Buon giorno. Visto che in questo forum ho notato esserci diverse persone preparate, anche seppur su religioni differenti, vorrei affrontare un argomento che mi sta a cuore. Come considerano le religioni la disabilità e l'handicap: una disgrazia, una punizione, un modo per redimere i propri peccati, ecc... ? A voi....

Non lo sanno neanche loro (le religioni) in realtà, visto che le spiegazioni (non spiegazioni) che vengono date, sono del tutto "senza senso"!

Le uniche religioni o forme di pensiero che si possono avvicinare ad un pensiero quanto meno "logico" in considerazione dell'esistenza di un Creatore che da un senso alla sua Creazione, e quindi, alla sua Creatura, sono quelle orientali come il buddismo: ma anche in questi casi, non è sempre così!

Comunque, in quest'ottica, l'handicap non è altro che un qualcosa che si sta sperimentando e che si è provocato nel passato (vite precedenti), necessario per il proprio percorso di evoluzione in cui tale "evento" porterà quell'essere a "coscienza" di quella "determinata" condizione! Tutto ciò è esperienza necessaria, che l'essere vive da ciò che egli stesso a prodotto, vita dopo vita, in un percorso in continua evoluzione.


Ciao.

Le uniche religioni che possono valutare correttamente questo argomento sono quelle evoluzionistiche...

cioè? mi fai un esempio?

La visione buddhista detta "Prajnaparamita."spiega tutto, ma in due modi:o con discorsi di 40 volumi,oppure con la"Visione intuitiva profonda"che i Buddhisti inglesi di oggi chiamano"Insight".
per Insight si intende che tu dovresti capire intuitivamente delle frasi che presuppongono 500 discorsi di 20 ore ciascuno.
Nel caso della disabilità,la Prajnaparamita ti invita a meditare sulle seguenti frasi sintetiche(sutra):

1- Non è mai esistito un"Io",un"Sè" disabile,ma la disabilità appare in questo mondo sotto forma di certi esseri umani.

2-Disabilità a fare cosa? In un mondo di saggi,le cose che dovresti fare tu,possono benissimo farle gli altri.Perchè dovresti farle tu?

3-Chi si cura di un disabile senza interesse personale, ma in modo spontaneo e naturale,è destinato al Nirvana.
In questo caso il disabile non è il beneficiato ma il benefattore,perchè permette agli altri di realizzare il vero scopo della vita,che è il Nirvana.

So che,in un primo momento,tutto questo suona strano ma ciò è dovuto al condizionamento sociale a cui siamo stati sottoposti.
Bisogna pensarci sopra con calma per giorni,mesi o addirittura anni.E poi bisogna aver fede nella razionalità estrema del Buddha.
Cerca di raggiungere l'Insight.

Auguri.

kantai.

Io sono passato subito dal secondo momento in poi!
Hai ragione Kantai il giusto!