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18-04-2008, 10.38.54 | #1112 | |
Ospite di se stesso
Data registrazione: 29-03-2007
Messaggi: 2,064
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Riferimento: La chiave di tutto
Citazione:
Ora vedo solo un rilassarsi...senza trattenere nulla... senza aspirare a nulla.. come un ruscello che da monte scende a valle per natural pendenza.. (e quindi cosa può tornare indietro?) |
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19-04-2008, 21.25.15 | #1113 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 29-09-2007
Messaggi: 212
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Riferimento: La chiave di tutto
Citazione:
C'è in qualche modo una mutua interrelazione tra Dio e l'uomo, come se ciascuno avesse bisogno dell'altro, ma non riesco a penetrare a fondo la natura di questo dilemma. Per il momento accontentiamoci di quanto ci dice San Tommaso d'Aquino Veritas est adequatio rei et intellectus. Cioè intelletto e natura si compenetrano. Alla seconda domanda direi di si. La maturazione spirituale produce degli effetti anche sul piano intellettuale. Oltre che nei comportamenti personali e nelle relazioni umane. Si sa che l'acutezza intellettuale viene disturbata dall'emotività. Quando si è agitati si ragiona male; la meditazione insegna le tecniche della tranquillizzazione e della pacificazione delle ansie; si impara a sciogliere le tensioni che si somatizzano in qualche nostro distretto corporeo; questo ci porta ad essere sempre presenti a noi stessi nelle varie circostanze in cui siamo chiamati ad esprimere un giudizio. Allora in un contesto problematico, si è certamente di aiuto agli altri con un giudizio che tu definisci " in modo superiore", forse dovremmo dire che la nostra mente fluisce in modo più naturale e per questo funziona meglio. Anche di questo scriverò ancora. |
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20-04-2008, 00.09.36 | #1114 | ||
Moderatore
Data registrazione: 16-10-2003
Messaggi: 1,503
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Riferimento: La chiave di tutto
Citazione:
Citazione:
Ma in questa vita, visto che non sappiamo dove stiamo andando, come possiamo valutare l'efficacia del nostro aiuto ad altri? E' dura da mandar giù ma........siamo senza segnali stradali caro Tmusa! Tengo a precisarti, Tmusa, che provo una certa simpatia per il tuo modo di fare: schietto, senza fronzoli, straordinariamente chiaro e diretto al cuore del problema. E apprezzo tantissimo lo sforzo di condivisione che fai. E sono anche convinto che molti possano trarre giovamento dalle tue parole. E' dunque per questi motivi che ti parlo con una sincerità che la mia sensibilità non esita a definire brutale. Sperando ma veramente sperando di poterti essere, in qualche modo, utile. Ed essendo abbastanza convinto che pur non suscitandoti una immediata e naturale simpatia, saprai comprendere il mio, questo sì, del tutto disinteressato intento. |
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20-04-2008, 20.45.43 | #1115 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 29-09-2007
Messaggi: 212
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Riferimento: La chiave di tutto
Citazione:
Ma qui va aggiunta una cosa. Difficile da credere. Le risposte non sono farina del mio sacco, esse giungono per intuizione, sono frutto di forme di cognizione spontanea che si producono in certi momenti, nelle fasi di introspezione pura o di meditazione profonda. Quindi non sono io che ti risponde. Qualcuno lo fa per me. Come lo farebbe per chiunque fosse in grado di interrogarlo. Ma venendo ai quesiti "da dove veniamo, dove andiamo, perchè siamo qui?" ecco la risposta. Sia la tradizione occidentale che quella orientale tende a rifuggire a simili quesiti: Dante scrive "state contenti umana gente al quia"; il Buddha disse più o meno che questo tipo di domande non sono utili, non menano al distacco. perché? Il motivo è semplice. Bisogna risalire ad un ragionamento che facevo qualche giorno fa. Ci sono due forme di comprensione: quella logica relativistica; e quella intuitiva assoluta. Nella comprensione logico relativistica si dice che l'intelletto è scisso, la comprensione è duale e, come signore di tutte le cose domina Polemos. Strumento principe di questa logica è il linguaggio il quale è ambiguo per definizione. Data la natura duale di questa forma di cognizione il germe della conflittualità traligna in ogni parola, in ogni concetto, in ogni ragionamento che si pone in essere. Questo è intrinseco e connaturato alla coscenza basata sul fattore logico, chiunque ne rimane invischiato, io stesso naturalmente non faccio eccezione. Questa forma di coscienza intellettiva che abbiamo detto essere duale procede per opposti: c'è un io e un non io; c'è un me ed un altro da me; c'è un corpo e un mondo esterno; c'è un nascere ed un morire; c'è un luogo di provenienza e un luogo di destinazione; in altre parole ci sono le categorie del tempo e dello spazio. Ora tutto questo che ho citato sono i concetti chiave, i mattoni costitutivi della logica relativistica: sono cioè dei concetti. Sono delle forme di pensiero utili e strumentali al funzionamento della logica appunto detta concettuale. Sono importanti, importantissimi per avere capacità di azione in quel dominio, ma assolutamente convenzionali, fittizi, visionari. Come per esempio il concetto di "variabile" nel linguaggio informatico, è fondamentale appropriarsene e possederlo se si vuole scrivere un programma; è indispensabile in quel dominio, ma è puramente convenzionale, non ha sostanza. Tutto questo ragionamento appare chiarissimo quando si passa all'esperienza cognitiva della comprensione assoluta che, sicome trascende l'ordine logico e non utilizza l'intelletto razionale e non usa i concetti, si definisce come "spirituale". In questo dominio cognitivo, quelle domande che facevi sono prive di senso, perché? Perché qui la comprensione non è duale ma è istantanea, simultanea, olistica e assoluta. Non essendoci i concetti, non esistono neanche le categorie di tempo e di spazio. Allora se chiedi da dove veniamo, la risposta è da nessuna parte, perché noi siamo qui da sempre; e non andiamo in nessun luogo perché anche l'altrove è un concetto, e non avendo più concetti ad infastidirci siamo nell'infinito qui. Alla domanda: perché siamo qui, la risposta sarebbe, qui non c'è nessuno, perché anche la persona, l'io, il senso corporeo, l'individualità, lo stato sociale ecc. ecc. anche queste sono solo concettualizzazioni, una volta eradicati, non c'è nessuno a preoccuparsi, a porsi domande, e a nutrire dubbi. Allora, per concludere, la natura di quei quesiti che ponevi è filosofica, quindi appartiene al regno della logica concettuale, in questo dominio ogni filosofo dice la sua: e la verità non c'è, o meglio, è quella che vogliamo credere. Nella comprensione spirituale questo tipo di quesiti si risolvono da soli. Svaporano come tutto il velo di maja intessuto con tutte le nostre soffocanti concettualizzazioni. Ancora una volta, la soluzione, quindi la chiave di tutto, sta nell'attingere a quell'esperienza di intuizione profonda che va sotto il nome di Illuminazione. Spero di averti dato una risposta soddisfacente. Ciao |
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21-04-2008, 03.40.38 | #1116 |
Ospite abituale
Data registrazione: 16-03-2008
Messaggi: 101
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Riferimento: La chiave di tutto
Sapete quale è lo scopo del diavolo? allontanare le anime dalla verità.
Tenerle a bada , distraendole, confondendole, spaventandole. Chi di voi vorrebbe fare la fine di Gesù così come descritto da Mel Gibson? Chi di voi è attratto da una vita senza tempo e senza spazio? Nessuno. Siccome io voglio essere felice,so che per me questo implica amore,salute, famiglia,benessere,creatività, amici e sesso dove il corpo la mente ed il cuore si completano. Sono semplice e voglio cose semplici.La verità è il massimo della semplicità. La via più breve e senza sprechi per ottenere il tutto. L'illuminazione deve portare a questo. |
21-04-2008, 09.01.42 | #1117 | |
Ospite di se stesso
Data registrazione: 29-03-2007
Messaggi: 2,064
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Riferimento: La chiave di tutto
Citazione:
Salute,benessere,amici,sesso.. nel modo più semplice e breve...la voglia di tutto questo è ancora ego,bene che almeno tu lo sappia robby.. Cosa c'entra tutto questo con la semplicità? La semplicità è non volere più nulla che "questo": nessun desiderio,ambizione,scopi .. E tutto è..Vita. PS Perchè mai dover fare la fine di Gesù sulla croce:fa parte delle tue paure-proiezioni forse? Senza spazio nè tempo?E' un'attrazione spontanea del sè,anzi fatale! |
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21-04-2008, 09.27.01 | #1118 | |
Moderatore
Data registrazione: 16-10-2003
Messaggi: 1,503
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Riferimento: La chiave di tutto
Citazione:
Devo tuttavia riconoscere che hai profuso uno sforzo degno di un vero fratello. Quello che scrivi denota, ancora una volta, una sorta di fuga dalla realtà. Certamente una realtà che a molti di noi va stretta: pesante, ingenerosa, dura come il granito. E anche un pò meschina. Insomma un vero canile........ Quello che non posso trascurare è che anche io sono un cane. E tutti quelli che conosco. Non ci siamo ancora conosciuti de visu amico Tmusa ma........... la logica ed il buon senso mi dicono che anche tu......sì anche tu sei un c... Ahimè, tutti lo siamo! E continuo a pensare che la via giusta (ammesso che una via esista) non sia sfuggire a questo canile. Ma vivere al meglio ciò che ci viene incontro. Gli eventi che ci sono riservati. Dando una mano, laddove sia possibile, secondo coscienza. Allo stesso tempo, lungi da me, la volontà di trascurare quella che è l'attività (a mio giudizio) più nobile che esista: la ricerca di Dio, del (vero) bene proprio e degli altri. Come vedi, ho parlato solo di dualità. Il mondo che mi è stato dato. Cercarne un altro non può non sembrarmi una fuga. |
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21-04-2008, 10.18.02 | #1119 | |
Perfettamente imperfetto
Data registrazione: 23-11-2003
Messaggi: 1,733
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Riferimento: La chiave di tutto
Citazione:
Attenzione: perchè in quel "io voglio..." c'è il seme dell'oscurità, della presunzione... egoica, destinata ineluttabilmente alla caduta. Da quel " io voglio..." ne esce la inevitabile "cacciata" del Paradiso - stato di Coscienza accettante e consapevole - il quale invece trova la sua massima rivelazione nell'offrirsi totalmente al "Sia fatta la Tua Volontà". Si è felici in maniera duratura solo quando si smette di volere... è si accetta... il ciò che è. Solo così l'ego perde tutto il suo potere e il Divino illumina l'agire, spontaneo e naturale. Con "io voglio..." si incontra necessariamente il conflitto con "l'io voglio dell'altro. La pace e la felicità non stanno nell'ottenere ciò che si vuole, anche se semplice, ma nel "volere" ciò che si è ottenuto. La verità è il ciò che è, il quale non è nè semplice nè complicato ma semplicemente cio che è: ovvero il Volere Divino. E questo è sempre qui ed ora, piaccia o non piaccia. |
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21-04-2008, 10.27.06 | #1120 | |
Ospite pianeta Terra
Data registrazione: 17-03-2003
Messaggi: 3,020
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Riferimento: La chiave di tutto
Citazione:
L'illuminazione NON porta a questo. La strada (come ti ho già scritto altrove).. è altra.. la parola Spiritualità non è voler ottenere semplicemente tutto.. lì c'è ancora un ego che si erge a "padrone".. la parola Spiritualità è innanzitutto conservare la propria innocenza... e divenire "padroni" sul senso dell'ego che "vuole essere felice.. vuole tutto sesso e famiglia, salute, creatività" ecc... la Spiritualità significa incrinare la divisione tra corpo e spirito che avviene nella mente (ego).. ed incrinare il falso guscio del falso sè (ego) permettendo così la vera "guarigione".. C'è qualcosa che stride dentro le tue parole.. una erronea comprensione della parola illuminazione.. una riconnessione con il falso sè sotto altre chiavi apparentemente "spirituali".. e per me quello è il "diavolo" di cui parli.. quello che seda l'ego ma non Ciò che guarisce... Il diavolo che tu sfuggi è la tua stessa dimenticanza.. è il personaggio "ferito" che si vuole riscattare (a modo suo).. ma ancora personaggio è.. parte di quell'ego che vuole "semplificare" tutto un viaggio interiore.. quel personaggio che si affaccia solo nel terreno, che viaggia in circolare e non ANCHE in verticale.. e così facendo mai potrà elevarsi rispetto a ciò che non ha mai incontrato.. Il diavolo è la mente.. il creatore di questo tuo dolore.. ma sapendo riconoscerlo diventa anche la tua bellezza, la tua presenza angelica pronta a manifestarsi in ciò che ti sei creato da solo.. Quell'angelo, quella presenza angelica, parafrasando, arriva solo attraverso un tuo gesto di accettazione profonda nel riconoscere la tua mente.. arriva dall'accettazione e dalla compassione che dimostrerai verso la ferita che è dentro e fuori di te.. Coloro che fingono di non aver ferite o di averle sorpassate, sedandole magari con qualche "pensiero" di autosuggestione impartito dalle varie scuolette dell'ultima ora, non potranno mai iniziare un vero Viaggio Spirituale e giungere ad Illuminazione alcuna.. la parola Illuminazione di per sè significa rendere un'azione luminosa, portare chiarore alla falsità dell'ego.. fino a prendere una Visione chiara della realtà.. Ogni ferita va riconosciuta e fatta asciugare all'aria aperta.. non medicata e basta! (per chi vuole capire...) |
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