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 Riflessioni Politiche - Commenti sugli articoli della omonima rubrica presente su WWW.RIFLESSIONI.IT - Indice articoli rubrica


Vecchio 20-08-2014, 14.54.36   #1
vito rambaldi
Nuovo ospite
 
Data registrazione: 19-08-2014
Messaggi: 1
Filosofia e politica

Nell'articolo https://www.riflessioni.it/riflession...a-politica.htm trovo un'analisi assai interessante che però potrebbe essere fuorviata dall'accademismo. E' proprio li il problema, non è Platone che risolve le cose, ma chi si butta in politica realisticamente e si sporca le mani. perchè Campanella non scrive altro??
vito rambaldi is offline  
Vecchio 21-10-2014, 12.45.10   #2
ilsocratepazzo
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Data registrazione: 19-10-2014
Messaggi: 11
Riferimento: Filosofia e politica

Salve. Penso che non venga scritto, perché parla della vera politica. Il buttarsi e sporcarsi le mani, presuppone qualcosa di sporco e attenzione non dice: pulire ma sporcarsi! Nel mondo in cui viviamo è molto più semplice essere fagocitati dal sistema politico, preferiamo mangiare con le mani sporche di fango... ma qual è allora, la vera politica? Ho sentito parlare molti giovani come i vecchi! Politici arrivisti e ambiziosi oltre natura che se ne fregano di quello che il popolo dice.
Nella vera politica non dovrebbe esserci il problema di immergere le proprie mani nel fango, la vera politica dovrebbe reggersi sugli ideali che mettono solo al primo posto l'essere e i suoi bisogni... La mia domanda è invece un'altra: è mai esistita la vera politica?
ilsocratepazzo is offline  
Vecchio 22-10-2014, 16.13.32   #3
acquario69
Moderatore
 
L'avatar di acquario69
 
Data registrazione: 10-04-2006
Messaggi: 1,444
Riferimento: Filosofia e politica

Citazione:
Originalmente inviato da ilsocratepazzo
La mia domanda è invece un'altra: è mai esistita la vera politica?

trovo che sia interessante la tua domanda..
di istinto mi verrebbe da dire di no,forse pero in epoche molto remote,qualcosa che fosse vero,anche in ambito politico credo sia esistito,magari quando si viveva in piccole comunità dove ognuno poteva fisicamente confrontarsi agli altri e aveva all'interno della comunità stessa delle precise responsabilità,senza la necessita di demandare ad altri (che poi paradossalmente mi sembra proprio il criterio della attuale "democrazia")..poi vi erano gli anziani e i saggi del villaggio che si riunivano in consiglio per prendere le decisioni più vantaggiose per tutti.
oggi questo non credo sia più possibile,per evidenti motivi e la tendenza che mano a mano si e' venuta a creare e' esattamente il suo esatto contrario..anche in termini di sovrappopolazione e di urbanizzazione conseguente
acquario69 is offline  
Vecchio 11-07-2015, 18.11.49   #4
Ubertino
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Data registrazione: 26-03-2015
Messaggi: 3
Riferimento: Filosofia e politica

Ho avuto modo di leggere l'articolo, e mi trovo molto d'accordo con quanto ho letto. Il rapporto tra filosofia e politica è sempre stato molto discusso, fin dall'antichità. Se Platone teorizzava uno Stato Ideale e riteneva che il buon governo ci sarebbe stato soltanto quando i re fossero divenuti filosofi o i filosofi e che esortava (si veda la lettera VII) i tiranni di Siracusa ad aprirsi alla speculazione filosofica, troviamo un Aristotele che delinea il volto di un intellettuale completamente assorto nella speculazione teoretica, fino ad arrivare in età ellenistica, con la crisi delle Poleis all'affermarsi di un individualismo anche in campo filosofico che non solo non cerca congiunzioni con la politica appannaggio esclusivo di funzionari di uno Stato assoluto sentito come distante dai cittadini e dagli intellettuali. Il cittadino diventa suddito, e perde interesse per la politica. Non a caso in questo periodo l'obiettivo della filosofia non è più lo Stato Ideale di Platone o la conoscenza fine a se stessa di Aristotele, ma la felicità, raggiungibile in diversi modi a seconda dell'indirizzo filosofico. Si prenda per esempio l'Epicureismo, il quale condannava apertamente la politica, l'affannarsi per la ricerca di potere e cariche pubbliche, predicando invece un'individualismo spinto quasi all'estremo che è sintetizzabile nel celebre motto epicureo:<Vivi nascosto>. E' opportuno considerare come le condizioni sociali contribuiscano a determinare l'interesse dei cittadini (e quindi anche dei filosofi per la politica).

La società di oggi ha visto lo Stato democratico costituito dietro il pagamento di un enorme tributo di sangue allontanarsi gradualmente dai cittadini, a causa di una burocrazia soffocante che allontana lo Stato dal cittadino, e nella quale la corruzione bazzica tra scambi di favori e agganci con imprenditori e politici vari.

L'italiano medio (e ancor più il giovane italiano medio) preferisce un talent show a un dibattito politico, una discussione sulla scorsa giornata di campionato rispetto a quanto accade in politica. Il cittadino ha perso la fiducia nella politica, sentita come un corpo estraneo, e, consequenzialmente, se ne distacca, mentre il giovane nato in questo clima non ne sente neppure l'esigenza (io personalmente posso testimoniare questo, da giovane studente che è nato dopo tangentopoli, in un clima ormai di grande sfiducia nella politica)

I politici d'altronde sembrano - e sono - nella maggior parte dei casi (non intendo generalizzare), una casta a parte. Già Enrico Berlinguer il 28 luglio 1981 affermava:<I Partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela>; oggi questa frase è più attuale che mai. Openpolis ci comunica che dei nostri 945 parlamentari eletti, solo un centinaio intervengono attivamente e regolarmente nel dibattito politico, fanno proposte di legge, emendamenti, ecc. E gli altri? Abbiamo persone quali il sen. Niccolò Ghedini che sì e no sarà andato al senato una trentina scarsa di volte dall'inizio della legislatura.

E gli intellettuali? Qual è il ruolo dell'intellettuale nella società di oggi, in uno Stato Democratico? Tra l'intellettuale delineato da Max Weber (citato nell'articolo), che non si sforza di cambiare la realtà ma solo di comprenderla per così com'è e l'intellettuale Gramsciano impegnato nella lotta di partito ritengo che esista una via di mezzo, la figura dell'intellettuale civile di Norberto Bobbio, non estraneo alla società civile, e anzi profondamente legato ad essa, ma sempre in grado di conservare il proprio spirito critico e di rimanere sempre libero e indipendente.
Ubertino is offline  

 

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