è nato prima l'uovo o la gallina?
L'autore del libro parla quindi di archetipi, di identità mancate e di un'educazione matriarcale per l'assenza dei padri, che non possono passare a loro volta il testimone perchè loro stessi non lo possiedono.
Al di là dell'articolo, credo sia evidente una confusione generale, dovuta a una lunga fase di adattamento al cambiamento di una società che era basata fino al secondo dopoguerra su regole ferree e messe in discussione in modo sporadico, o comunque poco incisivo.
Giuste o sbagliate che fossero, le divisioni dei ruoli e delle dignità maschile/femminile era così marcata da passare attraverso i geni e le educazioni impartite.
Di fatto quello che a mio parere oggi genera confusione è che pur essendo il sentire femminile diversificato, l'ambiente in cui questo si muove rimane di espressione e matrice ancora maschile.
Mi spiego: lo stereotipo della donna manager degli anni 80 o quello della soldatessa degli ultimi anni non hanno potuto formarsi una propria individualità ma adattarla a quello che era lo stampo maschile, poichè quello femminile fino ad oggi non è mai esistito, almeno nella nostra cultura.
Così si sono create automaticamente delle trappole, che sono quelle tese dalla discrepanza fra la giusta volontà femminile di ricoprire ruoli adatti (poichè non ne esistono di non adatti) ma nello stesso tempo doverne ricoprire contemporaneamente molti di più: per fare un esempio, anche quello di dover scegliere fra carriera e figli, o in ogni caso dover occuparsi dell'accudimento dei genitori anziani.
Un uomo, a sua volta, si può sentire spiazzato da questa apparente uguaglianza di ruoli o comportamenti, trovandosi a dover fare i conti fra un retaggio culturale che ha ancora una matrice e un' organizzazione fortemente maschile e una compagna con desideri simili ai suoi.
Così si ottengono risposte totalmente differenti ed eterogenee: uomini che accudiscono i bambini piu' delle loro compagne (i cosiddetti mammi), donne che non sanno friggere un uovo, oppure al contrario uomini che spariscono totalmente nel lavoro o in chissà cos'altro, donne che riscoprono il loro ruolo di mamme e mettono al mondo 5 figli uno dopo l'altro; casi eccezionali, forse, ma appunto per dire che non esistono solo vittime o solo carnefici.
La novità di questi anni è una pluralità di opinioni e quindi comportamenti diversi, forse è nel comportamento soggettivo e quindi nell'adattamento a una propria personale realtà che si troveranno risposte, almeno in questo siamo ancora liberi...sempre che non ci lasciamo condizionare da stereotipi che ormai non ci appartengono più.
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