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29-07-2005, 21.11.41 | #12 |
Moderatore
Data registrazione: 16-10-2003
Messaggi: 1,503
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Caro Bean,
tu affronti uno dei più grandi misteri (forse il più grande) che esistano. Non bisogna accogliere le parole di un prete come verità assoluta. Se persino il Papa può sbagliare non pensi che anche un prete possa farlo? E dunque, scusami se mi permetto, non credo il tuo sia l'atteggiamento corretto per penetrare questo così complesso aspetto della vita umana. L'unica cosa che posso fare (essendo anche io totalmente ignorante) è di consigliarti la biografia di Santa Teresa di Lisieux. Una straordinaria ragazza morta in tenerissima età (24?) e fatta Santa. Leggilo quel libro e ti stupirai, troverai incredibile il suo modo di affrontare il dolore. |
29-07-2005, 22.21.10 | #15 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2002
Messaggi: 855
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Re: soffrire oggi per la vita eterna
Citazione:
Le malattie sono risultato dell'inconsapevolezza di che cosa si deve mangiare per mantenere un corpo sano. Le guerre sono risultato della mancanza di consapevolezza di come si crea relazioni armoniche. La sofferenza in ogni campo fa l'individuo riflettere su qual è la causa della sofferenza dando così l'individuo la possibilità di sviluppare la sua conoscenza e crescere e diventare più umano e felice. La sofferenza, accumulata nell'individuo da vita in vita, è quindi l'unica via che porta alla consapevolezza e alla felicità e alla compassione. Quando tutti gli uomini sulla terra hanno raggiunto questo stato, il "paradiso" sarà una realtà qui sulla terra. "Soffrendo si evolve" si potrebbe dire. Ciao |
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29-07-2005, 23.09.32 | #17 | |
Moderatore
Data registrazione: 16-10-2003
Messaggi: 1,503
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Citazione:
Beh sai............è un pò riduttivo. Il mistero del dolore secondo kraMer: masochismo che sarà premiato (secondo lui no!) dopo morto! Suggerisco caldamente anche a te la lettura del libro consigliato a Bean. Penso che un soggetto così importante, decisivo, meriti qualcosa di più. A meno che la tua convinzione non ti soddisfi pienamente. In tal caso: auguri. P.S. Santa Teresa non ha certo aspettato la morte per raggiungere (in parte) ciò che cercava. |
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30-07-2005, 00.21.51 | #18 |
ospite sporadico
Data registrazione: 05-01-2004
Messaggi: 2,103
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Dipende cosa si intende per soffrire....
Es la malattia..... è sofferenza Noi la vediamo come una cosa negativa, ma una malattia viene quando c'è uno stato di squilibrio nell'Essere (corpo e resto) Quella sofferenza serve (se ben sfruttata) per ripristinare l'equilibrio... La sofferenza è necessaria purchè sia usata, altrimenti si può cercare di evitare (poi se si riesce si presenterà in altre forme ) |
30-07-2005, 02.00.00 | #19 |
Utente bannato
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
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Paradiso ed inferno sono quì ed ora.
Lasciamo da parte la vita eterna, perchè essa è fatta di infinite altre vite con differenti consapevolezze e con annessi paradisi ed inferni per ciascuna a suo tempo. Non ha senso chiedersi se abbia senso penare durante la vita, perchè è quella che è ed il senso è lei, non i suoi modi. Affrontiamo il problema praticamente: E' vero, nella vita ci sono cose spiacevoli, eppure ce n'è anche di piacevoli, basta imparare ad apprezzare quel che è alla nostra portata e non mirare a cose troppo difficilmente ottenibili. L'eccessiva ambizione non è una molla al progresso personale, è una fonte di nuove angoscie e frustrazioni. Anche per questo è importante imparare a conoscere sè stessi: per poter contare sul preciso inventario delle nostre risorse e dei nostri limiti. Con il poco che si ha si può sempre fare molto. Basta scegliere quale sia il "Molto" per noi che ci avrà portato solo del bene senza farci pagare il troppo con pena. |
30-07-2005, 09.16.19 | #20 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-05-2004
Messaggi: 2,012
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secondo la legge di causa effette o del karma, c'è anche un karma positivo e quindi si può essere felici e star bene anche qui in terra, d'altra parte Gesù Cristo parla di beatitudini e ci sono molte moltissime persone che soffrono, ma cene sono altrettante che sono interiormente beate e che posseggono quelle "beatitudini". Certto nessuno di noi è esente dai dispiaceri,
soprattutto finchè si considera questa dimensione terrena l'unica possibile e pertanto, la morte di qualche amico o parente e il distacco che ne consegue ci fa precipitare nel dolore. Tuttavia se ci consideriamo "esserispirituali" che stanno vivendo una esperienza materiale, tutto può assumere dimensioni diverse, anche la sofferenza. Tutti soffriamo, certamente, ma a volte è proprio la sofferenza che ci fa prendere consapevolezza di tante cose, che suscita in noi sentimenti ed emozioni che credevamo di nonpossedere, che ci spinge nella depressione più profonda e nelle "benedette" crisi che ci fanno finalmente chiedere cose importanti e ci portano a conoscerci ed a conoscere gli altri che sono il nostro specchio. Sentirci fragili e simili agli altri può essere quella spinta che ti fa diventare medico che vuole salvare ie curare i suoi simili, ricercatore che vuole trovare la cura di malattie "inguaribili", assistente sociale, volontario, amico di questa umanità dolente di cui tutti siamo parte e per la quale lavoriamo sia che siamo semplici operai, insegnanti, architetti e artisti o politici. Questo per me è il senso del dolore, il mezzo che ci fa comprendere che dobbiamo aiutarci l'un l'altro qui ed ora e non per una ricompensa futura, ma per una gioia presente che è vedere sorridere chi soffre, far ridere chi piange, dare speranza a chi è disperato, luce a chi è al buio. amore a chi non si sente amato. C'è più gioia nel dare che nel ricevere almeno per me è così e poi sembra che miracolosamente quando metti in circolo il tuo amore (ed amche il tuo piccolo contributo in denaro e lo fai con il cuore) ti ritorna centuplicato, provare per credere. |