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Vecchio 02-09-2003, 14.17.34   #1
viandanteinattuale
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la fede cattolica...una verità storica.

“Non è lecito ritenere che, essendo così evidentemente confermato da Dio, ciò che viene affermato per fede sia falso”. Questa affermazione si trova quasi all’inizio della Summa contra gentiles di Tommaso d’Aquino. Parla della “verità della fede cristiana”. È una delle tesi fondamentali di Tommaso. È cioè una delle tesi fondamentali della chiesa cattolica. Senza timore di esagerare, si può dire anzi che sia LA tesi fondamentale, perché, nella teologia tomistica, sta al fondamento di ogni altra. Si riferisce infatti alla totalità del messaggio cristiano, cioè all’insieme dei testi del Antico e del Nuovo Testamento. Ma il testo precisa che il contenuto della fede è confermato da Dio con piena evidenza: “così evidentemente confermato da Dio”: tam evidenter. Tommaso sta parlando dell’evidenza”. La quale è per lui la proprietà che compete ai primi principi innegabili della “ragione naturale”, cioè della ragione che l’uomo possiede in natura. Con le proprie forze la “ragione naturale” non è capace di conoscere le verità soprannaturali della fede. La verità di fede non è una verità di ragione. Appunto per questo è Dio a rivelare le verità soprannaturali della fede. Quando, dunque, il testo di Tommaso afferma che il contenuto della fede, “cosi evidentemente confermato da Dio”, non può essere falso, non intende dire che Dio, confermando la fede, la rende qualcosa di “evidente”. Se Dio, confermando il contenuto della fede, lo rendesse qualcosa di “evidente”, lo trasformerebbe in una verità di ragione accessibile all’uomo. Il contenuto della fede non sarebbe più soprannaturale e rivelato da Dio. E invece Dio rivela ciò che la ragione umana non è capace di conoscere e che dunque, proprio perché soprannaturale, NON è qualcosa di “evidente”.
L’affermazione: “Dio ha rivelato il contenuto della fede” è un principio evidente alla ragione naturale, ma non ha nulla a che vedere con un principio “logico”, o col “principio di non contraddizione” che per Tommaso, aristotelicamente, sta alla radice di tutti i principi “logici”. In un principio logico il predicato è infatti, anche per Tommaso, riferito necessariamente al soggetto della proposizione in cui consiste il principio. Ma per Tommaso e per la chiesa Dio (soggetto) non è necessitato, ma è libero di rivelarsi agli uomini (predicato). Che tipo di principio è dunque l’affermazione che Dio ha rivelato il contenuto della fede? L’apostolo Paolo afferma che la fede può sorgere nell’uomo solo se si ascolta qualcuno parlare di ciò che in essa è contenuto: fides ex auditu. Che cosa si fa dunque sentire nell’udito dell’uomo, quando gli viene incontro la parola di Gesù? Qualcosa, risponde l’apostolo, che va accolto “non come parola degli uomini, ma , come è in verità, come parola di Dio”. “in verità”, ciò che l’uomo sente è la parola di Dio. È “vero che” è la parola di Dio. L’”esser vero” significa manifestarsi. La parola di Dio, attraverso Cristo, si presenta all’udito dell’uomo e si presenta mostrando di essere la parola di Dio. Facendosi incontro all’udito, la parola di Dio appare manifestamente come parola di Dio, mostra di esserlo, mostra da sé di esserlo. Questo non significa che, quando Dio parla, tutti riconoscano che è Dio a parlare. S. Paolo dice che la fede è ex auditu proprio mentre sta ricordando quanto numerosi siano coloro che hanno udito la parola di Dio e non le hanno creduto. Paolo intende dire che chi non crede rifiuta l’evidenza, la verità, rifiuta ciò che si manifesta e si mostra. Rifiuta dunque, nel linguaggio di Tommaso, la ragione naturale; giacchè quest’ultima non si fonda soltanto sull’evidenza dei principi “logici” e del “principio di non contraddizione”, ma anche sull’”evidenza” di quella diversa forma di principio che consiste nel mostrarsi, manifestarsi delle cose. Nel linguaggio moderno, ciò che incomincia a manifestarsi nelle cose umane viene chiamato “verità storica”. Per la Chiesa Cattolica, che il contenuto della fede sia rivelato da Dio è una “verità storica”.

samuele.
viandanteinattuale is offline  
Vecchio 02-09-2003, 17.20.26   #2
visechi
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Benvenuto!

Citazione:
Con le proprie forze la “ragione naturale” non è capace di conoscere le verità soprannaturali della fede. La verità di fede non è una verità di ragione.
Accidenti! Ci voleva!
Condivido totalmente quest'affermazione. Ho sempre pensato anch'io che la ragione umana non potesse essere in condizione, per sua natura, di conseguire la Verità ultima. Ho sempre ritenuto che l'uomo, essere limitato, potesse solo arrivare a speculare fino ad un certo limite rispetto alla Verità. Oltre questo limite, necessariamente, il pensiero umano (capacità razionale) deve arrendersi all'evidenza di essere il prodotto naturale della mente di un essere imperfetto, che qualora dovesse mai giungere a conseguire il risultato ultimo, lo posizionerebbe ad un livello divino, annullando così di fatto l'imperfezione insista nella natura umana, e sostenere questo sarebbe, a mio avviso, un po’ come sostenere l'inesistenza di un Dio Creatore altro rispetto all'umanità, cioè negare tout-court l'essenza stessa della dottrina Cristiana.
Immagino che le capacità raziocinanti siano in condizione di condurre l'uomo in prossimità di un margine invalicabile e che l'ulteriore passo, quello definitivo, possa essere compiuto solo attraverso un atto di fede (non bieca fede cieca, ma sorretta dalla ragione naturale che compie una considerevole parte del percorso complessivo). Ma ragionare su queste cose porta a considerare se questo atto di fede sia da porre in relazione all'essenza ultima del messaggio divino o piuttosto a quanto di questo messaggio (supposto) ci è stato trasferito nel corso della storia. Mi spiego meglio.

Citazione:
L’apostolo Paolo afferma che la fede può sorgere nell’uomo solo se si ascolta qualcuno parlare di ciò che in essa è contenuto: fides ex auditu

L’”esser vero” significa manifestarsi. La parola di Dio, attraverso Cristo, si presenta all’udito dell’uomo e si presenta mostrando di essere la parola di Dio.
La parola di Dio è Verità… nulla questio; la Verità è resa palese all'uomo - manifestata - attraverso il suo pronunciamento, anche in questo caso non avrei grosse obiezioni da muovere; essa è 'acquisita' (scusa il termine, forse non rende sufficientemente bene l'idea) come Vera attraverso la sua audizione. L'uomo è partecipe di questa Verità udendone parlare (fides ex auditu), potrei, anche in questo caso, sottoscrivere pacificamente. Ovvio arguire che la fede s'infonde nell'uomo solo nel caso si verifichi la condizione imprenscindibile che vi sia un incontro fra chi è destinatario del messaggio (l'umanità) e chi è deputato a trasferirlo; mi pare anche di ricordare che vi sia sulla terra un 'Ente', un'Istituzione (scusa di nuovo i termini) deputata a trasmettere il genuino messaggio divino agli uomini, mi pare di ricordare che questa Istituzione sia la Chiesa, intesa non solo come istituzione Cattolica, ma come insieme di predicatori appartenenti alle diverse confessioni che del Cristianesimo sono parte integrante. Questo, perlomeno, sarebbe (nota il condizionale, io non ci credo troppo) l'eredità che Gesù ha lasciato col suo passaggio.
Ovvio che un messaggio tanto pregnante, anche complesso, non tanto a livello razionale, quanto piuttosto 'emozionale' (limitatezza espressiva, anche in questo caso), in parte o interamente già Scritto (Sacre Scritture), debba essere trasmesso all'auditorio, attraverso una retta interpretazione, nella sua più genuina essenza, senza travisamenti. Non essendo concesso all'umanità di percepire in presa diretta la 'Voce' del Creatore, sarebbe troppo semplice, è ovvio che la trasmissione e la manifestazione della Volontà divina avvenga in maniera mediata, attraverso chi di questo messaggio è stato eletto come testimone.
Il messaggio divino è trasmesso agli uomini attraverso la parola interpretativa che gli uomini stessi hanno espresso ed esprimono. Ma siamo partiti dal presupposto che l'uomo è un essere limitato ed imperfetto, non mi parrebbe un azzardo arguire che anche l'interpretazione e la sua trasmissione possa essere avvenuta in maniera artefatta e/o distorta.
In sintesi, ho la sensazione che la parola di Dio, resa palese per mezzo della parola ed interpretazione di altri uomini, possa essere stata oggetto, nel corso della storia, di distorsioni, e che non ci sia stata trasmessa nella sua genuinità, donde, ne deriverebbe che anche la sua audizione da parte degli uomini sia conseguentemente distorta, per cui anche la fede 'udita' sia figlia di questo peccato originale. Poco rileva, quindi, argomentare che, sovente, chi la ode non la riconosce; forse non la si riconosce perché non è giunta nella sua genuinità. Potremmo dunque trovarci al cospetto non tanto di una 'verità storica, ma piuttosto di una 'distorsione storica'.
Può essere?

Ciao
visechi is offline  
Vecchio 11-09-2003, 19.27.34   #3
SonoGiorgio
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Data registrazione: 15-02-2003
Messaggi: 453
Viandanteinattuale ho letto con estrema attenzione quanto hai scritto, ma non ho ben compreso quale sia la tua conclusione. Potresti spiegarmelo in modo un pò più alla mia portata?
grazie
giorgio
SonoGiorgio is offline  
Vecchio 13-09-2003, 12.30.13   #4
Mary
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Ci sono milioni di cristiani in questo momento sparsi per il mondo, già divisi in cattolici, protestanti, ortodossi....... Gesù avrebbe voluto tutto questo?! E si sono divisi perché non condividevano i dettagli.

Un individuo che si definisce cristiano in verità non si domanda minimamente se sta seguendo le orme di Cristo.
Trastullarsi con le parole è compito degli storici non certo di un seguace di Gesù.

Chi vuole seguire l'insegnamento di Cristo deve scrivere su di un foglietto di carta e poi leggerlo ogni giorno solo queste parole: ama dio, ama il prossimo, ama te stesso.
Tutto il resto sono solo foglie secche che appartengono alla terra.

Dissertare sul cristianesimo equivale ad un telecronista che parla dei giocatori in campo.

Forse sono uscita fuori argomento, ma quando sento parlare di cristianesimo non posso fare a meno di provare una grande tristezza per quel che ne è stato fatto del messaggio di Cristo.

Ciao
Mary
Mary is offline  
Vecchio 22-09-2003, 23.02.47   #5
giovì
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Data registrazione: 22-09-2003
Messaggi: 9
La verità di fede non è una verità di ragione.


assolutamente no!
Sappiamo tutti che solo grazie ai miracoli (addirittura la resurrezione di egli stesso) il cristianesimo ha vinto fino a qualche tempo fa e soprattutto grazie ai miracoli che i discepoli facevano in nome di Gesù per avvicinare le persone al cristianesimo.
Oggi non c'è più nessuno con tanta fede da fare miracoli ed è per questo che il cristianesimo è fallito o per meglio dire è cambiato.
Solo se viene il tanto atteso dai cristiani e cioè Cristo può rinascere perchè sicuramente(se viene) farà miracoli più grandi di Gesù stesso; e già......... Gesù e Cristo sono due persone differenti accomunati però dallo Spirito Santo.
Gesù infatti è il figlio della Vergine e Cristo è il figlio dell'uomo, cioè, uno di noi; potrei essere pure io.
Se fossi io Cristo per prima cosa farei dei miracoli portentosi per riprendere i fedeli e poi ordinerei alle trombe d'aria di andare di quà e di là soprattutto dove sarebbero i miei nemici.
E cosa direi ai cristiani?
che sono dei malati!
Vogliono seguire Gesù con Matteo e sono falsi, vogliono seguire Gesù con Marco e sono falsi e infine vogliono seguire Luca per il danaro e sono falsi lo stesso, e già........ sono falsi lo stesso.





giovì

Ultima modifica di giovì : 22-09-2003 alle ore 23.06.18.
giovì is offline  
Vecchio 23-09-2003, 21.27.23   #6
Mary
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Giovì, non credo che Gesù possa ritornare sulla terra e dire: "Gente, io sono Gesù. Sono ritornato per dirvi che qualche cosina l'avete pure sbagliata! Guardate che non era proprio così che dovevate comportarvi per essere miei discepoli."

I primi a tirargli sassi addosso sarebbero proprio i cristiani. Griderebbero allo scandalo! Come si permette un tipo qualunque dire che è Gesù!!!!!
In quanto ai miracoli anche se ne facesse una decina al giorno, verrebbe subito esaminato, contrastato, criticato, deriso. Direbbero che occorre solo trovare dove sta il trucco.
Comincerebbero a dubitare del loro pensieo solo alla sua morte e dovrebbe avvenire in modo cruento e doloroso per essere creduto.
E dopo?! tornerebbero i farisei di sempre.

Niente miracoli, niente roba sbalorditiva, che basta la vita stessa ad essere uno sbalorditivo miracolo.

Basta la personale ricerca della verità per ritrovare Dio.

Se ciascun cristiano smettesse di essere cristiano ma divenisse il Cristo, il mondo inizierebbe ad essere diverso.

Ciao
Mary
Mary is offline  
Vecchio 24-09-2003, 00.15.21   #7
giovì
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Hai ragione! Cristo troverà tutti contro, ma Cristo non si spaventa per così poco perchè trarrà dal suo arsenale le armi dello sterminio.


Ah........una cosa; sarà pieno di donne perchè è il più bello tra tutti gli uomini............



giovì
giovì is offline  
Vecchio 27-09-2003, 17.13.18   #8
Mary
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hai ragione Giovì.
A chi legge il vangelo non può sfuggire che Gesù si circondava di donne e non tutte pure come un giglio. Andava spesso e volentieri a feste e banchetti. Non imponeva niente a nessuno: neppure la guarigione.

Se tornasse qui in mezzo a noi sarebbe un uomo stupendo. Salvo, anche Lui, ad incavolarsi. Ricordiamo quel che combinò nel tempio. Prese a frustate i commercianti e si comportò come uno di quei vandali che scorazzano anche ai nostri tempi. Certo il motivo era diverso. Ma il comportamento resta violento. Per i commercianti di allora era normale trasformare i tempi in piazze da mercato.
Gesù era uno che andava controcorrente. Oggi potremmo usare il termine, seppure inflazionato, anticonformista. In verità diceva quello che pensava e non sempre, neppure ai nostri giorni, lo si può fare tanto facilmente senza attirarsi le ire di qualcuno.

L'ipocrisia di allora non si è dissolta da quei tempi. Io, oserei dire, che si è perfezionata.

Spero che Gesù torni fra noi anche se avremo qualche difficoltà a riconoscerlo ed apprezzarlo.

Ciao
Mary
Mary is offline  
Vecchio 10-10-2003, 14.49.48   #9
fiore
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rispondendo a Visechi.... penso che qualsiasi verità sia sottoposta a distorsione storica, dove per distorsione ci metto e i progresso e il regresso. Pensa alla scienza, ai paradigmi della scienza che vengono continuamente falsificati... e così si cresce nella conoscenza della verità.
penso anche che la Parola abbia però quel di più, per atto di fede, naturalmente (e qui c'è la libertà) che malgrado le distorsioni storiche continua a parlare attraverso la storia. ciao
fiore is offline  
Vecchio 11-10-2003, 11.45.05   #10
Mary
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x fiore
non credo debba essere usato "l'atto di fede" ma solo l'ascolto dell'eco che la Parola produce dentro di noi.

Dio ci ha lasciato tutto quello che ci serve. A volte è difficile renderse conto. Si va in cerca di totem da adorare.
Gesù non ha detto fate opere di bene, ha detto siate buoni che è ben diverso. Credere per fede non è divenire.
Credere non è frutto della propria esperienza e del proprio essere. Sapere è invece il giusto termine.
Io so è ben diverso da io credo.

Credere, specialmente per fede, comporta una estrema difficoltà di accorgersi dei propri errori.
Anche quelli che mandavano sul rogo le streghe "credevano" di fare il volere di Dio. E la Chiesa Cattolica ci ha messo secoli per fare ammenda dell'ingiustizia subita da Galileo.
La fede è molto pericolosa. Estremamente pericolosa.
La conoscenza attraverso se stessi è cosa ben diversa.

La conoscenza ti porta a modificare immediatamente, o quasi, quando ti accorgi di essere in errore. E senza troppi sensi di colpa.

Ciao
Mary
Mary is offline  

 



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