Dunque, se non ricordo male gli stoici nella loro filosofia contemplavano l'importanza della riflessione su alcune problematiche, alcuni dolori che l'uomo poteva esser costretto ad incontrare nella sua vita ,di modo che poi quando li incontrava sarebbe stato "pronto"ad affrontarli (il tutto detto molto in soldoni ,comunque...) Ora, la mia domanda è questa : Perchè a volte capita che venga da piangere, o comunque si stia male solo al pensiero di qualcosa, per esempio che qualcuno a cui si tiene possa morire, o che una persona possa allontanarsi da noi etc, e poi quando in concreto l'una è morta e l'altra si è allontanata non si versa più una lacrima? Significa che si è stoici(visto che ci ho pensato prima,ora non soffro così tanto...)?O che si è freddi? O che quelle persone allora non contavano così tanto?O che si ha un enorme e rapidissima capacità di ripigliarsi?O che il dolore è nascosto, ed è come se piangessimo dentro di noi ,quansi senza accorgercene?O che sfoghiamo il dolore in altro modo, magari con la rabbia...E ancora, significa che c'è uno sfasamento tra mondo interiore e realtà esterna?Perchè se io piango per una cosa pensata, nella mia testa, non reale ,ed invece non lo faccio più quando questa assume i connotati della realtà...
Aiutatemi a capire!