Idee per sviluppare il senso della vita.
Un contributo sulla riflessione del senso della vita.
Il punto di partenza per me, nel riflettere sul senso della vita è che anche se si supera l'egocentrismo sia individuale che collettivo della specie, non si trova una risposta soddisfacente. Se superiamo la propria ragion d'essere presumendo che il senso della vita non sia una questione individuale, ma bensì collettiva, vedremo che pur allargando l'orizzonte, non ne veniamo a capo.
Partiamo dal mondo cellulare. Ogni cellula ha la sua funzione, il suo percorso di vita, finito il quale muore per lasciare il posto ad un'altra cellula che prenderà il suo posto. La materia di cui è composta si disintegrerà in particelle elementari, per rimettere in circolo materia prima, utile ad eventuali altre aggregazioni cellulari, sia all'interno dell'organismo, sia fuori di esso. Potremmo dire che anche la vita più complessa come quella animale, uomo compreso, più o meno funziona così. Pertanto una prima idea di senso della vita potrebbe essere l'utilità dell'unità, in funzione della continuità della collettività di quella data specie. Ogni unità è importante ma all'interno del tutto di cui è parte funzionale.
Lo stesso concetto può essere ampliato alla materia in genere, compreso sistema solare, galassie, universo. Gli equilibri delle masse dei sistemi stellari, si perpetuano finché il tutto rimane dentro un dato stato. Praticamente tutto quanto possiede energia, è destinato ad evolvere per poi in un modo o in un altro, incontrarsi o scontrarsi con una ciclicità che chiede di lasciare il posto ad altre aggregazioni, sia che siano cellulari o materia stellare.
Quando penso all'esplosione di una stella con tutti i pianeti che compongono il suo sistema, come di galassie che si scontrano con altre, portandosi dietro tutto il destino delle stelle e dei pianeti che la compongono, non posso che rimanere costernato per quello che per certi aspetti sembra un inutile spreco di energia. Si, poi tutto si rinnoverà, fornendo materia per altre aggregazioni, ma il singolo che acquisisce coscienza di tutto ciò e che deve subire sofferenze, difficoltà, senso di precarietà, con quale coraggio e desiderio può sostenere il suo personale ed individuale percorso esistenziale, non avendo neanche un minimo di prospettiva anche oltre al se'?... E anche se il proprio destino ha riservato una buona vita, come è accettabile che non lo sia per qualsiasi altro essere vivente?
Stupore c'è anche per la questione della capacità di porsi questa domanda, come se fossimo stati dotati della potenzialità di poterlo fare, ma con il limite di non poter dare una risposta. Potrebbe essere questione di tempo. Magari le future generazioni avranno più elementi per poter avvicinarsi alla risposta e la nostra presenza non è altro che un tassello del percorso e pertanto il nostro senso potrebbe essere quello di dover dare il nostro contributo per questo cammino. Resta il fatto che lo sguardo alle misure più ampie dell'universo, ci dice che comunque, qualsiasi livello raggiungeremo, ad un certo punto tutto finirà, venendo meno il supporto su cui viviamo. Certo potremmo spostarci in altri mondi, in altre galassie e allora lo scopo sarà quello, pur evoluti, con risposte più soddisfacenti, di scappare sempre da qualche mondo che finirà. La domanda è lecita…ma che senso ha?
Resta pertanto una domanda senza risposta…una risposta consolatoria che permetta di sostenere la difficoltà del vivere.
Firenze 28 Febbraio 2016 Francesco Sandri.
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