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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
16-03-2006, 13.22.13 | #12 | |
torna catalessi...
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 899
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Citazione:
ciao bunny quello che poni è un interrogativo bello tosto. Premetto che le giovani generazioni sono sempre state oggetto di stereotipizzazioni e luoghi comuni; fino a qualche tempo fa i giovani erano visti come quelli delle stragi del sabato sera, discotecari e impasticcati. Forse questa visione sta mutando a favore di quella che attribuisce agli adolescenti un carattere da smidollati e viziatelli. non so quale delle due generalizzazioni preferisco, forse la prima! vero è che i tempi sono cambiati, soltanto nell'arco di dieci anni se ne sono viste delle belle. I genitori, sempre più occupati fra lavoro e hobby, e sempre più assenti da casa, tentano di sopperire a queste mancanze comprando ogni ben di Dio ai giovani figli. Gli adolescenti d'altro canto praticano sempre meno sport, passano molto tempo davanti ad uno schermo (che sia la tv o il computer) diminuiscono l'esperienza diretta a favore di quella virtuale, in un mondo dove "tutto è intorno a te" se hai un cellulare. mah. in un panorama così desolante forse il trasgredire diventa ancora più importante. Solo che non basta più disubbidire a qualche regola familiare, è necessario trasgredire e differenziarsi da tutto un condizionamento sociale che ci vuole come pecoroni uguali al gregge. comunque se i giovani oggi stanno veramente male perchè hanno tutto, o perchè si sentono soli dal momento che in famiglia non c'è tempo nè voglia per il dialogo, allora disubbidire può voler dire urlarlo questo disagio e far capire ai genitori che si sta male: questa si che è una bella trasgressione in un mondo dove bisogna essere fighi e stare da Dio sempre e comunque. Ultima modifica di odissea : 16-03-2006 alle ore 13.23.30. |
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16-03-2006, 15.34.53 | #13 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-09-2003
Messaggi: 4,154
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Citazione:
che una grande parte di persone possano essere come le dici tu probabilmente è vero .... ma non penso ne al 90% ne 80% anzi penso che la percentuale sia molto bassa... indubbiamente si è diffuso molto il protezzionaismo dei genitri verso i figli ma noncertametne da toccare uan situazione tale .... anche perche dare ad un figlio quello che vuole spesso non sono in tanti a permetterselo perche dato che la vita è aumentata molto direi che il tutto non si confa con la crisi economica che sta avvolgendo l'italia ... cmq riprendendo il tuo caso anche dando tutto quello che vuole al figlio prima o poi questi arrivera a chiedere qualcosa che non sarà accontento per cui tenderà a disubidire o anche chissà perchè non ha il coraggio di chiedere quella cosaa .... penso che in questo caso il disubbidire sia dato più da una problematica che da un reale desiderio di crescita.... |
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16-03-2006, 15.55.40 | #14 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-12-2005
Messaggi: 542
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Anch'io mi sono posta spesso il problema : se quei figli che hanno una vita relativamente protetta con la possibilita' di trovare appoggio in famiglia, sono abbastanza equipaggiati per i casi di crisi? se hanno una buona preparazione che permetta di attraversare momenti difficili? se e' giusto di garantire ai figli una grande protezione materiale senza prepararli a cambiamenti imprevedibili e responsabilita'?
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16-03-2006, 16.14.29 | #15 |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-12-2005
Messaggi: 124
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carissimo bunny,
hai descritto per filo e per segno quello che mi sta succedendo. sono anni che cerco di lasciare il lavoro che faccio con i miei gentori per trovare la mia strada e non ci rieco. sono assalita quotidianamente dai sensi di colpa, immagino di fare il passo e poi mi tiro indietro, pernso al dolore che darei a mio papà se lo lasciassi e sto male.. sto male per lui e soprattutto sto male per me stessa, che a 30 anni non riesco a DISOBBIDIRE. Mi hanno sempre viziato, coccolato e devo dire che all'inizio mi stava bene, auto aziendale, cellulare pagato, un buon stipendio, possibilità di fare cariera..... ok ma a me questo lavoro non è mai piaciuto, ... neanche un po'.... (e loro lo sanno) nonostante ciò sono rimasta perchè ero ingorda di denaro e lusso, mi posso pemettere vestiti, viaggi, libri, cene a ristorante... insomma faccio e ho fatto fin ora veramente una vita da nababbo. Mi hanno dato tutto quello che desideravo, ma sempre all'occorrenza, e mai in condizioni in cui io potessi essere un giorno indipendente, se avessi speso i soldi che ho speso per viaggiare in una casa adesso averei un reddito fisso, invece non mi è stata data questa possibilità... (ok almeno ho visto il mondo..) sono un paio di mesi che penso a come sarebbe realmente dura rincominciare tutto da capo, cercare un lavoro, non avere più automobile e neanche il cellulare... (beh di quello non sentirei molto la mancanza) e dover contare i soldi per programmare ogni cosa, tra l'altro io vivo con il mio ragazzo, in casa sua, quindi c'è anche la proccupazione per il futuro, mettiamo che ci lasciamo....che faccio? torno da papà a vivere? non voglio... Le pressioni psicologiche che loro hanno esercitato su di me sono state tantissime, prima di tutto mi hanno fatto credere di non essere in grado fare altro, poi mi hanno fatto credere che; comunque, se anche fossi stata in grado di farlo sarebbe stata troppo dura e le responsabilità mi avrebbero sfinito, quando in furibonde litigate io dicevo che me ne volevo andare mi dicevano: dai vai.. fai quello che vuoi.. e io dicevo ok.. andiamo dal commercialista e sciogliamo la società, perchè nella posizione in cui sono non posso essere assunta da nessuno se rimango iscritta in quel ruolo professionale... e si rincominciava da capo con la solita manfrina... a volte vorrei non volergli così bene, vorrei che mio papà che ha 66 anni andasse in pensione, prendesse mia mamma e facessero il giro del mondo per godersi un po' la vita... e invece lui è di quelli vecchio stampo, per i quali il lavoro è l'identità di un uomo.. e il controllo sulle sue donne è scontato... non voglio che si senta trascurato, non apprezzato o che pensi che io non veda e apprezzi quello che ha fatto per noi, e rimango qui....... incatenata dai sentimenti. scusate lo sfogo è pesantissimo. |
16-03-2006, 16.48.38 | #16 |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-12-2005
Messaggi: 124
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Anch'io mi sono posta spesso il problema : se quei figli che hanno una vita relativamente protetta con la possibilita' di trovare appoggio in famiglia, sono abbastanza equipaggiati per i casi di crisi? se hanno una buona preparazione che permetta di attraversare momenti difficili? se e' giusto di garantire ai figli una grande protezione materiale senza prepararli a cambiamenti imprevedibili e responsabilita'?
io che rispondo al profilo da te descritto ti rispondo che dipende dall'atteggiamento che le persone in questione hanno con il denaro e le avversità. io personalmente apprezzo i soldi perchè mi danno la possibiltà di fare quello che voglio, ma sono sempre stata alla larga dall'ostentazione e dall'uso sconsiderato di denaro e questo lo devo ai miei genitori, che mi hanno insegnato a dare una valore personale e valutare nella mia testa se questo corrispondeva al prezzo che mi si chiedeva di pagare, lo devo alle seperienze vissute molto vicine a me di amiche le cui famiglie sono passate dalle stelle alle stalle e non hanno retto il colpo (queste corrispondono a quelle tue perplessità sull'equipaggiamento in momenti di crisi) lo devo all'esperienza di famiglie amiche che nel momento più duro economicamente sono state d'esempio tirando fuori un'orgoglio che neanche un re potrebbe sfoggiare.. e anche a me stessa, che mi sono in passato messa in condizione di provare se pur per breve tempo una condizione di lavoro e di vita dura.. ( in quell'occasione per la partenza del viaggio che durò 4 mesi mio papà si mise a piangere... era la seconda volta che lo vedevo piangere in vita mia e sono sicura che non piangeva per il fatto che stavo via 4 mesi, ma perchè sapeva che avrei lavorato come sguattera nella cucina di un ristorante e perchè era stato lui stesso a suggerirmi quella soluzione credendo che io non l'averei neanche potuta prendere in considerazione, invece era una ottima ieda e c'ho messo una settimana a trovare lavoro, fare le valigie e partitre.....) è vero che se in passato ti sei fatto le ossa è più facile saltarci fuori, ma molto dipende dall'atteggiamento che si adotta. rimboccarsi le maniche, non piangersi addosso e una sana dose di ottimismo misto buon umore fanno tanto, il resto è fatica e sudore... |
16-03-2006, 17.22.06 | #17 |
torna catalessi...
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 899
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x voluttà
i condizionamenti a cui i genitori ci sottopongono possono essere tanti e pervasivi; l'importante è non soffocare la propria natura e che non nascano nevrosi x un super-io troppo pesante o da frustrazioni mai risolte. al giorno d'oggi è un lusso lavorare in proprio con uno stipendio sicuro e da nababbo....ti invidio sai? io sono indipendente ma i soldini li ho sempre dovuti contare e fare la lavapiatti o la cameriera è sempre stato più che normale: tuoni e fulmini li ho visti quando mi sono iscritta all'università (gran commozione quando mi sono laureata in compenso). se economicamente stai bene l'indipendenza è mooooolto più facile: se dovessi lasciarti col tuo ragazzo (spero di no, non voglio portare sfiga) mi pare di capire che puoi permetterti di pagare un affitto o un mutuo....mica devi condividere l'appartamento con altre 3/4 persone come devo fare io e la maggior parte dei giovani fuori casa. il tuo lavor ti tiene legata da un lato, ma ti consente maggior libertà dall'altro....non avvilirti....non è poco! l'aspetto professionale è importante, mi rendo conto che può diventare una situazione molto pesante. Fondamentale però è che i tuoi genitori non ti abbiano condizionato anche in altre scelte, tipo sul genere di ragazzo da frequentare, amicizie, ecc....lì la vedrei molto più grama la faccenda. ciao, un |
16-03-2006, 18.43.01 | #18 |
Ospite abituale
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Messaggi: 124
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quello che dici è verissimo, oggi il lavoro è difficile da avere e da tenere, e se uno guadagna bene è giusto chiedersi ... perchè complicarsi la vita ???
in effetti è proprio questo pensiero che unito ai sensi di colpa e a quanto di brutto c'è in questa situazione non mi ha ancora fatto perndere la decisione di mollare tutto... si potrei permettermi un mutuo, ma con quello che constano oggi le case senza dividere le spese con qualcuno ti assicuro che non potrei più fare la bella vita che faccio oggi. i miei gentori hanno condizionato solo due aspetti della mia vita, la scuola e il lavoro, infatti loro dopo le superiori non hanno voluto aiutarmi negli studi, mi hanno subito offerto la possibilità di lavorar da loro e io per pagarmi i corsi ho accettato, finiti i corsi purtroppo le possibilità di lavoro che avevo erano tutte fuori dalla mia città e all'epoca avevo un fidanzato che mi condizionava molto la vita... e la psiche, cominciava la depressione e quindi sono rimasta a lavorare dai miei. poi dopo 4 anni la depressione se n'è andata e io ho mollato il ragazzo ed è arrivato il momento di puro egocentrismo, esistevo solo io, i miei divertimenti e lavorar dai miei gentori era la meglio cosa, perchè avevo soldi da spendere per ogni tipo di divertimento che andavo a cercare,... poi è passato anche quel momento e mi sono data una calmata, ho cominciato a cercare una indentità più profonda in me , ho voluto scavare dentro per carpire le mie aspirazioni, dare aria alle mie passioni e trovare la mia identità... e qui sono ora... sò per certo che questa non è la via che desidero, i dubbi e le paure mescolati a forti emozioni... forse non sono ancora abbastanza matura.. forse se lo fossi non starei qui a parlarne ocn voi.. andrei di là.. nell'ufficio del "capo" a spiegargli come sto.. giornata di sfoghi.. scusatemi |
16-03-2006, 20.57.51 | #19 |
Ospite
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So che la serenità è banale, ma è anche vero che ognuno deve essere testimone di ciò che ha vissuto. Io non mi sono mai veramente separata dalla mia famiglia, meno dei miei fratelli. Vivo accanto a loro. non nella stessa casa ma nellostesso giardino in cui abitiamo tutti, fra vecchi, giovani, genitori, figli e nipoti, in un rapporto patriarcale in cui il vecchi ha ancora influenza sui giovani.
La famiglia è allargata, tutti ci interessiamo di tutti, tutti abbiamo il peso degli altri e tutti godiamo degli altri. I miei figli aiutano i miei fratelli coi loro figli piccoli, io sovrintendo perchè sono la maggiore, ho più responsabilità, ma più privilegi... Mia madre decide se i bambini devono prendere le vitamine come lei faceva ai suoi tempi, noi non siamo liberi di fare di testa nostra perchè s'impiccia sempre...dice la moderna gioventù manderà il mondo a rotoli e che non non c'è rispetto!!!!!!!!! Viviamo come a cavallo di due secoli, abbiamo vissuto due mondi, quello senza neanche la TV e quello della tecnologia. Ci scambiamo le visioni e siamo sereni. Non c'entra la disobbedienza, l'importante è l'equilibrio che l'amore che ci portiamo ci fa assumere. |
17-03-2006, 13.43.58 | #20 |
torna catalessi...
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 899
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ciao Arco, grazie per la tua testimonianza che non mi pare affatto banale.
se sei serena e felice in questa situazione lo puoi sapere solo tu e, se così è, bene anzi benissimo. Il disubbidire e il diventare autonomi dai genitori non implica necessariamente abitare a 200 km di distanza e vederli 3 volte l'anno; qui parlo di una indipendenza psicologica ovviamente. Soprattutto mi riferisco alla capacità di saper dire NO quando ci viene imposto un progetto di vita, o un modo di pensare, che non ci appartengono e ci renderanno infelici. magari vivremo secondo i valori che ci hanno tramandato e secondo i progetti che hanno costruito per noi e saremo felici; è bello però sapere che potevamo scegliere altro, che siamo così per una decisione comunque nostra, frutto di consapevolezza. secondo me è importante.....e terapeutico ! |