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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Spirituali |
28-02-2008, 18.05.28 | #592 | |
Ospite di se stesso
Data registrazione: 29-03-2007
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Riferimento: La chiave di tutto
Citazione:
La spiritualità è una trasformazione integrale,olistica,non una morale dei buoni sentimenti,di effetti speciali e visioni estatiche.. Come campo evolutivo umano (perchè questo è) non può non interessarsi della psiche umana e il campo della coscienza ove tutto vi si proietta.. Per questo insisto molto sull'ego (che costruisce un mondo illusorio qual esso già è,,di permanenze inesistenti,di trappole e paure..) e sulla conoscenza di sè... Senza le giuste fondamenta non si osserva un bel nulla. Si può solo disquisire.. |
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28-02-2008, 18.54.48 | #593 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 29-09-2007
Messaggi: 212
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Riferimento: La chiave di tutto
Citazione:
Per capirci. Se mi piacciono le fragole, per me le fragole sono squisite. Che me ne importa di sapere quale particolare neurone viene stimolato dalla papilla gustativa. E quale associazione ideativa mi regala la stimolazione olfattiva del profumo di fragola. Non dubito che possa avere una sua validità scientifica, ma ai fini del piacere di mangiare una fragola, non cambia niente. Mutatis mutandis è la stessa cosa dell'esperienza del satori. E' un'esperienza squisita. Certamente più di una mangiata di fragole. Ma il perché e il percome non aggiungono né tolgono una virgola al fatto. Citazione:
Ma ho anche detto che questa è materia su cui sto ancora indagando. Certamente, non si impone "autorità divina" che pone il suo dazio sia per la realizzione che per la conservazione. L'unica necessità, ora parla strettamente sulla base della mia esperienza, è il totale dominio della volontà sulle pulsioni interiori e ed esteriori. Insomma, non ci può essere un altro padrone a casa tua se non la tua volontà. Non un desiderio, un'aspirazione, una qualsiasi debolezza verso una qualsiasi mania. Quando la mente è totalmente domata, allora si scioglie come un cubo di ghiaccio; da quel momento non farà più male. In seguito ciascuno può riprendere la vita che vuole, ma tutto sarà profondamente cambiato. Mi piace molto il termine "rettificazione" che ho letto di recente. Come vedi si tratta di un percorso pratico dove non esiste riferimento al trascendente. Sono gli effetti che si producono che poi ti ci fanno pensare. Spero di essere stato in grado di esprimere ciò che intendevo dire. Ciao |
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28-02-2008, 20.39.21 | #594 | |
Ospite di se stesso
Data registrazione: 29-03-2007
Messaggi: 2,064
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Riferimento: La chiave di tutto
Citazione:
sarebbe come voler domare un cavallo imbizzarrito. Solo dandogli la possibilità dello "spazio" ,non fugge via,scorazza sin che vuole e poi si arrende..( e non alla "tua" volontà:anche quella è illusione) Questo spazio che si offre è l'osservazione-testimonianza. .. Insomma,per capirci, se fosse la tua volontà a gestire queste pulsioni e movimenti della coscienza,finiresti presto in manicomio. Affidandosi ad una Volontà superiore,ecco che l'Equilibrio si ripristina da se,senza controllo o repressione:è la Legge del Tao,in fondo. Ma è quello che fai anche tu tmusa.. perquanto tu non lo abbia voluto ancora riconoscere... |
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28-02-2008, 23.35.35 | #595 |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
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Riferimento: La chiave di tutto
Caro Visechi, il professorone del quale parli con un quasi disprezzo, e' un nobel per la medicina (neurofisiologia) ed e' citato nell'articolo da me segnalato di Bizzarri che e' oncologo e professore di chimica italiano, contemporaneo.
Di fronte al problema della sofferenza umana , siamo di fronte a qualcuno che qualcosa di concreto lo ha fatto, no? Proprio tu che parli sdegnato e amareggiato dal problema della sofferenza umana......mah Torniamo pero' alla nostra coscienza (sic!) di adepti alla nuova religione .... Per coscienza ordinaria di solito intendiamo lo stato di veglia. E' chiaro che noi ci illudiamo di un certo continuum "fissando" la coscienza nelle percezioni sensoriali (anche gli oggetti mentali, quindi il pensiero rientrano in questo). Una delle osservazioni che sono state fatte ripetutamente da diversi ricercatori negli ultimi 30 anni e' quella di collegare l'EEG alla persona in diversi momenti della giornata e anche nel sonno (con sogni e senza sogni)....e a Yogi in meditazione....in particolare i Lama Tibetani hanno sempre collaborato entusiasticamente, sottoponendosi a queste prove. Ne parla diffusamente Bizzarri nell'articolo segnalato sul guaritore interiore. Nel 2005 al Congresso della Società di Neuroscienze era stato invitato il Dalai Lama...ci fu uno scontro tra fazioni che lo volevano e altre no, alla fine la cosa fu messa al voto e il Dalai Lama fu invitato suo intervento. Inutile dire che li si discuteva di cose che riguardano anche la sofferenza umana come la sclerosi multipla e tante altre patologie. Ma torniamo al nostro EEG e a cosa accade quando uno Yogi come Tmusa si siede in meditazione. Innanzitutto la posizione: Si puo' notare come la colonna (midollo spinale) sia tenuta perfettamente dritta. Questo e' il cervello: Dicevamo che la sensazione di continuita' nello stato di coscienza ordinaria ci e' data dall'identificazione con l'esperienza sensoriale. Qui c'e' una certa attivita' energetica che l'EEG registra con un certo tipo di attivita' elettrica dell'encefalo. (sui vari tipi di attivita' elettrica qui ). In meditazione i sensi vengono ritirati e l'energia, dissipata altrimenti nell'esperienza sensoriale viene convogliata nell'ascolto di dimensioni piu' profonde, diciamo interne ( anche se esterno ed interno in realta non sono affatto separati). Qui l'EEG, come nel sonno, cambia il suo tracciato e con esso si modifica il respiro, l'attivita' cardiovascolare ecc. ecc. I medici che hanno osservato questo processo parlano di una perfetta ottimizzazione di tutto il metabolismo.......e il tracciato dell'EEG non e' lo stesso delle altre forme di rilassamento (sonno, training autogeno, ipnosi ecc.)... [ ora vado a riposare continua] |
29-02-2008, 09.38.08 | #596 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
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Riferimento: La chiave di tutto
Citazione:
Ed ora che hai presentato le credenziali dell’esimio, dimmi, che dovrei fare? Scappellarmi? Contrito, recedere dall’impulso di segnalare falle nel suo teorema? Evitare di proferir verbo al cospetto di sì tanta scienza? Domandar scusa per aver osato sollevar la mano e, imprudentemente, aver rilevato che Eccles, per quanti Nobel possa aver incassato, è avventato nelle sue asserzioni quando tende a suggerire che sia la coscienza a stimolare l’espansione del reticolo neuronale e non viceversa, o se dovesse escludere che i due fenomeni (coscienza e struttura sinaptica) sono talmente interdipendenti che nessuna scienza ha ancora stabilito con certezze quel dei due fenomeni è la causa dell’altro. Sempre che nel rapporto strettissimo che s’instaura fra cervello e mente sia davvero rilevabile un fenomeno causante dell’altro. Eccles dovrebbe sapere, in grazia della Sapienza conferitagli dai suoi approfonditi studi in materia e riconosciutagli dall’attribuzione del Nobel, che la coscienza insorge solo quando la struttura deputata ad ospitarla e farla insorgere ha raggiunto un livello tale di maturazione da consentire che si manifesti, diversamente, non è possibile inferire che nel soggetto siano presenti stati di coscienza, sebbene non siano escludibili a priori – la sua Sapienza dovrebbe saperlo, eppure. Purtroppo, questo è un mio limite, non riesco proprio a farmi abbagliare dal luccichio delle stelle dorate che splendono al sole, e che pretendono di splendere anche quando sono offuscate dal pre-giudizio che innesca un metodo di ricerca viziato in origine (non dico sia il caso dell’esimio, lo dico in generale). UN metodo di ricerca predetto, la cui risposta è già insita nella domanda. Spesso la scienza sovverte la logica che sottende la ricerca, la quale impone che la risposta sia originata dall’interrogazione e conseguita a seguito di una ricerca esente dal pre-giudizio. E’ così che approda alla domanda premessa dalla risposta, e l’approdo, quindi, non è il giusto epilogo del metodo, ma è questo ad essere istituito dalla risposta che s’intende dimostrare. La risposta precede la domanda, la quale ultima appare solo la giustificazione necessitata da quel che si vuol dimostrare. Il resto del tuo post è sì interessante, ma davvero non mi appassiona. Colgo solo l’occasione per far notare che a quanto pare neppure Noor ha alcuna intenzione di adeguarsi alle profonde intuizioni di Eccles. Noor, infatti, in ogni suo intervento non perde occasione per incitare gli interlocutori a trascendere la mente, che, evidentemente, percepisce come un elemento ostativo al conseguimento degli stati di coscienza. Mi pare di rilevare, invece, che il gallonato dottor Eccles, sia convinto che mente e coscienza siano la stessa cosa, che coincidano. Ora, se Eccles ha ragione (non compio un grosso sforzo a ritenere che in questo caso abbia ragione), mi domando come Noor, qualora mente e coscienza fossero il medesimo fenomeno, possa consigliare di trascendere la coscienza (mente) per conseguire lo stato di coscienza che pone come meta ultima del suo percorso… Insomma, sconsolato rilevo che c’è qualcosa che stride. Ciao |
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29-02-2008, 12.33.18 | #597 | ||
Sii cio' che Sei....
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Riferimento: La chiave di tutto
Citazione:
Renderti conto che stai parlando di te stesso, che magari l'avventato nelle sue asserzioni sei proprio tu... Citazione:
Eccles sostiene, che l'uno influenzi l'altro: la mente cosciente di se' e' in grado di influire sui processi neuronali...ma nello stesso tempo essa e' influenzata dall'attivita' di questi.... (Filosoficamente egli e' un dualista!) comunque qui siamo off-topic! |
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29-02-2008, 15.23.19 | #598 | |
Ospite abituale
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Riferimento: La chiave di tutto
Citazione:
E dire che ti avevo messo sull’avviso. Dovresti rileggere con maggior attenzione e spirito critico o d’analisi ciò che inserisci nel forum. Avevo sospettato che di quel che sostiene Eccles ne avessi compreso ben poco, ora me ne dai conferma. Tu ti arroghi il diritto di decidere che Eccles ha voluto affermare altra cosa rispetto a quel che ha scritto. Ti ripropongo il passaggio incriminato: <<la mente trova supporto nel cervello ma non si esaurisce in questo: il mondo delle Idee, che attraverso le sue variazioni discrete forma la realtà del Se' metafisico, interagisce con le strutture nervose e ne influenza sensibilmente le funzioni senza essere da queste "meccanicisticamente" determinata . La coscienza può essere così paragonata ad un “campo”, nel senso che la fisica quantistica annette a questo termine: un campo privo di materia, ma definito in termini di energia e di probabilità. La mente è quel “campo” che rende possibile l’esistenza di un evento materiale, la cui “probabilità” di esistenza sarebbe altrimenti irrisoria.>>. Secondo te cosa intende affermare, quel che sostieni tu, interpretandolo, oppure che le strutture nervose non influenzano “meccanicisticamente” le funzioni della mente, la quale mente, guarda caso, egli ritiene sia perfettamente coincidente con il processo della coscienza? A te l’ardua sentenza! Ciao |
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29-02-2008, 17.08.19 | #599 |
Sii cio' che Sei....
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Riferimento: La chiave di tutto
Visechi ne io ne te abbiamo le conoscenze necessarie per addentrarci nel pensiero di Eccles...non mi interessa questo modo di procedere avventato e superficiale.
In ogni caso i termini in gioco sono tre e non due. Anima (Se' metafisico), mente e cervello. |
29-02-2008, 21.09.05 | #600 | |
Ospite abituale
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Riferimento: La chiave di tutto
Citazione:
La semplice e più che vera constatazione che né io né te abbiamo le conoscenze adeguate per addentrarci nel pensiero di Eccles, non ci esime dal valutare criticamente, ovverosia, con coscienza e con attenzione quel che Eccles scrive e sostiene. Hai ragione, questo modo di procedere – da te inaugurato – è sterile e poco interessante. Pur tuttavia, non riesco proprio ad evitare un’ultima pedante puntualizzazione – davvero sarò l’ultima qualsiasi cosa dovessi replicare -. In tale occasione cercherò di essere il meno scortese e caustico possibile e ne approfitto per domandarti scusa per il tono degli interventi precedenti. Se leggi l’intero estratto del lungo articolo di Eccles – è sufficiente l’estratto da te postato -, ti renderai conto che il contesto non permette d’inferire che i termini in gioco siano tre (mente, cervello e Anima o Sé metafisico) e non solo due (cervello e mente o coscienza o Io o Sé metafisico), utilizzati da Eccles in modo indifferenziato – altra sua lacuna – e come sinonimi per indicare sempre il medesimo fenomeno, cioè la coscienza. <<la mente trova supporto nel cervello ma non si esaurisce in questo: il mondo delle Idee, che attraverso le sue variazioni discrete forma la realtà del Se' metafisico, interagisce con le strutture nervose e ne influenza sensibilmente le funzioni senza essere da queste "meccanicisticamente" determinata . La coscienza può essere così paragonata ad un “campo”, nel senso che la fisica quantistica annette a questo termine: un campo privo di materia, ma definito in termini di energia e di probabilità. La mente è quel “campo” che rende possibile l’esistenza di un evento materiale, la cui “probabilità” di esistenza sarebbe altrimenti irrisoria.>>. Se non la sintassi, se non l’ermeneutica, se neppure la grammatica o l’analisi logica del periodo sono sufficienti per chiarire il significato complessivo del brano, è opportuno rivolgersi, in questo caso, alle norme che sorreggono ed informano la semantica. L’avverbio ‘così’, nel periodo successivo a quello da me evidenziato in azzurro, subito dopo aver asserito che <<il mondo delle Idee, che attraverso le sue variazioni discrete forma la realtà del Se' metafisico, interagisce con le strutture nervose e ne influenza sensibilmente le funzioni senza essere da queste "meccanicisticamente" determinata.>>, assume valore conclusivo del periodo precedente, e risulta essere un avverbio di conseguenza, equivalendo all’avverbio ‘perciò’. Nella prima parte Eccles sviluppa la tesi: il mondo delle Idee, che attraverso le sue variazioni discrete forma la realtà del Se' metafisico, interagisce con le strutture nervose e ne influenza sensibilmente le funzioni senza essere da queste "meccanicisticamente" determinata. Dopo la tesi pone il punto fermo e trae una conclusione. Riprende, infatti, con un nuovo periodo il cui soggetto solo apparentemente è diverso dal primo (il mondo delle idee che forma il Sé metafisico). Parla ora della ‘coscienza’, ma l’avverbio che dà sostanza e contenuto al nuovo apparente soggetto (usato come sinonimo di ‘Sé metafisico’ e di ‘mondo delle Idee’), ovverosia l’avverbio ‘così’, se non fosse intuitivamente legato al periodo precedente, non avrebbe alcun significato; dal punto di vista semantico sarebbe addirittura un suo utilizzo improprio, anche se grammaticalmente e dal punto di vista della sintassi ineccepibile. La frase va letta in quest’unico modo, diversamente il traduttore avrebbe reso un pessimo servizio al pensiero di Eccles, esponendo l’intero articolo che tanto pare ti abbia esaltato al sospetto e al dubbio che sia ricolmo di altri errori di traduzione: <<la mente (coscienza, Sé metafisico, Io, mondo delle Idee) trova supporto nel cervello ma non si esaurisce in questo: il mondo delle Idee (Sé metafisico, coscienza, mente, Io), che attraverso le sue variazioni discrete forma la realtà del Se' metafisico (in quanto forma è anche sua sostanza, quindi mondo delle Idee, Io, coscienza, mente), interagisce con le strutture nervose (cervello, altro unico termine in discussione) e ne influenza sensibilmente le funzioni senza essere (chi o cosa se non la coscienza, Io, mondo delle Idee, Sé metafisico, mente?) da queste "meccanicisticamente" determinata. La coscienza (Mondo delle Idee, Sé metafisico, Io, coscienza, mente) può essere così paragonata ad un “campo”, nel senso che la fisica quantistica annette a questo termine: un campo privo di materia, ma definito in termini di energia e di probabilità. La mente (coscienza, Mondo delle Idee, Sé metafisico, Io) è quel “campo” che rende possibile l’esistenza di un evento materiale, la cui “probabilità” di esistenza sarebbe altrimenti irrisoria.>>. Credo che abbia agito così, cioè utilizzare nella medesima accezione semantica diversi vocaboli, forse per evitare fastidiose ripetizioni… oltre ad essere un eminentissimo scienziato, il Nobel lo attesta, che sia anche un purista della sua lingua? Ciao |
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