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15-03-2007, 13.23.23 | #23 | |
Credente Bahá'í
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Riferimento: Torino, 12/03/07 LA BIBBIA è ATTENDIBILE? Ovvero, possiamo dichiarare c
Citazione:
Non ci siamo! Continuiamo a ragionare da uomini del XXI secolo e non ci immergiamo nei tempi in cui sono stati scritti i vari capitoli. In quel periodo di dei politeisti ve ne erano fin troppi, come potevano i credenti, figli di Abramo, contrastare gli altri popoli che cercavano di soggiogarli, se non con un Dio più "Potente e Vendicativo" di quelli altressi più numerosi degli altri popoli. Banale esempio è lo scontro di Mosè con i sacerdoti del faraone, Lui solo con un bastone di legno e gli altri con scettri d'oro. Come si poteva, in quella epoca, liberare un popolo dalla sciavitù di un faraone dio in terra, se il proprio Dio fosse stato "Dolce, Amorevole e Misericodioso", sarebbero rimasti schiavi in eterno. Come si fà ad insegnare ad un bambino l'educazione e le buone maniere, se non si è almeno un pò severi ed intransigenti (ciò non implicha mancanza d'amore), in quell'epoca Dio doveva essere un Padre severo e intrassigente. Poi venne Gesù, e mentre gli Ebrei continuavano ad avere un Dio Padre severo e molto umano, cambiò le cose spiegando che Dio era Amore estremo fino al Sacrificio, era Spirito non di questo mondo, ribadendolo, anche con la frase del dare a Cesare e dare a Dio, la distinzione tra umano e spirituale. Ripeto, la Bibbia è attendibile, basta saperla leggere senza legami materiali e con cuore puro. A presto. |
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15-03-2007, 17.09.30 | #24 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Torino, 12/03/07 LA BIBBIA è ATTENDIBILE? Ovvero, possiamo dichiarare c
Citazione:
Le anime semplici, prive di ingombri celebrali, sono le più pronte ad aprirsi all’Amore. Dio è Amore. "Apri il tuo cuore e troverai l’incommensurabile dentro di te". Il supremo potere trascendente dell’universo non può essere descritto in termini umani. Non si può definire l’incommensurabile….. Naturalmente questo, molto probabilmente, vale solo per me. SalvatoreR. "La verità era uno specchio che cadendo dal cielo si ruppe. Ciascuno ne prese un pezzo e vedendo riflessa in esso la propria immagine, credette di possedere l'intera verità." (Mevlana Rumi, Sec. XVI) |
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15-03-2007, 20.29.26 | #25 | |
Credente Bahá'í
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Riferimento: Torino, 12/03/07 LA BIBBIA è ATTENDIBILE? Ovvero, possiamo dichiarare c
Citazione:
Non mi sembra che Tu apri il Tuo cuore, anzi è abbastanza chiuso alla Tua ragione. Il solo fatto che Tu dica che forse il Tuo pensiero valga solo per Te, mi fa pensare che sei stato l'unico a raccogliere tutti i pezzi dello specchio, faticosamente li hai rimessi insieme, e la "Verità" che hai visto rispecchiata era diventata un gran guazzabuglio, ma Sei rimasto l'unico a possedere tutto lo specchio. abbraccio |
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15-03-2007, 22.24.22 | #26 |
Utente bannato
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Riferimento: Torino, 12/03/07 LA BIBBIA è ATTENDIBILE? Ovvero, possiamo dichiarare c
Torino, 15/03/07
Andrea <<Come ho già detto, le profezie, essendo generiche, possono benissimo essere interpretate nel senso che ne danno i cristiani, è una questione di fede, dunque non posso che prendere atto della tua fede ed essere sinceramente contento per te di questo. A me premeva solo farti capire che non esiste un modo univoco e certo di leggere quei testi, vi sono infatti approcci diversi, tutto dipende dal principio ermeneutico che applichi, credo comunque di aver raggiunto il mio scopo.>> Ciao Andrea, mi spiace ma questa tua risposta è un pò esigua. Le profezie che riguardano il Cristo citate nell’A.T. stanno proprio a dimostrare, che nella fattispecie non si possono smentire; si può solo ignorare oppure credere in esse. Riporto una sintesi già postata altrove: “Tal uni dicono che gli scrittori della Bibbia hanno riscritto gli eventi del passato in modo da far sembrare che non siano ancora accaduti. Una simile teoria può facilmente essere confutata. Con la scoperta dei Rotoli del Mar Morto, siamo in grado di provare che tutte le profezie riguardanti Gesù furono scritte prima del loro adempimento. Ad esempio, a Gerusalemme, nel museo chiamato Teca del Libro, è contenuta una copia completa del libro di Isaia tratta dai Rotoli del Mar Morto, incluso il cap. 53, che descrive come e perché il Messia ebreo doveva morire per i peccati del mondo (versetti 4-12). Riguardo alla profezia di Daniele del cap. 9:24-27, non è possibile che questo brano sia stato alterato o riscritto dopo la morte di Gesù. Come faccio a saperlo? Perché la Septuaginta (la traduzione greca dell’Antico Testamento) fu scritta nel 270 a.C.,” Dunque, malgrado ci possano essere incongruenze dovute a tanti fattori otre che alla buona e cattiva fede, NON COSI’ è PER LE PROFEZIE CHE RIGUARDANO IL MESSIA. Ad ogni modo, poiché ritengo veritiero quanto su Gesù è stato detto e scritto, non credo che insisterò ancora nel postare interventi a dimostrazione di ciò; i quali non trovano riscontro e interesse (apparentemente) alcuno. Penso proprio che questo sia l’ultimo post a tal riguardo là dove, qualcuno ha anche chiesto di esaminare questo capitolo che è uno dei più importanti dal punto di vista messianico quindi eccolo qui, che insieme ad alcune valutazioni sulla risurrezione di Cristo concludono da parte mia questo tipo di riflessioni. “Che il Signore si con tutti coloro che lo cercano”. 3. Leggendo Isaia 53 Poiché Isaia assume un posto di tanta importanza nella profezia messianica, questo passaggio deve essere considerato a parte e più a fondo. I capitoli 52:13-53:12 possono essere definiti a ragione «L'evangelo secondo Isaia». L'Eterno annunciò quasi 700 anni prima di Cristo, tramite i profeti, che la «Speranza d'Israele», il Messia atteso, sarebbe stato incomprensibilmente disprezzato e respinto dal suo popolo. Tuttavia questo «Evangelo» mostrò anche che il Messia non sopporterà dolori solo da parte degli uomini, ma anche sotto la mano di Dio, cosicché egli morrà sostitutivamente come giusto per gli ingiusti, per poterli salvare dai loro peccati. L'autenticità di Isaia Per poter rifarsi alla fidatezza e all'autenticità di Isaia, bisogna riandare con la mente ancora una volta a quanto detto nell'Introduzione circa la traduzione dei Settanta e il rotolo completo di Isaia trovato a Qumran. Infatti Isaia 53 è contenuto per intero in ambedue le opere! La diversa interpretazione ebraica di Isaia 53 Oggi il giudaismo ha abbandonato completamente l'interpretazione messianica di questo passo di Isaia. Ma come tuttavia dimostra la letteratura rabbinica, per lunghissimo tempo non fu così. Il parere più diffuso oggi sostiene che il «Servo di Dio» non è il Messia, ma il popolo d'Israele, o una sua parte. Sul popolo d'Israele sarebbero caduti i dolori descritti qui. Questa interpretazione di Isaia 53 è però insostenibile per vari motivi del contenuto: - Quando mai ha sofferto il popolo d'Israele, o una sua parte, per i peccati di altri? Neanche uomini giusti come Noè, Daniele e Giobbe avrebbero potuto farlo, come attesta Ezechiele 14:12-20! - Può forse essere detto di un qualsiasi Ebreo, a parte il Messia, che «non aveva commesso violenze né v'era stata frode nella sua bocca?» (Isaia 53:9) - Quando mai il popolo d'Israele, o una parte di esso, è stato nel sepolcro di un ricco, anziché in uno posto fra i malfattori? (Isaia 53:9) Interpretazioni messianiche nella letteratura rabbinica Come già detto, nella letteratura messianica c'è tutta una serie di passi che collegano Isaia 53 al Messia. Tali passi si trovano, ad esempio, nel Talmud babilonese, Sanhedrin 98b, nel Trattato Abkath Rokel del libro Paskita (700 d.C), in un commento a Genesi 1:3 del rabbino Moses Haddarschan (11° secolo) e nel libro Rabboth (300 d.C.) su Ruth 2:12. Il rabbino Alschesch (16° secolo) dice circa Isaia 53: «I nostri antichi rabbini hanno pensato, sulla scorta della tradizione, che qui si parli del re Messia. Perciò pure noi, seguendoli, riteniamo, che dobbiamo pensare che il soggetto di questa predizione sia Davide; egli è il Messia, come è ben chiaro.»28 Nel Midrasch Tanchuma (9° secolo?) è detto a proposito delle parole «Ecco, il mio servo prospererà» (Isaia 52:13): «Questi è il re Messia che è elevato ed esaltato, reso eccelso, più in alto di Abrahamo, innalzato sopra Mosè, e più degli angeli che servono.»29 Nel Targum Jonathan Ben Uzziel14, le trasposizioni aramaiche dei profeti, che si rifanno a una tradizione rimontante al tempo precristiano, nella frase «Ecco, il mio servo prospererà» (Isaia 52:13) viene inserito addirittura il titolo «Messia».30 Vi sarebbero ancora molti altri interessanti documenti del genere; tuttavia ora vogliamo occuparci del modo in cui queste profezie, redatte per una gran parte col «perfetto profetico» (vedasi Introduzione) si sono adempiute nel Gesù della storia. Osservazioni sul testo di Isaia 53 Isaia 52:13: «Ecco, il servo prospererà, (o "agirà saggiamente", secondo un'altra versione) sarà elevato, esaltato, reso sommamente eccelso.» Prima che venga descritta la terribile Passione del Messia, viene rappresentato il suo trionfo. Il Messia deve essere tolto dal sepolcro (alla risurrezione, Atti degli Apostoli 2:24); elevato in cielo (all'ascensione, Atti degli Apostoli 1:9); e sovranamente innalzato (sul trono, alla destra di Dio; Marco 16:19). Isaia 52:14: «Come molti, vedendolo, son rimasti sbigottiti, (tanto era disfatto il suo sembiante sì da non parere più un uomo, e il suo aspetto sì da non parer più un figliuol d'uomo).» Qui si parla del Messia maltrattato dagli uomini: il dorso del Signore Gesù fu trasformato in una sanguinolenta massa e la sua carne dilaniata, allorché Pilato lo fece flagellare (con cinghie di cuoio, dalle estremità munite di acuminati pezzi di metallo, pietre o ganci; Giovanni 19:1). Sul suo capo fu posta una corona di spine, con aculei lunghi 5-8 centimetri, cosicché il sangue gli scorreva abbondante sui capelli e sul volto (Giovanni 19:2). Isaia 52:15: «Così molte saranno le nazioni di cui egli desterà l'ammirazione: i re chiuderanno la bocca dinanzi a lui, poiché vedranno quello che non era loro mai stato narrato, e apprenderanno quello che non avevano udito.» Il messaggio del martoriato Messia Gesù fu poi annunciato in tutto il mondo fuori dei confini d'Israele, ove esso sollevò grande impressione (vedasi Romani 15:18-21). Persino re udirono tale notizia (Agrippa: Atti degli Apostoli 26:27-28; l'imperatore romano: vedasi Atti degli Apostoli 25:11,12 ecc). Isaia 53:1: «Chi ha creduto a quello che noi abbiamo annunziato? E a chi è stato rivelato il braccio dell'Eterno?» Sebbene l'annuncio del Messia e delle sue sofferenze si diffondesse in tutto il mondo, esso incontrò una grande incredulità. Solo pochi Ebrei vi credettero (Giovanni 12:37-38). Ma anche fra i non Ebrei, i pagani, sollevò (e solleva) un rifiuto profondo. Isaia 53:2a: «Egli è venuto su dinanzi al lui come un rampollo, come una radice ch'esce da arido suolo.» Questo verso parla della crescita del Messia come piccolo bambino (la parola ebraica «Joneq» = «Rampollo» significa contemporaneamente anche «Lattante»!). Questa crescita del Signore Gesù avvenne però «dinanzi a lui», cioè in completa comunione col suo Dio (Luca 2:40,41-52). Egli crebbe nel mezzo di un popolo contraddistinto da durezza di cuore, incredulità e religiosità morta, cioè «da arido suolo». Isaia 53:2b+3: «Non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né apparenza, da farcelo desiderare. Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare col patire, pari a colui dinanzi al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna.» Fra gli Ebrei si attendeva come Messia un combattente per la libertà, che avrebbe scosso il giogo dei Romani. Così si ebbe per Gesù che venne come mansueto servo del Signore, solo disprezzo e onta. Furono specialmente i capi del popolo che lo rifiutarono (la parola ebraica «Ishim» indica uomini di particolare alta condizione). Solo pochissimi riconobbero la sua gloria, «Piena di grazia e di verità,... gloria come quella dell'Unigenito venuto da presso al Padre» (Giovanni 1:14). Isaia 53:4a: «E, nondimeno, erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui s'era caricato.» Il Signore Gesù ha risentito profondamente le sofferenze dei molti malati di Israele: e le portò durante tutta la sua vita su questa terra (Matteo 8:16.17; vedasi Giovanni 11:33-36). (Si osservi che in questo verso si parla di «malattie» e «dolori» e non di «misfatti» o « trasgressioni»!). <segue> |
15-03-2007, 22.28.18 | #27 |
Utente bannato
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Riferimento: Torino, 12/03/07 LA BIBBIA è ATTENDIBILE? Ovvero, possiamo dichiarare c
Torino, 15/03/07 <seconda eultima>
Il Signore Gesù ha risentito profondamente le sofferenze dei molti malati di Israele: e le portò durante tutta la sua vita su questa terra (Matteo 8:16.17; vedasi Giovanni 11:33-36). (Si osservi che in questo verso si parla di «malattie» e «dolori» e non di «misfatti» o « trasgressioni»!). Isaia 53:4b-6: «E noi lo reputavamo colpito, battuto da Dio, ed umiliato! Ma egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiam pace, è stato su lui, e per le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione. Noi tutti eravamo erranti come pecore, ognuno di noi seguiva la sua propria via; e l'Eterno ha fatto cader su lui l'iniquità di noi tutti.» Era evidente che il Messia Gesù soffrisse per la malvagità dei Romani e degli Ebrei (però questo fatto, da solo, non poteva rimettere nessun peccato), mentre nel passo profetico si afferma che nelle tre ore di tenebre Iddio lo punì alla croce come sostituto per i peccati di tutti quelli che, pentendosene, li hanno confessati al Creatore (o che lo faranno in seguito) ed hanno avuto fiducia nel sacrificio di espiazione del Golgota (o vi crederanno in avvenire) (1. Giovanni 1:9; Romani 3:23-26). Isaia 53:7: «Maltrattato, umiliò sé stesso, e non aperse la bocca. Come l'agnello menato allo scannatoio, come la pecora muta dinanzi a chi la tosa, egli non aperse la bocca». Il Signore Gesù sopportò tutti i maltrattamenti senza opporre resistenza. Come si è adempiuto esattamente: «come la pecora, ... non aperse la bocca...» (vedasi Matteo 26:62; 27:12-14 ecc.)! Nell'AT si offrivano a Dio sacrifici di animali per i peccati commessi; è interessante osservare che, per es, da questo passo di Isaia si può riconoscere, che già in quel tempo era chiaro, che tali vittime erano solo prototipi in vista del sacrificio del Messia che realmente toglie i peccati! Isaia 53:8: «Dall'oppressione e dal giudizio fu portato via (o strappato in fretta e furia). E fra quelli della sua generazione chi riflette ch'egli era stato strappato dalla terra dei viventi e colpito a motivo delle trasgressioni del mio popolo?» La condanna del Signore Gesù fu solo una falsa procedura corrotta, che si ridusse a una breve caricatura di processo. Poiché «nei processi in questioni di vita e di morte» il Sinedrio doveva di solito citare come testimoni persone che avessero potuto deporre a favore dell'accusato. Dove erano invece i difensori di Gesù? In fretta e furia, si svolse il procedimento. Chi può descrivere la corruzione di quella gente? Uccisero il loro Messia! Ma contemporaneamente egli morì per tutto Israele (vedasi Matteo 1:21; Giovanni 11:50,51)! Isaia 53:9: «Gli avevano assegnato la sepoltura fra gli empi, ma nella sua morte, egli è stato col ricco, perché non aveva commesso violenze né v'era stata frode nella sua bocca.» La sepoltura degli empi sarebbe stata nella valle di Hinnom, fuori della città di Gerusalemme, dove venivano bruciati i rifiuti cittadini. Ma Iddio non consentì un ulteriore oltraggio. Così avvenne che egli fu posto nel sepolcro del ricco Giuseppe di Arimatea (Matteo 27:57-60). La sua innocenza viene confermata tramite una triplice testimonianza apostolica: - non conobbe peccato (2 Corinzi 5:21: Paolo) - non commise peccato (1 Pietro 2:22: Pietro) - non fu trovato peccato in lui (1 Giovanni 3:5: Giovanni). Isaia 53:10: «Ma piacque all'Eterno di fiaccarlo coi patimenti. Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per la colpa, egli vedrà una progenie, prolungherà i suoi giorni, e l'opera dell'Eterno prospererà nelle sue mani.» Quando il Signore Gesù fu posto in croce, carico di colpe altrui, l'Iddio Santo e Giusto dovette abbandonarlo per tre ore (Matteo 27:45,46) e colpirlo al nostro posto. Ma avendo portato a termine l'opera redentrice, «prolungherà i suoi giorni», risorgendo dai morti il terzo giorno (Atti degli Apostoli 1:3; 10:40,41; Romani 6:9; Apocalisse 1:18 ecc). Isaia 53:11: «Egli vedrà i frutto del tormento dell'anima sua, e ne sarà saziato; per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, e si caricherà egli stesso delle loro iniquità.» La sua opera redentrice comporta delle impensabili conseguenze: i peccatori possono essere liberati dalle loro colpe e sono «il frutto del tormento dell'anima sua». Per mezzo suo, tutti i credenti possono essere giustificati davanti a Dio (Romani 3:26). Isaia 53:12: «Perciò io gli darò la sua parte fra i grandi, ed egli dividerà il bottino con i potenti, perché ha dato sé stesso alla morte, ed è stato annoverato fra i trasgressori, perch'egli ha portato i peccati di molti, e ha interceduto per i trasgressori.» Il Signore si è sacrificato di sua spontanea volontà (ha dato se stesso nella morte; vedasi Giovanni 10:17,18) ed è stato annoverato fra i trasgressori (ebraico «Posch gim» = delinquenti, Luca 23:33), perciò Dio gli darà come ricompensa avvenire il regno messianico (Apocalisse 20:6), e anche il residuo fedele di Israele vi parteciperà (= i potenti). Quando era in croce, il Signore Gesù ha interceduto per i trasgressori (Luca 23:34). Egli portò i peccati di molti, ma non di tutti (vedasi Ebrei 9:28; Marco 10:45)! Chiunque non confessa a Dio la propria colpa e non lo ringrazia per aver sacrificato il suo Messia Gesù, cadrà sotto il giudizio eterno di Dio (Matteo 25:41,46). Ma oggi è ancora giorno di salvezza; chiunque viene al Signore Gesù sarà accolto (Matteo 11:28-30)! 4. La risurrezione Anche la risurrezione del Messia fu preannunciata nell'AT! Nel Salmo 16:8-10 parla il Messia stesso: «Io ho sempre posto l'Eterno davanti agli occhi miei; poiché egli è alla mia destra, io non sarò punto smosso. Perciò il mio cuore si rallegra e l'anima mia festeggia; anche la mia carne dimorerà al sicuro; poiché tu non abbandonerai l'anima mia in poter della morte (ebraico: Scheòl) né permetterai che il tuo santo vegga la corruzione.» (versione Diodati; o «la decomposizione», secondo la Riveduta della SBG 1982). Questo passo non può assolutamente riferirsi a Davide, il compositore di questo Salmo, giacché egli morì 1000 prima che vivesse il Messia e «vide» conseguentemente «la corruzione», «la decomposizione». Il suo sepolcro poteva essere visitato a Gerusalemme ancora nel 32 d.C. (vedasi Atti degli Apostoli 2:29)! Ma del Signore Gesù ci viene attestato con somma chiarezza che egli è risorto tre giorni dopo la morte e che egli «non vide la corruzione», la «decomposizione» (vedasi Matteo 28; Marco 16; Luca 24; Giovanni 20 e 21). Giuseppe Flavio conferma la risurrezione La risurrezione di Gesù Cristo non ci viene confermata solo da fonti storiche bibliche. Lo storico Giuseppe Flavio pubblicò nell'anno 93 la sua opera in 20 volumi «Antiquitates Judaicae», che egli scrisse per i Romani, affinchè questi fossero meglio informati sugli Ebrei e sulla loro religione. In essa egli si pronuncia brevemente sul giudizio e sulla risurrezione del Signore Gesù: «In tal tempo (cioè quello di Pilato, 26-36 d.C), apparve Gesù, un uomo sapiente, taumaturgo che compì molte opere miracolose e fu maestro per gli uomini, che accettavano volentieri la verità. Guadagnò alla sua causa molti Ebrei e anche molti Greci. Quest'uomo era il Messia. E dopo che Pilato l'ebbe condannato a morte su incitamento dei nostri propri capi, quelli che lo amavano non lo abbandonarono. Giacché egli apparve loro di nuovo vivente, dopo tre giorni ...».31 Già trattando l'autenticità della citazione di Flavio (pag. 35) accennammo che questo passo fu messo in dubbio da vari critici. Si rivedano dunque gli argomenti esposti prima a favore dell'autenticità di questa citazione di Giuseppe Flavio. Più di 500 testimoni oculari In tutto vi furono più di 500 testimoni oculari della risurrezione (vedasi 1. Corinzi 15:3-9). Non è possibile dichiarare impostori tutti questi uomini, giacché l'insincerità è in contraddizione fondamentale con l'insegnamento del NT, a cui essi si attenevano con la massima fermezza e anche perché alcuni di loro non temettero di dover subire il martirio a motivo della loro fede! Senza risurrezione, non c'è Cristianesimo Va notato attentamente il fatto seguente: verso l'anno 57 d.C, l'apostolo Paolo scrisse in una lettera ai Corinzi che la certezza della fede cristiana si basa sulla realtà della risurrezione, cioè se la risurrezione del Signore non fosse un fatto storico, la fede dei Cristiani non avrebbe alcun senso. Infatti in 1. Corinzi 15:16-19 si legge testualmente: «Difatti, se i morti non risuscitano, neppure Cristo è risuscitato; e se Cristo non è risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati. Anche quelli che dormono in Cristo son dunque periti. Se abbiamo speranza in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miserabili di tutti gli uomini.» Se i testimoni oculari della risurrezione fossero stati ingannatori, come avrebbero poi potuto far dipendere tutta la loro predicazione da una menzogna? Perciò la risurrezione deve essere stata un'incrollabile certezza. Paolo scrive poi nel verso seguente (1. Corinzi 15:20): «Ma ora Cristo è risuscitato dai morti, primizia di quelli che dormono.» L'importanza della risurrezione La risurrezione di Cristo dai morti è così importante perché risuscitando il suo Messia dai morti, Iddio voleva dare a tutti la prova che aveva accettato completamente il suo sacrificio sostitutivo ed è pronto a perdonare chiunque vi ricorre e fa sua personalmente, in fede, questa opera espiatrice, confessando senza esitazioni la sua colpa personale. <CHE IDDIO E LA SUA PACE SIANO CON VOI> Lucio |
29-03-2007, 22.50.20 | #28 |
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Riferimento: Torino, 12/03/07 LA BIBBIA è ATTENDIBILE? Ovvero, possiamo dichiarare che la Bibbia
I cristiani parlano del tempio come del loro corpo ebbene ho trovato una scrittura che mi sembra appropriata ,cioè sia inerente alla risurrezione del Signore che all'appellativo "Nazareno".Zaccaria6:12-Gli riferirai:dice il Signore degli eserciti ecco un uomo che si chiama Germoglio:spunterà da se e ricostruirà il tempio del Signore.Etc., etc.
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02-04-2007, 11.00.56 | #29 |
Credente Bahá'í
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Ciao a Tutti
Resurrezione? Le sacre scritture delle religioni passate hanno utilizzato spesso linguaggi ed espressioni metaforiche per esprimere concetti spirituali. Nel corso dei tempi i credenti hanno attribuito significati solamente letterali alla Parola di Dio cadendo in contraddizione con la ragione e codificando tali verità in dogmi inintellegibili. Ad esempio, per quanto riguarda la vita di alcuni Messaggeri di Dio, come Gesù e Buddha, sono state attribuite resurrezioni e ascensioni al cielo (anche delle rispettive madri). E’ chiaro che, come spiega 'Abdu'l-Bahà, si tratta di una resurrezione simbolica, "un fatto spirituale e divino, non materiale" (LSGA, p.140). E quando "il simbolo viene spiegato, la scienza non vi trova contraddizione alcuna; anzi, al contrario, scienza e ragione riaffermano la verità del simbolo" (LSGA, p.141). Lo stesso Gesù mise in guardia da interpretazioni troppo materialistiche degli scritti sacri, in quanto "è lo spirito che vivifica, la carne non giova a nulla: le parole che Io vi dico sono spirito e vita" (Giovanni 6:63). D'altra parte, gli evangelisti, e San Paolo che scrive prima di loro, presentano la resurrezione ciascuno in modo differente (solo Matteo pone una guardia davanti al sepolcro, Luca fa apparire il Risorto in Giudea, Matteo in Galilea; per Matteo le donne vedono fuori un angelo che per Marco è dentro il sepolcro, Luca parla di due angeli; gli Atti degli Apostoli distribuiscono le apparizioni in 40 giorni, Luca in una giornata). Lo stesso riconoscimento del Risorto non è immediato (Giovanni 20:14-16, Luca 24:15-16). Dopo la morte di Gesù, i discepoli erano smarriti e afflitti. Il giovedì, la sera dell'arresto di Gesù da parte dei soldati romani, tutti i discepoli erano fuggiti (Matteo 26:56) e, morto e sepolto il Maestro, erano disperati e in dubbio sul suo fallimento ("Noi speravamo che fosse lui il liberatore atteso di Israele e invece sono trascorsi tre giorni da quando questi fatti sono accaduti", Luca 24:21) mentre riflettevano su alcune oscure parole dette da Gesù ("Disfate voi questo tempio e io in tre giorni lo farò risorgere", Giovanni 2:19) e sul segno del profeta Giona (Matteo 12:38-40; 16:4). Dopo tre giorni e tre notti, la domenica sera i discepoli erano riuniti in un luogo chiuso e, ricordando le parole di Gesù, ne compresero il senso allegorico e spirituale, la loro fede si risvegliò ed essi decisero di consacrare la loro vita alla diffusione degli insegnamenti del Maestro (Giovanni 20:19 segg.). Scrive 'Abdu'l-Bahà: "La Causa di Cristo era simile a un corpo senza vita e quando, dopo tre giorni, i discepoli divennero sicuri e saldi nella fede cominciarono a servire la Causa di Cristo e decisero di diffondere i divini insegnamenti... la Realtà di Cristo risplendette, la Sua Munificenza apparve, la Sua Religione ebbe vita" (LSGA, pp.140-41). La resurrezione implica essere come Lazzaro, in vita dopo la morte, visibile agli altri fisicamente e non spiritualmente, se vogliamo parlare di Cristo allora dobbiamo dire "ASSUNZIONE" al Padre, dato che la tomba fu trovata vuota. Corano III, 48 "Rammenta quando ALLAH (DIO) disse: 'O Gesù, io, invero, ti farò morire, ti eleverò fin presso di me, ti libererò da coloro che non credono e collocherò quelli che ti avranno seguito, al di sopra di quelli che non hanno creduto, fino al giorno della resurrezione; in seguito a me ritornerete, e io giudicherò fra di voi, riguardo alle vostre contestazioni." Corano III, 53 "Questa è la verità che viene dal tuo Signore, e tu non essere di quelli che dubitano." Corano IV, 156 "E per avere essi detto: <<in verità, noi uccidemmo il Messia, Gesù figlio di Maria, l'apostolo di Dio>>, mentre non l'hanno ucciso, nè l'hanno crocifisso, bensì la cosa fu resa dubbia ad essi, e , invero, quelli che sono di altro avviso, intorno a ciò, sono in dubbio a tale riguardo; essi non hanno alcuna conoscenza riguardo a ciò, ma solo seguono un'opinione; quelli non l'hanno ucciso, in verità, bensì Dio lo elevò a sè, poichè Dio è potente e saggio;" Ciò che si esprime nei passi Coranici è da intendere spiritualmente in riguardo alla crocifissione, la Parola, il Verbo di Dio tramite Gesù non è stato ucciso esso vive tutt'ora; nel Corano si ammette l'Ascenzione al Padre in corpo e spirito, corpo terrestre e non trasfigurato. Sinceri saluti. |