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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 25-08-2006, 12.17.49   #1
archit
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Pacifisti o pacifinti?

Dalle ultime notizie di cronaca, un grosso interrogativo comincia a frullarmi insistentemente nella mente.
Come è possibile che gente totalmente contraria alla guerra, grossi criticatori degli interventi in Iraq, sedicenti pacifisti, ad un certo punto, con totale disinvoltura cambino totalmente idea ed in più si fanno promotori di nuovi interventi in nuovi paesi?
domanda: "E' credibile un essere umano che si definisce pacifista ed al contempo odia indiscriminatamente un'altra persona solo perchè americana?"
Sono convinto che la maggior parte di coloro che definiscono se stessi pacifisti, in realtà siano i primi sostenitori di una profonda e violenta guerra con se stessi, poichè non è possibile rimanere amareggiati per le torture inflitte ad un violento terrorista e di contro, totalmente indifferenti all'uccisione di un giovanissimo soldato americano solo perchè si ritiene l'America un paese aggressore. Credo non si sia equilibrati, poichè pacifista o lo si è realmente come Ghandi anche di fronte alle ingiustizie, oppure non ci si può definire che pacifinti.
archit is offline  
Vecchio 25-08-2006, 16.37.19   #2
VanLag
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Riferimento: Pacifisti o pacifinti?

Citazione:
Originalmente inviato da archit
Dalle ultime notizie di cronaca, un grosso interrogativo comincia a frullarmi insistentemente nella mente.
Come è possibile che gente totalmente contraria alla guerra, grossi criticatori degli interventi in Iraq, sedicenti pacifisti, ad un certo punto, con totale disinvoltura cambino totalmente idea ed in più si fanno promotori di nuovi interventi in nuovi paesi?
domanda: "E' credibile un essere umano che si definisce pacifista ed al contempo odia indiscriminatamente un'altra persona solo perchè americana?"
Sono convinto che la maggior parte di coloro che definiscono se stessi pacifisti, in realtà siano i primi sostenitori di una profonda e violenta guerra con se stessi, poichè non è possibile rimanere amareggiati per le torture inflitte ad un violento terrorista e di contro, totalmente indifferenti all'uccisione di un giovanissimo soldato americano solo perchè si ritiene l'America un paese aggressore. Credo non si sia equilibrati, poichè pacifista o lo si è realmente come Ghandi anche di fronte alle ingiustizie, oppure non ci si può definire che pacifinti.
Non capisco cosa c’entri il pacifismo con i sentimenti anti americani. Si può essere pacifisti senza essere anti-americani e si può essere anti-americani senza essere pacifisti.

Non sono anti-americano per definizione, però quando l’America ha aggredito l’Iraq mi sono sentito completamente contrario a quella scelta.

Amo anche la pace e ritengo sia un bene da difendere con tutti i mezzi, ma non sono pacifista ad oltranza, anzi ritengo che una nazione sovrana, se aggredita, abbia il diritto di difendersi con tutte le sue forze.

Se con interventi in nuovi paesi intendi la missione in Libano, personalmente mi sento di difenderla in quanto è fatta sotto l’egida delle Nazioni unite ed ha lo scopo di mantenere la pace ed ancora non vedo cosa c’entri con questa missione il pacifismo e con l’anti-americanismo.

Mi sfugge pure perché chiami sedicenti i pacifisti……. Come mi sfugge perché questo post invece di essere in “cultura e società” è “in psicologia”….. ma forse oggi non sono molto attento.
VanLag is offline  
Vecchio 25-09-2006, 22.38.17   #3
Alessandro D'Angelo
dnamercurio
 
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Riferimento: Pacifisti o pacifinti?

Non capisco cosa c’entri il pacifismo con i sentimenti anti americani. Si può essere pacifisti senza essere anti-americani e si può essere anti-americani senza essere pacifisti.

Giusta affermazione
Saluti a Tutti
Alessandro D'Angelo is offline  
Vecchio 26-09-2006, 10.01.27   #4
Angel
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Riferimento: Pacifisti o pacifinti?

non credo che sia un tema psicologico, ma politico oppure storico ... una guerra è sempre una brutta cosa e soprattutto un'espressione dello sforzo ad avere il potere su altri, però lo stesso i motivi fare una guerra possono essere diversi come in questo caso delle guerre in Iraq e Libano ...

poi essere contro una guerra e per la pace non significa essere pacifista, come essere contro la politca di guerra degli Stati Uniti non significa essere anti-americano ...
Angel is offline  
Vecchio 26-09-2006, 10.10.30   #5
Patri15
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Riferimento: Pacifisti o pacifinti?

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Originalmente inviato da VanLag
Non capisco cosa c’entri il pacifismo con i sentimenti anti americani. Si può essere pacifisti senza essere anti-americani e si può essere anti-americani senza essere pacifisti.

Non sono anti-americano per definizione, però quando l’America ha aggredito l’Iraq mi sono sentito completamente contrario a quella scelta.

Amo anche la pace e ritengo sia un bene da difendere con tutti i mezzi, ma non sono pacifista ad oltranza, anzi ritengo che una nazione sovrana, se aggredita, abbia il diritto di difendersi con tutte le sue forze.

Se con interventi in nuovi paesi intendi la missione in Libano, personalmente mi sento di difenderla in quanto è fatta sotto l’egida delle Nazioni unite ed ha lo scopo di mantenere la pace ed ancora non vedo cosa c’entri con questa missione il pacifismo e con l’anti-americanismo.

Mi sfugge pure perché chiami sedicenti i pacifisti……. Come mi sfugge perché questo post invece di essere in “cultura e società” è “in psicologia”….. ma forse oggi non sono molto attento.

Forse dovremmo sdraiarci sul lettino e cominciare a rimuovere il passato:
Perchè io personalmente - che amo la pace - non sopporto Bush?

Che sia perchè nella mia infanzia obliata c'è stata una figura di alcolizzato o di furioso che predicava bene e usava la violenza?
Patri15 is offline  
Vecchio 26-09-2006, 13.26.47   #6
VanLag
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Riferimento: Pacifisti o pacifinti?

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Originalmente inviato da Patri15
Perchè io personalmente - che amo la pace - non sopporto Bush?
E’ difficile sopportare un presidente che ci propone un futuro fatto da “Enduring War” cioè una guerra perenne a fronte della quale un conservatore come il presidente Eisenhower aveva già messo in guardia l'America.

Già alla fine degli anni Cinquanta, un vecchio conservatore, il presidente Eisenhower, metteva in guardia contro la struttura mostruosa che cominciava a dominare il suo paese: una coalizione sempre più stretta tra immense imprese legate alle commesse militari, uno Stato che aveva come funzione principale la conduzione della guerra e una sterminata catena di laboratori dove scienziati, sociologi, tecnici di ogni sorta lavoravano anno dopo anno per affinare gli strumenti del dominio, a prescindere completamente dalla pur vivace società civile del paese. Il testo, circa 90 pagine[6][6], è un esempio, nemmeno tanto insolito, di ciò che si produce in questi laboratori. Questa simbiosi, in nome della "guerra duratura", tra alcune gigantesche corporations, lo Stato e la ricerca sembra una riedizione di un aspetto fondamentale del nazionalsocialismo dell'epoca dei Krupp e di Peenemünde. Il parallelo è ovviamente tecnico e non demonizzante: è inutile elencare le profonde differenze tra il sistema statunitense e quello della Germania degli anni Trenta[7][7]. Ma è inevitabile che una struttura di questo tipo porti non solo a uno stato di Enduring War, ma anche - come è successo con il Patriot Act - all'abolizione di alcuni elementi fondamentali di democrazia.

http://www.autprol.org/public/news/n...2928022005.htm

VanLag is offline  
Vecchio 26-09-2006, 18.40.43   #7
Patri15
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Riferimento: Pacifisti o pacifinti?

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Originalmente inviato da VanLag
E’ difficile sopportare un presidente che ci propone un futuro fatto da “Enduring War” cioè una guerra perenne a fronte della quale un conservatore come il presidente Eisenhower aveva già messo in guardia l'America.

Già alla fine degli anni Cinquanta, un vecchio conservatore, il presidente Eisenhower, metteva in guardia contro la struttura mostruosa che cominciava a dominare il suo paese: una coalizione sempre più stretta tra immense imprese legate alle commesse militari, uno Stato che aveva come funzione principale la conduzione della guerra e una sterminata catena di laboratori dove scienziati, sociologi, tecnici di ogni sorta lavoravano anno dopo anno per affinare gli strumenti del dominio, a prescindere completamente dalla pur vivace società civile del paese. Il testo, circa 90 pagine[6][6], è un esempio, nemmeno tanto insolito, di ciò che si produce in questi laboratori. Questa simbiosi, in nome della "guerra duratura", tra alcune gigantesche corporations, lo Stato e la ricerca sembra una riedizione di un aspetto fondamentale del nazionalsocialismo dell'epoca dei Krupp e di Peenemünde. Il parallelo è ovviamente tecnico e non demonizzante: è inutile elencare le profonde differenze tra il sistema statunitense e quello della Germania degli anni Trenta[7][7]. Ma è inevitabile che una struttura di questo tipo porti non solo a uno stato di Enduring War, ma anche - come è successo con il Patriot Act - all'abolizione di alcuni elementi fondamentali di democrazia.

http://www.autprol.org/public/news/n...2928022005.htm


Nel 2003 su Znet compariva quanto posto ora:

"...Mentre gli USA invadevano l'Iraq, lo storico Arthur Schlesinger scrisse che l'eroica strategia di Bush richiama in misura allarmante quella del Giappone imperiale a Pearl Harbor, in un giorno che, come disse un passato presidente americano, sopravvive nell'infamia.

Roosevelt aveva ragione, aggiunse, ma oggi sono gli americani che vivono nell'infamia. Non è una sorpresa che l'onda globale di simpatia che inondò gli USA dopo l'11 settembre abbia lasciato il passo ad un'onda globale di odio per l'arroganza ed il militarismo americano e alla convinzione che Bush sia una minaccia alla pace.

Per la leadership politica, per lo più riciclata dai settori più reazionari dell'amministrazione Reagan-Bush, l'ondata globale di odio non è particolare problema. Vogliono essere temuti, non amati.

Per Donald Rumsfeld è naturale citare le parole del gangster Al Capone: si ottiene di più con una parola gentile ed una pistola che con la parola gentile da sola.

Comprendono quanto i loro critici nell'establishment che le loro azioni accrescono il rischio della proliferazione di armi di distruzione di massa e del terrorismo. Ma anche questo non è un grande problema. Molto più in alto nella scala delle priorità stanno gli obiettivi dell'instaurazione di una egemonia globale e dell'implementazione del loro programma interno: smantellare le conquiste di progresso che erano state vinte dalla lotta popolare nel corso del secolo passato ed istituzionalizzare cambi tanto radicali che disfarli non sia cosa facile.."

Il link messo da VanLag andrebbe letto con calma e attentamente.

Io credo che la gente abbia ancora una immagine dell'America anni 50 e non possa o non voglia sapere altro.

Ciao
Patri15 is offline  
Vecchio 27-09-2006, 02.07.31   #8
Weyl
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Non è questo il giorno

Citazione:
Originalmente inviato da Patri15
Nel 2003 su Znet compariva quanto posto ora:

"...Mentre gli USA invadevano l'Iraq, lo storico Arthur Schlesinger scrisse che l'eroica strategia di Bush richiama in misura allarmante quella del Giappone imperiale a Pearl Harbor, in un giorno che, come disse un passato presidente americano, sopravvive nell'infamia.

Roosevelt aveva ragione, aggiunse, ma oggi sono gli americani che vivono nell'infamia. Non è una sorpresa che l'onda globale di simpatia che inondò gli USA dopo l'11 settembre abbia lasciato il passo ad un'onda globale di odio per l'arroganza ed il militarismo americano e alla convinzione che Bush sia una minaccia alla pace.

Per la leadership politica, per lo più riciclata dai settori più reazionari dell'amministrazione Reagan-Bush, l'ondata globale di odio non è particolare problema. Vogliono essere temuti, non amati.

Per Donald Rumsfeld è naturale citare le parole del gangster Al Capone: si ottiene di più con una parola gentile ed una pistola che con la parola gentile da sola.

Comprendono quanto i loro critici nell'establishment che le loro azioni accrescono il rischio della proliferazione di armi di distruzione di massa e del terrorismo. Ma anche questo non è un grande problema. Molto più in alto nella scala delle priorità stanno gli obiettivi dell'instaurazione di una egemonia globale e dell'implementazione del loro programma interno: smantellare le conquiste di progresso che erano state vinte dalla lotta popolare nel corso del secolo passato ed istituzionalizzare cambi tanto radicali che disfarli non sia cosa facile.."

Il link messo da VanLag andrebbe letto con calma e attentamente.

Io credo che la gente abbia ancora una immagine dell'America anni 50 e non possa o non voglia sapere altro.

Ciao

No. Non oggi. Tacete almeno oggi, voi che alimentate l'odio contro l'unico baluardo dell'Illuminismo e della libertà sul pianeta.
Non oggi, quando ricorrono i tragici fatti di Budapest, dopo 50 anni, e i tanti, troppi morti di quel feroce massacro in nome di un ideologia crudele e disumana, sono ancora quasi negletti dalla storia.
Una ideologia tra le tante che, nel tempo, ha alimentato l'odio contro l'America, unico Paese costruito sui fondamenti della libertà individuale e l'indipendenza del giudizio da ogni retaggio ideologico che potesse presentarsi come "scienza".
La sede giusta di questo dibattito è, effettivamente, questa: il forum di psicologia.
Perchè c'è da chiedersi, oggettivamente, di quali dinamiche proiettive siano investiti l'America e gli americani, da parte di tanti europei.
Non parlo, naturalmente, degli esponenti politici, dei capibanda, dei girotondisti e dei loro scagnozzi, i quali "cavalcano la tigre", semplicemente.
Parlo degli "strumenti ciechi dell'occhiuta rapina": i semplici, minimi, spontanei strumenti di tale odio.
Le masse, intendo, fatte anche di tanti intellettuali onesti, ma privi di originalità e di quel sano e sapido intento critico, che permetterebbe loro di "accorgersi", di risvegliarsi non dal sonno della ragione, ma da una sorta di "coma vigile" del buon senso...
Non vedete che banda di bugiardi, ipocriti e vaniloquenti pancifondai vi (ci) rappresentano?
Non bastano le vicende squallide e indecenti dell'"affaire Telecom", le ciniche e vergognose menzogne che accompagnano la stridente contraddizione con i presupposti programmatici di questa maggioranza e l'invio di truppe in un altro Paese straniero?
Devono esserci ragioni psicopatologiche per giustificare tutto ciò, per poterlo, quantomeno, spiegare.
Parlo, ripeto, degli "utili idioti" della vecchia definizione comunista.
Mi chiedo quali dinamiche perverse soggiacciano a codesta credulità e dabbenaggine, pure esercitata da uomini e donne intelligenti.
Io credo che si tratti di un "cupio dissolvi", un intento nichilistico che ha per sfondo sostanziale la strategia inconscia del "tanto peggio, tanto meglio": un luogo mentale in cui, azzerate le qualità, annullate la buona volontà ed i valori, tutti si riconoscano in una equivalenza di immagini in dissolvenza...
In questa sorta di oltretomba sociale e culturale, ogni frustrazione ed ogni merito si avviliscono, e nell'accidia di un'uniformità di ombre, ogni aspettativa si ricompone nell'equivalenza del nulla.
Questo è il pabulum prodotto da una ideologia disumana e sconfitta, l'humus defecato dai vermi che il cadavere del marxismo ha generato.

Abbiamo accennato, la mia gattina ed io, il nostro pensiero.
Dinamiche sociali ed intrapsichiche... Non possono essere disgiunte, ma solo, sistematicamente, colluse in un intento affabulatorio.
Anche perchè, nè la mia gatta nè io intendiamo dar torto ad alcuno.
Solo sulla Ragione osiamo sindacare.
Weyl is offline  
Vecchio 27-09-2006, 11.24.25   #9
VanLag
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Riferimento: Non è questo il giorno

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Originalmente inviato da Weyl
No. Non oggi. Tacete almeno oggi, voi che alimentate l'odio contro l'unico baluardo dell'Illuminismo e della libertà sul pianeta.
Non oggi, quando ricorrono i tragici fatti di Budapest, dopo 50 anni, e i tanti, troppi morti di quel feroce massacro in nome di un ideologia crudele e disumana, sono ancora quasi negletti dalla storia.
Una ideologia tra le tante che, nel tempo, ha alimentato l'odio contro l'America, unico Paese costruito sui fondamenti della libertà individuale e l'indipendenza del giudizio da ogni retaggio ideologico che potesse presentarsi come "scienza".
mi chiedo quali fantasmi proiettivi possano fare confondere Dwight David Eisenhower già comandante in capo delle Forze Alleate in Europa durante la Seconda guerra mondiale, nonché 34 presidente degli Stati Uniti d'America, con un bloscevico comunista, visto che uno dei primi critici verso la piega che stava pigliando l’America già negli anni 50 fu proprio lui.

VanLag is offline  
Vecchio 27-09-2006, 11.56.24   #10
Aristippo
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Messaggi: 365
Riferimento: Pacifisti o pacifinti?

Io son troppo daccordo con Weyl e la sua gattina :-) .

Voglio dire, Vanlagh tu rispondi ad un post senza essere pacifista e quindi, diciamo, non dovresti rispondere :-) . Nel senso che qui le risposte devono arrivare dai pacifisti che manifestavano in piazza contro la GUERRA in Iraq, in Afganistan...ma non contro il Libano.
Ora nella mia testolina frulla questa similitudine

GUERRA = AMERICA = BUSH = IRAQ = AFGANISTAN = MITRA = CARRI ARMATI

PACE = ONU = FRANCIA E ITALIA = ANNAN = MITRA = CARRI ARMATI

Sapete che penso...che per me la cosa giusta per un pacifista e non pacifinto sarebbe :

PACE = PACE

GUERRA = ONU = AMERICA = TUTTO CIò CHE VIENE FATTO CON LE ARMI IN MANO.

Poi se si vuol discutere sui perchè si fa un intervento armato o no è un altro discorso...ma qui si tratta di parlare di Pace. E a casa mia la pace non porta il casco blu e il mitra in mano, ma solo ed esclusivamente porta la parola.
Cosa che in Libano non fanno.

Cari Pacifinti anti Berlusconi e Antiamerica, vi illudete che dietro il simbolino ONU vi sia la pace...ma Vi sbagliate....hanno deciso che la missione in Libano è da fare..wow chi l'ha deciso ? .... Le nazioni unite...wow.....ma Nazioni Unite da quando è sinonimo di pace ??

ciaoo

p.s. a dimenticavo..cazz in Libano è stata tutta colpa di quei cattivoni degli Ebrei...managgia eh ?? morissero tutti così non ci sarebbe più nessun problema in medioriente...o no? ma andiamoooooooooo
Aristippo is offline  

 



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