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29-03-2007, 12.43.45 | #22 | |
Ospite abituale
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Riferimento: La Reicarnazione nella fede dei primi Cristiani
Citazione:
Non c'è nulla di predeterminato invece! ma c'è sempre la possibilità di intraprendere un cammino di consapevolezza , di accettare la propria vita e di amarla senza opporsi con forza e rabbia agli eventi, scegliendo sempre la via del perdono e del lascia che sia........e impegnandosi invece con amore per migliorare la propria e l'altrui vita...... Oggi fra l'altro viviamo in un tempo in cui gli effetti della cause sono immediati, tutto avviene quasi a tamburo battente, un pensiero negativo nei confronti di qualcuno, si ripercuote immediatamente su chi lo pensa....un'azione negativa idem, non c'è più bisogno di attendere soprattutto per chi ha deciso di incamminarsi verso un percorso di consapevolezza.. Per gli altri tutto sembra affidato al caso, alla mala sorte, e si finìsce sempre per recriminare, invidiare chi sta meglio, prendersela con la vita e con il mondo. Quanto alla grazia, essa è a disposizione di chiunque, come la gioia! ma riuscire ad essere gioia è per i maestri! per chi ha compreso chi siamo in realtà! |
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29-03-2007, 13.39.37 | #23 | |
Ospite abituale
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Riferimento: La Reicarnazione nella fede dei primi Cristiani
Citazione:
Caro Lucio ogni persona deve prendersi la responsabilità davanti a Dio è gli uomini e io lo faccio trasmettendo la verità e la verità dice che Dio non è un Dio della dannazione eterna e dell'inferno ma un Dio della misericordia e la legge della reincarnazione va in questo senso. Vedi proprio in questo forum in un'altra sezione si discute del "terrore del Dio che punisce" provocando sofferenze a volte indelebili nella psiche delle persone e questo è il frutto dell'insegnamento della dannazione eterna e dell'inferno eterno inculcato dal clero. Rifletti bene amico perchè ogni persona è responsabile per ciò che insegna davanti a Dio e agli uomini perchè possiamo deviare molti inducendoli alla sofferenza e alla ignoranza. Io davanti a Dio mi prendo la responsabilità di ciò che affermo riguardante la dottrina della Reincarnazione tu dovrai portare la tua responsabiltà davanti a Dio rispetto al tuo insegnameto della dannazione eterna. Si cosciente che questo non è un gioco intellettuale ma possiamo influenzare molte persone e per tanto siamo responsabili secondo la legge che Gesù insegnò e che dice:Ciò che l'uomo semina un giorno lo raccoglierà. Ti auguro di riflettere su queste cose serie. Buone cose per la tua vita. |
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29-03-2007, 13.55.36 | #24 | |
Ospite abituale
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Riferimento: La Reicarnazione nella fede dei primi Cristiani
Citazione:
Caro Hetman ciò che scrivi è un piccolo passo avanti anche se non credi nella possibilità della Reicarnazione e sei contento che Lucio abbia" MESSO IN GUARDIA". Caro Hetman in quardia da che cosa? Dalla Verità? Chi crede e scrive che la legge dall Reincarnazione è demoniaca è solo una persona poca saggia e piena di ignoranza e anche tu mi pare che lo ammetti . Un uomo che cerca la verità non si reca verso uomini poco saggi e non si lasciano influenzare da loro, non ti pare? Buone cose. |
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29-03-2007, 18.23.43 | #25 |
Utente bannato
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Riferimento: La Reicarnazione nella fede dei primi Cristiani
Torino, 29/03/07 (segue dal 28/03) "La reincarnazione secondo il pensiero cristiano" -prima parte-
QUALCUNO HA RISCRITTO LA BIBBIA, CANCELLANDO DEI PASSAGGI CHE PARLAVANO DI REINCARNAZIONE? Alcune persone pensano che la Bibbia abbia potuto contenere molti passaggi che insegnavano la reincarnazione, e che questi furono cancellati durante il quinto concilio ecumenico, tenuto a Costantinopoli nell'anno 533 d.C. Comunque, non esiste alcuna prova che sia mai avvenuta una cosa del genere. I manoscritti esistenti, molti dei quali sicuramente alquanto più antichi del 533 d.C., non sono diversi dai testi che noi usiamo oggi. Esistono inoltre numerosi motivi per credere che il Nuovo Testamento non fu scritto più tardi del primo secolo dopo Cristo, prima della nascita di qualsiasi istituzione religiosa cristiana. Ulteriori informazioni sull'accuratezza dell'attuale testo Biblico sono disponibili in inglese (si veda ad es. Dating the Oldest New Testament Manuscripts, di Peter van Minnen, Duke University) e in italiano (si veda ad es. questo studio). Quando sono stati scritti i Vangeli? Una domanda che di tanto in tanto viene posta dalla gente è: "Se il Nuovo Testamento è stato scritto così tanto tempo dopo la morte di Cristo, come potete avere tanta fiducia nella narrazione della Sua vita?" Nel datare i vangeli, la tendenza di diversi critici è di collocarli dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme (anno 70 dopo Cristo). Spesso si sente affermare che il Nuovo Testamento non è altro che l'espressione dei credi delle prime chiese 50-80 anni dopo la morte di Gesù. Se così fosse, dovremmo constatare l'influenza del pensiero ellenistico sul messaggio del Nuovo Testamento. In realtà, le prove storiche indicano che i libri neotestamentari furono scritti poco tempo dopo la morte di Cristo. Ad esempio, il libro degli Atti, in cui è registrata l'attività missionaria della chiesa primitiva, fu redatto da Luca, scrittore dell'omonimo vangelo. Il libro degli Atti termina con l'apostolo Paolo ancora vivente, a Roma. Questo libro può allora essere stato scritto prima della morte di Paolo, dal momento che gli altri maggiori eventi della sua vita vi sono narrati. Alcune prove indicano che Paolo fu messo a morte durante la persecuzione voluta da Nerone nel 64 d.C., pertanto è probabile che il libro degli Atti sia stato scritto prima di quell'anno. Il vangelo di Luca, essendo stato scritto prima del libro degli Atti, dallo stesso scrittore, dev'essere dunque stato composto tra la fine del 50 e l'inizio del 60 d.C.. La morte di Cristo ebbe luogo intorno all'anno 30 d.C., il che porta la data di composizione del vangelo di Luca al massimo entro 30 anni da quegli eventi. La chiesa primitiva generalmente insegnava che i primi vangeli ad essere stati redatti erano quelli di Marco e di Matteo, il che ci porta ancora più vicini al tempo di Cristo. Questo ci induce a ritenere che i primi tre vangeli furono tutti composti nell'arco di 20-30 anni dal tempo in cui ebbero luogo questi eventi, un periodo in cui gli oppositori dell'epoca erano in vita e potevano facilmente contraddire la loro testimonianza se non fosse stata accurata. Recentemente, lo studioso J. Robinson (un noto teologo liberale) ha evidenziato - in uno studio di 380 pagine e 1300 note conclusive - che la datazione dei libri del Nuovo Testamento risale a molto prima di quanto diversi studiosi odierni pensano. Robinson ha dimostrato che l'intero Nuovo Testamento può essere stato completato prima dell'anno 70 d.C., dunque nel pieno del periodo in cui vivevano gli scrittori dei vangeli. Le prove indicano che i documenti furono scritti a brevissima distanza dagli eventi. Recentemente, un altro studioso, J. W. Wenham, ha pubblicato uno studio dettagliato in cui giunge alle stesse conclusioni di Robinson. Robinson sottolinea che nel Nuovo Testamento non vi è alcun riferimento alle persecuzioni di Nerone nel 64 d.C., né all'uccisione di Giacomo, il fratello di Gesù, nel 62 d.C.; non viene neanche menzionata la rivolta dei Giudei contro i Romani, iniziata nel 66 d.C., né quell'evento catastrofico che fu la distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C.. Con tutta probabilità il Nuovo Testamento è stato completato prima del 70 d.C., forse anche prima del 64 d.C.. Si consideri infatti che la caduta del Tempio di Gerusalemme avrebbe alimentato la predicazione cristiana del messaggio che Gesù sostituiva il sistema sacrificale del Tempio (cfr. Giovanni 1:29, Ebrei 10:11 e segg.), e quindi il Nuovo Testamento avrebbe sicuramente fatto riferimento alla sua distruzione come avvenimento passato, se si fosse già verificata al tempo della stesura. Dall'esame della coerenza interna, inoltre, lo studioso Tresmontant, fa notare come, ad esempio, in Giovanni 5:2 si legge che "a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, c'è [non "c'era", verbo estin in greco] una vasca, chiamata in ebraico Betesda, che ha cinque portici". Non avrebbe avuto senso dire questo se il libro fosse stato redatto dopo la distruzione di Gerusalemme, in quanto essa fu ridotta a un cumulo di pietre come Gesù aveva profetizzato decenni prima (cfr. Marco 13:1-2). Nello studio di Robinson, 60 pagine e qualche centinaio di note sono dedicate alle prove della datazione dei seguenti libri del Nuovo Testamento: 1 Tessalonicesi: anno 45-50 d.C. 2 Tessalonicesi: anno 50-51 1 Corinzi: anno 55 1 Timoteo: anno 55 2 Corinzi: anno 56 Galati: anno 56 Romani: anno 57 Tito: anno 57 Filippesi: anno 58 Colossesi: anno 58 Efesini: anno 58 2 Timoteo: anno 58 Giacomo: 47-48 circa Giuda: 61-62 circa Pietro: 61-62 circa Atti: 57-62 circa 2,3 e 1 Giovanni: periodo 60-65 circa 1 Pietro: anno 65 Marco: tra il 45-60 Matteo: tra il 40-60+ Luca: entro il 57-60+ Giovanni: probab. periodo 40-65+ Tra gli altri studiosi, anche Carsten P. Theide identifica e data i frammenti del Vangelo di Marco (7Q5) intorno all'anno 50 d.C., e stabilisce per gli altri libri una datazione molto simile a quella risultata dagli studi di Robinson. Alle stesse conclusioni sono giunti anche C. Tresmontant, basandosi sull'analisi del linguaggio e sulle prove archeologiche, e successivamente J. Carmignac, filologo e famoso studioso di testi ebraici e dei rotoli del Mar Morto. Orchard e Riley datano Matteo al 43 d.C., mentre Gunther Zuntz, un'autorità internazionale sul mondo ellenico, data Marco a non più tardi del 40 d.C. (dunque prima ancora di quanto sostenuto da Robinson). K.L. Gentry, D. Chilton, e lo stesso Robinson, concludono inoltre che anche l'ultimo dei libri neotestamentari, il libro dell'Apocalisse, sia stato completato prima dell'anno 70 d.C.. La dott.ssa Eta Linnemann, che era stata in passato una critica negativa del Nuovo Testamento sulla scia di Rudolf Bultmann e Ernst Fuchs, ha rinnegato quelle convinzioni e ora esorta i propri lettori a "cestinare" le sue opere precedenti; ha scritto diversi saggi che demoliscono le posizioni dei moderni critici. Ella scrive: "I testimoni oculari (tanto quelli ostili quanto quelli favorevoli) non scomparvero dalla scena in un lampo dopo due decenni. Molti verosimilmente sono sopravvissuti fino alla seconda metà degli anni 70 d.C... Chi in quel periodo avrebbe osato manomettere la 'tradizione primitiva' tanto da renderla irriconoscibile?" Facciamo notare, infine, che molti critici dimenticano che i vangeli non potevano non venire scritti immediatamente dai primi Cristiani. Le prime comunità cristiane, infatti, provenendo dalla "Religione del Libro" (il Giudaismo), non potevano ignorare la necessità di scrivere accuratamente la storia di Gesù per confermarla da un punto di vista autorevole (quello apostolico), per far conoscere il messaggio ad essi affidato da Cristo, e per proteggerlo da false rappresentazioni ad opera di eretici, che esistevano anche al tempo apostolico. Non vi è alcun motivo di credere che solo successivamente qualche discepolo degli apostoli abbia raccolto gli scritti apostolici e prodotto il Nuovo Testamento. Gli apostoli Giovanni e Paolo incoraggiavano i Cristiani a leggere e a diffondere i loro scritti che già circolavano tra le chiese. L'apostolo Pietro scrisse: "So che presto dovrò lasciare questa mia tenda, come il Signore nostro Gesù Cristo mi ha fatto sapere. Ma mi impegnerò affinché dopo la mia partenza abbiate sempre modo di ricordarvi di queste cose. Infatti vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signore Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole abilmente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà" (2 Pietro 1:14-16). Più avanti nella stessa epistola, egli convalida l'opera di Paolo e ne conferma l'uso come Scrittura canonica da parte della chiesa cristiana: "...come anche il nostro caro fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; e questo egli fa in tutte le sue lettere, in cui tratta di questi argomenti. In esse ci sono alcune cose difficili a capirsi, che gli uomini ignoranti e instabili travisano a loro perdizione come anche le altre Scritture" (2 Pietro 3:15,16). Possiamo pertanto concludere che anche dal punto di vista storico la descrizione di Gesù Cristo offerta dai testimoni oculari che hanno scritto i vangeli è affidabile. E noi cristiani abbiamo constatato la verità delle parole del Nuovo Testamento e riconosciamo con l'apostolo che "queste cose sono state scritte affinché crediate che Gesù è il Cristo il Figlio di Dio e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome" (Giovanni 20:31). |
29-03-2007, 18.31.56 | #26 |
Utente bannato
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Riferimento: La Reicarnazione nella fede dei primi Cristiani
Torino, 29/03/07 seconda e ultima parte
Inoltre, se i presunti riferimenti alla reincarnazione fossero stati cancellati, perché allora sono stati lasciati passaggi come quelli che abbiamo visto sopra? E' chiaro, invece, che tutto il testo biblico contraddice l'idea di reincarnazione, sia esplicitamente che implicitamente (si vedano ad esempio 2 Samuele 12,23; 14,14, Giobbe 7,9-10, Salmo 78,39, Matteo 25,31-46, Luca 23,39-43, Atti 17,31, 2 Corinzi 5,1;4;8, Apocalisse 20,11-15). Ecco un chiaro esempio tratto dal Nuovo Testamento: "Come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio, così anche Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a coloro che lo aspettano per la loro salvezza" (Ebrei 9,27-28). L'insegnamento cristiano che si vive una sola volta è biblico oltre ogni ragionevole dubbio, e viene offerto come termine di paragone il fatto che Gesù stesso morì una sola volta per i nostri peccati. Il giudizio che segue dopo la morte non è ovviamente il giudizio di un karma impersonale, ma quello di un Dio personale e onnipotente; l'uomo può entrare nella vita eterna con Lui in cielo, o essere separato da Lui per l'eternità. La reincarnazione è contraria al cuore stesso del Cristianesimo: la necessità del sacrificio espiatorio di Gesù Cristo per i nostri peccati. Se noi esseri umani dobbiamo pagare le conseguenze dei nostri peccati nelle vite future e guadagnarci la salvezza con le nostre capacità, il sacrificio di Gesù diventa inutile e assurdo. Non sarebbe la via per andare al Padre, ma un evento come un altro nella storia. Gesù invece ha detto: "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Giovanni 14,6). SE LA REINCARNAZIONE NON E' VERA, COME SI SPIEGANO I RICORDI DI VITE PRECEDENTI? In un precedente capitolo abbiamo discusso dell'equivalenza tra il rievocare "i ricordi di vite passate" mediante l'ipnosi, e il fenomeno delle personalità multiple. Ma, dicevamo, se si considera la questione da un punto di vista puramente naturalistico, rimane un elemento irrisolto: come sono distribuiti i ruoli delle diverse personalità, chi dirige cioè questo processo? Non può essere casuale. Usando le parole di Wilson, "lo show deve avere un 'direttore'". I parapsicologi tendono ad attribuire il ruolo del "direttore" a delle entità personali esterne, che agiscono attraverso un processo di channeling. L'ipnosi crea delle condizioni perfette per entrare in contatto con queste entità mediante l'abolizione della normale coscienza. Invece di presentare la loro vera identità, tali entità si presentano come personalità rievocate dalle vite precedenti della persona. Fino ad oggi sono stati documentati sufficienti casi di interferenza da parte di spiriti esterni nella produzione di storie di reincarnazione. La maggior parte delle persone che cercano di rievocare tali ricordi non sono consapevoli di queste entità parassite. Quelli che ne sono consci invece le accettano come aiuti preziosi nel processo di ricostruzione dei ricordi. Il solo motivo per accettare i ricordi così ottenuti è la fiducia cieca nella sincerità di queste entità spirituali. Ora se passiamo dal campo della parapsicologia a quello del Cristianesimo, appare evidente che tali "entità spirituali esterne" esistono, e hanno sufficienti motivi per mentirci riguardo alle realtà spirituali. Sono chiamati demoni e hanno sviluppato diversi sistemi ingegnosi per ingannare gli esseri umani. La Bibbia commenta: "Non c'è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce. Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da servitori di giustizia; la loro fine sarà secondo le loro opere" (2 Corinzi 11,14-15). Se accettiamo la rivelazione biblica, ammettendo che i demoni esistono e che fanno del loro meglio per diffondere le loro "verità" sulle realtà spirituali, perché non si dovrebbe considerare il loro possibile coinvolgimento nella produzione di prove a favore della reincarnazione, un concetto che si oppone vistosamente all'essenza del Cristianesimo e al tempo stesso si adatta perfettamente ai loro scopi? Se le migliori condizioni per esprimersi si verificano proprio sotto ipnosi (quando la coscienza di sè viene abolita), perché non dovrebbero agire? Perché non dovrebbero rispondere a un pubblico invito di adempiere i loro scopi in un modo affascinante per un pubblico credulo e ignorante delle realtà spirituali? L'esperienza della possessione spiritica rappresenta un pieno o parziale controllo dell'essere umano da parte di un'entità spirituale esterna (un demone). Questo fenomeno è conosciuto alla maggior parte delle religioni e nell'occultismo. Lo spirito parassita esercita il suo controllo sul comportamento, sulle funzioni mentali e sulle emozioni della persona coinvolta, essendo capace di produrre sensazioni e sintomi nel corpo fisico. Questa figura è ovviamente molto vicina a ciò che accade durante una seduta di regressione ipnotica. Perché allora rigettare la spiegazione della possessione spiritica e scegliere di credere a un'evidenza di vita precedente? Le informazioni prodotte (i ricordi di vite precedenti) corrispondono in parte alla realtà, al fine di guadagnare la fiducia dell'uomo; se queste informazioni sono conosciute dagli esseri umani, quanto più sono conosciute dai demoni. Se gli uomini sono in grado di creare degli scenari storici basandosi sulle informazioni a loro disposizione, quanto più creativi sapranno essere i demoni? Nel caso dei "ricordi spontanei di vite passate" da parte dei bambini, il meccanismo è simile. All'età in cui essi ricordano le loro presunte vite precedenti (in genere tra i due e i cinque anni) il loro discernimento spirituale non è ancora neppure formato, il che li rende vulnerabili a ogni manipolazione. In un precedente capitolo su questo fenomeno, abbiamo visto che ci sono casi in cui la presunta reincarnazione dell'anima si sovrappone alla personalità del bambino, presentando i tipici sintomi della possessione demoniaca. In conclusione, non è possibile riconciliare il Cristianesimo e la reincarnazione. Da un punto di vista di studio, come Ian Stevenson ha affermato, le cosiddette esperienze di reincarnazione rilevate fino ad oggi possono solo "suggerire" l'idea della reincarnazione, ma a un esame attento non dimostrano nulla. Da un punto di vista cristiano, invece, suggeriscono evidenza di possessione demoniaca e pertanto questi metodi non andrebbero mai usati. Preferisco fermarmi e non andare oltre con questo post, che a parer mio è più che sufficiente nel confutare ciò che i reincarnazionisti affermano a proposito di "reincarnazione e Bibbia". <Iddio sia con voi> |
29-03-2007, 19.22.15 | #27 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-03-2007
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Riferimento: La Reicarnazione nella fede dei primi Cristiani
Citazione:
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29-03-2007, 19.39.52 | #28 | |
Credente Bahá'í
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Riferimento: La Reicarnazione nella fede dei primi Cristiani
Citazione:
Ho già in altro 3d espresso la visione Bahà'ì in merito alla "reincarnazione" impossibile crederci ai tempi moderni, ripeto un breve passo: Col "ritorno" è assolutamente impossibile ottenere l'esistenza; crederlo significa porre la stessa ipotesi che un uomo, dopo essere stato liberato dal grembo materno, debba ritornarvi una seconda volta. Questa puerile fantasia è implicita nella credenza alla reincarnazione e alla trasmigrazione! Gli adepti della reincarnazione non si rendono conto che lo spirito è incorporeo, che non "entra" nè "esce", ma è soltanto connesso col corpo come il sole lo è con uno specchio. L'idea che l'esistenza venga ristretta a questo mondo perituro, e la negazione dell'esistenza di mondi divini, ebbero origine dalla fantasia di alcuni credenti nella reincarnazione; ma i mondi divini sono infiniti. Lo spirito, dopo la morte, continua a progredire in dimensioni inimmaginabili alla mente umana ed indescrivibili con gli umani sensi. Per quanto riguarda la "MESSA IN GUARDIA", non credo mi serva visto di avere la risposta che mi serve. Per quanto riguarda i primi Cristiani, è stata solo una trasposizione di credenze pagane, come molte altre tra cui la nascita di Gesù in 24 dicembre dell'anno zero, certo che Gesù è nato, vissuto e morto sulla croce ma è nato in un altro periodo dell'anno, volendo lo si potrebbe calcolare con le Profezie di Daniele, ma servirebbe a qualcosa? Saluto |
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29-03-2007, 20.50.05 | #29 | |
Ospite abituale
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Riferimento: La Reicarnazione nella fede dei primi Cristiani
Citazione:
Da come scrivi nella tua fede non si crede nell'esistenza di un'anima in forma manifestata ma ad una energia informe(se ho capito bene) e poi perchè scrivi che chi crede nella Reincarnazione non crede nel mondi spirituali divini e addirittura alla loro negazione? Forse hai una visione della Reincarnazione molto diversa da come la comprendo io. Caro amico credere alla Reincarnazione non significa per i Cristiani delle origini che questa legge è eterna e pertanto si continua ad incarnarsi per sempre nella dimensione materiale ,si può dire che è una grazia data da Dio per rimediare ai propri peccati e dovrebbe essere vista in questo modo a meno che non vi siano anime molte evolute o esseri spirituali che si incarnano anche per dei compiti spirituali sulla terra. Io credo al superamento della Reincarnazione dato che quando l'anima raggiunge la purificazione dell'anima grazie all'aiuto del Cristo non si Reincarnerà più su questa terra perchè ritorna nuovamente alla Casa del Padre e pertanto, io credo si alla Reincarnazione ma allo stesso tempo credo al suo superamento. Buone cose. |
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30-03-2007, 00.46.53 | #30 | |
Utente bannato
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Riferimento: La Reicarnazione nella fede dei primi Cristiani
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A prescindere dell'essere cattolici o meno, è scontato che ognuno si sente libero di pensarla come crede, l'importante è "non si faccia dire alla Bibbia ciò che in realtà essa non dice". Penso che questo sia stato ampiamente dimostrato oltre che biblicamente , anche sociologicamente e moralmente. Ciao Lucio |
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