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27-11-2003, 13.10.26 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 15-02-2003
Messaggi: 453
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Bella domanda Kri, davvero una bella domanda. Se fossi un pò più egocentrico penserei che è rivolta espressamente a me.
Ti dico ciò che penso. Innanzitutto penso sia importante dedurre qualcosa dall'etimologia latina della parola che ha natura composta: "in -signa". Sono i segni, i simboli che creano un moto e che producono in chi riceve (ascoltando, guardando, odorando, toccando, gustando) una conoscenza. Ma questi segni, in realtà, cosa sono? Sono una riproduzione materiale, anzi una materializzazione di un'idea che è presente in chi comunica. Ma le idee, cosa sono? Sono costruzioni della nostra mente e, come tali, esistendo nella nostra mente, vivono emettendo vibrazioni. Con ciò voglio dire, ma so che tu hai già capito, che l'insegnamento non è solo orale, scritto o rappresentato ad esempio con l'arte, ma può essere "silente". La sola vicinanza di qualcuno che "Sa" può trasferire, attraverso vie sottili, quella conoscenza che vibra dentro di sè. Ma questo non è sufficiente: è necessario che l'informazione che giunge al destinatario (sotto una delle forme sopra dette) produca in quest'ultimo un moto tale per cui l'informazione stessa si scioglie dalla sua materialità e si ricompone in idea. Come può avvenire questo? Anche qui ti dico quello che penso, anche se credo che tu già lo sappia. Utilizzo una metafora. In ognuno di noi esiste una cassaforte che nasconde un tesoro, chiusa con un lucchetto a combinazione numerica. Se componi l'esatta combinazione, il lucchetto si apre e tu accedi al tesoro. Se non la componi corretta, il lucchetto rimane inesorabilmente chiuso e tu rimani con un pugno di mosche in mano. Se l'insegnamento è corretto, se l'informazione che ti giunge è supportata dalla giusta combinazione che si adatta alla tua cassaforte, quando la ricevi, pur senza accorgertene, hai aperto il lucchetto ed hai tirato fuori quella stessa verità corrispondente. E così diventa tua. Questo è il valore dell'insegnamento. E tu mi dirai: ma se qualcuno vuole insegnarmi qualcosa che non è presente nella mia cassaforte, non apprenderò mai quella verità, o quella informazione? Si, ci riuscirai lo stesso, ma faticherai il triplo, ti spaccherai la testa per capire, cercherai continue conferme, dubiterai in continuazione, non memorizzerai correttamente. Ma prima o poi, forse per intuizione o attraverso altri riscontri, diventerà definitivamente tua. So che tu hai compreso quello che volevo dire. ciao giorgio |
27-11-2003, 13.41.14 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 16-08-2003
Messaggi: 242
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Citazione:
be', trattandosi del forum "spiritualità" qualche indizio l'abbiamo... |
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27-11-2003, 15.30.08 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 07-11-2003
Messaggi: 65
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Con la parola insegnamento,si trasmette da una fonte un concetto,verso un ricevente.A sua volta il ricevente,apprende.
Ma credo che il miglior insegnamento sia il silenzio.Il ricevente,apprende piu' senza parole,con il linguaggio inconscio. Vi porto un mio esempio personale.Sono uno chef di cucina.Ai miei "allievi",non trasmetto quasi mai spiegazioni a voce.Mostro il lavoro manualmente.Se lo spiegassi a voce,trasmetterei a loro il mio sistema,bloccando in loro un altro.Una volta appresa la base, si puo' raggiungere lo stesso obbiettivo in mille modi. |