Esperanto o sincretismi?
Ritengo che la realtà sia formata da un "quid" da noi rilevabile in modi differenti, ma che essenzialmente non muti nella sua natura.
Non credo quindi ad una scindibilità tra "spirito" e "materia". In questa ottica, se è vera l'ipotesi secondo cui un essere umano può (o ad un certo punto deve) dislocarsi ed esprimersi attraverso uno stato più rarefatto, potrei definire "spiritualità" la ricerca razionale (analitica ed intuitiva) verso tale stato e le possibilità di azione, acquisibili o penalizzate, nel relativo dominio.(...)
In ogni caso non credo ad una coincidenza tra spiritualità e misticismo. Ancora meno credo alla coincidenza tra spiritualità e confessionalismo. Infatti, e per questo mi definisco un "teosofo", seguo una mia ricerca/prassi "spirituale", e "proprio per questo" mi sento libero da qualsiasi appartenenza e/o compromesso di tipo dogmatico-confessionale (...)
E interessante intuire attraverso un processo di accentuazione di risoluzione intuitiva quel che si cela attraverso la moderna fenomenologia che garantisce un'apparente stato di "fisicità materialistica". E' interessante cogliere l'aspetto nebulare degli orbitali atomici come nuvole immateriali dove la solidità perde il suo macroscopico e apparente statuto di "materialità" inserendosi la nozione di campo..
(..) Nel caso dell'uomo la cosmologia indotibetana descrive questa discesa [o questa caduta] con l'immagine della lotta leggendaria fra i Devas e gii asuras, gli angeli e i demoni; dopo che i Devas hanno creato l'uomo con un corpo fluido, mutabile e trasparente, ossia con un corpo materialmente sottile, gli asuras tentano di distruggerlo facendolo gradualmente irrigidire; e così esso si fa opaco e il suo scheletro, che ha ormai raggiunto lo stato pietrificato, diviene immobile. I Devas allora fanno di necessità virtù e creano le giunture dopo aver spezzato le ossa; perforando il cranio, che minaccia di imprigionare la sede dell'intelligenza, essi aprono la via ai sensi. Il processo di un graduale indurimento viene dunque arrestato prima che raggiunga il suo limite estremo, e alcuni organi dell'uomo, come l'occhio, conservano ancor oggi qualcosa della natura dello stato non-corporeo.
Citazione:
(...) Posso accettare (e accetto, viste determinate acquisizioni della ricerca scientifica) una diversità di frequenza oscillatoria nella struttura delle "cose", e di conseguenza una differenza di stato che, se tendente al "denso", potrà essere denominato materia; se tendente al "rarefatto" potrà essere denominato "spirito".
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...Solve e coagula sono come la diastole e la sistole del tempo, che Platone definisce "imagine dell'eternità".
Se l'Eternità è il prototipo, l'archetipo celeste del tempo, vi sarà pure il "luogo" ove il solve e coagula raggiungono uno stato di "androginia". E' quello che nella dimensione dell'esperienza Paracelso definisce il "tempo perfetto".