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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Spirituali |
12-12-2003, 20.33.04 | #4 | |
Utente bannato
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
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Citazione:
mi sono soffermato un attimo a chiedermi cosa sia un'agnostico... ed ora ne ho un'idea. Quindi, io, non lo sono? (!) () Eppure continuo a pensare che si da troppo per scontato questo concetto di "Ente Superiore", c'é chi pensa che sia ben'altro; per esempio, l'Insieme di tutto, il Tutto per l'appunto, senza una mente, senza prerogative umane (salvo quelle delle quali noi stessi siamo depositari). Non é possibile che esistano doti dissimili dal pensiero, prodotto della mente che é effetto del cervello, ...dissimili ma di altrettanto stupefacenti effetti e risultati? Voglio dire, per esistere come esseri senzienti, bisogna avere una "mente" del genere della nostra? Non potrebbe essere qualcosa che non sia affetto dai tanti limiti che tutti abbiamo? Personalmente, penso di non essere un'agnostico, se ho compreso il significato del termine, perchè sono convinto, si, che non sia possibile l'identificazione con tutto l'Essere, ma l'identificazione con una parte di Esso si! ...ed allora? Sono agnostico ..in parte? |
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13-12-2003, 03.53.36 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-12-2003
Messaggi: 97
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Re: Agnosticismo
Citazione:
Buonasera L'agnosticismo probabilmente è una posizione accettabile, ma personalmente ritengo anche che sia una posizione molto comoda, in quanto ingloba in sè tutto e il contrario di tutto. Partendo dal presupposto che ogni teoria è uno strumento conoscitivo, nel senso che è sempre da una precisa teoria che si parte per l'indagine e l'analisi di qualcosa, la mia impressione è che sia troppo pigro, intellettualmente parlando, che una teoria allo stesso tempo inglobi in sè una infinità di possibilità e di posizioni. Voglio dire, l'agnosticismo non conferma nè smentisce, dunque, personalmente, questa teoria non mi è di alcuna utilità intellettuale. Con questo tuttavia non nego che sia una posizione accettabile, semplicemente dico che per me, per il tipo di esigenze intellettuali che ho io, è una posizione che difficilmente mi potrebbe soddisfare. Allenare la propria mente non è sbagliato nè inutile. Anzi è importante perchè ti aiuta a non dare mai niente per scontato, a capire che TUTTO è relativo, ogni volta si acquisiscono nuovi strumenti per l'indagine della realtà, o meglio delle realtà (perchè alla fine ognuno ha la sua) E cosa c'è di meglio delle dissertazioni filosofiche a tal fine? Il senso della filosofia, nel senso più letterale del termine, (dal greco "amore per la sapienza" , e, a scanso di equivoci, non lo scrivo per fare la maestrina ma solo perchè mi va di scriverlo!!! ) è, credo, proprio questo, il relativizzare ogni cosa partendo dal presupposto "io so di non sapere" . E mi ricollego al mio discorso di prima sull'agnosticismo: per me è una posizione comoda e intellettualmente pigra, e quindi alla tua domanda rispondo che più che mettere fine alle dissertazioni non le inizia proprio, perchè per iniziarle è secondo me necessaria una teoria chiara ed univoca e non una teoria che salva capra e cavoli dove è vero tutto e il contrario di tutto. Perchè la relativizzazione della realtà a mio avviso deve essere il risultato finale e non il punto di partenza di una dissertazione. Porto alle estreme conseguenze il mio ragionamento: se la relativizzazione della realtà è un fine e non un mezzo (non è un mezzo perchè noi ragioniamo con concetti assoluti) allora ne consegue che: 1) qualsiasi tipo di dissertazione rimarrà sempre aperta 2) non si arriverà mai alla verità, difatti essa non esiste Ora mi fermo qua altrimenti faccio l'alba!! Buonanotte scusa per la lunghezza del mio messaggio!! |
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15-12-2003, 09.12.30 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-06-2002
Messaggi: 1,297
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Moka,
questa era la risposta che avrei voluto leggere!!! ..eppure un qualcosa da contestare c'è l'ho .. perdonami!! L'agnostico ha fatto talmente suo il concetto di soggettività e relatività che non si pone il problema di trovare una verità, ma semplicemente è uno studioso di ogni concetto religioso e scientifico. Uno studioso .. che probabilmente.. non trova la chiava di volta, non trova la fede, non trova il cardine .. come vuoi .. La differenza tra l'ateo e l'agnostico è che l'ateo non si pone il problema intellettuale di dire cerchiamo .. vediamo cosa c'è dentro queste "dissertazioni" .. l'agnostico invece non lascia nulla di non conosciuto ... ma non ha fede! per il resto .. condivido. |
15-12-2003, 14.52.38 | #9 |
Ospite abituale
Data registrazione: 15-02-2003
Messaggi: 453
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per Hri
".... dove per prova sta la certezza di un sentire??"
di un sentire...di un vedere...di un toccare.... La Verità sta nel mondo fisico; e nel mondo fisico i nostri sensi, resi un pò più sensibili, sono in grado di apprezzare ogni cosa. giorgio |
15-12-2003, 17.30.06 | #10 | ||||
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
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Citazione:
Non credo sia così! L'agnosticismo non afferma tutto e il suo contrario, piuttosto indaga fino al punto in cui entra in contatto col confine dello scibile umano. Non ne varca la soglia perché non fa affidamento sulla fede e non confida in dogmi o enunciati non dimostrabili o non coerenti rispetto alla ragione, almeno fintanto che questi rimangono avvolti nel mistero e non si presentano in coerenza con quanto la ragione impone come possibile. Ma a differenza della fede o della presunta Conoscenza sulle cose ultime, che affermano con certezza, l'agnosticismo non esclude la possibilità che oltre detta soglia vi possano essere delle particelle di realtà non percepibili per mezzo dei sensi o della ratio. Tant'è che esistono posizioni filosofiche e spirituali che fanno appello ad entrambe le facoltà umane: quella messaci a disposizione dall'intelletto, anche intuitivo, e quella della fede, non cieca e ben supportata dal primo. Convengo sul fatto che né la ragione pura (Naturale), né tantomeno la fede, scissa dalla ragione, possano permettere all'uomo di varcare la soglia che introduce nel metafisico. Va da sé che per un agnostico, quanto dimostrato alla ratio, confortato dalla conferma empirica, diretta o indiretta, è acquisito come vero; viceversa, il resto è ritenuto solo possibile e non escludibile a priori. La ragione, nell'approccio alle cose divine, svolge un compito essenziale, direi addirittura irrinunciabile, perché esistono le cose materiali indagabili direttamente con la pura ragione naturale (le cose materiali sono campo d'indagine della scienza, appunto razionale, e la materia è il basamento su cui poggia la metafisica); altre attraverso l'indagine degli effetti prodotti (non è facile condurre direttamente l'analisi sull'emozione e i sentimenti, ma alla comprensione della loro coercitiva esistenza si arriva tramite l'osservazione del comportamento dei soggetti che vivono tanto le emozioni quanto i sentimenti… qui l'indagine intuitiva si sposa bene con quella speculativa ed empirica); altre verità sono arguibili, non dimostrabili, solo attraverso la mera speculazione (la filosofia - è il caso dell'essere). E' in quest'ultimo ambito che prioritariamente si sviluppa e si esalta la capacità d'indagine dell'uomo razionale, ma è proprio in questo campo che il tema si presenta multiforme e soggetto alle più svariate interpretazioni, tanto da poter affermare che la filosofia sia un campo del sapere in cui maggiormente si esplica il confronto razionale, perché, appunto, è questo uno dei maggiori strumenti tramite cui si accresce il sapere umano. La conoscenza fideistica delle cose divine dovrebbe essere conseguita grazie da un salto quantico che, supportata dalla ragione per quanto dimostrato ed acquisito come vero, travalica le capacità conoscitive dell'uomo, senza però mai negarle, perché non sarebbe ammissibile, per esempio, negare l'esistenza dell'essere ed affermare quella del suo Creatore… sarebbe un illogico paradosso che la capacità di discernimento razionale non ammetterebbe. In definitiva, credo che la ragione funga da puntello e sprone rispetto alla fede. Poi altra cosa è ragionare circa la possibilità che la percezione del divino, anche mistica, possa essere autogenerata e non genuina. Questo, però, è altra cosa che mi pare sia stata affrontata più volte nelle pagine di questo forum. Citazione:
Da quanto precede, potrai ben comprendere quanto per me la posizione agnostica non sia figlia della pigrizia. Tutt'altro, essa tiene in costante equilibrio ed in perenne tensione la capacità conoscitiva dell'uomo, poiché il limite del conoscibile non è mai statico e si modula e sposta in funzione e dipendenza delle continue innovazioni tecnologiche, intuizioni o scoperte che l'uomo nel corso della propria storia millenaria ha portato a realizzazione. L'agnosticismo, supportato com'è dalla ragione dinamica ed intuitiva, permane in una continua tensione e tende a scartare come non vere le teorie che nel corso del tempo, per effetto delle successive scoperte, si sono dimostrate fallaci (Geocentrismo, per esempio), riposizionandosi rispetto al divino sulla scorta di quelle acquisite come più probabili (Big Bang, evoluzionismo ecc.). Citazione:
Rispetto alle cose ultime, l'agnosticismo non è in condizione di smentire o confermare alcunché, giusto perché si fonda sul simbiotico rapporto fra fede e ragione e non fa affidamento su una millantata e solo presunta conoscenza che dichiara appunto essere irrealizzabile. La ragione non è in grado di rassegnare una giusta interpretazione delle cose divine e naturalmente e conseguentemente 'scivola' nel relativismo, perché l'indagine razionale non può che condurre al relativismo. Ma in questa condizione di relatività, forse sconsolante, riconosce come intangibile l'esistenza di un nucleo assoluto intangibile che inerisce più che altro alla morale e all'etica, perché in quest'ambito si ravvisano gli elementi regolatori della vita degli individui e del loro rapportarsi alle cose divine… mai sarà bene ciò che, pur in un sistema relativo, è comunemente ritenuto male, e la morale e l'etica ineriscono all'uomo e non al divino e la speculazione filosofica permette proprio la creazione di un sistema morale ed etico che non può in alcun caso essere ritenuto statico ed immutabile, perché si modella in relazione alla storia, al contesto socio/culturale e alle diverse situazioni che si vivono. Citazione:
Non tutti i sistemi restano aperti. Non si ragiona più intorno alla possibilità che la Terra sia il centro dell'Universo e che l'Uomo sia padrone assoluto di sé stesso. Darwin, Copernico e Freud non sono vissuti invano ed un agnostico non dichiara l'inesistenza della Verità, si limita a ritenerla irragiungibile per l'Uomo… almeno fintanto che non apparirà un altro Darwin, un altro Freud o un altro Copernico che getti nuova luce sulle cose dell'uomo e del suo strano e particolarissimo rapporto con Dio. Queste sono solo mie opinioni personali, espresse nel forum che di spiritualità dovrebbe trattare perché anche una concezione che fa del dubbio la sua essenza non è necessariamente in antitesi con la spiritualità, anche se per qualcuno rappresentano un virus infettivo. Ma io ritengo questa pretesa ridondante superbia, come riterrei assurdo se Gesù o il Buddha avessero testimoniato le loro verità solo a uomini che già erano sulla medesima lunghezza d'onda… oppure no, non è un virus, forse è solo spazzatura che, volendo, può essere tranquillamente relegata nel mondezzaio delle cose inutili. Ciao |
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