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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
17-12-2005, 21.09.04 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 15-10-2005
Messaggi: 560
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Re: quanto può influire su una persone, l'istituto nel periodo delle elementari
Citazione:
ecco fabri, non oso pensare che possa capitare ad un figlio mio perché so quanto mio figlio é legatissimo alla presenza mia e di mio marito. Per lui sarebbe un trauma terribile ed io mi trasferirei senza perdere un secondo, alla clinica o nelle vicinissime vicinanze. forse standogli vicina lui potrebbe risentire UN PO' MENO del distacco dalla sua casa. Ma piangerebbe disperato comunque. La nascita di un fratello peggiorerebbe le cose, secondo me per via della gelosia:lui/lei può stare a casa e io no ; e per via del disagio di un altro con cui dover dividere quel poco di mamma e papà. Magari col tempo il piccolo troverebbe un ambiente confortevole in istituto, amici come lui con le sue stesse sofferenze, incertezze, stessi dolori nel corpo,magari anche peggiori, e allora potrebbe acquisire una sua maturità e forza..però gli starei sempre molto vicina perché penso che la solitudine in un istituto possa essere molto grande. E le paure che si coltivano nel cuore di un bambino non guariscono quasi mai. Se é successo a te..ti mando con azione retroattiva tutta la mia tenerezza e le mie preghiere per sostenerti. E' pochino,lo so.. feng qi |
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19-12-2005, 13.34.23 | #6 | |
torna catalessi...
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 899
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Re: quanto può influire su una persone, l'istituto nel periodo delle elementari
Citazione:
ciao mister. insicurezza. senso e paura dell'abbandono. sentimenti di inadeguatezza. credo che queste potrebbero essere delle conseguenze. sono convinta che ogni istituto....sempre istituto è, e che anche nella migliore delle ipotesi, non potrebbe mai sostituire il clima familiare. tuttavia la tipologia di organizzazione, il tipo di personale, il tipo di rapporto fra istituto-famiglia-bambino all'interno del collegio in questione, possono costituire variabili significative. E'importante il tipo di rapporto che hai mantenuto coi tuoi genitori per tutto quel periodo e in seguito, una volta rientrato a casa. Certo è che se in istituto potevano farti acquisire capacità motorie non acquisibili a casa, e quindi farti vivere una vita più autonoma e dignitosa....beh, forse è stata la scelta migliore. Alcuni genitori stentano così tanto ad accettare un figlio con diverse capacità motorie, che negano il problema, preferiscono tenerselo a casa in un clima iper-protettivo, impedendogli però in molti casi di raggiungere competenze e autonomie che migliorerebbero di molto la qualità della sua vita. Vorrei sentire il tuo parere però. Meglio di te....chi può mai parlare in questo 3d? un bacio |
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19-12-2005, 13.44.42 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 31-10-2005
Messaggi: 422
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Nel mio paese ci sono vari istituti,per bambini.Sono istituti diversi dal tipo di istituto cui ti riferisci tu,Mr Bean.Io parlo degli istituti per bambini orfani o abbandonati o tolti alle famiglie per qualche motivo.Fatto sta che alle scuole medie c'erano ben 3 fratelli che erano stati tolti alla famiglia e stavano in un istituto gestito da preti del mio paese.Uno di questi era il più grande,gli altri due più piccoli erano invece gemelli.Io ebbi nella mia classe il più grande e poi uno dei due gemelli.Inutile dire che tutti e tre andavano malissimo a scuola,sembrava che non capissero (??????) e non si sforzavano nemmeno di studiare.Vedi un po' che coincidenza,istituto = prroblemi scolastici. Non ho più notizie di questi ragazzi.Che dire.solo una gran pena.Penso che questi ragazzi non dimenticheranno mai l'esperienza dell'istituto.Poi c'è stato un altro episodio disgustoso e da voltastomaco. In un momento di casciara in classe,cosa comunissima pure al liceo figuriamoci alle scuole medie,un professore perse la pazienza e alzò le mani,guarda caso questo scatto di ira le venne proprio con l'altro fratello gemello,quello che non era nella mia classe.Si parlò molto dell'episodio,bel vigliacco di prof dei miei stivali.Certo,facile prendersela con chi non ha nessuno che lo viene a difendere. Questo per dire che penso che quello che passi nell'infanzia in genere ti segna per tutta la vita,vuoi o non vuoi. L'unico consiglio che mi sento di dare è che quando si sono vissute brutte esperienze,ad un certo punto bisogna cercare di pensare al presente e al futuro.Parti da ciò che hai oggi e vedi un po' di lasciare stare il passato. Se posso dirti un'altra cosa consolatoria,posso anche dirti che non c'è bisogno di essere sbattuti in un istituto per sentire questo senso di ssolitudine.Purtroppo,a volte,anche se si sta tutti in casa,non c'è dialogo,ci sono genitori che mettono al mondo i figli però poi pensano solo al lavoro e non sanno nemmeno che cosa hanno fatto i figli durante il giorno.
Non pensare mai dunque che sei il solo a provare queste sensazioni.Non è tanto,però,sai come si dice: "mal comune,mezzo gaudio". Ultima modifica di Melany : 19-12-2005 alle ore 13.46.08. |
19-12-2005, 14.13.20 | #8 |
eternità incarnata
Data registrazione: 23-01-2005
Messaggi: 2,566
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cosa penso, Odissea? Beh, quando avvicinavo una ragazza (parlo del periodo delle medie e delle superiori) avevo l'impressione che le ragazze non mi volessero comprendere. O meglio, credevo che la loro incomprensione fosse dovuta alla mia situazione fisica in quanto tale. Però, guardandomi intorno, scoprii che altre persone che vivevano la disabilità sulla propria pelle, in realtà erano più felici di me. Un bel giorno presi quanto coraggio potevo e tornai laddove ero stato per 6 lunghi e terribili anni. Tra l'altro mi feci dare l'elenco con telefoni ed indirizzi, dei mii compagni di sventura. Li contattai e, ahimé, quale fu il mio stupore nel constatare che anche loro avevano avuto ed avevano a quei tempi, gli stessi miei problemi. Capii, allora, che il grosso passo avanti doveva ritenersi l'affrontare questa situazione con un po' di distacco. Nel 1995 è arrivata mia moglie e quindi il discorso è nettamente migliorato anche se lei ritiene che io non abbia ancora superato al 100% quei momenti..... e forse ciò che scrivo ora ne è la prova.
Altra questione: la figura dei miei genitori. Credevo (e mi sbagliavo) di essere attaccato maggiormente a mia madre che non a mio padre. Però, nei 6 anni io ho visto mio padre due domeniche al mese e mia madre solo nel periodo delle vacanze scolastiche. Quale stupore, quando scrissi il mio libro autobiografico, nel constatare che mio padre usciva valorizzato e mia madre invece sminuita! Chissà, forse perché mi sentivo tradito... |
19-12-2005, 14.36.35 | #9 |
torna catalessi...
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 899
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[quote]Messaggio originale inviato da Mr. Bean
[b]cosa penso, Odissea? Beh, quando avvicinavo una ragazza (parlo del periodo delle medie e delle superiori) avevo l'impressione che le ragazze non mi volessero comprendere. O meglio, credevo che la loro incomprensione fosse dovuta alla mia situazione fisica in quanto tale. Però, guardandomi intorno, scoprii che altre persone che vivevano la disabilità sulla propria pelle, in realtà erano più felici di me. Un bel giorno presi quanto coraggio potevo e tornai laddove ero stato per 6 lunghi e terribili anni. Tra l'altro mi feci dare l'elenco con telefoni ed indirizzi, dei mii compagni di sventura. Li contattai e, ahimé, quale fu il mio stupore nel constatare che anche loro avevano avuto ed avevano a quei tempi, gli stessi miei problemi. Capii, allora, che il grosso passo avanti doveva ritenersi l'affrontare questa situazione con un po' di distacco. Nel 1995 è arrivata mia moglie e quindi il discorso è nettamente migliorato anche se lei ritiene che io non abbia ancora superato al 100% quei momenti..... e forse ciò che scrivo ora ne è la prova. Altra questione: la figura dei miei genitori. Credevo (e mi sbagliavo) di essere attaccato maggiormente a mia madre che non a mio padre. Però, nei 6 anni io ho visto mio padre due domenic ahimè mister.....tua moglie ha ragione. parli di anni lunghi e terribili....di una madre piuttosto assente. vorrei esprimerti la mia solidarietà. Non ho molto tempo purtroppo e sinceramente non so se posso spingermi più in là in questo argomento. Se vuoi possiamo parlare un po' di quello che ho riscontrato nella mia esperienza: le difficoltà che spesso ho notato nei genitori di disabili. Con questo sono consapevole che sai benissimo il fatto tuo, io di sicuro non posso aggiungere nulla alle tue conoscenze nè tantomeno darti lezioni di vita. ricorda comunque che per me sei molto prezioso per questo forum e non smetterò mai di ringraziarti per la tua capacità di metterti in ballo direttamente in questo contesto. Io non ci riesco gran che.... ciao |
19-12-2005, 15.16.56 | #10 |
eternità incarnata
Data registrazione: 23-01-2005
Messaggi: 2,566
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Melany, concordo con te anche (ma non solo) per ciò che riguarda l'altra faccia della medaglia: l'iperprotettività di cui si può diventare vittime (tanto i genitori che iperproteggono, quanto i figli iperprotetti). Mia moglie ne è un esempio. E' forse curioso che due persone con vite per certi versi contrapposte si siano incontrate e sposate. O no?
Grazie Odissea, mi fai emozionare... posso? |