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Vecchio 22-01-2016, 21.46.18   #1
freedom
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Credere, come si fa?

L'amico giuscip1946, nella discussione "credere o non credere", sostiene che credere è un'altra cosa da quello che comunemente si crede. Si perdoni il gioco di parole.
E nelle sue parole sotto riportate spiega la sua posizione che merita un thread nuovo poiché mi pare che l'impostazione logica del precedente topic sia "contestata" e "superata" dalla prospettiva squisitamente spirituale che ci propone.
Vi prego di notare l'eleganza dell'azione del moderatore (che il Forum e l'amico in questione meritano) nel risolvere l'insistente problematica dei post off topic.

La domanda dunque è: come si fa a credere in spirito e in verità?
Citazione:
Originalmente inviato da giuscip1946
Quando il credere o il non credere sono la conclusione di elucubrazioni mentali entrambe le conclusioni appartengono alle persone non credenti, anche se con la bocca i "credenti" e i non credenti dicono cose diverse, ma le loro vite sono perfettamente sovrapponibili. In verità ha un piccolo vantaggio chi dice di non credere perché almeno questi vive nella verità - la sua verità o sincerità.

Chi crede in spirito e verità lo si riconosce anche se non lo dichiara perché in lui, dal suo volto e dalle sue opere, si nota la presenza del Signore Dio. Chi crede riconosce chi crede anche se non lo conosceva prima di incontrarlo. Chi non crede non può neanche avvicinarsi a chi crede, ha paura della presenza dello Spirito, cioè lo riconosce, ma lo sente nemico. Basta pensare a chi ha voluto la crocefissione del Signore Gesù e le persecuzioni dei santi e profeti.Questo però non succede fra chi crede come idea e chi dice di non credere! Entrambi sono miscredenti.
Chi crede vive in Pace è questo il segno che vive nella verità. La pace e l'amore sono due facce della stessa medaglia, per cui chi vive in pace ama il suo prossimo. Quando si dice di essere in "pace", ma non si manifesta l'amore, viene chiamata "pace" l'indifferenza che è una forma di anestesia satanica.

Ultima modifica di freedom : 22-01-2016 alle ore 22.21.48.
freedom is offline  
Vecchio 23-01-2016, 14.57.20   #2
paul11
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Riferimento: Credere, come si fa?

Citazione:
Originalmente inviato da freedom
L'amico giuscip1946, nella discussione "credere o non credere", sostiene che credere è un'altra cosa da quello che comunemente si crede. Si perdoni il gioco di parole.
E nelle sue parole sotto riportate spiega la sua posizione che merita un thread nuovo poiché mi pare che l'impostazione logica del precedente topic sia "contestata" e "superata" dalla prospettiva squisitamente spirituale che ci propone.
Vi prego di notare l'eleganza dell'azione del moderatore (che il Forum e l'amico in questione meritano) nel risolvere l'insistente problematica dei post off topic.

La domanda dunque è: come si fa a credere in spirito e in verità?

La problematica è complessa perchè dipende cosa una persona intende focalizzare.
La posizione di giuscip1946 è focalizzata sulla pratica.Quando sostiene che a parole un credente può pensare di essere un credente ,ma che è la pratica dell'amore a farlo essere davvero, presenta un suo punto di vista che è molto significativo e caratterizzante nel cristianesimo, è quindi vera per un fedele cristiano ,avvalorata dagli esempi di Gesù nei Vangeli quando ritiene "salvo" colui che pur non sapendo delle scritture pratica la bontà e l'amore.
Io sostengo che è fondamentalmente molto importante questo, ma ha delle ambiguità di fondo: perchè tutti amano, bisogna allora capire come e cosa amano.
L'amore è una fondamentale apertura allo spirito che si rivela e si manifesta in noi attraverso le relazioni con l'umanità (i fratelli e sorelle cristianamente concettualizzate).L'amore è apertura con una caratteristica unica:attrae.
Ma l'amore può essere falso se è strumento e non fine,
Il vero amore è esposizione di chi ama anche a non essere accettato o capito e quindi può portare alla sofferenza.

Se quindi la pratica cristiana è veramente importante e fondamentale nella carità nella pietas, nella solidarietà nella fratellanza che sono i predicati dell'amore, le modalità in cui si manifesta, attenzione alle ambiguità.
Per svelare le ambiguità ci vuole autoanalisi , ma anche conoscenza della teoretica della propria fede, in questo caso cristiana,
Allora bisogna ragionare nella coerenza fra amore e spirito se si vuole imboccare la "giusta" via.
paul11 is offline  
Vecchio 23-01-2016, 17.46.04   #3
giuscip1946
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Riferimento: Credere, come si fa?

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Originalmente inviato da paul11
La problematica è complessa perchè dipende cosa una persona intende focalizzare.
La posizione di giuscip1946 è focalizzata sulla pratica.Quando sostiene che a parole un credente può pensare di essere un credente ,ma che è la pratica dell'amore a farlo essere davvero, presenta un suo punto di vista che è molto significativo e caratterizzante nel cristianesimo, è quindi vera per un fedele cristiano ,avvalorata dagli esempi di Gesù nei Vangeli quando ritiene "salvo" colui che pur non sapendo delle scritture pratica la bontà e l'amore.
Io sostengo che è fondamentalmente molto importante questo, ma ha delle ambiguità di fondo: perchè tutti amano, bisogna allora capire come e cosa amano.
L'amore è una fondamentale apertura allo spirito che si rivela e si manifesta in noi attraverso le relazioni con l'umanità (i fratelli e sorelle cristianamente concettualizzate).L'amore è apertura con una caratteristica unica:attrae.
Ma l'amore può essere falso se è strumento e non fine,
Il vero amore è esposizione di chi ama anche a non essere accettato o capito e quindi può portare alla sofferenza.

Se quindi la pratica cristiana è veramente importante e fondamentale nella carità nella pietas, nella solidarietà nella fratellanza che sono i predicati dell'amore, le modalità in cui si manifesta, attenzione alle ambiguità.
Per svelare le ambiguità ci vuole autoanalisi , ma anche conoscenza della teoretica della propria fede, in questo caso cristiana,
Allora bisogna ragionare nella coerenza fra amore e spirito se si vuole imboccare la "giusta" via.

Amare e credere in Spirito e verità non sono due cose diverse. Chi ama crede e chi crede ama.
Il Signore Dio ha comandato di adorare Lui e di amare il nostro prossimo tanto quanto noi stessi. Questo è il fondamento di ogni religione. Se non amiamo Lui non possiamo amare né noi stessi né il nostro prox, ma se amiamo noi stessi, tramite in Suo amore, che entra in noi quando Lo amiamo, possiamo allora amare noi stessi e il ns prox nella stessa misura in cui amiamo noi stessi, non dipiù!
Se non amiamo Lui non abbiamo il Suo Spirito.
Amare è un'azione che nasce dal sentimento di amore.
Questo sentimento è insito nell'anima di ogni essere umano.
Per questo dice di amare e non di far germogliare in noi un sentimento di amore che abbiamo già.
Il problema è sentire questo sentimento. Quando eravamo bambini tutti sentivamo questo sentimento, ma quando abbiamo aperto gli occhi al mondo ci siamo concentrati nelle cose che esso ci proponeva soffocando questo sentimento. Una volta soffocato il sentimento, è venuto a mancare il motore che ci faceva amare ed abbiamo messo i ns idoli al posto del Signore Dio.
Il segno che una nuova entità sia entrata in noi è che non siamo in Pace, perché l'anima non accetta gli intrusi, accetta solo il Signore Dio.
Per recuperare quanto abbiamo perso o soffocato dobbiamo fare un percorso di ritorno che consiste nell'essere liberati dagli attaccamenti, che altro non sono che ganci di satana.
La nostra anima, l'uomo, ha un solo desiderio: Adorare il Signore Dio che ci dà tutto il necessario per vivere operando e per gioire.
Il Signore Dio ha tanto amato il mondo da mandare, per i cristiani, il Suo figlio affinché tutti quelli che credono in Lui siano salvati. (per i Buddisti ha mandato Budda, per i musulmani ha mandato Maometto, ecc.. Ogni mandato incarnava il Suo Santo Spirito).
Se per amore ha mandato il Figlio per salvarci, vuol dire che l'amore consiste nella salvezza dell'anima.
Allora se vogliamo sapere se ci amiamo e se amiamo il ns prox osserviamo quanto ci interessa la salvezza.
Se scopriamo che non ci poniamo neanche il problema vuol dire che non stiamo amando neanche noi stessi!
Quando arriveremo all'amore per noi stessi, inteso come salvezza, non potremo non amare il ns prox, perché lo Spirito che è in noi ci obbliga a correre per salvare quelli che vivono nelle tenebre. In quel momento scopriremo che Lui è in noi e nel ns prox e che noi, il ns prox e Lui siamo una cosa sola.
Questa cosa è unità e l'unità é l'amore e l'Amore è il Signore Dio in persona.
La ns purificazione è l'unica via che ci porta a Lui, anzi riporta Lui in noi senza tanti studi teologici e/o filosofici.
Purtroppo il problema, quasi sempre, è la non disponibilità a mettere in discussione la nostra vita. La superbia, l'orgoglio e l'egoismo che satana ha fatto incarnare in noi, non ci permettono di convertirci.
Se manca la ns disponibilità a metterci in discussione è meglio lasciar perdere, perché chi si accultura teologicamente , anche se si accultura solo, risponderà della luce ricevuta e non messa in pratica.
Non siamo carne, siamo anima.

Ultima modifica di giuscip1946 : 24-01-2016 alle ore 09.23.24.
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Vecchio 24-01-2016, 01.41.12   #4
paul11
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Riferimento: Credere, come si fa?

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Originalmente inviato da giuscip1946
Amare e credere in Spirito e verità non sono due cose diverse. Chi ama crede e chi crede ama.
Il Signore Dio ha comandato di adorare Lui e di amare il nostro prossimo tanto quanto noi stessi. Questo è il fondamento di ogni religione. Se non amiamo Lui non possiamo amare né noi stessi né il nostro prox, ma se amiamo noi stessi, tramite in Suo amore, che entra in noi quando Lo amiamo, possiamo allora amare noi stessi e il ns prox nella stessa misura in cui amiamo noi stessi, non dipiù!
Se non amiamo Lui non abbiamo il Suo Spirito.
Amare è un'azione che nasce dal sentimento di amore.
Questo sentimento è insito nell'anima di ogni essere umano.
Per questo dice di amare e non di far germogliare in noi un sentimento di amore che abbiamo già.
Il problema è sentire questo sentimento. Quando eravamo bambini tutti sentivamo questo sentimento, ma quando abbiamo aperto gli occhi al mondo ci siamo concentrati nelle cose che esso ci proponeva soffocando questo sentimento. Una volta soffocato il sentimento è venuto a mancare il motore che ci faceva amare ed abbiamo messo i ns idoli al posto del Signore Dio.
Il segno che una nuova entità è entrata in noi è che non siamo in Pace, perché l'anima non accetta gli intrusi, accetta solo il Signore Dio.
Per recuperare quanto abbiamo perso o soffocato dobbiamo fare un percorso di ritorno che consiste nell'essere liberati dagli attaccamenti che altro non sono che ganci di satana.
La nostra anima, l'uomo, ha solo il desiderio: adorare il Signore Dio che ci dà tutto il necessario per vivere operando e per gioire.
Il Signore Dio ha tanto amato il mondo da mandare, per i cristiani, il Suo figlio affinché tutti quelli che credono in Lui siano salvati. (per i Buddisti ha mandato Budda, per i musulmani ha mandato Maometto, ecc.. Ogni mandato incarnava il Suo Santo Spirito).
Se per amore ha mandato il Figlio per salvarci, vuol dire che l'amore consiste nella salvezza dell'anima.
Allora se vogliamo sapere se ci amiamo e se amiamo il ns prox osserviamo quanto ci interessa la salvezza.
Se scopriamo che non ci poniamo neanche il problema vuol dire che non stiamo amando neanche noi stessi! Quando arriveremo all'amore per noi stessi, inteso come salvezza, non potremo non amare il ns prox perché lo Spirito che è in noi ci obbliga a correre per salvare anche altri che vivono nelle tenebre. In quel momento scopriremo che Lui è in noi e nel ns prox e che noi il ns prox e Lui siamo una cosa sola. Questa cosa è unità e l'unità e l'amore e l'Amore è il Signore Dio in persona.
La ns purificazione è l'unica via che ci porta a Lui, anzi riporta Lui in noi senza tanti studi teologici e/o filosofici.
Purtroppo il problema, quasi sempre, è la non disponibilità a mettere in discussione la nostra vita La superbia, l'orgoglio e l'egoismo che satana ha fatto incarnare in noi, non ci permettono di convertirci.
In ogni caso se manca questa disponibilità è meglio lasciar perdere perché chi si accultura teologicamente , anche se si accultura solo, risponderà della luce ricevuta e non messa in pratica.
Non siamo carne, siamo anima.

...se fosse così semplice la fatica di vivere,di amare e di credere....
non saremmo in questa valle di lacrime.
Mi rendo conto che è difficile esprimere a parole una modalità di sentimento che passa per un concetto essenziale e importante come
l 'amore e il credere. Mi trovo d'accordo che nella fede e quindi nel credere c'è un atto di amore perchè amare non è un atto razionale e logico semmai li accompagna.
E' vero che amare non è attaccarsi, appiccicarsi.Il distacco e il saperlo fare dai desideri oserei dire che è un'arte.
Mi trovo ancora d'accordo che avere fede in Dio non è solo studio teologico o di sacre scritture,ma attenzione anche a farne a meno, anch'esso è un atto di superbia.
Insomma in generale sono parecchio d'accordo su quanti scrivi, forse bisognerebbe addentrarci .

Direi, come giustamente ha sempre sostenuto Duc che il credere è un atto che compiamo tutti, credenti e non credenti, ognuno per qualcosa che ci colpisce intimamente. E' una forma di identificazione, di modello, almeno di paradigma, vale a dire ci serve da riferimento.
Io ritengo che "il come si fa a credere" sia un atto innato, naturale nell'uomo,ci aiuta a crescere, a maturare a sviluppare altre caratteristiche .
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Vecchio 24-01-2016, 08.19.11   #5
mariodic
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Riferimento: Credere, come si fa?

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Originalmente inviato da paul11
La problematica è complessa perchè dipende cosa una persona intende focalizzare.
La posizione di giuscip1946 è focalizzata sulla pratica.Quando sostiene che a parole un credente può pensare di essere un credente ,ma che è la pratica dell'amore a farlo essere davvero, presenta un suo punto di vista che è molto significativo e caratterizzante nel cristianesimo, è quindi vera per un fedele cristiano ,avvalorata dagli esempi di Gesù nei Vangeli quando ritiene "salvo" colui che pur non sapendo delle scritture pratica la bontà e l'amore.
Io sostengo che è fondamentalmente molto importante questo, ma ha delle ambiguità di fondo: perchè tutti amano, bisogna allora capire come e cosa amano.
L'amore è una fondamentale apertura allo spirito che si rivela e si manifesta in noi attraverso le relazioni con l'umanità (i fratelli e sorelle cristianamente concettualizzate).L'amore è apertura con una caratteristica unica:attrae.
Ma l'amore può essere falso se è strumento e non fine,
Il vero amore è esposizione di chi ama anche a non essere accettato o capito e quindi può portare alla sofferenza.

Se quindi la pratica cristiana è veramente importante e fondamentale nella carità nella pietas, nella solidarietà nella fratellanza che sono i predicati dell'amore, le modalità in cui si manifesta, attenzione alle ambiguità.
Per svelare le ambiguità ci vuole autoanalisi , ma anche conoscenza della teoretica della propria fede, in questo caso cristiana,
Allora bisogna ragionare nella coerenza fra amore e spirito se si vuole imboccare la "giusta" via.
Questo post di Paul11 risponde benissimo alla questione di cosa e come intendere intende per "credere" in senso religioso, questo particolare verbo, se usato senza riflessione e sull'onda del parlar comune, è al quanto fuorviante perché lascia pensare ad una verità così detta "oggettiva", per esempio, se Dio esiste o no fra le cose del mondo. Il post di Paul11 chiarisce il senso da dare a "credere".
Ma va posta attenzione al fatto che Paul11 fa chiaro riferimento ai significati della fede secondo le parole e gli atti di Gesù che, pur riferendosi all'assoluta astrattezza del Dio del "Libro" che chiama "Padre", ne concretizza e ne popolarizza il senso in chiave di sentimenti più o meno sentiti dalla gente. Dunque Gesù è un "laico" dell'ebraismo perché ha laicizzato quella religione ben lontano da rinnegarla, anzi chiarendone il senso..
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Vecchio 24-01-2016, 12.57.20   #6
giuscip1946
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Riferimento: Credere, come si fa?

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Originalmente inviato da paul11
...se fosse così semplice la fatica di vivere,di amare e di credere....
non saremmo in questa valle di lacrime.
Mi rendo conto che è difficile esprimere a parole una modalità di sentimento che passa per un concetto essenziale e importante come
l 'amore e il credere. Mi trovo d'accordo che nella fede e quindi nel credere c'è un atto di amore perchè amare non è un atto razionale e logico semmai li accompagna.
E' vero che amare non è attaccarsi, appiccicarsi.Il distacco e il saperlo fare dai desideri oserei dire che è un'arte.
Mi trovo ancora d'accordo che avere fede in Dio non è solo studio teologico o di sacre scritture,ma attenzione anche a farne a meno, anch'esso è un atto di superbia.
Insomma in generale sono parecchio d'accordo su quanti scrivi, forse bisognerebbe addentrarci .

Direi, come giustamente ha sempre sostenuto Duc che il credere è un atto che compiamo tutti, credenti e non credenti, ognuno per qualcosa che ci colpisce intimamente. E' una forma di identificazione, di modello, almeno di paradigma, vale a dire ci serve da riferimento.
Io ritengo che "il come si fa a credere" sia un atto innato, naturale nell'uomo,ci aiuta a crescere, a maturare a sviluppare altre caratteristiche .

Non solo credere è (sarebbe) molto semplice, ma è addirittura una realtà congenita della nostra anima che diventa la spontaneità di degli esseri umani.
Ma in quale essere umano?
In quello santo, puro e perfetto. Se non siamo né santi, né puti né perfetti allora sì che non è più una cosa semplice. La difficoltà che si incontra , altro non è che il livello di imperfezione, di impurità e non santità che ci appartiene. Con una parola possiamo dire che tutto dipende da quanto sono peccatore, fino ad arrivare ad uno stato di impossibilità di tornare indietro. Vedi ladrone di sx!.
Se vogliamo migliorare dobbiamo anche tener conto che nel cammino di ritorno siamo ostacolati da satana che continuamente si oppone per tenerci nella sua schiavitù!
Il serpente satana non ha il potere sull'uomo che ha lo Spirito ma domina tutti i peccatori perché sono più deboli di lui.
A questo riguardo il Signore Gesù ha detto che da soli non possiamo fare nulla, ma se confidiamo in Lui, ritornerà in noi la Sua potenza che ci consentirà di schiacciare il serpente.
La via preferita da satana non è convincerci che facciamo bene a restare come siamo, ma farci credere che stiamo camminando tramite l'acculturamento teologico senza mai porci il problema di scoprire la nostra vera verità .
Nella nostra ricerca occorre fare attenzione a non sfociare nel filosofeggiare.
La conoscenza delle scritture ha valore solo se diventa il nostro specchio per scoprire dove siamo sbagliati, non dove abbiamo sbagliato, e chi abbiamo messo nel nostro cuore al posto del Signore Dio.
E' verissimo che credere è un atto che compiamo tutti, ma bisogna vedere in cosa crediamo. Quando diciamo di credere, nel linguaggio di ogni giorno, intendiamo dire che crediamo nel Signore Dio, ma molte volte senza saperlo crediamo in un "dio" idea o forse chiamiamo "dio" il nostro "io".
Questo perché satana ci prova sempre e spesso riesce ad ingannarci.
Spero che prosieguo di questo dialogo, quando diciamo di credere ci riferiamo al credere in Spirito e verità.
Buona domenica a tutti.
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Vecchio 24-01-2016, 14.04.40   #7
paul11
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Riferimento: Credere, come si fa?

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Originalmente inviato da giuscip1946
Non solo credere è (sarebbe) molto semplice, ma è addirittura una realtà congenita della nostra anima che diventa la spontaneità di degli esseri umani.
Ma in quale essere umano?
In quello santo, puro e perfetto. Se non siamo né santi, né puti né perfetti allora sì che non è più una cosa semplice. La difficoltà che si incontra , altro non è che il livello di imperfezione, di impurità e non santità che ci appartiene. Con una parola possiamo dire che tutto dipende da quanto sono peccatore, fino ad arrivare ad uno stato di impossibilità di tornare indietro. Vedi ladrone di sx!.
Se vogliamo migliorare dobbiamo anche tener conto che nel cammino di ritorno siamo ostacolati da satana che continuamente si oppone per tenerci nella sua schiavitù!
Il serpente satana non ha il potere sull'uomo che ha lo Spirito ma domina tutti i peccatori perché sono più deboli di lui.
A questo riguardo il Signore Gesù ha detto che da soli non possiamo fare nulla, ma se confidiamo in Lui, ritornerà in noi la Sua potenza che ci consentirà di schiacciare il serpente.
La via preferita da satana non è convincerci che facciamo bene a restare come siamo, ma farci credere che stiamo camminando tramite l'acculturamento teologico senza mai porci il problema di scoprire la nostra vera verità .
Nella nostra ricerca occorre fare attenzione a non sfociare nel filosofeggiare.
La conoscenza delle scritture ha valore solo se diventa il nostro specchio per scoprire dove siamo sbagliati, non dove abbiamo sbagliato, e chi abbiamo messo nel nostro cuore al posto del Signore Dio.
E' verissimo che credere è un atto che compiamo tutti, ma bisogna vedere in cosa crediamo. Quando diciamo di credere, nel linguaggio di ogni giorno, intendiamo dire che crediamo nel Signore Dio, ma molte volte senza saperlo crediamo in un "dio" idea o forse chiamiamo "dio" il nostro "io".
Questo perché satana ci prova sempre e spesso riesce ad ingannarci.
Spero che prosieguo di questo dialogo, quando diciamo di credere ci riferiamo al credere in Spirito e verità.
Buona domenica a tutti.

Accetto il concetto della semplicità d'animo per arrivare alla verità e allo spirito, ma non accetto che teologia e filosofia siano controindicati.

La definizione data da S. Tommaso d'Acquino:«Credere è un atto
dell’intelletto che dà assenso alla verità divina sotto il comando della volontà, mossa da Dio per mezzo della grazia»
La grazia, l’intelligenza, la volontà sono i tre concetti fondamentali che la sostengono.
La via del conoscere avviene come accettazione e aderenza alle scritture sacre ,come volontà divina e testimonianza.
Nella lettera agli Ebrei (11,1) S. Paolo ce ne dà questa descrizione: «La fede è sostanza di cose sperate e convinzione di cose che non si vedono».
Volontà come scelta e intelligenza come via della conoscenza che ci matura.

Ognuno di noi si autovaluta attraverso la riflessione e l'autocontraddizione.Noi cresciamo e maturiamo con dei riferimenti che costituiscono la nostra esperienza, la nostra storia umana, la nostra maturazione come coscienza, anima (psichè) e spirito(pneuma).E' molto difficile armonizzare teoria e pratica e in ognuno dei domini cercare una coerenza interna.Ma la via della verità illumina e la conoscenza, intesa come teoretica e pratica, è indispensabile.
La nostra vita è storia, esperienza, narrazione, e riferisce il senso all'anima che si ricongiungerà allo Spirito che è già in verità,quella scintilla divina che risiede in noi ed è la grazia che non è negata a nessuno ,ma che va scoperta per poterci ricongiungere.
Buona domenica anche a te.
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Vecchio 24-01-2016, 18.14.22   #8
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Riferimento: Credere, come si fa?

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Originalmente inviato da paul11
Accetto il concetto della semplicità d'animo per arrivare alla verità e allo spirito, ma non accetto che teologia e filosofia siano controindicati.

La definizione data da S. Tommaso d'Acquino:«Credere è un atto
dell’intelletto che dà assenso alla verità divina sotto il comando della volontà, mossa da Dio per mezzo della grazia»
La grazia, l’intelligenza, la volontà sono i tre concetti fondamentali che la sostengono.
La via del conoscere avviene come accettazione e aderenza alle scritture sacre ,come volontà divina e testimonianza.
Nella lettera agli Ebrei (11,1) S. Paolo ce ne dà questa descrizione: «La fede è sostanza di cose sperate e convinzione di cose che non si vedono».
Volontà come scelta e intelligenza come via della conoscenza che ci matura.

Ognuno di noi si autovaluta attraverso la riflessione e l'autocontraddizione.Noi cresciamo e maturiamo con dei riferimenti che costituiscono la nostra esperienza, la nostra storia umana, la nostra maturazione come coscienza, anima (psichè) e spirito(pneuma).E' molto difficile armonizzare teoria e pratica e in ognuno dei domini cercare una coerenza interna.Ma la via della verità illumina e la conoscenza, intesa come teoretica e pratica, è indispensabile.
La nostra vita è storia, esperienza, narrazione, e riferisce il senso all'anima che si ricongiungerà allo Spirito che è già in verità,quella scintilla divina che risiede in noi ed è la grazia che non è negata a nessuno ,ma che va scoperta per poterci ricongiungere.
Buona domenica anche a te.

Siamo d'accordo quasi su tutto, anzi su tutto, ma io non ho detto che la conoscenza sia controindicata, anzi tutt'altro. Ho detto che la teologia è utile solo diventa uno specchio, per chi la conosce, nel quale può specchiarsi per scoprire dove sbaglia.
In altre parole è inutile e controindicata a chi vuole acculturarsi per intrattenere altri con grandi parole proferendo il nome del Signore Dio, perché sarà responsabile della conoscenza che non ha voluto mettere in atto.
Ciao e scusami se non mi sono spiegato bene.
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Vecchio 24-01-2016, 22.52.05   #9
freedom
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Riferimento: Credere, come si fa?

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Originalmente inviato da giuscip1946
Non solo credere è (sarebbe) molto semplice, ma è addirittura una realtà congenita della nostra anima che diventa la spontaneità di degli esseri umani.
Ma in quale essere umano?
In quello santo, puro e perfetto. Se non siamo né santi, né puti né perfetti allora sì che non è più una cosa semplice. La difficoltà che si incontra , altro non è che il livello di imperfezione, di impurità e non santità che ci appartiene. Con una parola possiamo dire che tutto dipende da quanto sono peccatore, fino ad arrivare ad uno stato di impossibilità di tornare indietro. Vedi ladrone di sx!.
Se vogliamo migliorare dobbiamo anche tener conto che nel cammino di ritorno siamo ostacolati da satana che continuamente si oppone per tenerci nella sua schiavitù!
Il serpente satana non ha il potere sull'uomo che ha lo Spirito ma domina tutti i peccatori perché sono più deboli di lui.
A questo riguardo il Signore Gesù ha detto che da soli non possiamo fare nulla, ma se confidiamo in Lui, ritornerà in noi la Sua potenza che ci consentirà di schiacciare il serpente.
La via preferita da satana non è convincerci che facciamo bene a restare come siamo, ma farci credere che stiamo camminando tramite l'acculturamento teologico senza mai porci il problema di scoprire la nostra vera verità .
Nella nostra ricerca occorre fare attenzione a non sfociare nel filosofeggiare.
La conoscenza delle scritture ha valore solo se diventa il nostro specchio per scoprire dove siamo sbagliati, non dove abbiamo sbagliato, e chi abbiamo messo nel nostro cuore al posto del Signore Dio.
E' verissimo che credere è un atto che compiamo tutti, ma bisogna vedere in cosa crediamo. Quando diciamo di credere, nel linguaggio di ogni giorno, intendiamo dire che crediamo nel Signore Dio, ma molte volte senza saperlo crediamo in un "dio" idea o forse chiamiamo "dio" il nostro "io".
Questo perché satana ci prova sempre e spesso riesce ad ingannarci.
Spero che prosieguo di questo dialogo, quando diciamo di credere ci riferiamo al credere in Spirito e verità.
Buona domenica a tutti.
Le tue parole sul credere rappresentano un punto di arrivo. E infatti affermi che, per credere, bisogna essere santi. Tuttavia, per essere santi, bisogna credere!

Ecco dunque che appare un circolo nel quale non si vede come iniziare.

A me verrebbe da dire che, sia per essere santi che per credere, sia necessario l'intervento divino poiché l'uomo, con le sue sole forze, non può arrivarci.

Mi domando quindi qual è il tuo suggerimento (se ritieni di averlo) per giungere al credere.
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Vecchio 25-01-2016, 00.45.47   #10
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Riferimento: Credere, come si fa?

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Originalmente inviato da freedom
Le tue parole sul credere rappresentano un punto di arrivo. E infatti affermi che, per credere, bisogna essere santi. Tuttavia, per essere santi, bisogna credere!

Ecco dunque che appare un circolo nel quale non si vede come iniziare.

A me verrebbe da dire che, sia per essere santi che per credere, sia necessario l'intervento divino poiché l'uomo, con le sue sole forze, non può arrivarci.

Mi domando quindi qual è il tuo suggerimento (se ritieni di averlo) per giungere al credere.

Il credere è congenito nell'uomo, l'anima crede spontaneamente fino a quando siamo puri. La dimora dell'anima è il corpo, quando nel corpo s'incarna il peccato l'anima viene soffocata e in certi casi addirittura cacciata dal corpo stesso. vedi inferno di Dante - - il conte Ugolino.
Lasciamo stare il caso del corpo che ha perso l'anima ed è tenuto in piedi dal peccato, nel corpo in cui convivono anima e peccato, anche se l'anima viene soffocata continua a credere perché è una scintilla divina, ma noi non lo sentiamo perché il peccato domina il ns cervello e la ns mente. Se ci purifichiamo, liberiamo il ns corpo e cominciamo a sentire l'anima di nuovo, la quale crede già e siamo noi. Tutto il resto consegue fino alla santità che è l'amore.
Per purificarci dobbiamo esaminare la ns coscienza, scoprire cosa stiamo adorando e rinunciare a ciò che abbiamo accolto in noi al posto del Signore Dio.
Se anche la coscienza fosse soffocata osserviamo allora le ns opere che sono testimoni sinceri.
Sembra un passaggio semplice ma non lo è perché superbia ed orgoglio fanno di tutto per impedirci di scoprire la ns verità.
Se con la preghiera chiediamo l'aiuto del Signore Dio, che è in noi, se non LO abbiamo cacciato, supereremo anche questa difficoltà, da soli non possiamo fare nulla. Per i cristiani è ritornare bambini, per i buddisti è illuminazione ecc.., ma la via è sempre la stessa: Scoprire la propria verità. Per questo ho detto che se non siamo disposti a mettere in discussione la ns vita è meglio, anzi è meno peggio, lasciar stare.
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