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Vecchio 01-07-2015, 18.44.47   #11
sebastianb
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Originalmente inviato da Duc in altum!
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della Morte, e del fatto che anche io debba sperimentare questo evento,
Pace&Bene


Bene DucIn Altum, almeno sul grande Predicatore c'è un punto d' incontro.

Solo una precisazione
Tu scrivi : della Morte, e del fatto che anche io debba sperimentare questo evento,


In verita' nè tu, nè io.. nessun altro "" sperimentera' "" , in prima persona, quell' infausto evento.
Si puo' solo immedesimarsi da quanto si vede e/o si assiste, eccc...

Infatti l' eccelso Predicatore riporta quel suo 9.5/6 :

- i vivi sanno che moriranno, MA i morti NON sanno nulla.. TUTTo è ormai finito, non avranno PIU' alcuna parte in tutto cio' che accade sotto il sole.


Cosi' vien commentato il passo:
La coscienza di " chi era " ormai è nulla. Da qui questa metafora:

Su una strada di un paese.. passano dei carri funebri la cui meta è il cimitero.
Il primo corteo è seguito da una grande folla. Poco dopo un altro corteo seguito da poche persone.
Al pomeriggio un altro carro funebre .. senza nessuno al suo seguito.

Cosi' commenta il rabbino: In sostanza NON fa nessuna differenza per gli estinti.. proprio perchè - come ben riportava Qoelet - i trapassati ORMAI nulla sanno di quanto succede quaggiu' !
Tutto, per quelli " che furono", è ormai finito.


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Vecchio 01-07-2015, 20.25.47   #12
Duc in altum!
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** scritto da sebastianb:

Citazione:
Tutto, per quelli " che furono", è ormai finito.

Tutto ciò che è sperimentabile in questo "mondo" è finito, poiché l'Aldilà non si sa se esiste o se non esiste, ci si può solo scommettere la propria vita.


Pace&Bene
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Vecchio 02-07-2015, 12.02.47   #13
Sariputra
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Citazione:
Originalmente inviato da Duc in altum!
** scritto da sebastianb:



Tutto ciò che è sperimentabile in questo "mondo" è finito, poiché l'Aldilà non si sa se esiste o se non esiste, ci si può solo scommettere la propria vita.


Pace&Bene


Speriamo solo che, se dovesse esistere un aldilà sperimentabile come affermi, non sia solo la continuazione di questo povero Io fragile ed illusorio, ma qualcosa un po' più...come dire..."sostanzioso"!!
"Qualcosa" di cui possiamo non attaccarci.
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Vecchio 02-07-2015, 23.36.37   #14
sebastianb
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Originalmente inviato da Duc in altum!
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Tutto ciò che è sperimentabile in questo "mondo" è finito, poiché l'Aldilà non si sa se esiste o se non esiste, ci si può solo scommettere la propria vita.

Pace&Bene


In ogni caso i credenti che risorgeranno.. NON dovrebbero avere la "" consapevolezza "" di quaggiu' !

La loro entita' "" dovrebbe "" essere come quella " angelica " - Questo almeno è quanto " avrebbe " espresso il Gesu' terreno -
vedi a tal proposito i passi di Matteo ( capitolo 22 ) e/o Luca ( capitolo 20 ) ... quella donna che avrebbe sposato ben 7 mariti... ma con nessuno di essi ella andrrebbe nella vita futura.. proprio perchè NON esisterebbero i "" LEGAMI "" tipici umani.. nostrani !!


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Vecchio 03-07-2015, 09.32.12   #15
Duc in altum!
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** scritto da Sariputra:

Citazione:
Speriamo solo che, se dovesse esistere un aldilà sperimentabile come affermi, non sia solo la continuazione di questo povero Io fragile ed illusorio, ma qualcosa un po' più...come dire..."sostanzioso"!!
"Qualcosa" di cui possiamo non attaccarci

Sull'Aldilà possiamo solo concepire e possedere idee personali noumeniche - l'importante è avere fede che esiste, altrimenti è inutile discutere sul senso della vita, poiché sarebbe semplicemente quello indicato dai modelli come Vasco Rossi, Renzi, la signora Hack e Berlusconi - ma è sul Paradiso già vivibile e sperimentabile nel pianeta Terra che l'Io, il vero Io già prende sostanza, se ci si attiene ai decreti divini non facili da seguire ma alla portata di tutti.



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** scritto da sebastianb:

Citazione:
In ogni caso i credenti che risorgeranno.. NON dovrebbero avere la "" consapevolezza "" di quaggiu' !

La loro entita' "" dovrebbe "" essere come quella " angelica " - Questo almeno è quanto " avrebbe " espresso il Gesu' terreno -
vedi a tal proposito i passi di Matteo ( capitolo 22 ) e/o Luca ( capitolo 20 ) ... quella donna che avrebbe sposato ben 7 mariti... ma con nessuno di essi ella andrrebbe nella vita futura.. proprio perchè NON esisterebbero i "" LEGAMI "" tipici umani.. nostrani !!

Certamente che incontreremo una natura angelica, la perfezione della creatura, ma non penso che saremo totalmente inconsapevoli del nostro percorso "quaggiù", poiché è grazie o purtroppo ad esso che saremo o non saremo angeli.
Inoltre (per chi ci crede!) le anime già defunte sono costantemente in contatto con gli esseri umani, e viceversa, quindi qualche connessione non solo noumenica c'è.

Sul fatto dei legami umani nostrani, oltre alla Parola di Dio, penso che bisogni riflettere alla circostanza che siamo tutti discendenti di un primo nucleo, maschio e femmina, procreatore, e che quindi, ritornando indietro nel tempo, anche il nonno del nonno di mio nonno è un mio parente stretto, quindi tutti ci ritroveremmo davvero fratelli e sorelle, e sarebbe ancora più drammatico riconoscere quel fratello, quella sorella o peggio ancora quel figlio o quella mamma, che non avendo voluto farcela, soffrire nella dimensione denominata Inferno.

Ecco perché, forse, nell'Aldilà saremo fratelli e sorelle nella luce del Padre, ma senza più i legami tipici umani.


Pace&Bene
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Vecchio 04-07-2015, 01.54.55   #16
iano
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Citazione:
Originalmente inviato da Galvan 1224
Buongiorno Sariputra e Iano,

la questione se sia possibile o meno non attaccarsi a nulla potrebbe essere vista (anche, non solo) dall’altra parte… ovvero se non siano invero gli eventi (le cose) ad attaccarsi a noi.

Andando sul concreto, prendiamo un episodio - ad alto impatto emotivo – (tratto dalla quotidianità, che propone ininterrottamente una tristemente abbondante scelta…), quale l’atto terroristico in Tunisia.

Le conseguenze di quell’atto in termini politici, economici (per il Pil del paese) ecc. sono del tutto evidenti… e quelle sulla coscienza/mente dell’uomo?
Non avvertite, come me e molti, l’ispessirsi di quella coltre (di odio… quale altra parola?) sopra le nostre teste?
Atto dopo atto, orrore dopo orrore… possono la fantomatica mente e l’ancor più fantomatico “io” non venir lambiti dal vortice dell’acqua (… il mondo e i suoi eventi) dove son del tutto immersi?

Ho gran rispetto per ogni cammino che dia all’uomo almeno la speranza di bere un domani un’acqua che non sia quella cui è costretto, volente o nolente, a bere.

Siam come pesci in un grande acquario, colà troviamo il nutrimento ed emettiamo i nostri rifiuti.
Ci son certo zone, tra le alghe abbarbicate alle rocce del fondo, che son più limpide, ed è del tutto comprensibile voler soggiornar in quelle… ma l’acqua è una sola, viene e va nelle nostre branchie e nel nostro corpo.

Nell’approfondire uno stato (mentale) di distacco dal mondo, dalle nostre stesse aspettative e desideri… possiamo interrompere il vitale flusso dell’acqua?
Pian piano qualcuno giunge ad averne bisogno in quantità sempre minori e poiché in quell’acqua è disciolto il dolore dell’esistenza e l’imprescindibile meccanismo del divenire, ecco che se ne sentono distanti, indubbiamente con gran sollievo.
Una risposta valida al par delle altre, al pari di tutte.

Per tanti è una disciplina, per altri una scommessa (come quella di Pascal, ricordata da Freedom) e altri ancora una via di conoscenza.
Per la maggior parte, come comparse in un film, la velocità della pellicola se li porta via senza permetter loro di lasciar se non una piccola traccia, senza neppur aver avuto il tempo di considerare il miracolo dell’esistenza.

Ma la pellicola, un altro modo di veder quell’acqua, non permetterà che alcuno di quei fotogrammi vada perso, come non permetterà che una sola di quelle immagini (un uomo, ad esempio) decida da sé se continuar a partecipar al film o abbandonarlo.


un saluto
A Genova è duso una frase per dirlo:"Nell'acqua che non si vuole bere ci si annega".

Citazione:
Originalmente inviato da Sariputra
(purché non finiamo per attaccarci pure all'idea di non attaccarci alle cose ).
Esatto.Giusto.Solo la faccina è quella sbagliata.
Penso che nessuno,qualunque sia la religone che professi, sia immune da ciò che affermi.
Ma quello che tu vedi come il difetto di ognuno di noi,di cucirsi la religione addosso come fosse un abito su misura,travisandone le leggi,potrebbe essere visto come una virtù di quelle religione che mostrano un carattere universale.
Mi verrebbe infatti difficile non pensare a questo carattere come una virtù.
Comunque è vero.
Non tutti invecchiano bene imparando dall'esperienza, riuscendo così a non vedere il positivo che la vecchiaia regala,e che controbilancia perfettamente ciò che ci sottrae..
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Vecchio 04-07-2015, 21.33.50   #17
Sariputra
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Riferimento: Niente a cui attaccarsi

L'attaccamento è una forma di dolore. L'amore stesso è una forma di attaccamento che, in tante persone, è superiore persino a quello che riservano a se stesse. Può esserci un amore privo del senso di possesso ? Un amore non egoistico? Se ami una persona e la vedi soffrire, non soffri pure tu ? A volte, come nel caso di un genitore verso un figlio, questa sofferenza è superiore a quella che il soggetto stesso vive. Penso ai genitori di un bimbo disabile, o con gravi handicap mentali, il livello di consapevolezza unita all'amore non diventa un terribile, insopportabile dolore ? Ne conosco che si rifugiano in Dio e sperano che la sofferenza del figlio contribuisca , insieme al dolore del Cristo, a salvare il mondo. Ma hanno visi tirati, pallidi. I sorrisi sono difficili, a volte artificiali. Capisci che sotto le varie consolazioni in realtà l'amore per il figlio ha creato un abisso di sofferenza dolente. A volte diventano, a ragione, dei cinici. Solo per tentar di sopravvivere al dolore.
Uno mi ha detto, un mio caro amico, che bisogna costruirsi degli spazi propri e continuare a vivere. Prendersi del tempo per se stessi. Ma quando è solo con se stesso ...ecco il dolore, ancora.
Anche le cose più belle diventano dolore nel corso della vita ?
Qualche giorno fa mi sono capitate per le mani vecchie foto ( le vecchie foto sarebbero da abolire) di vacanze estive con i miei. C'era mia madre, sorridente...preparava panini. Mia madre ora è quasi un vegetale. La demenza l'ha completamente distrutta.
La dolcezza dei ricordi di quelle belle giornate passate assieme si è tramutata in un baleno in un dolore profondo, proprio al centro dell'essere ( o dell'Io illusorio ), cupo, assoluto. Aver vissuto giornate di gioia si trasforma, nel ricordo, in dolore.
Per questo Buddha afferma che in definitiva è il dolore che appare , il dolore che cessa. Ogni cosa sembra dolore in formazione. Anche la gioia...
Il giovane sacerdote del paese si arrabbia sempre con i parrocchiani perché...non sorridono a messa. Non capisce perché non sono inondati dalla gioia che lui prova nella fede in Cristo. Non possono essere testimoni tristi della buona novella. Ma la fede non riduce il dolore, forse, in qualche caso, lo aumenta pure (Teresa di Lisieaux insegna).
Preghi e speri ma la sofferenza è sempre con te. E la tua mente vaga , anche durante i riti religiosi, e i volti delle persone amate che soffrono sono sempre davanti. Ben prima del tabernacolo. Il dolore è ospite della penombra e si innalza con il fumo delle candele sugli altari.
E allora, se tutto è dolore infine, non sorge lenta la domanda delle domande...se tutta la Creazione geme non è che il Senza Nome sia Lui stesso...dolore? E che il dolore non sia infine che la modalità d'essere dell'Amore ?
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Vecchio 06-07-2015, 09.36.08   #18
Duc in altum!
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** scritto da Sariputra:

Citazione:
Può esserci un amore privo del senso di possesso ? Un amore non egoistico?

E' questa la buona battaglia per cui siamo nati: riuscire ad amare privi del senso di possesso, sperimentare e vivere l'amore non egoistico, come se fossimo Dio.
Ogni altro sentimento d'amore è prettamente umano e terrestre.

Citazione:
E allora, se tutto è dolore infine, non sorge lenta la domanda delle domande...se tutta la Creazione geme non è che il Senza Nome sia Lui stesso...dolore? E che il dolore non sia infine che la modalità d'essere dell'Amore ?

Forse è possibile cogliere spunti di riflessione sul dolore dalla seconda lettura (Dio-incidenza?!?!) di ieri:
"...Fratelli, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia.
A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza».
Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte..."
- (2Cor 12, 7-10)

Mi permetto di aggiungere (visto che questo discernimento verso il senso del dolore &affini vige già da 2000 anni), così come suggerisce continuamente, ripetutamente, a ogni piè sospinto Papa Francesco, che un cristiano triste non è un cristiano, quindi, mi dispiace, ma queste persone di cui parli con visi tirati e pallidi, a volte cinici, che sopravvivono al dolore o che non ridono a Messa, non si sono né rifugiati, né sperano nel Dio quale padre di Gesù.
Qualsiasi altra cosa ma non Lui, poiché come spiega San Paolo con quel Dio la mortificazione diventa santità, il sangue versato si trasforma in redenzione e il dolore diviene amore.


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Vecchio 06-07-2015, 21.14.02   #19
iano
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Citazione:
Originalmente inviato da Sariputra
L'attaccamento è una forma di dolore. L'amore stesso è una forma di attaccamento che, in tante persone, è superiore persino a quello che riservano a se stesse. Può esserci un amore privo del senso di possesso ? Un amore non egoistico? Se ami una persona e la vedi soffrire, non soffri pure tu ? A volte, come nel caso di un genitore verso un figlio, questa sofferenza è superiore a quella che il soggetto stesso vive. Penso ai genitori di un bimbo disabile, o con gravi handicap mentali, il livello di consapevolezza unita all'amore non diventa un terribile, insopportabile dolore ? Ne conosco che si rifugiano in Dio e sperano che la sofferenza del figlio contribuisca , insieme al dolore del Cristo, a salvare il mondo. Ma hanno visi tirati, pallidi. I sorrisi sono difficili, a volte artificiali. Capisci che sotto le varie consolazioni in realtà l'amore per il figlio ha creato un abisso di sofferenza dolente. A volte diventano, a ragione, dei cinici. Solo per tentar di sopravvivere al dolore.
Uno mi ha detto, un mio caro amico, che bisogna costruirsi degli spazi propri e continuare a vivere. Prendersi del tempo per se stessi. Ma quando è solo con se stesso ...ecco il dolore, ancora.
Anche le cose più belle diventano dolore nel corso della vita ?
Qualche giorno fa mi sono capitate per le mani vecchie foto ( le vecchie foto sarebbero da abolire) di vacanze estive con i miei. C'era mia madre, sorridente...preparava panini. Mia madre ora è quasi un vegetale. La demenza l'ha completamente distrutta.
La dolcezza dei ricordi di quelle belle giornate passate assieme si è tramutata in un baleno in un dolore profondo, proprio al centro dell'essere ( o dell'Io illusorio ), cupo, assoluto. Aver vissuto giornate di gioia si trasforma, nel ricordo, in dolore.
Per questo Buddha afferma che in definitiva è il dolore che appare , il dolore che cessa. Ogni cosa sembra dolore in formazione. Anche la gioia...
Il giovane sacerdote del paese si arrabbia sempre con i parrocchiani perché...non sorridono a messa. Non capisce perché non sono inondati dalla gioia che lui prova nella fede in Cristo. Non possono essere testimoni tristi della buona novella. Ma la fede non riduce il dolore, forse, in qualche caso, lo aumenta pure (Teresa di Lisieaux insegna).
Preghi e speri ma la sofferenza è sempre con te. E la tua mente vaga , anche durante i riti religiosi, e i volti delle persone amate che soffrono sono sempre davanti. Ben prima del tabernacolo. Il dolore è ospite della penombra e si innalza con il fumo delle candele sugli altari.
E allora, se tutto è dolore infine, non sorge lenta la domanda delle domande...se tutta la Creazione geme non è che il Senza Nome sia Lui stesso...dolore? E che il dolore non sia infine che la modalità d'essere dell'Amore ?
un piccolo sassolino fa inceppare una grande macchina,ma non è la macchina.Ai fini della sopravvivenza noi siamo quella macchina.Poi mano mano che invecchiando perdiamo i pezzi prendiamo coscienza della macchina...che eravamo.
Questa fase in se è fantastica,tanto che ci si è fatta su una dottrina su come raggiungere quello stato.
Naturalmente ho schematizzato troppo.
In qualunque momento della vita intravediamo quello stato,ed è quello stato che ci aiuta a superare i momenti in cui la macchina si inceppa.Credo che bisogna far pace con quella macchina che siamo,finché lo siamo,senza rimpiangerla dopo,quando non lo saremo più.Pensare che le cose che succedono a noi sono speciali può avere perfino un senso,ma quando i circuiti si sovraccaricano è utile ricordarsi che così non è.
iano is offline  
Vecchio 09-07-2015, 14.28.45   #20
Sariputra
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Lucedistella interrogò Nonessere:"Maestro, esistete o non esistete?".
Lucedistella non ebbe risposta, e guardò fissamente la sembianza di Nonessere: era un profondo vuoto. Guardò il giorno intiero; non vide nulla. Ascoltò; non udì nulla. Volle abbracciarlo; non strinse nulla.
Disse Lucedistella: " Questa è perfezione! Chi può raggiungerla?".

Ciuang Tze
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