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06-11-2005, 19.06.18 | #9 |
Ospite
Data registrazione: 24-10-2005
Messaggi: 12
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riflettevo:
Cosa può significare: “perdonare”? Riconoscere il torto subito da un altro e cancellarlo per semplice buonismo? Per il futuro quieto vivere? Per la così ambita Pace tra gli uomini? Per aderenza all’insegnamento delle varie Sacre Scritture? Si può fare una, due, più volte, ma poi a chiunque nasce il desiderio di lapidare il proprio offensore. Desiderio che diventa Istituzione del Diritto nella legge umana. Oppure Riconoscere nell’offesa la insufficienza e la non universalità dei propri valori e del proprio modo di vivere, e lo spunto per metterli in discussione, per riflettere e per crescere. Quando la menzogna viene eretta a sostegno della relazione tra persone, paesi, religioni, razze, si crea una tensione che inevitabilmente deve essere riequilibrata. Inconsciamente una offesa si potrebbe porre come lo stimolo alla ricerca della verità? Potrebbe essere un atto di amore mascherato da gesto d’odio? È possibile, secondo voi, che chi ci offende ci stia stimolando a ricercare insieme la verità?. E se così fosse, perché non porgergli anche l’altra guancia? Perché non amare il nostro nemico? |
13-12-2005, 22.18.53 | #10 |
Utente assente
Data registrazione: 21-07-2004
Messaggi: 1,541
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Volevo ricordare ancora un altro passo dell'A.T. che va nella direzione del perdono...
Proverbi 25:21-22 21 Se il tuo nemico ha fame, dagli del pane da mangiare; se ha sete, dagli dell'acqua da bere; 22 perché, così, radunerai dei carboni accesi sul suo capo, e il SIGNORE ti ricompenserà. Ciao, Elia |