L'ultimo album di Battiato contiene questa canzone:

Io sono. Io chi sono?
Il cielo è primordialmente puro ed immutabile
Mentre le nubi sono temporanee
Le comuni apparenze scompaiono
Con l'esaurirsi di tutti i fenomeni
Tutto è illusorio privo di sostanza
Tutto è vacuità
E siamo qui ancora vivi di nuovo qui
Da tempo immemorabile
Qui non si impara niente sempre gli stessi errori
Inevitabilmente gli stessi orrori da sempre come sempre
Però in una stanza vuota la luce si unisce allo spazio
Sono una cosa sola inseparabili
La luce si unisce allo spazio in una cosa sola
Io sono. Io chi sono?
La luce si unisce allo spazio in una cosa sola indivisibili
Io sono. Io chi sono?

In una intervista ha parlato di un libro che ha letto: "Dipinti di arcobaleno" di Urgyen Tulku.
Si capisce anche che c'e' una esperienza meditativa, oltre alla lettura.
Tuttavia sono perplesso, questa frase per esempio:

Qui non si impara niente sempre gli stessi errori
Inevitabilmente gli stessi orrori da sempre come sempre..

Qui dove

Nella pura testimonianza (io sono) di Chiara Luce e Vacuita'?

La luce si unisce allo spazio in una cosa sola
Io sono.


Quali orrori, quali errori, dunque?

La frase che hai citato, e che ti rende perplesso, ritengo sia l'espressione della coscienza samsarica sperimentata dall'autore, come da tutti, quando si è lontani dall'"identità".
Il giuoco fantasmagorico del divenire produce a tutti false identificazioni ed attaccamenti che si traducono in giudizi di valore.
Anche se il salto tra il "sapere formale" e il "sapere Vero" è grande, tuttavia il primo è già propedeutico, e fa ben sperare...

Lo so Sangarre, che l'autore intendeva quello, cosi come so esserci la stessa frammentazione nel maestro del libro citato. Frammentazione che non troverai mai in un Hui Neng o in un Dogen o in un Ramana Maharshi per dire i primi che mi vengono in mente.

Il passaggio dall'identificazione discorsiva al sentire spontaneo del cuore e' una cosa semplice, se c'e' il riconoscimento da parte dell'allievo, ma anche la capacita' del maestro di comunicarla. Dopo non ci si puo' piu' sbagliare e non vi e' separazione alcuna tra Samsara e Nirvana.

Non occorre essere illuminati per aver compreso questo.

Mi scrive un'amica del forum:


Certo che e' bello, perche' contiene un potente richiamo ad una ricerca profonda.

Il qui ed ora, quella pura presenza, e' IO SONO, ovvero unione di chiarezza e vuoto.


Cio che sottolineavo e' che non vi e' separazione tra assoluto e relativo. Nel testo, di chiara ispirazione non duale, con particolare riferimento alla Mahamudra (unione di vuoto e chiara luce) e allo Dzogchen , si sottolinea una esperienza di meditazione: Inevitabilmente gli stessi orrori da sempre come sempre
Però in una stanza vuota la luce si unisce allo spazio.
E' come dire che quando si medita e' tutto perfetto cosi come e' (Yoga del grande vuoto, ossia la prima fase del Mahayoga Tantrico) ma al di fuori della meditazione ci sono gli orrori e gli errori del Samsara. A questo punto si e' persa la visione non duale della purezza originaria, si e' cioe' nella (propria) visione dualistica.


Esatto e questa e' la seconda fase del Mahayoga dove dopo il Vuoto si medita sull'energia (compassione) che scaturisce continuamente (dal vuoto). Se si e' centrati sullo spontaneo sentire del cuore l'esperienza di unione di vuoto e compassione e' spontanea e Samsara e Nirvana non sono separati.


Certo sono daccordo.

Salve, un commento spiazzante ( anche perchè il caro yam già sapeva la risposta ) non conosco Battiato, preferisco Branduardi, ascolto poco i testi mi interessa di più la sonorità del brano che può nell' Ascolto avvicinarti a quel "vuoto e luce" che tratta il testo....quanto ci riesce? o è solo speculazione concettuale e dialettica....... claudio

Il 3d e' dedicato al Vuoto (Sunyata)...Battiato era solo una scusa per parlarne. Se ti va.....

Salve e buon pomeriggio!
oggi nel parco riflettendo (contravvenendo così ad un regola dei bonzi ) sul 3d dell'amico il mio sguardo, poco attento, è caduto sugli alberi del bosco e ho pensato al Vuoto.....che poteva esser quello tra albero ed albero oppure quello tra spazio e spazio interrotto dall'albero claudio

Hai fatto benissimo a riflettere e soprattutto a contravvenire la regola.


Il Mahayana riconosce 18 tipi di vacuita'

Certo e' un tipo di vuoto quello.
Ma pensaci bene, era veramente vuoto o c'era anche li qualcosa?
H2O per esempio...
C'e' sempre qualcosa nel Vuoto, non necessariamente di "fisico".

Ma partiamo da un vuoto piu' semplice e concreto: lo spazio tra due pensieri (ci occupiamo di uno dei 18 tipi di vuoto, quello interno).

Lo vedi o no?
E chi lo vede?

Gli alberi...anche essi sono fatti di vuoto, piu' che di pieno. Gli atomi....

Buon pomeriggio !
lo spazio tra due pensieri

Lo vedi o no?
E chi lo vede? non lo vedo lo percepisco solo quando colgo l'attimo (tolgo i mobili dalla stanza)....ti prego..... fammi la domanda di riserva...

Gli alberi...anche essi sono fatti di vuoto, piu' che di pieno. Gli atomi....lasciamo perdere che già mi basta l'ordine implicito ed esplicito della fisica sub-atomica e del bizzarro comportamento di queste particelle-onde energetiche claudio

Va bene.
Domanda di riserva
Perche' dici "tolgo i mobili dalla stanza e quindi colgo l'attimo? "
Che caratteristiche ha quell'attimo?

Citazione:

Gli alberi...anche essi sono fatti di vuoto, piu' che di pieno. Gli atomi.

Infatti il Vuoto (il nulla) non esiste. Però non stiamo parlando di fisica sub-atomica...quelli sono solo pensieri