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13-11-2006, 19.05.36 | #9 | |
torna catalessi...
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 899
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Riferimento: Ma quando mai il "sempre" è inconsueto?
Citazione:
la relazione di cura non si esaurisce nei meccanismi che hai descritto;alla base di tale relazione non dovrebbe esserci l'accoglienza dell'altro e di tutta la sua persona? In oltre qual'è lo scopo della cura se non l'emancipazione dell'aiutato e nel suo divenire non altri che se stesso? Noi non facciamo trapianti di cervello. Nei secoli scorsi però li abbiamo subiti ad opera proprio di quelle istanze famose di cui parli. I contenitori che la società ci ha imposto per secoli avevano sì lo scopo di tutelare il genere maschile, ma non dalla minaccia della scimmia umana efferata. Tutelavano invece il bisogno primitivo e impellente dell'uomo di salvaguardare un presunto "diritto fallico". Erano una specie di rassicurazione sessuale, cosa di cui l'uomo è ghiotto. Del resto la stessa letteratura europea inizia così, migliaia di anni fa. Agammenone e Achille litigano per una donna, anzi per una ragazza rapita durante una guerra: come in una rissa al bar. Il glorioso Achille imbestialito da un'offesa (quella di non ottenere la donna)inizia uno scontro brutale per ristabilire la sua "fallica dignità". Chi fra i tre, Achille, Agammenone e la ragazza, fosse più scimmisesco è tutto da stabilire: personalmente tendo verso i primi due. Purtroppo, in un giorno indefinito del secolo scorso, la musica d'un tratto è cambiata, le donne hanno alzato la testa e hanno smesso di rassicurare il genere maschile: la festa è così finita, mi dispiace... In merito ai bambini nel cassonetto; in genere questo gesto efferato e drammatico avviene subito dopo il parto ad opera di donne perchè, appunto, sono loro ad avere appena partorito. se andiamo a vedere cosa succedeva in tempi di guerra dieci anni fa al di là dei Balcani, si scoprirà che erano i militari, uomini, a tagliare le pance gravide delle donne appartenenti alla controparte. Se ci lanciamo in una casistica dei gesti più criminali e efferati della storia, non sono certa che il genere maschile ne uscirebbe facendo una bella figura e di questo, credimi, me ne rammarico. E poi. Se davvero gli uomini subiscono questa pressione istintuale e loro malgrado sono attratti dalle donne solo in senso corporale, trascurando completamente la loro interiorità, perchè allora solo il genere femminile meriterrebbe la qualificazione di "scimmiesco" che, se permetti, è proprio orribile? |
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14-11-2006, 03.32.53 | #10 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
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Riferimento: Ma quando mai il "sempre" è inconsueto?
Citazione:
Intendevo, ovviamente, la relazione di "cura" in senso generale, ossia assistenziale. Non mi riferivo alla relazione terapeutica in un contesto analitico o, meno formalmernte, psicoterapeutico. Quest'ultima è, infatti, una modalità della "cura" in cui la relazione è, in qualche modo, prescritta ed improntata da disposizioni tecniche assai specifiche. In secondo luogo, non vedo "come" le attribuzioni tradizionali al ruolo femminile tutelassero un ipotetico "diritto fallico" del maschio. Che esse risultassero "rassicuranti" per l'uomo (e per la società nel suo complesso) è la ovvia conseguenza del fatto che costituivano degli ottimi contenitori dell'aggressività femminile. "Ottimi" non significa, del resto, "adeguati" oppure "coerenti" con una società che, nel frattempo, si è evoluta. Il problema sta nel fatto che, demoliti quei "contenitori", siamo ben lontani dal possederne altri: ed ogni corpo sociale necessita di agenzie e norme di controllo della distruttività. Quanto ad Achille ed Agamennone, francamente non capisco: se non vado errato, l'ira di Achille si tradusse nel rifiuto a continuare a combattere, dopo che Agamennone (a capo dell'esercito greco) gli aveva imposto la consegna di Briseide. Quest'ultima, peraltro, gli era stata richiesta dopo che Agamennone, spaventato dalla vendetta di Apollo, aveva rinunciato a Criseide restituendola al padre, sacerdote del dio. Ma qui ci troviamo nella mitologia e, in ogni caso, non capisco cosa centri la vicenda con questo discorso o con il fallocentrismo (di chi? di Achille, di Agamennone, della civiltà greca, del dio Apollo? Mah!). Infine un cenno a riguardo dell'ultimo punto. Mi ci dispongo a malincuore, perchè so benissimo che sarò travisato: ne sono certo al punto che, se la mia analisi fosse compresa e condivisa da una donna, allora sarei il primo a riconoscere che essa è infondata o incoerente. Io sono convinto del fatto che le pulsioni che alimentano la ricerca maschile della donna sono di carattere "appetitivo", ossia sono biologicamente determinate. Parliamo di uomini orientati in senso eterosessuale. Ma il discorso vale anche per gli omosessuali, salvo che l'oggetto della appetizione è il maschio, non la donna. Non cambiano, intendo, le modalità, in quanto in entrambi i casi esse sono fondate su di un desiderio "fine a se stesso", ossia geneticamente prestabilito. L'uomo subisce questo bisogno indipendentemente da qualsivoglia sua scelta, esattamente come non è oggetto di scelta il fatto di respirare e di alimentarsi. Tale "primarietà", ossia "irriducibilità" (altrimenti detto: non vi è nulla di antistante che possa essere "riferito" causa di ciò senza doversi descrivere in altri linguaggi) rende l'anelito dell'uomo assolutamente non strumentale e disinteressato. In altri termini: esso non ha altro scopo ulteriore se non quello di tacitare un bisogno che, in mancanza di soddisfacimento, si trasforma in una dolorosa privazione. Anche in questo caso, ovviamente, esiste un potenziale di distruttività che il corpo sociale e l'individuo stesso non possono che avvertire come pericoloso. Il contenitore socio-culturale per eccellenza di questo potenziale distruttivo maschile sta nell'"oggettivazione" della bellezza e delle attrattive femminili; quello individuale nei meccanismi di sublimazione che rendono possibile l'innamoramento. E' chiaro come dietro gli struggimenti, le tenerezze e le delicatezze degli uomini innamorati si celi, ghignante, il genio della specie. Ma ciò non impedisce che, esattamente come nel caso opposto, ossia quello dello stupro, si muovano esattamente le stesse istanze: ossia il fatto che tale bisogno è primario ed irriducibile, afinalistico, disinteressato e privo di calcolo. Un aspetto che le donne, in genere, non accettano, ma è assolutamente vero, è il seguente: la ricerca fattiva della donna insorge nel maschio assai più come lenimento di una sofferenza che non come ricerca di un appagamento. Del tutto comune allo stupratore ed all'innamorato assalito dal demone poetico sta il fatto che entrambi soffrono, allo stesso modo, per la stessa cosa, e con pari intensità. La differenza, invece, sta nell'efficienza o meno dei contenitori di controllo della distruttività sociale ed individuale. E tali contenitori, per l'universo maschile, funzionano ancor oggi: infatti la massima parte degli uomini si innamora e solo pochi stuprano. L'interpretazione che la donna suppone è esattamente opposta: l'uomo concupisce, vuole il suo piacere, soffoca, annoia, perseguita ed ossessiona la femmina in vista della ricerca del proprio soddisfacimento. Non è così: la donna non aggiunge nulla, dal punto di vista umano, all'uomo, non gli produce che un piacere minimo, rispetto alla tensione che spegne. Dice correttamente D'Agostino: "Pago la prostituta non per il piacere che mi ha dato, ma affinchè essa mi dimentichi per sempre". Non per caso la maggior parte delle coppie di lungo corso, mostra uomini annoiati e pigri, del tutto avulsi da qualsiasi idea di seduzione della propria partner. Sono, semplicemente, pacificati. Poichè, invece, le istanze femminili verso l'uomo sono di genere culturale e non biologico, esse si alimentano della mimesi sociale e di, più o meno inconscie, attese vantaggiose. Per questo l'uomo di successo, molto potente, o molto ricco, può trascinare al delirio folle di ragazze, indipendentemente dalle sue qualità fisiche, morali o intellettuali. Così, mentre la compagna di liceo può, nel suo piccolo ambiente, riscuotere lo stesso successo della cantante di grido, o anche molto di più, non si può proprio dire lo stesso per gli uomini. Un reality idiota e insulso come il recente "Pupa e secchione" lo mostra con evidenza emblematica, ma senza scoprire più dell'acqua calda. Ragazzi che fino a ieri nessuna donna avrebbe mai preso in considerazione sbalzano, all'improvviso, a livelli di appeal incontenibile... Vabbè, non perdiamo altro tempo. Il sonno chiama. |
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