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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
02-11-2005, 13.10.15 | #12 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 16-07-2005
Messaggi: 752
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La vita di un carcerato e' una costrizione...la nostra, se ci sentiamo tali, e' una scelta...un uomo in carcere puo' veramente sentirsi "in gabbia", puo' sentirsi sopraffatto da sentimenti estremi come la solitudine, la lontananza dalle persone che ama, il fallimento, la distruzione, la rabbia...e sto parlando di chi e' dentro o e' stato dentro per ingiusta causa....
Vani |
02-11-2005, 14.27.19 | #13 | |
torna catalessi...
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 899
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Citazione:
beh non oso immaginare cosa comporti essere messi al fresco per ingiusta causa. credo che anche i colpevoli però rischino di essere sopraffatti da i sentimenti di solitudine e disperazione di cui parlavi sopra. se cerco di mettermi nei panni dei carcerati....penso proverei un grande senso di fallimento, di nostalgia per i miei cari e contemporaneamente di vergogna..... comunque anche io credo che le "nostre prigionie mentali e sociali" non siano propriamente paragonabili a quelle che vive un carcerato. |
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02-11-2005, 15.11.53 | #14 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 16-07-2005
Messaggi: 752
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ho parlato di ingiusta causa perche' conoscevo un avvocato rinchiuso in galera...e liberato dopo qualche mese per non colpevolezza...un uomo distrutto in tutto...comunque anche chi e' dentro per colpevolezza...non penso si possa sentire diversamente...
Vani |
02-11-2005, 18.46.42 | #15 | |
frequentatrice habitué
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 780
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Citazione:
Può anche essere. Sono diverse, ma sono sempre "prigionie". ps. Visto che su internet si possono collegare anche le persone che stanno nel carcere, mi piacerebbe leggere una testimonianza vera. Noi da qua (parlo di me !) difficilmente possiamo immaginare. La "prigionia" mentale non è da condannare se non altro, solo da comprendere (se non è possibile aiutare). La "prigionia" sociale la chiamerei saudade (sempre un modo di interpretare moltooooo soggettivo - se mi è permesso ) “La saudade, il dolore più puro, è così puro quando piange, che il suo pianto trasfigura la morte che è notte scura in una notte di luna.” poeta brasiliano Luis Carlos |
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05-11-2005, 19.40.37 | #18 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 18-10-2003
Messaggi: 0
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Citazione:
Si dovrebbe avere comprensione perchè anche dal buio del carcere può nascere una nuova luce, le persone hanno in sè la capacità di cambiare, per fortuna. Anche se una persona ha fatto qualcosa di estremamente grave, non si può privarla della possibilità di redimersi. Forse non c'è bisogno di pietà (mi urta un po' questa parola) ma di comprensione e condivisione della debolezza umana: errare è umano, molte sono le strade che possono portare a commettere qualcosa di grave. E' la possibilità di redenzione che misura la grandezza dell'uomo. |
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05-11-2005, 19.43.46 | #19 |
Utente bannato
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 1,288
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Una persona per stare in carcere, avrà fatto qualcosa di grave. Allora perchè si deve avere pietà? che resti in solitudine.
E' vero allora usiamo "perdono"...ricordi? "Padre perdona loro perchè non sanno quello che fanno"... e non "abbi pietà di loro..." E' vero! nel perdono c'è la considerazione dell'individuo come tuo pari, il perdono trascende la colpa e prepara la strada all'aiuto disinteressato e spontaneo, dona speranza a chi lo riceve ed altro... La solitudine non è una condanna che infligge l'uomo ai suo simili ma uno stato naturale dello spirito, si nasce soli, si vive soli, e si muore soli...anche con vicino 10000000 di persone..... |
05-11-2005, 19.55.10 | #20 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 07-05-2003
Messaggi: 1,952
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Citazione:
Mah...non so se il problema principale di un carcerato sia proprio la solitudine. Un po' perchè sembra che la maggior parte delle carceri siano sovraffollate e questo mi porta a pensare che sia più un problema di affrontare una coabitazione forzata, in uno spazio ristretto, con persone estranee non scelte da noi. Poi sarà che ho sempre sentito lil senso di solitudine come un problema interiore e non solo legato alla presenza di altri intorno a noi. La situazione di un carcerato è determinata da situazioni esterne a lui...non è peggiore la solitudine di un essere umano che si sente solo per un'incapacità a comunicare con gli altri? In fondo ci si può sentire in pace con se stessi in un eremo ed angosciati in mezzo a persone con le quali non riusciamo a relazionarci. Non riesco a vedere la solitudine in senso reale come il problema principale di un carcerato... |
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