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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 02-06-2006, 19.50.52   #11
Fragola
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Si fanno anni e anni di formazione e di lavoro su di sè per imparare a capire quando è il momento di comunicare un'interpretazione. Qualsiasi interpretazione, di proiezioni, di sintomi, di sogni, per quanto giustissima, comunicata al momento sbagliato non "funziona", terapeuticamente parlando.
Nessuna interpretazione è mai "logica e automatica" E' un lavoro complesso e sempre "cucito" su quella specifica relazione terapeutica e sulle persone che compongono la coppia analitica.
Ci sarebbe anche molto da discutere sul fatto che esista un'interpretazione "giusta". Se si interpreta solo con la testa, volendo si può interpretare all'infinito. Ma un analista non lavora solo con la testa. E non ascolta solo le parole.
C'è un bel libro che parla di questo. L'ho già consigliato altrove, ma lo riconsiglio: "il discorso vivente" di Green. (ed ubaldini, credo)

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Vecchio 02-06-2006, 20.04.23   #12
Fragola
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Messaggio originale inviato da ellea
...una proiezione è tale nel sistema di significati del paziente, credo, altrimenti l'interpretazione è roba che cade addosso dall'alto.

Per di più, nel modello di riferimento junghiano, una proiezione può essere chiamata tale solo quando è riconosciuta! Prima non si può parlare propriamente di proiezione. Non serve che la riconosca un altro, anche se è il terapeuta. Ma io più sopra parlavo di come il terapeuta può riconoscere le proprie proiezioni, non quelle del paziente
In generale secondo me l'interpretazione non deve mai cadere dall'alto. L'interpretazione la fa il paziente, soprattutto. Il terapeuta glie la restituisce. Una cosa che poi tendelziamente non si fa, è dire ad un paziente che parla della relazione terapeutica che "è una sua proiezione". E' un tirarsi fuori da gioco. Un rompere l'alleanza terapeutica. Oddio, ci sono casi e momenti in cui si può fare ed è giusto farlo, ma...
Beh, è complicato. O scrivo in libro, o dico ovvietà e basta.
La gestione della relazione terapeutica è una cosa complessa ed è una cosa in cui non si possono fare troppe generalizzazioni.
A me da anche abbastanza fastidio parlarne in termini aridi e teorici. Non è una cosa arida e teorica, tutt'altro.
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Vecchio 02-06-2006, 20.38.52   #13
fuoriditesta
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prendendola molto alla larga, si può dire cje quando la persona ha una reazione emotiva intensa nei confronti dell'altro, in genere si sta proiettando.
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Vecchio 02-06-2006, 20.59.58   #14
Fragola
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Messaggio originale inviato da fuoriditesta
prendendola molto alla larga, si può dire cje quando la persona ha una reazione emotiva intensa nei confronti dell'altro, in genere si sta proiettando.

Ma, direi proprio di no.
Quando una persona ha una reazione emotiva intensa, è perchè qualcosa ha toccato un suo punto sensibile, ma da questo a dire che sta proiettando...
La proiezione è un processo, non è una cosa che avviene e svapora in un attimo. La reazione emotiva, invece, può avvenire e svaporare in poco tempo. Si può dire invece, che in ogni relazione profonda avviene anche un processo proiettivo, che è contemporaneamente un processo conoscitivo. Si può dire che processo proiettivo ha spesso un colore affettivo intenso. Ma non tutto quello che ha un colore affettivo intenso è un processo proiettivo. Comunque, affetti ed emozioni non sono la stessa cosa.

Facciamo un esempio pratico: mettiamo che io abbia un complesso materno negativo molto spiccato (in termini semplici, per non addetti ai lavori, ho dei problemi con mia madre e con il materno). Se vedo sul tram una mamma che tratta male il suo bambino, proprio come mia madre faceva con me, potrei avere una reazione emotiva intensa. Ma questo non significa che io abbia proiettato su quella mamma la mia mamma, anche perchè non è affatto detto che il mio contenuto sia inconscio. E poi non c'è il tempo perchè avvenga un processo proiettivo. E anche perchè il fatto regge anche all'esame di realtà. E' avvenuto, però, che quel fatto ha riattivato il mio complesso e attivato le emozioni ad esso collegate.

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Vecchio 03-06-2006, 02.25.23   #15
r.rubin
può anche essere...
 
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Re: Re: Re: chiariamenti sulla 'proiezione'

Citazione:
Messaggio originale inviato da r.rubin
E soprattutto nel caso in cui una persona desideri avere un tipo di rapporto con un'altra persona ........ finendo per attribuirle le intenzioni che egli desidererebbe avesse


allora, da quanto sono riuscito a capire, questo non è un caso di proiezione, dato che la persona che proietta non riconosce come proprie quelle "intenzioni" che attribuisce all'altro.

Però a me il caso qui sopra succede, non spessissimo ma nemmeno raramente.

Ad esempio, poco fa.
Entro in un bar, al banco c'è una cameriera carina, simpatica, percepisco subito una sintonia particolare.
Ordino da bere.
Un tizio che mi sta vicino sta racontando alcune cose a dei suoi amici e mi passa per la testa un giudizio ironico sul suo conto.
In quel momento sto guardando il banco, e della cameriera vedo solo il lembo della giacca, ma ho la netta sensazione che lei mi guardi complice, con un ironico sguardo d'intesa rivolto al tizio oggetto dle mio giudizio. Come per farmi capire che anche lei condivide il pensiero che mi è passato per la testa (implicito il fatto che lei abbia avuto modo di capire quale fosse il mio pensiero..).
Dopodichè mi rendo conto dell'irrealtà della percezione, e del fatto che quello che avevo percepito era, in realtà, una mia "fantasia". Infatti mi dico che è impossibile che lei sappia ciò che mi passa per la testa, che nemmeno la guardavo in viso quando avevo la sensazione che mi guardasse con fare complice eccetera. (Esame di realtà credo si chiami, giusto?)

Non credo sia proiezione, appunto perchè sono consapevole della irrealtà della percezione e sensazione.. ma nemmeno mi sembra un'evento psicologico così normale.. che dite?
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Vecchio 03-06-2006, 02.34.45   #16
r.rubin
può anche essere...
 
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Messaggio originale inviato da Fragola
Non potrei proiettare su di te un contenuto se tu non avessi quelli che tecnicamente si chiamano "ganci proiettivi", quindi la mia proiezione mi dice comunque molto su di te. E mi dice molto anche su di me.

Mi dice molto sull'Altro nella sua realtà, oppure sulla mia rappresentazione mentale dell'altro?
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Vecchio 03-06-2006, 09.22.49   #17
fuoriditesta
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Mi dice molto sull'Altro nella sua realtà, oppure sulla mia rappresentazione mentale dell'altro?

sulla tua rappresenzazione mentale dell'altro.
Noi vediamo gli altri sempre secondo i nostri schemi, quindi conosciamo solo attraverso di quelli.
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Vecchio 03-06-2006, 09.26.13   #18
fuoriditesta
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Ma, direi proprio di no.
Quando una persona ha una reazione emotiva intensa, è perchè qualcosa ha toccato un suo punto sensibile, ma da questo a dire che sta proiettando...

si appunto: se vede in un altra situazione qualcosa che ha toccato un punto sensibile è proprio xke sta proiettando.....o no????????? (ha trovato un gancio proiettivo, x dirla in un linguaggio comune)

la frase ke avevo citato è stata detta da una psicoanalista, ma
in effetti la frase non era finita, xke completa era: "quando c'è una reazione emotiva intensa c'è sempra una proiezione o un transfert"

Ultima modifica di fuoriditesta : 03-06-2006 alle ore 09.31.45.
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Vecchio 03-06-2006, 10.01.10   #19
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Mi dice molto sull'Altro nella sua realtà, oppure sulla mia rappresentazione mentale dell'altro?

Dell'altro.
Mi sa che dovrò fare questa cosa di descrivere il concetto junghiano di proiezione. Ma adesso non ho tempo.
Ripeto:
Non si proietta a caso. Non posso proiettare il mio contenuto su di te se tu non sei adatto a reggere quella proiezione. Il fatto che io proietti su di te proprio quel contenuto, mi dice molto proprio su di te.
La tua domanda a cui ho sisposto con questa frase, era su come può essere usata la proiezione in una relazione psicoanalitica, dove si presuppone che il terapeuta analizzi i suoi sentimenti e la sua immagina del paziente. In una relazione "ordinaria" può anche succedere che non si arrivi mai a quel tipo di consapevolezza, ma anche in una relazione ordinaria non si proietta a caso. Se, ad esempio, io proietto su un collega un mio contenuto di aggressività, questo presuppone che anche il collega abbia un contenuto di aggresività. Magari non identico al mio, magari non lo orienta verso di me, ma ce l'ha. Comunque, nella fase di proiezione non ancora riconosciuta, stiamo parlado di processi inconsci e di contenuti inconsci, quindi il termine "rappresentazione mentale" è poco adatto.
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Vecchio 03-06-2006, 10.07.20   #20
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si appunto: se vede in un altra situazione qualcosa che ha toccato un punto sensibile è proprio xke sta proiettando.....o no????????? (ha trovato un gancio proiettivo, x dirla in un linguaggio comune)

la frase ke avevo citato è stata detta da una psicoanalista, ma
in effetti la frase non era finita, xke completa era: "quando c'è una reazione emotiva intensa c'è sempra una proiezione o un transfert"

Come ho detto, per fare affermazioni di questo tipo occorre definire il modello di riferimento. Nel modello di riferimento junghiano
1) la proiezione non è un meccanismo difensivo
2) il transfert è una cosa più rara di quanto si creda e non si instaura nemmeno in tutte le relazione terapeutiche.
3) la proiezione è un processo che può avvenire solo se ci sono le condizioni perchè avvenga.
La reazione emotiva è causata dall'attivazione del complesso, che non sempre implica un processo proiettivo.

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