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Vecchio 02-02-2006, 11.56.24   #1
ancient
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Gli Ajivika e i neo-vedantin

Un intervento di Yam (che condivido) mi ha fatto tornare in mente certe concezioni degli Ajivika, un'antica setta indiana. Il Dighanikaya buddhista ci dà un'idea delle loro concezioni; in esso leggiamo:

Non si deve pensare: "Attraverso questa disciplina morale, queste regole d'osservanza, questa ascesi, questa santa condotta di vita, io riuscirò a portare a piena maturità la retribuzione delle azioni che non è ancora maturata o riuscirò ad estinguere la retribuzione delle azioni, già maturatasi, sopportandola in una serie di esistenze". Non è così. Gioia e dolore sono misurati a staia e la durata della trasmigrazione delle anime ha il suo termine prestabilito: non ci sono né accorciamenti, né prolungamenti, né aumenti, né diminuzioni. Così come un gomitolo di filo, lanciato a terra, rotola dipanandosi, allo stesso modo sia gli stolti che i saggi metteranno fine alla sofferenza solo quando avranno compiuto l'intero ciclo della trasmigrazione delle anime.

Mi sembra vicino a un certo neo-vedanta in voga attualmente (Balsekar e dintorni). E pensare che erano considerate eresie...
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Vecchio 02-02-2006, 12.37.51   #2
Yam
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Guarda che l'essenza del Mahayana e' la stessa.
Il Tathagatagarbha e' il granello di senape dei vangeli.
E' lo Spirito individuale che cresce attraverso le esperienze.
Ma perche' era considerata un'eresia?
E' la differenza tra Nirvikalpa Samadhi e Sahaja Samadhi.
Possiamo riassumere l'essenza di tutte le tradizioni spirituali nella famosa trinita' (a parte la Cabbalah delle dieci Sephirot duramente contestata dal grande cabalista Abulafia).
Vuoto-Consapevolezza-Energia.

Fiondarsi sul vuoto (pensiero tutt'ora dominante anche nelle tradizioni Tibetane e nell'India in generale) produce il Nirvikalpa Samadhi (falsa illuminazione ottenuta con la volonta' personale del ritiro dei sensi...si abdica alla Vita....). Il tantra e' da sempre una cosa sola con l'Energia.
Nisargadatta e' una chiave preziosa per comprendere cio' che sto sostenendo...perche' il funzionamento del processo ceativo dal Vuoto che diviene consapevole di se e manifesta l'energia e' simultaneo..nel piccolo e nel grande, nel Buddha primordiale e nel Tathagatagharba.
Sahaj e' la Conoscenza spontanea presente (inerente) nello stato Naturale, ovvero l'unico vero Sanathan Dharma.


p.s.: dove hai preso quelle parole?
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Vecchio 02-02-2006, 12.55.14   #3
ancient
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Guarda che l'essenza del Mahayana e' la stessa.
Il Tathagatagarbha e' il granello di senape dei vangeli.
E' lo Spirito individuale che cresce attraverso le esperienze.
Ma perche' era considerata un'eresia?
E' la differenza tra Nirvikalpa Samadhi e Sahaja Samadhi.
Possiamo riassumere l'essenza di tutte le tradizioni spirituali nella famosa trinita' (a parte la Cabbalah delle dieci Sephirot duramente contestata dal grande cabalista Abulafia).
Vuoto-Consapevolezza-Energia.

Fiondarsi sul vuoto (pensiero tutt'ora dominante anche nelle tradizioni Tibetane e nell'India in generale) produce il Nirvikalpa Samadhi (falsa illuminazione ottenuta con la volonta' personale del ritiro dei sensi...si abdica alla Vita....). Il tantra e' da sempre una cosa sola con l'Energia.
Nisargadatta e' una chiave preziosa per comprendere cio' che sto sostenendo...perche' il funzionamento del processo ceativo dal Vuoto che diviene consapevole di se e manifesta l'energia e' simultaneo..nel piccolo e nel grande, nel Buddha primordiale e nel Tathagatagharba.
Sahaj e' la Conoscenza spontanea presente (inerente) nello stato Naturale, ovvero l'unico vero Sanathan Dharma.


p.s.: dove hai preso quelle parole?

siamo d'accordo. Ma, all'epoca in cui fu compilato il Dighanikaya il Mahayana era ancora di là da venire, e la comunità brahmanica e gli asceti non accoglievano favorevolmente affermazioni del genere (che delegittimavano il loro ruolo). Una concezione del genere è ancora eresia per molti, temo...

p.s. ho tratto la citazione da "Filosofia dell'India" di Helmuth Von Glasenapp. La traduzione dovrebbe essere attendibile, è un testo usato all'Università.
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Vecchio 02-02-2006, 13.03.13   #4
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siamo d'accordo. Ma, all'epoca in cui fu compilato il Dighanikaya il Mahayana era ancora di là da venire, e la comunità brahmanica e gli asceti non accoglievano favorevolmente affermazioni del genere (che delegittimavano il loro ruolo). Una concezione del genere è ancora eresia per molti, temo...

p.s. ho tratto la citazione da "Filosofia dell'India" di Helmuth Von Glasenapp. La traduzione dovrebbe essere attendibile, è un testo usato all'Università.

Si lo so che il Mahayana doveva ancora venire, e venne proprio per contestare quel Nirvana degli Arhat che altro non era che un Nirvikalpa Samadhi....e poi vennero i Tantrika....e Saraha che tiro' fuori il Sahaja...ma anche Guru Nanak dei Sick parlo' di Sahaja e anche altri che ora non ricordo.....Il Sanathan Dharma ha sempre subito tentativi di occultamento si dice "dai demoni" della separazione...ma la sua origine si perde nella notte dei tempi....anzi nello spazio metafisico e' sempre stato presente....
Il lignaggio di Nisargadatta come mi faceva notare Vanlag, ha un'origine Tantrica (Nepal)...prova per un attimo ad immergerti in una Realta' Metafisica sganciandoti dalla ricerca storica, che comunque e' importante......
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Vecchio 02-02-2006, 13.16.43   #5
ancient
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Si lo so che il Mahayana doveva ancora venire, e venne proprio per contestare quel Nirvana degli Arhat che altro non era che un Nirvikalpa Samadhi....e poi vennero i Tantrika....e Saraha che tiro' fuori il Sahaja...ma anche Guru Nanak dei Sick parlo' di Sahaja e anche altri che ora non ricordo.....Il Sanathan Dharma ha sempre subito tentativi di occultamento si dice "dai demoni" della separazione...ma la sua origine si perde nella notte dei tempi....anzi nello spazio metafisico e' sempre stato presente....
Il lignaggio di Nisargadatta come mi faceva notare Vanlag, ha un'origine Tantrica (Nepal)...prova per un attimo ad immergerti in una Realta' Metafisica sganciandoti dalla ricerca storica, che comunque e' importante......

sì, facendo il topo di biblioteca si rischia di perdere l'essenziale... Quanti adepti del Sahaja non hanno lasciato traccia nei testi noti...
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Vecchio 02-02-2006, 13.22.59   #6
turaz
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diciamo che a mio modo di vedere... si tende a tentare di "lucidare" la superficie... senza sapere cosa c'è all'interno...

ciao
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Vecchio 02-02-2006, 13.28.26   #7
Yam
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diciamo che a mio modo di vedere... si tende a tentare di "lucidare" la superficie... senza sapere cosa c'è all'interno...

ciao

Non c'e' un interno e un esterno, una superficie e una profondita'....non vi e' mai stata separazione alcuna, questo si sta dicendo....UNO e non Due.
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Vecchio 02-02-2006, 13.35.02   #8
turaz
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chiaramente... yam (a proposito ti ho mandato un pvt leggilo)
e concordo...
ma se ci si "disequilibra" facendo il topo da biblioteca ... e concentrandosi sulla superficie tale separazione affiora...ed è su quello che ho commentato...
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Vecchio 02-02-2006, 14.37.17   #9
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ma se ci si "disequilibra" facendo il topo da biblioteca ... e concentrandosi sulla superficie tale separazione affiora...ed è su quello che ho commentato...

io non giudico; tanti hanno passato la fase del 'topo' e poi sono andati oltre... Giudichiamo un bocciolo perché non è ancora fiorito?
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Vecchio 02-02-2006, 15.04.44   #10
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Non si deve pensare: "Attraverso questa disciplina morale, queste regole d'osservanza, questa ascesi, questa santa condotta di vita, io riuscirò a portare a piena maturità la retribuzione delle azioni che non è ancora maturata o riuscirò ad estinguere la retribuzione delle azioni, già maturatasi, sopportandola in una serie di esistenze". Non è così. Gioia e dolore sono misurati a staia e la durata della trasmigrazione delle anime ha il suo termine prestabilito: non ci sono né accorciamenti, né prolungamenti, né aumenti, né diminuzioni. Così come un gomitolo di filo, lanciato a terra, rotola dipanandosi, allo stesso modo sia gli stolti che i saggi metteranno fine alla sofferenza solo quando avranno compiuto l'intero ciclo della trasmigrazione delle anime.

il brano è tratto dal Samanna-phala sutta del Dighanikaya.
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