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23-11-2004, 11.31.59 | #23 | |
Utente bannato
Data registrazione: 14-09-2004
Messaggi: 2,116
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Re: x Kannon
Citazione:
1) Il dialogo è con tutti, quindi, anche se tu credi di aver raggiunto un obiettivo, rimangono gli altri. Questo significa, che non è riferito direttamente a te quello che scrivo, e, pur se va bene che tu possa scrivere come la pensi, dimentichi che ci sono gli altri. 2) Quando vivi con la mente, ad un basso livello, credi che neanche esista Dio, e quindi non ti poni neanche il problema. Quando vivi con la mente sfruttando livelli più sottili (sempre nella mente), Dio inizia a diventare una presenza mentale, e lo inizi a considerare nei tuoi discorsi, nei tuoi pensieri, nella tua vita. E' l"ego", di cui parli, che lo ricerca come obiettivo. 3) Quando vai oltre la mente, puoi avere percezioni di una realtà molto più profonda e vasta e inizi a dire di aver sentito la natura divina. 4) Quando vai oltre l'intuizione, ti stai avvicinadando alla tua anima, ma sei sempre te. Con un tuo Io, che non è la mente. E' ancora oltre, che devi andare. E poi, di nuovo, con la mente, potrai parlare di parole come "Dio". Kannon p.s. nessuno può parlare di Dio se non sempre e solo dal suo punto di vista. Solo il Saggio può averne "un'idea". Ultima modifica di Kannon : 23-11-2004 alle ore 11.46.46. |
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23-11-2004, 11.56.14 | #24 |
Un'anima nel mare
Data registrazione: 29-09-2004
Messaggi: 0
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La nostra cultura ci direziona, direziona il nostro sguardo alle cose "scientifice", riproducibili. Nella ricerca vogliamo certezze e ci viene da domandarci: "se dio esiste perchè non si vede?". "Se dio è così grande perchè non interviene?" Partendo sempre dal presupposto che noi siamo gli esseri di dio ci poniamo come oggetti e poniamo la realtà, il mondo come esterno a noi. Dio come un obbiettivo è qualcosa da scoprire ma sentiamo la distanza tra noi, la nostra vita, la nostra esperinza, i nostri mezzi e l'oggetto della nostra ricerca. Quì nascono i problemi. Come fare a raggiungere la conoscenza di qualcosa di così grande?
Manca qualcosa, che nessuno ci ha dato. Non tanto la fede, in cui siamo immersi per cultura ed educazione. Ma la predisposizione a aprirci alle nostre sensazioni. Con esse possiamo raggiungere obbiettivi lontani. Intuire la realtà dietro alle illusioni non è cosa da tutti. E' come leggere il testo di un difficile problema di logica matematica e rendersi conto che le strade sono talmente tante e grandi quanto la possibilità di perdersi. Non c'è niente di materiale, tutto è metafisico. Iniziando a parlarne i discorsi, inevitabilmente deviano dall'obbiettivo, danno una forma a qualcosa che non cel'ha. C'è chi se ne rende conto e chi no. Costruisce templi e smette di guardare le cose. Prende le cose costruite per certezze materiali che deviano. Ma cos'è Dio? nient'altro che tutto. E' una legge, è una filosofia. E' vivere bene. E' la qualità che si fa realtà. Ma non è vivere razionale. Quì inizia la parte difficile dell'esercizio: affrontarne la risoluzione senza usare la razionalità ma usare il concetto di qualità. Il nostro obbiettivo non è essere razionali, un politico è razionale, un matematico che si sente tale, un filosofo che cerca la razionalità si scontra per forza con la nostra culturra razionalista che ha lasciato perdere la qualità come giudizio sulle cose. Affrontando i problemi si impara a usare i metodi più comodi, a nostro piacimento più la risoluzione è lunga e contorta e più perde in "artisticità". Non trovate? Hegel intuì l'importanza dell'assoluto usando la forma della filosofia orientale ma non ne considerò, per ovvi motivi storici, la componente "qualitativa" della sua spiritualità. La realtà è reale e assoluta, ma l'obbiettivo non è lo spirito statale, bensi quello individuale. Dio è nell'essercizio che porta al nostro divenire spirituale autonomo, inserito in quell'altro esercizio che sembra più vasto (ma di questo non sarei molto sicuro) che è la vita naturale. Intesa sia quella sociale, nel sistema dei legami tra gli animali della nostra specie, sia quella inserita nel contesto ambientale. Dio è nell'assoluto, per raggiungere questo obbiettivo bisogna fare tanta strada ed iniziarla senza portare nessun bagaglio (culturale ovviamente). Solo la fede nelle nostre capacità senzienti, critiche e rielaborative. Iniziare con buona disposizione e umiltà, facoltà che non risiedono nella razionalità ma nel buon senso, cose ben diverse. Dio è nella felicità, nell'appagazione, però... non in quella che fa vedere la bubblicità! Ma in quella che non si vede tanto in giro: dio è nella qualità della vita ecco l'obbiettivo. Detto questo, ho 22 anni, non mi reputo certo ne saggio ne soprattutto erudito, ne superiore a qualcuno per aver trovato quelche certezza avendo intuito quanto scritto sopra. Ma son felice di aver risolto un esercizio. Uno dei tanti che troverò nel mio personale processo di divenire aumentando la qualità della mia vita, sulla strada della felicità. Dio è al mio fianco e spesso mi porta in braccio sulle strade fangose. Sono sempre stato un libero pensatore, e questo mi costato tanti errori... ma sbagliando si impara! Camminando e a folte correndo bendato son finito a fare un bel pò di ruzzoloni. Ma gli sforzi son serviti, m'hanno dato anche enormi soddisfazioni in un brevissimo periodo di tempo ("faccio filosofia" da quasi 4 anni). Ora stò iniziando a studiare la mamma della filosofia. Il primo approccio è stato veramente strano. Andiamo MOLTO d'accordo, queta mamma è il Buddhismo. Chissà cosa succederà e che sensazioni sarà in grado di farmi provare, cosa potra svelarmi la prossima "era" della mia vita. Andrea |
23-11-2004, 11.58.33 | #25 | |
Perfettamente imperfetto
Data registrazione: 23-11-2003
Messaggi: 1,733
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Citazione:
Le prove di questo complicare la vita sono sotto i nostri occhi, anche adesso. Ma va bene lo stesso. x Kannon per me il vero saggio non ha "idee" riguardo a Dio ma vive la vita con un senso profondo di gratitudine... vedendo dappertutto la Sua manifestazione. Per lui la vita non è un problema da risolvere ma un mistero da vivere. |
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23-11-2004, 12.12.46 | #27 | |
Utente bannato
Data registrazione: 14-09-2004
Messaggi: 2,116
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Citazione:
Nessun mistero, i misteri, li inventa la mente. Ciao. |
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23-11-2004, 12.22.48 | #29 | |
Utente bannato
Data registrazione: 14-09-2004
Messaggi: 2,116
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Citazione:
"Il Buddismo della Totalità". Te lo consiglio. Ciao. |
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23-11-2004, 12.32.29 | #30 | |
Utente bannato
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
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Citazione:
Non è semplice come la metti tu la faccenda. A volerla fare facile, il nulla sarebbe niente ed il niente nega perfino sè stesso escludendo la possibilità che possa esistere, questo fantomatico "nulla". In realtà, il nulla esiste eccome. La comprensione del concetto è un po' più da ragionare però. Come il rovescio di una medaglia, il nulla è l'opposto del tutto ed in pratica può essere definito come un vassoio di dimensioni talmente infinite da essere in grado di "ospitare", di dare in sè stesso luogo al tutto. Se non esistesse il nulla, il tutto non potrebbe avrere un "posto" in cui esistere. Il "nulla" è il vuoto cosmico, presente perfino tra gli atomi della materia, perfino all'interno degli atomi tra le particelle subatomiche. Questo è il significato "spirituale" del nulla. In italiano, poi, possiamo tranquillamente dire "nulla" al posto di "niente", ma non è affatto la stessa cosa. Sei daccordo? Ciao. Ultima modifica di Mistico : 23-11-2004 alle ore 12.39.51. |
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