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C’è stato un momento in cui mi sono reso conto di essere insoddisfatto di tutto ciò che mi veniva propinato o che io stesso mi andavo a cercare. Dalle letture (storia, qualcosa di scienze), alle discussioni, ecc. sentivo che era tutto “fuori” di me, e quando cercavo di appiccicarmi addosso un certo comportamento, per convenienza, per compiacere gli altri, allora sentivo il peso di un corpo estraneo. Mi sono detto “Tutto questo non mi appartiene? Non è la mia strada? Bene, allora cerchiamo qualcos’altro.”
Già, ma cosa?
Dopo due anni di psicanalisi (che non ha risolto i miei problemi, ma almeno mi ha insegnato a pormi alcune domande), e dopo qualche tempo passato ad assumere posizioni yoga, ho trascorso un altro anno in solitudine. Poi ho frequentato una scuola di volontariato in cui tra le altre cose, si impartivano lezioni di filosofie e religioni comparate, con particolare riguardo per il simbolismo e nella ricerca di ciò che può accomunare le varie religioni. Per motivi di lavoro e familiari, ho poi abbandonato la scuola, ma non mi sentivo più solo. Ormai la strada era tracciata e nel bene e nel male dovevo seguirla. Probabilmente non sarà la sola e definitiva, ma per ora è questa.
Mi sono riproposto la stessa domanda di un tempo “Tutto quel mondo di prima non mi appartiene?”
Attraverso gli insegnamenti appresi alla scuola ho capito che era un falso problema. Non c’è niente che non mi appartenga, io stesso appartengo al tutto. Si trattava semplicemente di una prova che dovevo superare… e l’avevo presa male. Ora cerco di andare avanti, pur non leggendo molti libri di spiritualità, ma con un insegnamento che adesso sento “dentro”, che mi appartiene e mi fa comunque agire e soprattutto mi fa capire che quello stesso insegnamento è solo l’inizio.
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