Glivec
In uso dal 2000 in USA con eccellenti risultati.
Per fortuna le università possono ancora, in italia, utilizzare prodotti assolutamente in uso normale nei paesi civili, attraverso i cosiddetti "progetti sperimentali": grazie al fatto che le case farmaceutiche ne fomentano in ogni modo l'impiego, al fine di vederne riconosciuto l'ingresso, da parte delle autorità, nel nostro paese.
Grazie a ciò riuscii a curare un mio paziente, cinque anni fa, con questo farmaco, di cui avevo avuto notizia attraverso internet.
Ora sta bene, quasi non si ricorda più degli inizi (il complicato tramite con l'Ematologia dell'Università di Torino, lo scetticismo dei colleghi oncologi della città di provincia in cui viviamo...).
E mi guardo bene dal ricordarglielo.
Mi ricordo di questo prodotto per queste ragioni (io mi occupo di tutt'altro, solitamente, ma quel paziente mi fu inviato come depresso, mentre soffriva di una leucemia mieloide cronica).
Torna, ogni tanto, per puro affetto: non ha alcun bisogno di me.
Ma la combinazione fortuita che mi permise di salvargli la pelle, cinque anni fa, grazie ad una delle tante newsletters cui sono abbonato, nonchè la dimestichezza nell'uso del web e la possibilità di accedere ai colleghi universitari di altre specialità... beh, mi pare ancor oggi particolare e notevole.
Il mio "caso" non fa testo, essendo unico ed aneddotico: però, posso garantire che, all'epoca, i miei amici dell'ospedale gli prospettarono una sopravvivenza limite di sei mesi-un anno.
Oggi, le sue viti prosperano ed anche quest'anno il vino è stato buono.
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