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Riflessioni sulla Tecnosophia - Commenti sugli articoli della omonima rubrica presente su WWW.RIFLESSIONI.IT - Indice articoli rubrica |
13-01-2015, 14.21.55 | #1 |
Ospite abituale
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Charlie Hebdo
Più che un commento all'articolo dell'autore qui esprimo il mio pensiero sulla vicenda in oggetto del titolo.
Sicuramente qualche cosa di anomalo in questo atto terroristico ci deve essere vista la reazione paradossale che ha scatenato, non solo nei media che si sono lanciati subito in servizi speciali, dibattiti, dirette tv, talk show, etc etc ma anche per la reazione politica dei capi di stato europei e non solo culminata con la marcia simbolica da Place de la Republique e la mobilitazione di milioni di francesi. Non fu così quando circa 10 anni fa, uguale terrore di matrice islamica, (Al Qaida ne rivendicò la responsabilità), scosse Londra con gli attentati nelle metropolitane che causarono 55 morti, inclusi gli attentatori, e circa 700 feriti. Forse 10 anni fa eravamo meno sensibili a questo problema, o forse sentivamo gli inglesi più lontani rispetto a noi che non i francesi? E poi, perché sentendo, nei medesimi istanti, di ostaggi presi in un altra banca di Parigi, il sapere che “trattavasi di normale rapina” fece tirare un fiato a molti. Come se i morti per mano di delinquenti comuni siano “meno morti” che quelli uccisi da terroristi. O forse a farci paura è il fuori norma, il fuori della normalità. L'attentato terroristico si ammanta di un velo più atroce dei comuni omicidi. Porta con se l'idea di taglia gole spietati, di leader che colpiscono scuole, asili, persone inermi, senza alcuna pietà servendosi magari di bambini come bombe umane. Secondo me c'è di più, c'è altro. Saltando a piè pari le analisi di chi sia l'ispiratore dell'attentato, o a chi giovi l'attentato. Saltando l'ipotesi di cospirazioni come ipotizzato ad esempio da Paul Craig Roberts, sottosegretario al Tesoro durante l'era di Regan. Saltando i pur contraddittori dettagli che compongono la vicenda, come ad esempio le carte di identità trovate nelle auto degli attentatori, il fatto che pur potendo, in quanto i due fratelli Kouachi non avevano ostaggi, non li abbiano voluti prendere vivi etc. Saltando tutte queste cose andiamo ad esaminare perché questo attentato ha scosso così tanto l'occidente. C'è in ballo la libertà di pensieri e di espressione che fortunatamente, nonostante molti nostalgici del cesaro-papismo non saranno, d'accordo è diventata uno dei pilastri portanti delle nostre democrazie. Un valore che ci permette non solo di pensare e di ideare liberamente ma anche di poter esprimere e confrontare ciò che pensiamo. Non era così sotto i regimi, siano stati essi rossi o neri, non è così sotto le teocrazie. Ci sono ancora molti luoghi dove l'uomo non è libero di pensare e di esprimere il suo pensiero. L'attentato contro "CHARLIE HEBDO" richiama quindi nell'inconscio collettivo i periodi neri nei quali l'esprimere ciò che pensavamo ci avrebbe esposto al rischio della prigione, di pestaggi, di ritorsioni di ogni genere e pur di conservare quella libertà, pur di difendere quel diritto siamo disposti anche ad accettare di sentire cose che non ci piacciono, cose magari contrarie alla nostra morale, ai nostri valori, al nostro pensiero. Inconsciamente forse ognuno di noi è a caccia della “Verità”, (volutamente scritta con la V maiuscola), e dentro di se sente che non è ancora stata espressa e che guai impedire alle idee nuove di evidenziarsi perché è proprio in una di queste idee che potremmo trovare ciò che cerchiamo. O più semplicemente è che ciascuno di noi, con la parte più sveglia di se stesso, capisce che cristallizzare le idee equivale a morire perché la vita è movimento, è flusso e la stagnazione è morte ed oggi non accetteremmo mai più che qualcuno ci dicesse cosa e come pensare. Così la difesa della libertà di espressione è diventata un valore fondante al punto di arrivare a dire, come fece la scrittrice inglese Evelyn Beatrice Hall nel libro “Friends of Voltaire”: «Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo» |
14-01-2015, 18.40.00 | #3 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Charlie Hebdo
Citazione:
Trovi che nel pensiero occidentale tutto sia decadente? Bene hai al possibilità di esprimere un pensiero nuovo, contestare anche duramente quello che ti sembra sbagliato, puoi promuovere nuovi valori, nuovi ideali. Avresti la stessa libertà e la stessa possibilità in uno stato teocratico o in una dittatura? E' un po' diverso essere preso per un disfattista, o per un nostalgico reazionario, dall'essere messo in prigione, picchiato, o rischiare la vita, semplicemente perché dissenti ed hai idee diverse dal pensiero dominate. Ti sembra poco? A me sembra moltissimo! |
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15-01-2015, 03.04.51 | #4 | |
Moderatore
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Riferimento: Charlie Hebdo
Citazione:
ok…molto serenamente proviamo a confrontare. mi faccio una domanda e la rivolgo a te e a chi volesse intervenire (partendo da una personale considerazione,chiaramente contestabile) perché nonostante questa possibilità,come tu dici,al contrario sembrerebbe fare l'effetto opposto? e più passa il tempo e più sembrerebbe che di valori e nuovi ideali vengano sempre meno,fino quasi a scomparire del tutto? |
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15-01-2015, 14.13.25 | #5 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Charlie Hebdo
Citazione:
I cambiamenti avvengono laddove il pensiero illuminato, avendo possibilità di esprimersi, si coalizza e fa breccia, scardinando assiomi basati più sul dogma che sulla Verità, (volutamente scritta con la V maiuscola). Ma questi cambiamenti non sono mai repentini. L'alchimia di una società va misurata su una scala di tempo che travalica la vita del singolo individuo Affinché valori ed ideali emergano e si impongano ci vuole tempo e soprattutto non sono mai come ciascuno di noi li immagina perché sono la somma e la mediazione di molte individualità. Inoltre non è detto che il loro sorgere non sia faticoso e doloroso e che passi, ahimè, attraverso periodi di turbolenza e di buio. Questo è particolarmente evidente in questo periodo che stà attraversando l'umanità, travolta da tali e tanti cambiamenti epocali dovuti al progresso esponenziale che abbiamo messo in moto e subito nello stesso tempo. Per quantificare brevemente questi cambiamenti cito questo trafiletto preso da un mio scritto presente nel sito: - Alla fine del secolo scorso, ingenti cambiamenti hanno mutato il nostro modo di vivere di relazionarci. Grandi masse di popolazione sono migrate dalla campagna alle città. L’elettricità ha trasformato la notte in giorno. Il vapore ed il petrolio hanno messo in moto le macchine e le macchine hanno aiutato l’uomo a costruire, ponti, viadotti, autostrade, grattacieli, ferrovie, porti, centri commerciali, etc. Navi, aerei, treni ed automobili, hanno reso possibili in poche ore spostamenti che precedentemente richiedevano mesi se non anni. La carta stampata, la radio e la televisione ci hanno portato in casa mondi lontani ed i computer ed i cellulari ci hanno aperto la strada ad una pluralità di* comunicazioni che i nostri avi neppure potevano immaginare. - E' ovvio che in tale calderone prendano piede dentro di noi, eredi di almeno 5 millenni di civiltà contadina, sentimenti di disagio, di smarrimento e di inadeguatezza, anche perché non abbiamo il back-ground necessario ad affrontare molte situazioni e molte delle sfide che la storia odierna ci propone. Questo però non ci esautora dal riconoscere quello che di buono sta avvenendo facendoci rischiare di "buttare via il bambino con l'acqua sporca", anche se l'acqua sporca è tanta. Oggi giriamo una manopola ed ecco l’acqua calda, schiacciamo un bottone ed ecco la luce. Un altro bottone e la casa si riscalda e tutto questo ci sembra la cosa più normale del mondo ma sono conquiste esattamente come è una conquista la libertà di espressione. Non diamo per scontato quello che abbiamo conquistato a fatica sia in campo materiale che in campo intellettuale ma capiamo e difendiamo queste conquiste nel modo giusto. |
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16-01-2015, 08.25.06 | #6 |
Moderatore
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Riferimento: Charlie Hebdo
i cambiamenti avvengono sempre e comunque e a prescindere,se non fosse così allora anche in epoche che oggi non verrebbero considerate libere e democratiche non si sarebbero potute verificare (ed e' appunto vero anche per me che la "fine" di qualcosa,corrisponde all'"inizio" di un altra) e un po questo lo interpreto come se dicessi che il pensiero illuminato sia solo la conseguenza di questa possibilità ma che questa riguarderebbe appunto venuta fuori in conformità con la conquista della libertà di espressione,quella che appunto ci riguarda,e come nessun altro prima di noi sia mai capitato nella storia.. di conseguenza risulterebbe prerogativa unica della nostra attuale democrazia..anche questo mi sembra un dogma.
grazie ancora per il piacevole scambio di opinioni! ciao |
16-01-2015, 10.19.30 | #7 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: Charlie Hebdo
Citazione:
Come tu dici: cambi ci sono sempre stati anche quando e dove non c'era libertà di espressione. Citazione:
Mai prima d'ora nella storia dell'uomo c'era stata una libertà di espressione così forte da essere sancita e difesa dalle leggi. Libertà ancora imperfetta perché ancora limitata da dogmi. Faccio un esempio che non è certo il mio caso, ma forse rende l'idea: Se faccio una ricostruzione storica del fascismo esaltandone i pregi rischio di essere incriminato per apologia di reato. Libertà abusata perché invece di essere usata per confrontare le idee viene spesso usata per dileggiare, attaccare o sminuire idee diverse. Fragile perché ancora non consolidata e soggetta ad attacchi di chi preferirebbe che ci fosse qualcuno che ci dicesse cosa è giusto e cosa è sbagliato, cosa è bene e cosa è male e ci sollevasse dall'onere di pensare e di decidere. Ma purtuttavia c'è e mi duole che in questo luogo di pensiero e di confronto nessuno si sia espresso in sua difesa. Grazie a te per lo scambio. |
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