondimenti: Ipotesi su Gesù, di Vittorio Messori, in particolare il capitolo 7. il mito e la storia. |
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14-03-2014, 19.03.47 | #444 | |
Simpatizzante di Vattimo
Data registrazione: 06-02-2014
Messaggi: 45
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Riferimento: gesu'cristo non è mai esistito. qualcuno puo' provare il contrario?
Citazione:
Cioè, dev'essere chiaro che la gestione della propria cultura ha delle necessità e dei limiti umani, per esempio anche il fatto che non possiamo verificare tutto di persona e quindi su moltissime cose dobbiamo per forza affidarci a chi ha già fatto ricerche su quel campo. E allora che facciamo, tanto per scegliere la strada migliore, riguardo a quel campo interpelliamo i più ignoranti? Io penso che sia meglio organizzarsi un buon dosaggio della ricerca: interpellare anzitutto chi meglio dimostra di aver studiato quel campo e poi riservare un po' di spazio anche ai critici, sia istruiti che non, per il beneficio dell'apertura di mente che a volte si trova, come detto sopra, anche tra i più ignoranti. Ma è questione di gestione di spazi: non avrebbe senso per questo scegliere di formare la propria cultura su chi riesce a creare più sensazionalismo e trascurare chi invece cerca umilmente di studiare le cose con serietà. A parte il fatto che poi anche gli scribi e farisei accusati da Gesù avevano i loro motivi storici per comportarsi in quel modo, ma Gesù aveva i suoi scopi particolari da raggiungere, il suo scopo non era fare lo storiografo, e perciò decise di farli figurare come categoria di persone chiuse di mente. |
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14-03-2014, 22.46.07 | #445 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-11-2012
Messaggi: 919
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Riferimento: gesu'cristo non è mai esistito. qualcuno puo' provare il contrario?
** scritto da Angelo Cannata:
Citazione:
Io non esalto l'ignoranza, anzi, come tu ben sottolinei, al seguito di Gesù, in due millenni, si trovano dotti, accademici e scienziati, per non parlare dei dottori della Chiesa. Soltanto volevo far notare che forse non si necessita solo di leggere, studiare ed approfondire, gli "accademici" per riscontrare le tracce del passaggio di Gesù su questo pianeta, ma di ascoltare anche la prostituta, il lebbroso, il centurione, che non penso abbiano studiato tanto: "Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio". (1Cor 1, 27-29) |
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14-03-2014, 23.42.08 | #446 | |
Moderatore
Data registrazione: 10-04-2006
Messaggi: 1,444
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Riferimento: gesu'cristo non è mai esistito. qualcuno puo' provare il contrario?
Citazione:
innanzitutto vorrei precisare che la mia osservazione non aveva alcun tipo di riferimento personale nei tuoi confronti,e non era mia intenzione mettere in dubbio la tua conoscenza in merito all'argomento,cosa che da parte mia per esempio e' cosa davvero insignificante.. ma quello che volevo pero dire in termini più generali e' che qualsiasi tipo di istituzione,se,ammesso e concesso che all'inizio nascano pure con le buone intenzioni,molto presto si trasformano in qualcosa che ha poi l'unico scopo il mantenimento dello status quo,(il loro più direttamente o ad altri meno diretti,ma comunque saldamente collegati fra loro) anziché quello di avere interesse per la ricerca disinteressata…difatti poi succede che questa poi viene offuscata con tutti i mezzi a disposizione grazie anche al grado di potere che gli viene conferito…il potere infatti non e' mai disinteressato poi e' anche vero quello che dici…"se non mi posso fidare da una parte,allora per quale motivo mi dovrei pure fidare dall'altra?" tenendo in considerazione in primis di quanto detto sopra,possono venire alla luce molti collegamenti utili al discernimento e credo (mia personale considerazione) che a quel punto a subentrare sia pure il filtro della nostra coscienza,che quanto più sara' "pulita",cioè quanto più questa tenderà alla Verita,tanto più ci aiuterà a riconoscere il vero dal falso |
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15-03-2014, 00.58.16 | #447 | |
Moderatore
Data registrazione: 23-05-2007
Messaggi: 241
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Riferimento: gesu'cristo non è mai esistito. qualcuno puo' provare il contrario?
Citazione:
Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, insegnavano alle elementari, ma siccome qui c'è altra gente che legge scrivo lo stesso. Capire in profondità non significa dire la prima stupidaggine che passa per la testa, ma ad esempio per la musica di Mozart vuol dire riuscire a pensare come pensava lui quando l'ha scritta, sentire nel suo stesso modo, e soprattutto sapere cosa intendeva comunicare con quella musica. Ma la musica di Mozart è la musica di Mozart, la sua personale musica, e quindi le ricerche storiche, biografiche e filologiche relative al contesto in cui lui si muoveva sono sensate se si vuol tentare di "mettersi nei suoi panni" e comprendere meglio il senso di tale musica, anche se è tecnicamente impossibile farlo. Questo lavoro è però del tutto inutile per quanto riguarda i testi sacri, le Sacre Scritture, che sono dette "parola di Dio" proprio perchè il loro scopo è affermare la Verità prescindendo dal suo o dai suoi autori. La verità è nel mondo ed è di chiunque sia in grado di comprenderla. Non può esistere la verità di Tizio o di Caio, ma Tizio e Caio potranno invece essere espressione della Verità, darle voce attraverso le loro opere, ma di certo non la "inventano" loro. E questa è appunto l'opera di tutti i "profeti" e degli estensori dei libri sacri. Qualcuno sa chi ha scritto i Veda? o le Upanishad? o il Mahabharata? O il Ramayana? E quando? E in quale contesto si muoveva? Ma soprattutto a qualcuno di coloro che li studiano interessa? No di certo. A chi studia coscienziosamente questi testi interessa sapere se dicono il vero, non se sono stati scritti da un tizio oppure da un altro, o in un secolo invece che un altro. E se dicono il vero lo dicono a prescindere dal fatto che le notizia sul suo autore o sui suoi autori possano essere contraddittorie e frammentarie. I testi sacri devono affermare una verita valida sempre, in tutti i contesti, in tutti i tempi e per tutte le persone, per cui è totalmente ininfluente la personalità di chi li ha redatti o la vita che faceva (o che facevano, visto che praticamente mai i testi sacri sono stati redatti da una sola persona ma sono il frutto di una sapienza collettiva). Così ad esempio è ininfluente se i Vangeli sono stati tutti scritti dalla medesima persona, nel medesimo tempo, e se riportano esattamente le parole di Gesù. Esprimono la verità? Se sì sono parola di Dio, altrimenti no. E siccome la verità non è quella dei fatti (che non può essere verità) ma quella trascendente ogni "fatto" è come un simbolo di tale verità, e così deve essere interpretato, indipendentemente dal fatto che sia vero "storicamente" o meno. Per quanto riguarda il concetto di comprendere in profondità qualche giorno fa mi è capitato casualmente fra le mani un libretto di Schopenhauer intitolato "Il mio oriente", in cui sono raccolti appunti sparsi del filosofo sulle dottrine buddhiste e indù. Costui era letteralmente "innamorato" del Buddha e della sua dottrina, tanto che ne mostrava a tutti con grande orgoglio la statua di bronzo dorato che aveva fatto giungere direttamente dal Tibet e teneva come un totem in un angolo del salotto. Negli anni della maturità amava rivolgersi ai conoscenti con l'appellativo "noi Buddhisti", e giudicava le Upanisad "l'emanazione della più alta saggezza umana". Si riteneva una specie di reincarnazione del Buddha, o comunque credeva di avere con quello una certa affinità spirituale poiché affermava di aver iniziato ad interessarsi di filosofia quando «a diciassette anni ... fui turbato dallo strazio della vita proprio come Buddha in gioventù, allorché prese coscienza della malattia, della vecchiaia, del dolore e della morte». Era a tal punto quasi ossessionato da queste dottrine da chiamare Atman, che in sanscrito identifica il sé individuale (o l'anima spirituale), il suo fedele cane barbone. Non si può dire quindi che Schopenhauer non provasse un interesse morboso per quelle dottrine, ne era anzi talmente invaghito da studiarle per tutta la vita e infarcire tutte le sue opere di citazioni tratte da tali dottrine. E tantomeno si può affermare che non le capisse poiché era un idiota, un illetterato o un illogico, visto che è unanimemente considerato fra i grandi filosofi europei e anche Nietzsche, pur con i dovuti distinguo, ha fatto costantemente ricorso alla sua filosofia, anzi ha fatto di Schopenhauer l'unico suo filosofo di riferimento. Ciononostante, al fondo del libretto, un acuto studioso di Buddhismo e delle opere di Schopenhauer commenta: «Il fatto che personaggi del calibro di Nietzsche, von Hartmann, Scheler, Schweitzer, Jaspers, Keyselring, Mann, Hesse, Fromm debbano a Schopenhauer il proprio vivido interesse per l'India e il Buddhismo - e che ancora oggi il suo nome resti universalmente legato alla diffusione della cultura orientale in Occidente - dimostra che egli, a suo modo, fu senz'altro il miglior apostolo del Buddha in Europa. Ma al tempo stesso fu forse, anche, il suo peggior allievo. Malgré lui». Schopenhauer aveva capito ma non aveva compreso. C'è una enorme differenza fra capire e comprendere. Capire è una operazione superficiale, razionale, prossima al mero apprendimento, alla pura memorizzazione, mentre comprendere è una operazione intellettiva che significa appunto "prendere con sé", assimilare in profondità una idea, un concetto, una dottrina in maniera tale che diventi a tutti gli effetti la propria. Non si tratta di condividere più o meno superficialmente una sensibilità o un sentimento altrui come può essere per una espressione "personale" come la musica o la letteratura o l'arte moderne (quella non è comprensione ma una sorta di compassione) ma invece di cogliere l'essenza di una idea, di una dottrina, di un insegnamento e identificarsi con essa, scoprire che è la stessa tua essenza. Altrove, ma ti dev'essere sfuggito anche se era in risposta a un tuo msg, parlavo delle interpretazioni dei testi sacri che si possono esprimere su 4 livelli di profondità crescente: letterale, allegorico, morale e anagogico. Non esiste un livello storico, o biografico, o filologico, o letterario, o sociale, o di qualsiasi altro genere. Questi sono stati inventati successivamente ad uso e consumo di chi se ne serve, ma sono funzionali solo all'erudizione e non alla sapienza. Non potranno mai dire nulla riguardo la "Verità" di ciò che è scritto in un testo sacro. Io posso anche studiare e interpretare la Divina Commedia dal punto di vista grammaticale, o estetico, e metterci anni, ma posso poi forse dire di aver compreso il messaggio della Divina Commedia? O forse lo si comprende se si sa cosa mangiava Dante e quali "tic" aveva? Nel Purgatorio sta scritto "O voi ch'avete l'intelletti sani mirate la dottrina che s'asconde dietro 'l velame de li versi strani" evocando una interpretazione che andasse al di là della semplice "lettera". Lo stesso S. Paolo diceva che "la lettera uccide". Se anzichè adeguarsi a questo consiglio ci si ferma non alla lettera ma ancor prima, alla biografia dell'autore o dei suoi amici o all'analisi di ogni parola che è stata usata per comporre l'opera quale "dottrina" si potrà mai mirare? Ultima modifica di donquixote : 15-03-2014 alle ore 02.57.56. |
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15-03-2014, 11.41.22 | #448 |
Ospite abituale
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Messaggi: 213
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Riferimento: gesu'cristo non è mai esistito. qualcuno puo' provare il contrario?
Salve a tutti.
Leggendo i post degli ultimi due giorni, sento la necessità di intervenire. È scontato che tutto ciò che segue è solo una mia osservazione. Dunque, presumo di aver compreso che si faccia una distinzione, riguardo alla lettura e comprensione della parola di Gesù, tra "ignoranti" e "dotti". Tuttavia credo che le parole di Gesù non erano, anzi, mi piace utilizzare il tempo presente, non sono rivolte alle menti degli uomini, ma al loro cuore, non precludendo, così, la comprensione del significato del suo insegnamento anche ai "più semplici", come li chiamava Gesù stesso. E non dimentichiamoci di un elemento fondamentale per la comprensione dell'insegnamento di Gesù: lo Spirito Santo, o il Consolatore, anche detto "Spirito di Verità" che non è riservato solo ai "sapienti". L'insegnamento di Gesù è indirizzato a tutti, indistintamente. Ogni azione, o scelta di Gesù ha un suo significato ed una sua funzione ben precisa; una di queste è la scelta dei suoi discepoli: da Pietro, "semplice" pescatore (insieme ad Andrea, Giovanni e Giacomo), a Matteo, esattore delle tasse; da Bartolomeo, molto istruito nella Legge, a Tommaso, che faceva l'orafo; da Simone, che apparteneva alla setta degli zeloti (oggi sarebbe un estremista politico), a Giacomo che si occupava dei terreni della famiglia. Gesù, quindi, non chiama a sè i dotti o, addirittura i sacerdoti, ma gente varia e semplice. Rising Star. |
16-03-2014, 14.14.46 | #449 | |
Ospite abituale
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Riferimento: gesu'cristo non è mai esistito. qualcuno puo' provare il contrario?
Citazione:
Maister Eckart era un metafisico, non un religioso. Guénon è autore che ho conosciuto solo dopo essermi accorto che condividiamo la stessa prospettiva, che è quella data dalla consapevolezza dei princìpi universali. La conoscenza esposta dal Guénon, come quella del Matgioi e dello Schuòn, ma anche di Eraclito, di Socrate, di Platone e di Aristotele e Dante (solo per citarne alcuni molto noti) è conseguenza della vista interna data dall'Intelligenza universale, e, come è il caso che riguarda il mio conoscere, non è frutto di idee né di teorie che sono personali. Chi vede, e descrive ciò che è descrivibile del panorama visto, non diventa per questo suo descrivere il proprietario di quel panorama. |
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18-03-2014, 22.15.55 | #450 |
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Riferimento: gesu'cristo non è mai esistito. qualcuno puo' provare il contrario?
Bart D. Ehrman è il più noto autore contemporaneo di libri sulle origini del cristianesimo, e una delle più importante autorità in materia. Come scrive lui stesso, è “un agnostico tendente all’ateismo”.
Ehrman ha scritto un libro dal titolo "Gesù è davvero esistito"? Domanda a cui dà, fin dalla prima pagina, una risposta risolutamente affermativa. Mentre le rimanenti sono dedicate a spiegare le ragioni per cui, tra gli studiosi, nessuno mette in dubbio che Gesù sia realmente vissuto. Se questo libro è stato pubblicato, è perché c’è un gruppo di persone che si ostina a ritenere che Gesù sia un mito. I cosiddetti "miticisti". I miticisti sono tutti non credenti. E, circostanza grave, quasi tutti privi di credenziali. Questo libro di Ehrman è dedicato soprattutto a loro. Il livello dei miticisti statunitensi è più elevato di quello degli epigoni italiani, anzi, qualche rara volta è persino ragguardevole: tuttavia, di fronte alla possibilità concreta che Gesù sia realmente esistito, i miticisti sembrano mettere da parte il metodo scientifico e iniziano a costruire edifici improbabili. Ehrman demolisce le loro argomentazioni, esponendo le evidenze che sostengono “senza ombra di dubbio” la tesi dell’esistenza, in base alle fonti disponibili e alle implicazioni coerenti che se ne possono trarre. I metodi usati — non solo da lui, ovviamente — per ricostruirne la figura, sono la credibilità contestuale, soprattutto alla luce di quelle che erano le concezioni diffuse nella Palestina del tempo, le attestazioni multiple e il criterio della dissomiglianza (ovvero, ciò che stona con le idee e con gli scopi e le idee delle prime comunità cristiane deve ritenersi una testimonianza più plausibile del Gesù storico). Si deve dunque costatare che, per esempio, i primi cristiani non traevano alcun vantaggio nell’andare a dire in giro che il loro Signore era stato crocifisso: era un’affermazione che scandalizzava i romani (perché lo identificava come un criminale) e che non era accettabile nemmeno dagli ebrei (perché la Bibbia non aveva profetizzato che il messia sarebbe stato crocifisso). Dunque, anche perché gode di tante e concordi attestazioni, è praticamente certo che Gesù fu realmente crocifisso. Scorrendo pagine e pagine di argomentazioni si forma pian piano un quadro complessivo verosimile. Ehrman ribadisce che, “dal punto di vista storico, è esistito un uomo di nome Gesù, un maestro ebreo vissuto in Palestina nel I secolo, che fu crocifisso dal governatore romano Ponzio Pilato”. Un uomo nato nel poverissimo villaggio di Nazareth, di basso livello sociale, quasi sicuramente incapace di scrivere e probabilmente anche di leggere. Se quello che si cerca sono spunti polemici, lo studio scientifico non manca dunque di fornirne a iosa. Prescindendo dallo studio scientifico, ci si comporta invece come fondamentalisti. Promuovendo lo studio scientifico su tutto ma rifiutandone i risultati proprio su questo argomento, si cade addirittura nel dogmatismo irrazionale. Il che non significa impedire che anche tesi consolidate siano sottoposte a critiche, ma che occorre farlo con cognizione di causa. Ed è difficile avere tale cognizione, quando non si conosce nemmeno il greco (figuriamoci l’ebraico o l’aramaico). |