Gioire per una nascita o rattristarsi per una morte: fino a che punto sono giusti questi atteggiamenti? Non si tratta di egoismo? Perché mai dovremmo gioire ogni volta che qualcuno si incarna in questa valle di lacrime, sapendo che sarà costretto ad affrontare prove a 360°, a soffrire, ad invecchiare per poi morire? Perché ci rattristiamo quando muore un nostro caro, anche se la sua vita è stata un inferno e la morte potrebbe rappresentare la liberazione da ogni male? Perché nessuno ci ha insegnato ad accettare nascita e morte come situazioni normali? Voi che dite?

Perché siamo ancora in fase "cordone ombelicale"..

(stringata ma.. sufficiente! )

(pianeta ancor giovane il nostro.. no?)



Gyta

Penso sia colpa della socetà "vitocentrica" cristiana...La vita è un valore che non si può intaccare.E deve essere vissuta fino in fondo...
Forse hanno ragione loro o forse no...La questione è complicata...

Gyta, cosa si può fare per staccare il cordone ombelicale?

.. : Auto-Educarci!


Gyta

da dove si inizia, praticamente? Perché, vedi, anche a me capita di gioire o piangere per nascita o morte. Anche a me capita di commuovermi dinnanzi a certi episodi. Allora che debbo pensare? E' un po' come se tu dicessi a qualcuno che deve nutrirsi di carboidrati, proteine e vitamine senza spiegargli in quali alimenti trova gli uni o le altre. O sbaglio?

Ho aperto un thread (in questa sezione) se t'interessa riporta
un link dove esprime chiaro il concetto.. e le implicazioni*
(a molto più..)



Gyta

(Ti segnalerei anche l'altro articolo "Tempo e ora")

Torno nel forum dopo mesi di silenzio , più "forzati" che voluti e vagando fra le varie discussioni mi sono imbattuta in questa, guarda caso..

ho appena vissuto da vicino la perdita di una persona che conoscevo da vicino, non una parente ma cmq una signora (molto giovane fra l'altro) che vedevo e frequnetavo
mi son chiesta anche io, in chiesa durante il funerale, se stavo piangendo per lei o per suo marito, in prima fila davanti alla bara, scosso dai singhiozzi...

mi chiedo, per tornare in tema, se sia piu giusto piangere per chi resta, con il dolore della perdita di una persona amata..

per la morte dunque credo si dovrebbe gioire per il defunto che seppur nel dolore dei cari, è passato a una vita migliore a una nuova esistenza e ha scoperto he c'è dopo la morte... poi in base alla fede di ognuno ovviamente (se si crede ala reincarnazione o no..ecc...)
per la nascita.......bhe nn la vedo come un arrivo in un mondo di sofferenza bensì come l'arrivo in una nuova esperienza bellissima che, per citare il saggio, è una scatola di cioccolatini: nn sai mai che cosa ti capita...

io trovo la vita una cosa meravigliosa sempre, in ogni circostanza... anche quando si soffre...e gioisco per chi la può vivere.....

si gioisce sempre per una nuova vita, perchè c'è la speranza che ilmondo cambi, che vengano sempre più sconfitte la malattia, la guerra, la separazione, l ' odio, la competitività, che l'evoluzione porti ad un nuovo mondo possibile e realizzabile.........
se ci si crede e lo si immagina......... pensa a John Lennon e a come da allora il mondo sta cambiando, piano mi potrai dire, per me invece è talmente veloce il cambiamento che mi ha provocato a volte vero panico perchè ho temuto di non potere stare al passo,....
Si piange sempre e impropriamente per il distacco dalle persone amate che si trasferiscono in una dimensione a noi sconosciuta
e per chi resta e deve affrontare problemi prima impensabili
ma a volte necessari per crescere e modificare la propria visione delle cose e del mondo....In ogni caso le emozioni ci appartengono, fanno parte del nostro mondo interiore ed è giusto esprimerle perchè ci rendono umani e ci fanno sentire vicini
a chi soffre e a chi gioisce.