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13-04-2005, 10.20.30 | #1 |
Ospite
Data registrazione: 11-10-2003
Messaggi: 27
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Il Settarismo Ideologico E Religioso
Ancora una volta vi propongo qualcosa su cui ritengo sia importante riflettere e mi piacerebbe sapere il vostro punto di vista sull'argomento a cui tengo in modo particolare, dato che sono una grande sostenitrice della libertà di ricerca. Grazie in anticipo a chi vorrà rispondermi.
Un forte abbraccio a Ivo!!! Rugiada Tratto dal sito www.ieau.it "Il settarismo ideologico e religioso" "E' difficile pensare a qualcosa di più insidioso di una mente settaria.Il settarismo ideologico divide l'uomo dall'uomo, coltivando il seme della prepotenza e della volontà di trasformare il pensiero altrui nel proprio. Dal punto di vista filosofico la tendenza al settarismo è in netto contrasto con la ricerca della verità e uno spirito amorevole. Si può essere in disaccordo col pensiero o le credenze di altri e questi disaccordi vanno discussi con la civiltà di chi non si ritiene superiore e infallibile. Il tentativo di cancellare, ridicolizzare o discreditare le visioni che non condividiamo, allo scopo di attrarre verso la propria ideologia il maggior numero di persone, è comparabile ad un crimine contro la libertà umana. Da qualche tempo in Italia si parla molto di sette, ma si discute poco sullo spirito settario, che si trova abbondantemente al di fuori dei piccoli gruppi, sia a livello individuale che sociale. La mentalità settaria è alla base della creazione di una setta ( espressa nella sua accezione popolare e negativa e non secondo il suo significato originale), ma è anche alla radice della nostra società. Purtroppo questo argomento è affrontato spesso in maniera qualunquista, o evitato per la sua complessità e per un'interessata ossequiosità nei confronti dei poteri istituzionalizzati ( dato che affrontarlo implicherebbe la messa in discussione di una buona fetta delle nostre convinzioni e convenzioni ). La prima fra le convenzioni che dovremmo avere il coraggio di discutere è la nostra rappresentazione del mondo : un'immagine poco convincente, fondata su di una convinzione di accreditata superiorità intellettuale, morale e sociale, che è ancora tutta da comprovare sul campo ( e che ad ogni messa alla prova, scricchiola in maniera paurosa). Ma naturalmente il problema non si pone solo per l'Occidente. La religione, si sa, ha influenzato profondamente le vite umane, portando nel quotidiano tutta una serie di luoghi comuni e regole morali, rispetto alle quali esiste un'abitudine così profonda, che impedisce di metterle sotto esame. Ma proprio le religioni, che dovrebbero essere le custodi di una morale elevata, sono state storicamente le prime portatrici di un pensiero settario e prevaricatore. Se mille persone formano una congregazione che vive secondo regole differenti da quelle ordinarie ( pur nella legalità ), e le famiglie di questa congregazione insegnano ai loro figli i corrispondenti principi etici e religiosi, immediatamente si parla di pericolo, esaltazione, settarismo e indottrinamento di minori. Come mai ben pochi considerano che questi comportamenti sono esattamente quelli a cui siamo stati sottoposti sin dalla nascita? Qualcuno ha atteso che divenissimo adulti per farci scegliere se professare una fede e quale? Se vivere secondo i dettami della morale cristiana, musulmana, ebraica, buddhista o induista? No!! In tutto il mondo un bambino è condizionato alla morale e alla religione del luogo in cui è nato, senza alcuna possibilità di scelta. Qual è la differenza ? Le religioni di stato difendono la loro posizione in modo settario, attaccando tutte le minoranze che esprimono un pensiero che potrebbe indebolire la loro posizione di autorità e potere temporale. Questo è amore? E ricerca libera della verità? E' una morale superiore che porta l'essere umano verso l'uguaglianza di diritti e l'ascolto del proprio cuore e della propria coscienza? Per rispondere di no, basta poco : il coraggio di credere in Dio o nella libertà di pensiero e di sentimento. Dal punto di vista laico, ogni essere umano deve possedere il diritto di scegliere la propria vita. Ciò che conta, è rispettare quelle leggi che permettono la convivenza civile e onesta in seno ad una società. Una cultura avanzata e civile deve consentire che ogni donna e ogni uomo che la rappresentano, siano liberi di comprendere la vita materiale e spirituale secondo la loro sensibilità. Sotto il profilo religioso, nel rispetto del significato più profondo di questo termine, ognuno deve poter guardare in se stesso e alzare gli occhi al cielo stabilendo il suo percorso spirituale e scegliendo di vivere nella fede di una religione o attraverso una differente via di ricerca della Verità. Molte religioni hanno instillato nei secoli la paura della punizione divina, creando il senso di colpa ed enfatizzando il concetto di peccato, come strumento di controllo dei "fedeli". Come ha espresso con forza e lucida ragione Martin Lutero, credere in un dio vendicativo, punitivo e selettivo, significa non avere per nulla fede in Dio. Egli affermava che le scritture ci hanno presentato un Dio di amore, ma che i poteri religiosi che predicavano amore e misericordia, nei fatti esprimevano ipocrisia e volontà di soggiogare gli uomini ai loro interessi. Le cose sono cambiate? Seguendo l'informazione con mente aperta e obiettiva, si può ottenere una risposta chiara e pulita. Ma in fondo non è così importante attendere i cambiamenti dall'esterno. Non lo è mai stato. La storia umana ci ha insegnato che i cambiamenti sono venuti sempre ad opera di uomini e donne che hanno saputo sognare un mondo migliore, credendo nel loro sogno e combattendo per realizzarlo. Un vero cambiamento, civile, consapevole e libero, viene sempre dall'interno di noi stessi. L'uomo saggio è colui che non pretende il mutamento altrui, ma opera con perserveranza per realizzare il proprio. L'uomo coraggioso è colui che non accetta che tale percorso, che ognuno ha diritto di scegliere, sia impedito dall'intolleranza e dalla volontà di prevaricazione di chi vive nel settarismo e nella volontà di asservire gli altri al proprio pensiero ( giusto o sbagliato che sia )." |
14-04-2005, 10.02.38 | #5 | |
Utente bannato
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Re: Il Settarismo Ideologico E Religioso (non condivido)
Citazione:
Questa affermazione o la completi per benino oppure a me mi sa tanto che intende dire che: ... ogn’uno è settario di se stesso! e questo mi sento arditamente di clappare |
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14-04-2005, 12.31.58 | #6 |
Utente bannato
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Ognuno ha in sè le proprie piccole o grandi, poche o tante verità e può e deve fare affidamento su quelle.
Quando uno compie un'azione non lo fa con parti di sè stesso? E' ovvio che si sia tutti "settari di sè stessi", Ilpe. Quando tu vedi non lo fai con occhi altrui, dai credito ai tuoi occhi! Ma ognuno di noi è un gruppo di proprie parti, così come un popolo è un gruppo di "persone"... e cioè un gruppo di parti fatte di altre parti: La volontà di un popolo è estremamente più importante e forte di quella di una sola persona. Un popolo è "settario di sè stesso". Ma il Tutto non è forse il più grande gruppo possibile? non è anche Lui "settario di sè stesso"?... ovviamente, Solo il Tutto non lo è... ovvero è settario rispetto al nulla (che però fa parte del Tutto... e perciò non conta come alternativa) P.s. Ciao! Ultima modifica di Mistico : 14-04-2005 alle ore 12.36.59. |
14-04-2005, 19.31.16 | #7 |
Utente bannato
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X Rugiada.
Oh,Rugiada,
hai perfettamente ragione. e,in tal caso,cosa c'è da dire? Nulla. Ah! Dimenticavo!Una citazione da Osho,ci vuole: Dice il Maestro Osho: "Se Gesù incontra Maometto nel deserto,cosa avrebbe da dire? Nulla,perchè quei due sono talmente simili e talmente daccordo l'uno con l'altro,che non avrebbero nulla da dire. E se un Cristiano incontra un Musulmano,sempre nel deserto? Uno dei due deve morire." Ma Osho non parla mai senza dare alle sue parole un significato rivoluzionario.Lui dice che Maometto e Gesù sono praticamente la stessa persona,hanno lo stesso identico messaggio. E cosa vuol dire? Vuol dire che tutto ciò che i Cristiani sanno di Gesù è sbagliato e tutto ciò che i musulmani sanno di Maometto è sbagliato. Salam'Aleikum. Kantai. |