Vabbè, la solita frase di comodo, che pure ha una sua spiegazione logico/razionale, ma è diventato un modo preso a prestito per appiccicarlo dappertutto.


Intanto non dici una parola sull'esempio di ansia che ho posto. Perchè?
Vero, anch'io a volte provo senso di ansia o di angoscia senza un'apparente motivo, ma questo non vuol dire che un motivo manca. Il motivo c'è sempre, sempre!
Il lavoro per individuarlo non è indifferente, ma si individua.

Dipende da quanto tempo si soffre di agarofobia. Se l'inizio del disagio risale a pochissimo tempo fa è più facile venirne a capo, se risale a molti anni fa diventa più difficile, ma non impossibile. C'è chi ricorre agli analisti della parola per giungere a individuare le ragioni e a dissipare il disagio. Questo non è un luogo adatto per ricorrere a lezioni di analisi del pensiero, ma devi sapere che, se la persona lo vuole (senza volerlo è impossibile), può giungere a scoprire la causa delle sue ansie e angosce, oltre a armarsi per vincerle.

caro laryn,
siccome ritengo che nessuno detenga la verità, avevo posto il quesito iniziale per confrontare la mia opinione con altri.
come ho già avuto occasione di esprimere, io ritengo che le diversità di opinione siano utili per sviluppare il proprio pensiero e non per fare inutili polemiche.
constato che anche questa mia opinione è diversa dalla tua, e ne faccio tesoro.
mi rendo conto che questa mia risposta e buona parte del nostro dialogo esula dal tema iniziale e per quanto mi riguarda termino queste improduttive schermaglie.

@Mariano


La fede, ossia avere fiducia al punto di consegnare tutto sé stessi a qualcosa, fuori da ogni schema logico e razionale, se non è un dono è un'accidente.
E un'accidente può essere costruttivo o mortale.


Pace&Bene

Insisto nel dire che questa non è fede: è cieca sottomissione alle norme, può essere considerata fiducia in chi le ha definite.
Mi sembra di constatare che i più accaniti oppositori della fede sono quelli che hanno ricevuto un cattivo insegnamento della religione.

Caro Duc,
Forse stiamo iniziando a comprenderci meglio, anche se io preferirei dire che "per" fede si tende a consegnare tutto se stessi a qualcosa e inoltre, più che accidente, direi che è una conquista realizzata personalmente come frutto di meditazione.
Aggiungo per chiarire il mio punto di vista, che non bisogna confondere la fede con il credere ciecamente in alcune " verità" che sono interpretazioni (susseguitesi nel tempo) degli esegeti di quanto tramandatoci dai libri "sacri".
Pace & bene

@Mariano

Mariano ma se l'hai conquistata personalmente, attraverso la meditazione, non è più un atto irrazionale, quindi non è fede, ma fiducia fin che mi conviene (es. = differenza tra matrimonio civile o sacramentale e la convivenza senza vincoli giuridici).

La fede è consegnarsi tutto, completamente, a quel "qualcosa"; e dove il consegnarsi a metà e metà ha lo stesso effetto e valore del non consegnarsi per niente.

La fede è credere ciecamente che quel "qualcosa" non mi tradirà, anche senza averne la sicurezza matematica al 100%.
La fede è credere ciecamente, attraverso l'esperienza vissuta (non posso credere ed avere fede cieca nella mia squadra del cuore se non ho mai sentito nemmeno parlare di essa!), in quel "qualcosa" poiché essa da un senso compiuto alla mia esistenza.
E questo punto, al principio, non consente logiche o segni concreti, si crede scommettendo, appostando (anche perdendo) la propria dignità.

Infine la fede è disinteressarsi di Sé stessi, per ottenere Sé stesso, questa è una possibile verità, e non si può avere fiducia in una eventuale verità senza abbandonarsi ciecamente ad essa, altrimenti, chiamala se vuoi: emozione, sentimento, passione, ma non Fede.

Si condivido questo pensiero,essendo a conoscenza della vera spiritualità posso dire al profano che la fede intesa come devozione a qualcuno o qualcosa sia una giusta direzione anche se non è l'unica, purchè l'oggetto di devozione rappresenti per il devoto l'assoluto o Dio come meglio lo si vuol chiamare. Dio o la Coscienza Pura e attratto dalla devozione più che al devoto.