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Vecchio 05-01-2008, 11.33.45   #201
atisha
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Data registrazione: 17-03-2003
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Riferimento: La chiave di tutto

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Originalmente inviato da daniele tolu
Il tuo livello di consapevolezza é ottimale(secondo il mio punto di vista),hai avuto delle ottime esperienze di notevole intensità che hanno risvegliato l'intuito,utile per trascendere la "discriminazione".Per quanto tempo hai tenuto uno stato di beatitudine?normalmente si riesce a starci per qualke minuto....tu?

scusa se mi permetto.. ma quel "normalmente si riesce a starci per qualke minuto", non pensi sia un po' azzardato?
c'è una "normalità" dunque?

stai secondo me incasellando uno "stato di beatitudine".. un "dono" della coscienza..
tale stato può perdurare anche tutta la vita in frammenti di beatitudine ..o rendersi di colpo cosciente.. e perdere la cosiddetta "beatitudine"..

tutto accade quando non ci sono più ostacoli a quell'accadere.. quando non vi è più attaccamento ed incasellamento di alcun genere..
quando cessa lo sforzo e la tensione..
ed anche il ricordo dei frammenti stessi..

un saluto
atisha is offline  
Vecchio 05-01-2008, 12.19.52   #202
daniele75
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Data registrazione: 12-10-2007
Messaggi: 127
Riferimento: La chiave di tutto

Citazione:
Originalmente inviato da atisha
scusa se mi permetto.. ma quel "normalmente si riesce a starci per qualke minuto", non pensi sia un po' azzardato?
c'è una "normalità" dunque?

stai secondo me incasellando uno "stato di beatitudine".. un "dono" della coscienza..
tale stato può perdurare anche tutta la vita in frammenti di beatitudine ..o rendersi di colpo cosciente.. e perdere la cosiddetta "beatitudine"..

tutto accade quando non ci sono più ostacoli a quell'accadere.. quando non vi è più attaccamento ed incasellamento di alcun genere..
quando cessa lo sforzo e la tensione..
ed anche il ricordo dei frammenti stessi..

un saluto
ovviamente atisha.....ma penso che Tmusa abbia intuito cosa gli chiedo.
Ho dovuto schematizzare e dargli una definizione illusoria per comodità d'uso (del linguaggio) il mio scrivere é molto limitato purtroppo...
Attendo risposta da tmusa...
daniele75 is offline  
Vecchio 05-01-2008, 13.21.09   #203
fallible
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Salve e buon giorno!
era da un pò che avrei voluto aprire una discussione su "estasi (stato estatico) e quotidianetà" colgo lo spunto offertomi dall'amico tsuma che ha così ben esposto un "suo" problema ; come coniugare il Satori con il vivere quotidiano.

Tempo fà anche io ho vissuto questo "problema" ma poi ho visto che è fallible (claudio) che si pone il problema è quello che viene chiamato:vibhavatrsna o «desiderio di non essere». Ho imparato a vivere l'azione con la consapevolezza che è manifestazione dell'E',ed è quello il "luogo" dove "IO sono" claudio

Da wikipedia
Samudaya: "esiste un'origine della sofferenza esistenziale"
La sofferenza esistenziale non è colpa del mondo, né del fato o di una divinità; né avviene per caso. Ha origine dentro di noi, dalla ricerca della felicità in ciò che è transitorio, spinti dal desiderio (trsna, in pali: «tanha» o «brama») per ciò che non è soddisfacente. Si manifesta nelle tre forme di kamatrsna o «desiderio di oggetti sensuali»; bhavatrsna o «desiderio di essere»
; vibhavatrsna o «desiderio di non essere».
fallible is offline  
Vecchio 05-01-2008, 13.25.23   #204
RAPHAEL
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Messaggi: 55
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Originalmente inviato da Da Wikipedia
Dopo un periodo passato sill'Himalaya ritornò presso la sua famiglia a Bombai dove per il resto della sua vita continuò a fare il tabaccaio (vendendo bidi, cioè sigarette di foglie arrotolate) e dispensando i suoi insegnamenti presso la sua casa.

Il Tabaccaio che era un coltivatore coi fiocchi, praticava mantraiana per diverse ore al giorno. Nella sua casa teneva giornalmente 5 bahjans + satsang & meditations. Dimmi quanto tempo gli rimaneva per fare i bidi. Probabilmente aveva un commesso. Nella mia vita non o mai incontrato un serio coltivatore dello spirito che lavora 8 ore al giorno. Il lavoro interiore serio richiede tempo. Molto tempo. Ideale sarebbe non lavorare affatto.
Om Nama shivaja R.C.
RAPHAEL is offline  
Vecchio 05-01-2008, 16.19.11   #205
Flow
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Mollare definitivamente il lavoro e' una vera e propria catastrofe per l'identita'.
Il non-lavorare e' come il desiderio di non-essere e puo' diventare di per se un lavoro piu' faticoso del lavoro stesso.

Ci si mette nei guai a non lavorare piu', allo stesso tempo non c'e' niente in me che mi dice che dovrei farlo, e questo niente non puo' essere riconosciuto da nessuno, nel momento invece che cerco una conferma, un riconoscimento, mi metto nei guai, risorge un senso di identita' che e' del tutto impotente e inadeguato a fronteggiare il proprio diritto di libero arbitrio.

Tutto affluisce in me e mi attraversa, difficile da conciliare in un ambiente di lavoro dove lo sforzo deve essere sempre riconosciuto.

Ed e' questo il vero lavoro. la vera fatica, riconoscere continuamente quello che non c'e' e non c'e' mai stato, questo vuol dire che non posso nemmeno mettermi contro, ribellarmi, che fare allora ? Nessuno puo' venirmi in aiuto, ne' la mia compagna ne' i miei genitori, ne' i Guru, nemmeno Dio puo' venirmi incontro, sono la stessa impossibilita' di aiuto, e' l'impossibilita' del mare di affogare.

E' difficile bleffare fuori dal meccanismo del lavoro..
Flow is offline  
Vecchio 05-01-2008, 17.08.24   #206
atisha
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Citazione:
Originalmente inviato da RAPHAEL
Il Tabaccaio che era un coltivatore coi fiocchi, praticava mantraiana per diverse ore al giorno. Nella sua casa teneva giornalmente 5 bahjans + satsang & meditations. Dimmi quanto tempo gli rimaneva per fare i bidi. Probabilmente aveva un commesso. Nella mia vita non o mai incontrato un serio coltivatore dello spirito che lavora 8 ore al giorno. Il lavoro interiore serio richiede tempo. Molto tempo. Ideale sarebbe non lavorare affatto.
Om Nama shivaja R.C.

infatti se non erro, dopo l'illuminazione si ritirò e lasciò i figli a "governare" la tabaccheria..

penso che è un problema per molti prematuro.. e che al momento buono si risolverà da sè..
penso ancora che il punto non è quante ore di meditazione uno faccia al giorno o altro..
ma quanto riesce a restare connesso con tutto ciò che "concentra" l'attenzione sulla propria ricerca e sulla spiritualità..
anche restare qui "connessi" è quel qualcosa che agevola..
(anche se a detta di molti miscredenti iperaffaccendati è tutto un perditempo il nostro.. )

condivido che l'ideale sarebbe non lavorare affatto..
atisha is offline  
Vecchio 05-01-2008, 17.12.51   #207
RAPHAEL
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Mollare???

Non e' una scelta. E' un processo naturale. Si viene scelti. Hare R.C.
RAPHAEL is offline  
Vecchio 05-01-2008, 17.22.48   #208
andre2
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Citazione:
Originalmente inviato da tmusa
Il risveglio quando avviene produce uno sconvolgimento radicale del proprio essere. Si vive in un attimo qualcosa di assolutamente unico ed inateso, non mi voglio dilungare sugli effetti, perché li ho già descritti. Ma che cosa accade dopo? Accade di precipitare in uno stato di angoscia e di smarrimento, perché una cosa è leggerle certe cose, o studiarle o nutrirne una blanda curiosità; altra cosa è averne una penetrazione diretta.
Da quel momento non vivi più che nel tentativo di riappropriarti di quella luce; ma, come è stato ampiamente detto da molti amici, più si aprono gli occhi per vedere è più la cataratta si ispessisce, più il desiderio arde più più si alimenta la mania. In breve ti accorgi di essere in un circolo vizioso senza vie d'uscita.
E questo aumenta l'angoscia, l'ansia, la depressione e sofferenze di ogni tipo. Perché chi, avendo avuto la visione di Dio, saprebbe più rinunciarvi?
affermi di aver avuto l'insight (illuminazione), condizione temporanea e poi, almeno nei primi tempi almeno, vivevi nell'ansia, nel tormento, nel desiderio, di tornare a questa condizione.

Citazione:
Piano, piano, dopo infiniti errori e tentativi impari che più chiudi gli occhi e meglio ci vedi, e allora le cose seguono un percorso meno accidentato.
qui convieni a quanto conosco, ovvero il desiderio, anche spirituale, è un ostacolo al risveglio. ma tu a quanto descrivi, l'hai sormontato.
oppure, più che desiderio, quello che descrivi è comprendere che quella condizione (illuminazione, risveglio...), è la cosa vera, la vera vita e la frustrazione, almeno iniziale, è dovuta al non poterla vivere costantemente....

Citazione:
La comprensione intellettuale in genere prelude all'intuizione. Non esiste caratterialità, perché noi siamo ciò che vogliamo essere.

beh, ciò che siamo non dipende solo dalla nostra volontà. siamo un co-prodotto, no?


Citazione:
Sta nella Volontà la nostra vera natura, illuminandone la sua purezza, noi la raggiungiamo.
questo è un punto che continua a contraddire la possibilità di risveglio, ovvero il "volere" (volontà, quindi desiderio...). ma forse intendi per volontà l'aver compreso fino in fondo che l'unica vita è quella là (condizione di illuminazione). e per essa c'è un attrazione fortissima, come se un corpo viene diviso e si rende conto che per vivere deve riunirsi necessariamente, ineluttabilmente, con l'altra metà
quindi qualcosa che trascende la volontà, il desiderio.

cos'è che ti ha fatto partire per questa strada?
andre2 is offline  
Vecchio 05-01-2008, 17.32.30   #209
atisha
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Originalmente inviato da Flow
che fare allora ? Nessuno puo' venirmi in aiuto, ne' la mia compagna ne' i miei genitori, ne' i Guru, nemmeno Dio puo' venirmi incontro, sono la stessa impossibilita' di aiuto, e' l'impossibilita' del mare di affogare.

farai quello che hanno fatto tutti...
nessuno può venirti incontro..
solo Tu puoi incontrarti e metterti in una direzione.. naturale..

(è tutto il resto che può affogare)
atisha is offline  
Vecchio 05-01-2008, 17.44.21   #210
Noor
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Originalmente inviato da atisha
condivido che l'ideale sarebbe non lavorare affatto..
Condivido e senza tante paranoie..
Noor is offline  

 



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