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26-01-2006, 12.07.42 | #7 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Re: a 150 anni dalla nascita di Freud
Citazione:
Sotto l'asterisco si trova il mio commento personale a una sintesi dell'articolo apparso sulla Stampa. In genere uso sempre questo espediente per discernere. Grazie per l'attenzione |
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28-01-2006, 21.08.57 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-10-2005
Messaggi: 508
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a 150anni dalla nascita di Freud...cosa rimane?
[quote]Messaggio originale inviato da arsenio
[b]A 150anni dalla nascita di Freud……cosa rimane? ( La Stampa, 18, 01, ’06) Secondo Vattimo la psicoanalisi, come il marxismo ha perso il suo dogma per diventare un classico che nessuna persona colta può permettersi d’ignorare, ma più che alle scienze positive si lega strettamente alla filosofia. In molti ambienti le idee di Freud sono confinate nel campo della critica letteraria e artistica, della storia delle idee, della sociologia e teoria politica. Sempre più è considerata una filosofia isolata da sperimentalismi psicologici e psichiatrici. Nonostante la secolarizzazione è sempre vitale per nuovi usi terapeutici in collaborazione con gli psicofarmaci e nell’ambito delle scienze umane. Anche per Nardone alle teorie freudiane va riconosciuta un’importanza grandissima per l’evoluzione della psicologia clinica (es. meccanismi di difesa) e per le terapie, anche se l’inconscio è solo presupposto ed è decaduto il pansessualismo. Boncinelli, neuroscienziato, ne ribadisce l’importanza culturale e il declassamento scientifico. L’analisi è inattendibile come terapia ma vale per esplorare se stessi come esperienza intellettuale molto interessante. Agisce sul cervello plastico modificabile dalla parola, in caso di sofferenza psichica e relazioni affettive dolorose. ****************** Arsenio, questo è a mio avviso un bell'esempio di bla, bla giornalistico. La Stampa:"A 150anni dalla nascita di Freud……cosa rimane?" Io domanderei: a 150anni dalla morte di Freud....cosa è stato fatto? Cosa è stato compreso? Cosa essenzialmente e opportunisticamente frainteso e messo da parte? Cosa rimane? chi pone la domanda? con quale coscienza dell'opera freudiana? La Stampa: "Secondo Vattimo la psicoanalisi, come il marxismo ha perso il suo dogma per diventare un classico che nessuna persona colta può permettersi d’ignorare, ma più che alle scienze positive si lega strettamente alla filosofia." Cio' che so di Vattimo è riferito ad una decina d'anni or sono e se le sue idee di fondo a proposito della scienza e della filosofiia fossero rimaste immutate nella sostanza, non lo assumerei come una figura decisiva a proposito di questioni come lo statuto di scientificità della psicoanalisi freudiana e post-freudiana. Ricordo soprattutto i suoi scritti come una serie di parafrasi. Mi dava l'impressione di non saper stare da solo, di non saper pensare in autonomia rispetto ai soliti grandi pensatori della storia dell'occidente. La stampa:"ma più che alle scienze positive si lega strettamente alla filosofia". Non mi piace! Cosa sarebbe scienza positiva e cosa filosofia? Per quanto ne so il Signor Vattimo è omosessuale. Faccio molta difficoltà a comprendere chi, in quanto omosessuale, ritiene di poter giudicare in un certo modo l'opera di Sigmund Freud. Freud fondo' la sua analisi della sessualità umana non impostandola sull' orientamento omosessuale. La Stampa:"In molti ambienti le idee di Freud sono confinate nel campo della critica letteraria e artistica, della storia delle idee, della sociologia e teoria politica." Chi scrive qui? il giornalista o Vattimo? Sociologia e teoria politica non sarebbero scienze positive? La Stampa:"Sempre più è considerata una filosofia isolata da sperimentalismi psicologici e psichiatrici". Non solo qui si parte da un pre-giudizio riguardo all'essenza della filosofia ma si considera la psicoanalisi come isolata da sperimentalismi psicologici e psichiatrici. Non bastava scrivere 'sperimentazione'. Se s'intende sminuire la psicoanalisi, lo si deve fare rispetto ad una sperimentazione psicologica e psichiatrica e non rispetto allo sperimentalismo psicologico e psichiatrico, rispetto ad un -ismo. La Stampa:"Nonostante la secolarizzazione è sempre vitale per nuovi usi terapeutici in collaborazione con gli psicofarmaci e nell’ambito delle scienze umane". E che significa!? La psicoanalisi, insieme ad altre posizioni ha proprio contribuito al grande processo di secolarizzazione. 'Nonostante la secolarizzazione' Mistero!! La stampa:"Anche per Nardone alle teorie freudiane va riconosciuta un’importanza grandissima per l’evoluzione della psicologia clinica (es. meccanismi di difesa) e per le terapie, anche se l’inconscio è solo presupposto ed è decaduto il pansessualismo". Premettendo che non conosco Nardone, dico pero' che non capisco affatto cosa possa significare che ' l'inconscio è solo presupposto' ed è decaduto il 'pan-sessualismo'. a) Cosa mai puo' significare che l'in-conscio è 'solo' presupposto. O lo si assume o non lo si assume. O lo si assume con tutto il suo peso o lo si 'trascura'! b) Cosa potrebbe mai significare una 'decadenza del pan-sessualismo freudiano!? Pan-sessualismo dichiarato da chi ? e come? in che senso? quando? Chi nei primi decenni del '900 avrebbe considerato la posizione freudiana in termini di pan-sessualismo? Forse il collega Jung che rimprovero' Freud di esagerare nelle sue analisi sessuologiche? Chi nei primi decenni del '900 e chi oggi, forse qualche 'psicologo' e 'filosofo' cattolico? Per poter attribuire qualcosa come un pan-sessualismo e considerarlo addirittura tramontato, bisognerebbe aver dimostrato molte cose in merito alla sessuo-logia di Sigmund Freud. La sessuologia che emerge dai "Tre saggi di teoria sessuale' è a mio avviso - nonostante tutta la loro genialità, il loro carattere indiscutibilmente rivoluzionario, esplosivo - la teoria di un ebreo, di un circonciso. Esprimono pienamente ed in molti punti la mentalità ebraica dell'epoca! la Stampa:"Boncinelli, neuroscienziato, ne ribadisce l’importanza culturale e il declassamento scientifico. L’analisi è inattendibile come terapia ma vale per esplorare se stessi come esperienza intellettuale molto interessante. Agisce sul cervello plastico modificabile dalla parola, in caso di sofferenza psichica e relazioni affettive dolorose. " Non conosco Boncinelli eppure non riesco a capire come si possa da un lato affermare che l'analisi è inattendibile come terapia e dall'altra asserire che la stessa agisce sul cervello plastico modificabile con la parola, in caso di sofferenza psichica e relazioni affettive dolorose. Se l'analisi riesce ad agire sul cervello plastico modificabile con la parola, non puo' essere in-attendibile. Perchè non ammetere, non continuare ad ammettere un certo livello di attendibilitä? Una delle cose piu' interessanti del tuo commento:"tuttavia conosco le resistenze al pensiero di Freud, malgrado sia imprescindibile per la cultura contemporanea anche filosofica, e l’impopolarità della psicoanalisi , disciplina critica che si propone di smascherare autoinganni e motivazioni, e che sovverte l’”io penso “ cartesiano". Resistenze al pensiero di Freud! Non a caso, 'resistenze....' Chi resiste e perchè? Chi 'resiste' alla grande teoria dell'in-conscio e alla grande sessuologia come teoria generale della sessualità umana nonchè come teoria dell'eziologia sessuale dei disturbi nervosi? Contrariamente alle apparenze, alle sofisticazioni, quello della sessualità è 'ancora il piu' grande tabu' della civiltà occidentale. L'io penso cartesiano? Se si rie sce a leggere con attenzione l'humus intellettuale da cui è scaturito, si riesce a capire che si è trattato del prodotto di una personalità con gravi disturbi del sonno! Fu a mio avviso nelle sue notti insonni che Cartesio vesti' con il bell'abito del linguaggio filosofico le sue allucinazioni. Una certa con-fusione dei concetti essenziali come quelli di scienza, filoso-fia, meta-fisica, speculazione, la si deve a quelle allucinazioni razionalizzate. Franco Pepe Ultima modifica di Franco : 28-01-2006 alle ore 21.17.36. |
30-01-2006, 17.42.42 | #9 |
Ospite abituale
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Re: a 150anni dalla nascita di Freud...cosa rimane?
[quote]Messaggio originale inviato da Franco
[b][quote]Messaggio originale inviato da arsenio [b]A 150anni dalla nascita di Freud……cosa rimane? ( La Stampa, 18, 01, ’06) Secondo Vattimo la psicoanalisi, come il marxismo ha perso il suo dogma per diventare un classico che nessuna persona colta può permettersi d’ignorare, ma più che alle scienze positive si lega strettamente alla filosofia. In molti ambienti le idee di Freud sono confinate nel campo della critica letteraria e artistica, della storia delle idee, della sociologia e teoria politica. Sempre più è considerata una filosofia isolata da sperimentalismi psicologici e psichiatrici. Nonostante la secolarizzazione è sempre vitale per nuovi usi terapeutici in collaborazione con gli psicofarmaci e nell’ambito delle scienze umane. Anche per Nardone alle teorie freudiane va riconosciuta un’importanza grandissima per l’evoluzione della psicologia clinica (es. meccanismi di difesa) e per le terapie, anche se l’inconscio è solo presupposto ed è decaduto il pansessualismo. Boncinelli, neuroscienziato, ne ribadisce l’importanza culturale e il declassamento scientifico. L’analisi è inattendibile come terapia ma vale per esplorare se stessi come esperienza intellettuale molto interessante. Agisce sul cervello plastico modificabile dalla parola, in caso di sofferenza psichica e relazioni affettive dolorose. ****************** Arsenio, questo è a mio avviso un bell'esempio di bla, bla giornalistico. ?!?!?1?! Grazie. E' un bell'esempio di come si confuta punto per punto ciò che non si conosce troppo bene Come premessa sarebbe da discernere tra scienze nomotetiche e scienze idiografiche. Le scienze naturali si preoccupano di rinvenire le leggi universali a cui obbediscono i fatti. Le scienze dello spirito puntano a cogliere la singolarità, l'individualità e unicità dell'evento nella sua forma storicamente determinata. E' vero che la psicanalisi un tempo ambiva a situarsi tra ermeneutica ed epistemologia, tra scienza naturale e arte dell'interpretazione, ma oggi si tende più ragionevolmente ad attenersi alla non-falsificabilità popperiana. Una teoria è vera se le sue asserzioni possono trovare una conferma al livello dell'esperienza osservabile. L'inconscio non è indagabile né equiparabile a una scienza naturale, quindi non è falsificabile né verificabile. Indubbiamente ha messo in crisi l'”Io penso” cartesiano nel senso che ha proposto e teorizzato una verosimile ipotesi di vita psichica sotto la soglia della coscienza pensante. La crisi del marxismo trascinò anche la psicanalisi come teorie critiche e demistificatorie, e Freud al pari di Marx e Nietzsche risulta sospetto perchè volle oltrepassare lo stato cosciente che riteneva falso. Oggi il futuro della psicoanalisi è soprattutto nelle teorie alternative indicate dai post freudiani. Ad es. il modello evolutista che considera la Madre durante i primissimi rapporti con il bambino, enfatizzati dalla psicologia dello sviluppo. Lo strutturalismo lacaniano in tempi in cui si rivaluta la Parola per cui l'inconscio ha un natura retorico linguistica che si struttura come un linguaggio, discorso dell'Altro inteso come leggi culturali, storiche, familiari, sociali. Il “maternage” analitico ispirato a Ferenczi per cui l'analista assume una relazionalità di tipo materno supponendo che il paziente abbia sofferto di precoci carenze affettive. Quindi non tanto terapia del rimosso quanto della parola giusta e dosata e delle prescrizioni verbali, assunte quasi come un farmaco. Il pregiudizio, ma è ancor più un'ingenuità, sugli intellettuali omosessuali è ingiustificato. Furono numerosi nel corso dei tempi e ammirati da tutto il mondo culturale per la loro lungimiranza anche negli svariati problemi sociali. (es l'oggi molto citato Pasolini). OK? |
31-01-2006, 16.11.35 | #10 |
Ospite abituale
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a 150 anni dalla nascita di Freud
arsenio,
scrivo:"Per quanto ne so il Signor Vattimo è omosessuale. Faccio molta difficoltà a comprendere chi, in quanto omosessuale, ritiene di poter giudicare in un certo modo l'opera di Sigmund Freud". Scrivi:"Il pregiudizio, ma è ancor più un'ingenuità, sugli intellettuali omosessuali è ingiustificato. Furono numerosi nel corso dei tempi e ammirati da tutto il mondo culturale per la loro lungimiranza anche negli svariati problemi sociali. (es l'oggi molto citato Pasolini)". Ho scritto che faccio molta difficoltà a comprendere chi, in quanto omosessuale, ritiene di poter giudicare in un certo modo l'opera di Sigmund Freud. Che siano stati numerosi nel corso dei tempi..ecc.ecc., mi interessa relativamente in questo contesto. Qui si stà parlando di sessuo-logia freudiana. Per poter definire 'ingenua' un asserzione del genere, dovresti preoccuparti di fornire degli argomenti a sfavore! Molto spesso, troppo spesso, questa accettazione, tolleranza, giustificazione, valorizzazione della persona omosessuale è ipocrisia! Non sai in base a quali esperienze sostengo la mia posizione. Franco Pepe Ultima modifica di Franco : 31-01-2006 alle ore 16.15.21. |