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02-06-2006, 20.59.58 | #14 | |
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Citazione:
Ma, direi proprio di no. Quando una persona ha una reazione emotiva intensa, è perchè qualcosa ha toccato un suo punto sensibile, ma da questo a dire che sta proiettando... La proiezione è un processo, non è una cosa che avviene e svapora in un attimo. La reazione emotiva, invece, può avvenire e svaporare in poco tempo. Si può dire invece, che in ogni relazione profonda avviene anche un processo proiettivo, che è contemporaneamente un processo conoscitivo. Si può dire che processo proiettivo ha spesso un colore affettivo intenso. Ma non tutto quello che ha un colore affettivo intenso è un processo proiettivo. Comunque, affetti ed emozioni non sono la stessa cosa. Facciamo un esempio pratico: mettiamo che io abbia un complesso materno negativo molto spiccato (in termini semplici, per non addetti ai lavori, ho dei problemi con mia madre e con il materno). Se vedo sul tram una mamma che tratta male il suo bambino, proprio come mia madre faceva con me, potrei avere una reazione emotiva intensa. Ma questo non significa che io abbia proiettato su quella mamma la mia mamma, anche perchè non è affatto detto che il mio contenuto sia inconscio. E poi non c'è il tempo perchè avvenga un processo proiettivo. E anche perchè il fatto regge anche all'esame di realtà. E' avvenuto, però, che quel fatto ha riattivato il mio complesso e attivato le emozioni ad esso collegate. |
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03-06-2006, 02.25.23 | #15 | |
può anche essere...
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Re: Re: Re: chiariamenti sulla 'proiezione'
Citazione:
allora, da quanto sono riuscito a capire, questo non è un caso di proiezione, dato che la persona che proietta non riconosce come proprie quelle "intenzioni" che attribuisce all'altro. Però a me il caso qui sopra succede, non spessissimo ma nemmeno raramente. Ad esempio, poco fa. Entro in un bar, al banco c'è una cameriera carina, simpatica, percepisco subito una sintonia particolare. Ordino da bere. Un tizio che mi sta vicino sta racontando alcune cose a dei suoi amici e mi passa per la testa un giudizio ironico sul suo conto. In quel momento sto guardando il banco, e della cameriera vedo solo il lembo della giacca, ma ho la netta sensazione che lei mi guardi complice, con un ironico sguardo d'intesa rivolto al tizio oggetto dle mio giudizio. Come per farmi capire che anche lei condivide il pensiero che mi è passato per la testa (implicito il fatto che lei abbia avuto modo di capire quale fosse il mio pensiero..). Dopodichè mi rendo conto dell'irrealtà della percezione, e del fatto che quello che avevo percepito era, in realtà, una mia "fantasia". Infatti mi dico che è impossibile che lei sappia ciò che mi passa per la testa, che nemmeno la guardavo in viso quando avevo la sensazione che mi guardasse con fare complice eccetera. (Esame di realtà credo si chiami, giusto?) Non credo sia proiezione, appunto perchè sono consapevole della irrealtà della percezione e sensazione.. ma nemmeno mi sembra un'evento psicologico così normale.. che dite? |
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03-06-2006, 02.34.45 | #16 | |
può anche essere...
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Citazione:
Mi dice molto sull'Altro nella sua realtà, oppure sulla mia rappresentazione mentale dell'altro? |
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03-06-2006, 09.22.49 | #17 | |
Ospite abituale
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Citazione:
sulla tua rappresenzazione mentale dell'altro. Noi vediamo gli altri sempre secondo i nostri schemi, quindi conosciamo solo attraverso di quelli. |
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03-06-2006, 09.26.13 | #18 | |
Ospite abituale
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Citazione:
si appunto: se vede in un altra situazione qualcosa che ha toccato un punto sensibile è proprio xke sta proiettando.....o no????????? (ha trovato un gancio proiettivo, x dirla in un linguaggio comune) la frase ke avevo citato è stata detta da una psicoanalista, ma in effetti la frase non era finita, xke completa era: "quando c'è una reazione emotiva intensa c'è sempra una proiezione o un transfert" Ultima modifica di fuoriditesta : 03-06-2006 alle ore 09.31.45. |
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03-06-2006, 10.01.10 | #19 | |
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Citazione:
Dell'altro. Mi sa che dovrò fare questa cosa di descrivere il concetto junghiano di proiezione. Ma adesso non ho tempo. Ripeto: Non si proietta a caso. Non posso proiettare il mio contenuto su di te se tu non sei adatto a reggere quella proiezione. Il fatto che io proietti su di te proprio quel contenuto, mi dice molto proprio su di te. La tua domanda a cui ho sisposto con questa frase, era su come può essere usata la proiezione in una relazione psicoanalitica, dove si presuppone che il terapeuta analizzi i suoi sentimenti e la sua immagina del paziente. In una relazione "ordinaria" può anche succedere che non si arrivi mai a quel tipo di consapevolezza, ma anche in una relazione ordinaria non si proietta a caso. Se, ad esempio, io proietto su un collega un mio contenuto di aggressività, questo presuppone che anche il collega abbia un contenuto di aggresività. Magari non identico al mio, magari non lo orienta verso di me, ma ce l'ha. Comunque, nella fase di proiezione non ancora riconosciuta, stiamo parlado di processi inconsci e di contenuti inconsci, quindi il termine "rappresentazione mentale" è poco adatto. |
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03-06-2006, 10.07.20 | #20 | |
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Citazione:
Come ho detto, per fare affermazioni di questo tipo occorre definire il modello di riferimento. Nel modello di riferimento junghiano 1) la proiezione non è un meccanismo difensivo 2) il transfert è una cosa più rara di quanto si creda e non si instaura nemmeno in tutte le relazione terapeutiche. 3) la proiezione è un processo che può avvenire solo se ci sono le condizioni perchè avvenga. La reazione emotiva è causata dall'attivazione del complesso, che non sempre implica un processo proiettivo. |
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