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02-11-2005, 19.24.39 | #8 |
Utente bannato
Data registrazione: 15-05-2004
Messaggi: 1,885
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Re: gli angeli
[quote]Messaggio originale inviato da iudichetta
[b]Fin da piccola mi è stato detto che ognuno di noi ha un angelo che ci protegge. Ora che sono grande ci credo. Certe volte mi sento protetta, sento che cè una persona che si trova accanto.Anche di notte sento che qualcuno è seduto nel mio lettino che mi guarda. Vi siete trovati in questa situazione? [/ Salve, non so se sai che noi Angeli abbiamo la nostra brava mayling list: AngeliBlu@yahoogroups.com Saluti. Kantai. |
04-11-2005, 05.31.42 | #9 |
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Co/Scienza ;)
[...]Hal Blacker: la prima domanda che voglio farti è, perché angeli? Mi sembra una cosa piuttosto strana che uno scienziato ne parli. Rupert Sheldrake: Sono interessato alla riscoperta di un senso della vita nella natura. Lo sforzo di tutto il mio lavoro è tentare di rompere la visione meccanicistica di una natura inanimata e morta, una visione che forza l’intera comprensione della natura nella metafora della macchina. Questa metafora è molto incentrata sull’uomo. Solo l’uomo produce macchine. Così, considerando la natura in questo modo si proietta un aspetto dell’attività umana nella totalità della natura. È una visione della natura veramente limitata e alienante. Fin dall’inizio, da quando il mio libro A New Science of Life è stato pubblicato, il mio intento è stato quello di trovare una prospettiva più ampia o un paradigma per la scienza, che non sia stretto in un’inanimata e meccanicistica visione delle cose. Un approccio a questa “prospettiva più ampia” è l’idea dell’intero universo come organismo vivente. La teoria del Big Bang descrive l’origine dell’universo come una piccola, indifferenziata, primordiale unità. L’universo poi si espande e cresce, e nuove forme e strutture vi appaiono. Questo è un organismo che si evolve, più che una macchina. La vecchia idea della terra come morta è stata fugata da Gaia, l’idea di una terra viva. La vecchia idea di un universo non creativo è stata sostituita da quella dell’evoluzione creativa; prima nel regno delle cose viventi, con Darwin, e ora vediamo che l’intero cosmo è in evoluzione creativa. Così, se tutto l’universo è vivo, se è un grande organismo, allora ogni cosa che lo compone è più comprensibile come organismo che come macchina. Quindi la prossima questione che sorge è: se l’universo è vivo, se i sistemi solari sono vivi, se lo sono le galassie, se i pianeti sono vivi, sono anche coscienti? O sono vivi ma non coscienti, nello stesso modo, per esempio, che un verme o un batterio possano essere vivi ma non coscienti? E la vita che può esistere nell’universo è più cosciente di noi? Oppure dobbiamo supporre che è molto meno cosciente di noi? Siamo veramente gli esseri più intelligenti dell’universo? Ora, la comune risposta della scienza è, sì. Io penso che questa sia un’asserzione molto improbabile. Così, se arriviamo all’idea di molte forme di coscienza, se la galassia ha una vita e una coscienza, allora potrebbe essere una coscienza ben più grande della nostra in estensione, più grande nelle sue implicazioni e nel potere, e più grande nella diffusione delle sue attività. Questa, dal punto di vista della scienza, è un’idea ridicola, perché la scienza ha cacciato la coscienza da ogni cosa, a parte il cervello. Ma nella tradizione cristiana, in quella ebraica e in tutte le tradizioni, si ritrova l’idea di tanti esseri con un livello di coscienza più alto del nostro. Nella tradizione occidentale sono chiamati angeli. Così nel mio libro con Matthew Fox, The Physics of Angels, era nostra intenzione esplorare quello che la tradizione occidentale ha da dirci sugli angeli, e vedere che rilevanza può avere nell’ambito di una nuova cosmologia. Il mio interesse è in una nuova visione della scienza dove l’universo è vivo, e un’esplorazione di ciò che significa prevedere altre forme di coscienza oltre a questa umana. Se si pensa ad una coscienza divina che abbraccia tutte le cose, e poi, qui, alla coscienza umana, la visione tradizionale presume molti, molti altri livelli e specie di coscienza tra le due. Non si balza dalla coscienza divina a questa umana, con niente in mezzo se non materia bruta. Hal Blacker: Quanto parli di coscienza intendi consapevolezza di sé? Rupert Sheldrake: Ritengo che la consapevolezza di sé si espliciti attraverso la mutua consapevolezza. Non credo che sorga in una dimensione solipsistica di contemplazione dell’ombelico. “Coscienza” significa letteralmente con shire, conoscere con o conoscere insieme. Penso che la ragione per cui siamo consci è perché siamo interconsci in relazione ad altre persone. La coscienza è condivisa, e non credo che un singolo essere umano, senza il linguaggio e senza entrare in relazione con altre persone o cose, sarebbe cosciente. Penso che la coscienza debba essere compresa in relazione con, non come una sorta di cosa isolata.[...] (continua -ed inizia! - in : www.innernet.it quindi >Co/Scienza "Forse angeli" di Hal Blacker (1 nov 05) Gyta |