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12-03-2008, 11.31.26 | #12 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
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Riferimento: Laicità, ingerenze e dittatura della maggioranza
Citazione:
Mi pareva, infatti, che neppure SpiritoLibero escludesse la possibilità che un governo potesse deliberare una legge che fosse conforme alle attese e alle esigenze prospettate dalla religione. Ma si tratterebbe di un fatto accidentale, non certo sostanziale. L’istanza promotrice la legge non sarebbe di matrice religiosa, ma risponderebbe ad un’urgenza sociale, incidentalmente convergente con quella religiosa. La laicità di uno Stato, piaccia o non piaccia, si fonda su questo principio inderogabile: le sollecitazioni che promuovono una legge non possono mai essere d’ispirazione ‘esclusivamente’ religiosa. L’avverbio esclusivamente va inteso nel senso che qualora una norma giuridica non avesse in sé, quindi intrinseca, una valenza sociale, ma solo religiosa, sarebbe una norma che risponderebbe ad un’esigenza la cui soddisfazione non compete per natura allo Stato, ma risponderebbe ad una richiesta proveniente da una sola parte del corpo sociale, prevaricando, per contrappunto, l’altra – magari minoritaria -. Ancor più grave sarebbe se il dispositivo di legge dovesse portare ad un’ingiustificata contrazione delle lecite libertà individuali, senza arrecare alcun beneficio in materia di libertà religiose ai proponenti la legge stessa. E’, guarda un po’, proprio il caso della legge sull’aborto, che, ribadisco, non impone nulla a nessuno, ma offre una possibilità a tutti. La libertà di coscienza individuale del religioso e del laico non sarebbe coartata dal dispositivo di legge, poiché non si tratterebbe di una normativa esclusivamente prescrittiva. La liceità è, invece, rinvenibile nella diversa concezione del diritto alla vita che informa ciascuna coscienza individuale e che né la biologia, né la teologia, né la filosofia, in un raffronto sistemico, riescono a de-finire in maniera inequivocabile. L’etica, troppo spesso chiamata in causa anche a sproposito, non essendo un corpus concettuale universale, si posiziona su un limine indecidibile. Alla sua vaghezza, lo Stato, per il problema in parola, non può attingere, se non operando una vistosa forzatura di stampo fideistico, se non addirittura di carattere opportunistico. La posizione della Chiesa si traduce così in un’opinione per quanti in essa non si riconoscono; quella della biologia, per converso, per la Chiesa si riduce ad una caratterizzazione del problema non ‘giustamente’ informata dalla ‘visione superiore’ attingibile ad una rivelazione che la scienza può tranquillamente bypassare, almeno per il discorso sull’aborto… ma non solo. Lo Stato non può sottostare neppure all’opinione dominante scaturente dal dibattito, poiché istituirebbe un pericoloso principio in forza del quale il dibattito pubblico diverrebbe la vera fonte naturale del diritto, o quantomeno quella preminente. Così anche per quanto attiene alla coscienza individuale del politico: neppure essa può ergersi a fonte prioritaria del diritto. MI sembra siano argomenti più che semplici, oltre che logici. Mi stupisce che l’illuminazione superiore, attinta alla rivelazione divina, non sia in grado di suggerire questa particolare essenza dello Stato alle alte curie romane. SE il dibattito pubblico dovesse assurgere a palestra privilegiata per l’esercizio delle facoltà legislative del governo, quest’ultimo, per esempio, si esporrebbe alla deprecabile possibilità di dover sottostare all’urgenza (e in Italia si tratta di una vera urgenza) rappresentata dall’opinione maggioritaria, scaturente appunto dal dibattito, di abolire le tasse, o perlomeno di ridurle sostanzialmente senza aver provveduto ad una diversa e alternativa fonte di finanziamento per le attività che gli competono per natura. Addio stato sociale, addio assistenza sanitaria pubblica, addio anche all’istruzione pubblica. Neppure l’ordine sarebbe più garantito. Insomma, pretendere che le leggi diano risposta alle perorazioni provenienti dall’opinione pubblica equivale a concepire uno Stato anarchico (il che è davvero un’antinomia). A quel punto non sarebbe possibile negare l’ispirazione populista di chi è posto ai suoi vertici. Auspico che in Italia si possa evitare la clonazione del concetto di Stato che hanno negli USA. Oltretutto, rimettere il potere legislativo nelle mani di comitati di bioetica per ogni problema sociale che attiene anche all’aspetto morale (droga, aborto, maternità assistita, pillola del giorno dopo, matrimonio gay, uso dei contraccettivi, istruzione sessuale nelle scuole pubbliche, pena di morte, servizio militare, missioni in territori di guerra, assistenza alle famiglie, istruzione…) equivale alla rinuncia del mandato conferito dalla nostra Carta Costituzionale al governo e al parlamento (potere esecutivo e legislativo), che, come ben fa osservare SpirioLibero, è la carta fondamentale della Repubblica Italiana e non anche dello stato libero del Vaticano. Qualsiasi ingerenza, in qualsivoglia forma, esercitata dalla Chiesa di Roma nei confronti dei poteri dello Stato italiano, è, giuridicamente, configurabile come un’interferenza indebita di uno Stato straniero nelle questioni interne di un altro stato sovrano. I Vescovi, ancorché cittadini italiani, quando intercedono su queste questioni nei confronti della politica e del governo italiani,ispirati come sono da un’esigenza morale, lo fanno in virtù di un ‘mandato’ conferito loro da uno stato straniero, agendo così come suoi pro-consoli o ambasciatori. Non è un caso, infatti, che i vescovi siano definiti ambasciatori di Cristo, il medesimo Cristo la cui giurisdizione è riconosciuta, senza tentennamenti, dal Vaticano, ma con non poche lecite riserve dall’Italia. Ciao |
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28-04-2008, 20.29.06 | #13 | |||||||||||
Lance Kilkenny
Data registrazione: 28-11-2007
Messaggi: 362
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Riferimento: Laicità, ingerenze e dittatura della maggioranza
Citazione:
Citazione:
Così non è se, ad esempio, il manifesto della laicità in Italia deve essere la lettera dei '67 docenti al rettore della Sapienza mentre tutti gli altri non-credenti, ma da quel gesto dissidenti, devono vedersi arruolati ex cathedra tra le fila degli 'atei devoti' o, peggio, dei 'cristianisti'.Non fatico a immaginare che ti apparirà bizzarro, ma il mondo laico deve avere nei cromosomi il gene del dibattito interno (auto)critico. Citazione:
http://www.giustizia.it/cassazione/leggi/l810_29.html Premesso quindi: "Che la Santa Sede e l'Italia hanno riconosciuto la convenienza di eliminare ogni ragione di dissidio fra loro esistente con l'addivenire ad una sistemazione definitiva dei reciproci rapporti, che sia conforme a giustizia ed alla dignità delle due Alte Parti e che, assicurando alla Santa Sede in modo stabile una condizione di fatto e di diritto la quale Le garantisca l'assoluta indipendenza per l'adempimento della Sua alta missione nel mondo," e dovendosi intendere, immagino, per alta missione nel mondo l'opera di evangelizzazione del medesimo.... ecco sì, appare curioso e lezioso domandarsi "cosa voglia il vaticano stato straniero da noi", Italia (parte del mondo). Citazione:
Citazione:
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28-04-2008, 20.33.28 | #14 | ||
Lance Kilkenny
Data registrazione: 28-11-2007
Messaggi: 362
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Riferimento: Laicità, ingerenze e dittatura della maggioranza
...segue
Citazione:
In entrambi i casi nessuno potrebbe dirgli che sbaglia: perchè i convincimenti, laici e personali, possono provenire anche dall'elaborazione delle dottrine religiose più svariate, dal momento che non è escluso da nessuna norma che ciò avvenga e posto che molte prescrizioni religiose sono semplicemente ragionevoli ed applicate da tutti noi nel quotidiano da secoli. Dunque a che serve inquadrare nel mirino la categoria inesistente dei "politici che promuovono norme che sono dottrine religiose"?Chi stabilisce che una norma licenziata è esattamente una dottrina religiosa e non una convinzione formalizzata in disegno di legge e maturata in un contesto culturale permeato anche di modelli cattolici, ma non solo?Chi stabilisce che per dire no all'eutanasia sia necessario essere cattolici?Lo sai che lo stesso d'Arcais è contrario alla fecondazione, in vitro (figurati in vivo!!)?!!Chi sancisce che per dubitare dell'aborto o della 194 sia obbligatorio essere indottrinati dalla chiesa?Tu?!Giorello?Chi altri? Citazione:
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29-04-2008, 13.09.03 | #15 | ||||||||||||||||||||
Ospite abituale
Data registrazione: 08-11-2006
Messaggi: 1,334
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Riferimento: Laicità, ingerenze e dittatura della maggioranza
Citazione:
La definizione non è mia, è quella comunemente ritenuta valida dalla stra grande maggioranza degli intellettuali. E' ovvio che può benissimo essere messa in discussione e anche cambiata, ma per farlo occorrono delle buone e convincenti argomentazioni. Citazione:
Questo passaggio è condivisibile. Citazione:
Non credo di aver ben compreso cosa tu intenda. Citazione:
Se la santa sede è indipendente, ritieni che io possa pretedere l'indipendenza dell'Italia da ingerenze straniere ? Citazione:
Evangelizzare, cioè portare la parola del vangelo pacificamente è lecito, ingerire nelle scelte politiche di uno stato no. Non sto in questo momento sostenendo che il Papa lo faccia, sto solo ribadendo un principio e vorrei capire se almeno su questo principio siamo d'accordo. Se si, allora possiamo discutere se i vertici ecclesiastici facciano politica o evangelizzazione, se no, dobbiamo dibattere sul principio stesso. Citazione:
La religione cattolica non è più la religione di stato. Citazione:
Che c'entra la missione cattolica con la politica italiana ? Citazione:
Appunto, indipendenza di “stato” e “chiesa”. Quando la chiesa vuole rendere lo “stato” dipendente dalla sua morale compie un'azione illegittima. Citazione:
La costituzione può essere modificata come ammetti tu stesso, se la maggioranza fosse islamica e modificasse la costituzione inserendo l'islam come religione di stato rendendo al contempo illegittima qualsiasi altra religione, sarebbe giusto solo perchè lo ha deciso la maggioranza ? Io ritengo che la maggioranza non ha potere assoluto, anzi, non può mai imporre scelte morali e religiose alle minoranza a meno che non ledano diritti altrui. Citazione:
Come ho detto sopra, deve rimanere saldo il principio che democrazia è un concetto diverso da dittatura della maggioranza. Se questa differenza viene meno non si avrà più democrazia ma dittatura e teocrazia, a quel punto, signori, le minoranze avranno tutto il diritto di difendersi come possono. Citazione:
Ma niente affatto ! Lui può esprimersi benissimo, come del resto fa quotidianamente, solo che la sua opinione dovrebbe contare come l'opinione di qualsiasi altro cittadino straniero. Il suo ruolo “morale” vale per i cattolici e simpatizzanti, oppure devo essere costretto a piegarmi al suo volere nonostante io non sia cattolico ? Citazione:
La ex cattolicissima spagna non ha il vaticano in casa. Comunque sono d'accordo con te che il problema è soprattutto dei politici asserviti al potere e poiché la CCR in Italia ha molto potere....il resto vien da se. Citazione:
Non sequitur. Stiamo discutendo dei principi, la tua risposta non ha senso. Il fatto che non lo facciano non significa che in linea di principio, seguendo la tua logica, non lo possano fare. Altrimenti mi dovresti dire perchè non lo possono fare e questa tua spiegazione dovrebbe essere coerente con le premesse che fino ad ora hai esposto. Citazione:
Niente affatto, l'atto di fede è possibilissimo, la fede cieca è un'altra cosa, quest'ultima diventa spesso plagio o fanatismo. Citazione:
Davvero ? Dove di grazia ? E se è risolta questa perchè non dovrebbero esserlo le altre leggi “religiose” ? Citazione:
Ma davvero ? Prova ad andare in Arabia Saudita o leggere un manuale di storia medievale. Ripeto che il fatto che non lo si faccia in Italia non ci preserva dalla possibilità che la cosa non accada in futuro. L'unico modo per difendersi è ribadire dei principi e sostenerli con argomentazioni razionali, ovvero comprendere “perchè è sbagliato che accada”, non ci si può limitare a dire “tanto non succede”. In ogni caso mi fa piacere che tu convenga che sarebbe un'assurdità una legge del genere, ergo, qui, sei d'accordo con il principio che voglio ribadire, salvo contraddirti più avanti. Citazione:
A questo ho già risposto nell'articolo e nei miei precedenti interventi. Citazione:
La logica è parte fondamentale del mio mestiere, ti posso solo dire che i non sequitur logici in questa discussione sono presenti nei tuoi ragionamenti, basti vedere il passaggio in cui sostieni che “tanto non accade” spostando il discorso dal piano dei principi e quindi dell'astratto ragionamento logico a quello pragmatico, un errore comune e fondamentale. Citazione:
Ah, quindi la Chiesa è diventata un partito politico, sei più avanti dei chierici stessi che si guardano bene dall'affermarlo esplicitamente, ti sei mai chiesto perchè ? Citazione:
La posizione dialogica è sempre corretta, la posizione politica no, ne tanto meno l'assurgere norme religiose a leggi dello stato senza nessuna motivazione ragionevole. Saluti Andrea |
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29-04-2008, 14.00.57 | #16 |
farabutta
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Riferimento: Laicità, ingerenze e dittatura della maggioranza
Non voglio entrare nel merito di questa bella discussione, ma offrirvi un esempio, come considerate questo scritto?
http://www.vatican.va/roman_curia/co...unions_it.html E' compatibile con i Patti Lateranensi?Un Deputato o Senatore che vota fedelta allo Stato laico, come si deve porre? Tratto dal link qui sopra: IV. COMPORTAMENTI DEI POLITICI CATTOLICI NEI CONFRONTI DI LEGISLAZIONI FAVOREVOLI ALLE UNIONI OMOSESSUALI 10. Se tutti i fedeli sono tenuti ad opporsi al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, i politici cattolici lo sono in particolare, nella linea della responsabilità che è loro propria. In presenza di progetti di legge favorevoli alle unioni omosessuali, sono da tener presenti le seguenti indicazioni etiche. Nel caso in cui si proponga per la prima volta all'Assemblea legislativa un progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge. Concedere il suffragio del proprio voto ad un testo legislativo così nocivo per il bene comune della società è un atto gravemente immorale. Nel caso in cui il parlamentare cattolico si trovi in presenza di una legge favorevole alle unioni omosessuali già in vigore, egli deve opporsi nei modi a lui possibili e rendere nota la sua opposizione: si tratta di un doveroso atto di testimonianza della verità. Se non fosse possibile abrogare completamente una legge di questo genere, egli, richiamandosi alle indicazioni espresse nell'Enciclica Evangelium vitae, « potrebbe lecitamente offrire il proprio sostegno a proposte mirate a limitare i danni di una tale legge e a diminuirne gli effetti negativi sul piano della cultura e della moralità pubblica », a condizione che sia « chiara e a tutti nota » la sua « personale assoluta opposizione » a leggi siffatte e che sia evitato il pericolo di scandalo.(18) Ciò non significa che in questa materia una legge più restrittiva possa essere considerata come una legge giusta o almeno accettabile; bensì si tratta piuttosto del tentativo legittimo e doveroso di procedere all'abrogazione almeno parziale di una legge ingiusta quando l'abrogazione totale non è possibile per il momento. |
01-09-2008, 00.20.01 | #17 |
Ospite abituale
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Riferimento: Laicità, ingerenze e dittatura della maggioranza
La nostra costituzione democratica recita:
“La libertà personale è inviolabile” “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Ho letto con interesse l'articolo e alcuni interventi. Mi sento di poter fare solo alcune considerazioni in merito, spero in qualche modo pertinenti. Che la libertà personale sia inviolabile e sancisca un principio fondamentale della democrazia (e non della maggioranza) è lucidamente espresso da Andrea e mi trova pienamente d'accordo. Ma devo fare alcune considerazioni: Nella prima legge si parla di "libertà personale" nella seconda di "persona umana". Quindi la Repubblica (lo Stato) ha il compito di rimuovere gli ostacoli sociali ed economici che limitano la libertà e l'uguaglianza dei cittadini che ne impedirebbero il "pieno sviluppo della persona umana". Bisognerebbe però prima di tutto considerare i concetti di libertà e di persona umana. Quanto al concetto di libertà è possibile dire poco, invece per quanto riguarda la "persona umana" meno di poco. Se seguissi la razionalità (che seguo sempre con molto piacere) mi accorgo che il concetto di libertà è vago. Per esempio: cosa può voler dire che un bimbo di 7 anni è libero e la sua libertà non deve essere violata? La seconda legge Costituzionale menzionata su, ci aiuta a comprendere in che modo questa libertà deve essere intesa: << bisogna rimuovere gli ostacoli economici e sociali che di fatto limitano la libertà e l'uguaglianza>> Di fatto gli ostacoli economici e sociali sono rimossi dall'intervento statale che da l'opportunità a tutti di crescere e progredire nella società, per esempio attraverso l'istruzione (uguale per tutti). Di fatto l'intervento dello Stato si riduce a sostenere con i propri soldi il futuro dei suoi cittadini attraverso l'istruzione, così liberandolo dalle disuguaglianze sociali (prima solo una famiglia agiata si poteva permettere una buona istruzione), permettendo lo sviluppo della <<persona umana>>. In altre parole l'istruzione, ovvero l'informazione (ma non la "formazione"), diviene simbolo della libertà e della persona umana. Siamo partiti da considerare però concetti "astratti" di libertà e di persona umana che non hanno un fondamento razionale o fisico (forse la persona umana può essere differente da una "persona scimmiesca", o da una "persona cagnesca" così che forse si possa comprendere cosa si vuol dire essere una persona umana), per poi dire che la libertà e la persona umana vengono di fatto limitate dallo stato sociale ed economico. Io che sono un poveraccio e senza una lira in tasca sono limitato nella mia libertà? Facendo i conti, quindi con le definizioni, ci ritroviamo a fare le somme e a fare relazioni fra numeri, per concepire praticamente i concetti che i principi su espressi volevano far intendere. Facendo una riflessione piu accurata però ci accorgiamo che si è vero che le differenze sociali ed economiche limitano di fatto la libertà, ma sia la libertà che la persona umana non può essere intesa come un "rapporto" numerico fra quanti soldi ho in tasca io e quanti ne ha un altro. Cosicché uno Stato che istituzionalizzasse (faccio per dire) questa equazione, istituzionalizzerebbe anche la divisione, già ai primi anni di scuola, tra informazione e "formazione". Visto che la formazione, quindi l'educazione vera e propria, non si ottiene con i numeri finiti ma con una sperimentazione (che può dar luogo a pregi ma anche a difetti se non si sta attenti alla "persona umana" che sta dentro il cervello, e non solo, di ogni uomo e di ogni bambino), non è fuor di luogo pensare anche che la "tradizione cristiana italiana" possa risultare un punto focale per l'educazione e la prima formazione. Si può anche obiettare certo, in nome dell'ugualianza fra le religioni: togliere il crocifisso dalle aule, oppure non fare piu la classica e tradizionale messa-in-scena del Natale con i bambini che cantano "Tu Scendi dalle stelle", è un passo verso questo principio che sento fondamentale. Ma mi chiedo, come li formiamo allora sti bambini alle scuole? Se si tratta solo di "informare" loro le necessarie nozioni per vivere perchè entrino dentro la ruota "economica sociale", non rischiamo di formare bambini vuoti senza ideali nonchè senza moralità? Purtroppo una morale laica non esiste, se è intesa razionalmente poi ancora peggio, ammesso che il laico razionalmente mi indicasse cosa vuol dire per esempio "amare" e per quale motivo razionale il bambino dovrebbe essere aiutato ad amare. Se razionalmente l'amore non è che una composizione chimica con chissà quali ingredienti che può essere un giorno sintetizzata in un "elisir d'amore", perché aiutare il bambino ad amare la natura (per esempio) naturalmente (bisticcio voluto di parole) se poi non è che un epifenomeno chimico fisico da poter anche controllare razionalmente (o con la droga)? Finisco con una considerazione extraterritoriale: in Giappone si sa lavorano come matti... le scuole fino ai gradi superiori (se no forse anche nelle università) utilizzano grembiulini per distinguersi(ci sono stato in Giappone per cui lo so perché li ho visti) , ma notoriamente (non posso confermarlo, l'ho solo sentito dire) sono stressati e questo provoca anche un maggiore tasso di alcolismo (per non parlare delle sale mangia soldi che sono distribuite ad ogni angolo delle strade) perchè in qualche modo devono sfogare le loro passioni. Ho preso questo esempio solo come trampolino di lancio per dire che la "persona umana" è qualcosa di più della sola razionalità, e questo lo Stato deve tenerlo presente se vuole che si sviluppi a pieno la persona umana. Senza una guida morale che si faccia carico anche di quei problemi legati alla persona come soggetto , il risultato potrebbe essere di creare anzichè un uomo pienamente soddisfatto della sua vita, un uomo stressato, "finito" e senza meta. Giustamente il legislatore, benché non sia sostenuto da alcun processo razionale o da commissioni scientifiche appropriate,deve porre innanzi a se, come fine quasi metafisico di uno stato ideale, ma che ha in se una sua valenza e una sua importanza fondamentale, al fine di ottemperare pienamente alle istanze per un pieno sviluppo della persona umana, quella parte dell'uomo meno legata agli interessi temporali e materiali. Chiaramente il mio discorso voleva essere di largo respiro (senza entrare nei particolarismi) e non voleva indicare un colpevole (lo Stato o la Chiesa o altro organismo) ma era inteso alla riflessione profonda di certi temi, al di la delle etichette di partito o di confessione. Cioè se il tema è l'uomo bisogna intenderlo nella sua interezza. Se il tema è cosa deve fare lo Stato per il suo cittadino, è possibile discutere sulle priorità a breve a medio e a lungo termine. Ma se, come si evince,il problema viene affrontato riducendo l'uomo alle sue ossa e alla sua carne o quanto produce e se produce, abbiamo appena sfiorato il problema dello sviluppo della persona umana, sempre che sia quello il fine da raggiungere e non quello puramente materiale ed economico (che anche Mussolini aveva in mente, essendo lui stesso un insegnante di scuole elementari, quando creò le giovani marmotte...no non erano le giovani marmotte, ma fa lo stesso ) . Mi sta bene quindi lo Stato laico, il principio fondato sulla libertà personale, l'uguaglianza, la non ingerenza forzata e quasi violenta della Chiesa su certi temi, ma bisogna stare attenti perchè si cade così dalla padella alla brace, rischiando di costruire un futuro razionale si, ma fondato sul niente, pronto a crollare in qualsiasi momento nelle sue ceneri. saluti |
19-12-2011, 22.18.33 | #18 |
Ospite abituale
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Riferimento: Laicità, ingerenze e dittatura della maggioranza
Per onestà umana prima che intellettuate io sono un cristiano che ha studiato la Bibbia e quindi anche i Vangeli , canonici e apocrifi e diverse altre spiritualità e loro contenuti.
Dove sta scritto nei quattro Vangeli canonici che l'uomo è asservito a Dio? Forse nel vecchio testamento, quello dell'occhio per occhio , dente per dente. Gesù Cristo è venuto ha insegnare altro con la salvezza e la redenzione e se poi la teologia ha costruito delle logiche razionalistiche passate dai patristi alla scolastica e al tomismo in cui l'uomo è un servo di un intermediario istituzionalizzato chiamato chiesa, vi ripeto trovatelo nei Vangeli se riuscite. Attenzione anche a certe traduzioni per cui comunità è divenuta chiesa. Si parla di libero arbitrio , del bene e del male e dei comportamenti e che ognuno rimetterà i suoi peccati a Dio. Ma che un uomo sia la volontà di Dio e rappresenti la Verità sulla Terra , non esiste da nessuna parte. Questa è dittatura teocratica. La libertà persino di sbagliare è sacra e la democrazia poggia sul fondamento della tolleranza, cioè del confronto di opinioni e del rispetto delle vite e libertà di esistere altrui, così simile al principio vangelico del libero arbitrio che sarà rimesso a Dio con lo spirito alla fine dei tempi. |