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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 02-11-2005, 12.06.38   #11
feng qi
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Messaggio originale inviato da edali
Ciao Feng qi

Vediamo se adesso riesco a farmi capire senza essere fraintesa.



La prima frase l’avevo scritto pensando non all’affollamento che ci si può trovare in un carcere, ma ad una persona sola rinchiusa in una cella. Sono stata assai ingenua. Pensavo anche alla solitudine delle persone che si trovano nel braccio della morte.



L’altra immagine mi è venuta pensando alla mia dipendenza dal computer e al fatto che sto qua girovagando al “buio”, mentre fuori c’è la vita.


Aaah!
va bene! io in effetti l'avevo intesa così la tua risposta..poi però mi era venuto il dubbio di aver capito male..

Il fatto è che sei stata estremamente lucida in troppo poche parole..comunque ci troviamo daccordo.

un abbraccio
feng qi
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Vecchio 02-11-2005, 13.10.15   #12
Vaniglia
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La vita di un carcerato e' una costrizione...la nostra, se ci sentiamo tali, e' una scelta...un uomo in carcere puo' veramente sentirsi "in gabbia", puo' sentirsi sopraffatto da sentimenti estremi come la solitudine, la lontananza dalle persone che ama, il fallimento, la distruzione, la rabbia...e sto parlando di chi e' dentro o e' stato dentro per ingiusta causa....



Vani
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Vecchio 02-11-2005, 14.27.19   #13
odissea
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Messaggio originale inviato da Vaniglia
La vita di un carcerato e' una costrizione...la nostra, se ci sentiamo tali, e' una scelta...un uomo in carcere puo' veramente sentirsi "in gabbia", puo' sentirsi sopraffatto da sentimenti estremi come la solitudine, la lontananza dalle persone che ama, il fallimento, la distruzione, la rabbia...e sto parlando di chi e' dentro o e' stato dentro per ingiusta causa....



Vani

beh non oso immaginare cosa comporti essere messi al fresco per ingiusta causa.

credo che anche i colpevoli però rischino di essere sopraffatti da i sentimenti di solitudine e disperazione di cui parlavi sopra.
se cerco di mettermi nei panni dei carcerati....penso proverei un grande senso di fallimento, di nostalgia per i miei cari e contemporaneamente di vergogna.....

comunque anche io credo che le "nostre prigionie mentali e sociali" non siano propriamente paragonabili a quelle che vive un carcerato.
odissea is offline  
Vecchio 02-11-2005, 15.11.53   #14
Vaniglia
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ho parlato di ingiusta causa perche' conoscevo un avvocato rinchiuso in galera...e liberato dopo qualche mese per non colpevolezza...un uomo distrutto in tutto...comunque anche chi e' dentro per colpevolezza...non penso si possa sentire diversamente...



Vani
Vaniglia is offline  
Vecchio 02-11-2005, 18.46.42   #15
edali
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Messaggio originale inviato da odissea

comunque anche io credo che le "nostre prigionie mentali e sociali" non siano propriamente paragonabili a quelle che vive un carcerato.

Può anche essere. Sono diverse, ma sono sempre "prigionie".



ps. Visto che su internet si possono collegare anche le persone che stanno nel carcere, mi piacerebbe leggere una testimonianza vera. Noi da qua (parlo di me !) difficilmente possiamo immaginare.

La "prigionia" mentale non è da condannare se non altro, solo da comprendere (se non è possibile aiutare).


La "prigionia" sociale la chiamerei saudade (sempre un modo di interpretare moltooooo soggettivo - se mi è permesso )

“La saudade, il dolore più puro,
è così puro quando piange,
che il suo pianto trasfigura
la morte che è notte scura
in una notte di luna.” poeta brasiliano Luis Carlos
edali is offline  
Vecchio 05-11-2005, 09.30.45   #16
rodi
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non so se avete già letto questo:


https://www.riflessioni.it/dal_carcere/index.htm

rodi is offline  
Vecchio 05-11-2005, 18.27.04   #17
iudichetta
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Una persona per stare in carcere, avrà fatto qualcosa di grave. Allora perchè si deve avere pietà? che resti in solitudine.
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Vecchio 05-11-2005, 19.40.37   #18
dana
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Messaggio originale inviato da iudichetta
Una persona per stare in carcere, avrà fatto qualcosa di grave. Allora perchè si deve avere pietà? che resti in solitudine.

Si dovrebbe avere comprensione perchè anche dal buio del carcere può nascere una nuova luce, le persone hanno in sè la capacità di cambiare, per fortuna.
Anche se una persona ha fatto qualcosa di estremamente grave, non si può privarla della possibilità di redimersi.

Forse non c'è bisogno di pietà (mi urta un po' questa parola) ma di comprensione e condivisione della debolezza umana: errare è umano, molte sono le strade che possono portare a commettere qualcosa di grave.

E' la possibilità di redenzione che misura la grandezza dell'uomo.
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Vecchio 05-11-2005, 19.43.46   #19
Kim
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Una persona per stare in carcere, avrà fatto qualcosa di grave. Allora perchè si deve avere pietà? che resti in solitudine.

E' vero allora usiamo "perdono"...ricordi? "Padre perdona loro perchè non sanno quello che fanno"... e non "abbi pietà di loro..."

E' vero! nel perdono c'è la considerazione dell'individuo come tuo pari, il perdono trascende la colpa e prepara la strada all'aiuto disinteressato e spontaneo, dona speranza a chi lo riceve ed altro...

La solitudine non è una condanna che infligge l'uomo ai suo simili ma uno stato naturale dello spirito, si nasce soli, si vive soli, e si muore soli...anche con vicino 10000000 di persone.....



Kim is offline  
Vecchio 05-11-2005, 19.55.10   #20
rodi
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Messaggio originale inviato da iudichetta
Una persona per stare in carcere, avrà fatto qualcosa di grave. Allora perchè si deve avere pietà? che resti in solitudine.

Mah...non so se il problema principale di un carcerato sia proprio la solitudine.

Un po' perchè sembra che la maggior parte delle carceri siano sovraffollate e questo mi porta a pensare che sia più un problema di affrontare una coabitazione forzata, in uno spazio ristretto, con persone estranee non scelte da noi.

Poi sarà che ho sempre sentito lil senso di solitudine come un problema interiore e non solo legato alla presenza di altri intorno a noi.

La situazione di un carcerato è determinata da situazioni esterne a lui...non è peggiore la solitudine di un essere umano che si sente solo per un'incapacità a comunicare con gli altri?

In fondo ci si può sentire in pace con se stessi in un eremo ed angosciati in mezzo a persone con le quali non riusciamo a relazionarci.

Non riesco a vedere la solitudine in senso reale come il problema principale di un carcerato...
rodi is offline  

 



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