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26-07-2005, 18.26.32 | #22 |
Ospite abituale
Data registrazione: 18-07-2005
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Gyta, mi complichi le cose. Certo, in fondo sono intervenuto nel forum proprio per questo... Ho letto, credemi, tutti, ma proprio tutti, i tuoi interventi nella discussione "Spiritualità, l'handicap della ragione" e quasi tutti quelli di Giovanni. Alla fine ho deciso di non intervenire. Ora questo è l'argomento di psicologia; se tu mi tiri in ballo lo spirito anche qui, managgia, come faccio a discutere?
Comunque, ci provo. Se tu pensi che dietro le illusioni ci siano ancora delle illusioni, suppongo che intendi dire che ci sono le illusioni precedenti. Quindi supponi che TUTTO ciò che noi sappiamo sia illusione. Questa è una porofonda questione filosofica. Io in questa discussione partivo dalla realtà comunemente intesa. Se sono in una gabbia di leoni e credo che i leoni siano simpatici, morbidi e teneri, quella è un illusione. Se i leoni sono affamati e mi mordono, allora scopro cos'è la realtà. Io parlo di questa realtà. Non sto dicendo che sia cattiva. Ma di solito le illusioni sono piacevoli, e quando cadono la realtà... morde, come dicono gli inglesi. Quindi io non le faccio assumere dei connotati "x", arbitrari. Ma uso quelli comunemente intesi. Se poi vogliamo fare questioni di metafisica, allora passiamo all'altra discussione. Poi mi dici che le interpretazioni sono più vicine al significato di illusorio, che di reale. Ma, sempre partendo dal concetto comune di realtà, le interpretazioni sono necessarie per "vedere" e "toccare" la realtà. Il nostro cervello interpreta continuamente i dati fisici che riceve. E secondo me le sensazioni non mentono. Perché la natura dovrebbe dotarci di un apparato sensoriale e interpretativo illusorio? Sarebbe notevolmente antievolutivo. Poi dici "Questo per dire che forse il "castello" -che non crolla- è proprio quello pulito da aspettative particolari che non siano parte integrante della sua stessa essenza, " Qui si parlava di castelli che crollano. Non sono sicuro di aver capito bene: il castello che non crolla sarebbe la tua visione spirituale? Boh, forse ho capito male. Se riesco faccio un intervento nell'altra discussione. Ciao. Ultima modifica di Lord Kellian : 26-07-2005 alle ore 18.29.12. |
26-07-2005, 18.53.41 | #23 |
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L'esperienza e' la nostra conoscenza della realta'....e' il modo in cui viviamo....il modo in cui sentiamo....il modo in cui percepiamo...il modo in cui riflettiamo....e' tutto quello che abbiamo acquisito sin adesso....le illusioni fanno parte dell'esperienza ma non sono l'esperienza....sono qualcosa che ci creiamo noi dentro, qualcosa che vogliamo raggiungere, qualcosa che pensiamo ci possa far stare bene...
vaniglia |
27-07-2005, 09.14.43 | #25 |
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Facciamo il punto della situazione, prima di perdere il pallino.
Mondo interiore = illusione Mondo esteriore = realtà (presunta) Mondo di Internet = ??? (nuova variabile mai considerata) Il sè, l'unica vera verità se vogliamo, si forma quando filtriamo ciò che c'è di fantastico dentro di noi, lo analizziamo, e lo facciamo diventare reale; o quando qualcosa di reale lo facciamo diventare fantastico. Penso che con internet si riproduca un po' lo stesso meccanismo, però ribaltato. Invece che dall'illusione alla realtà, dalla realtà all'illusione. Si virtualizza la realtà, a sua volta realizzazione di un'illusione. Decisamente incasinato, ma affascinante. ----- E poi nel passaggio al virtuale, come anche in quello al reale, si passa dalla singolarità alla presenza di altri individui. L'errore, o quanto meno la pericolosità forse, è passare dal mondo interiore al mondo virtuale, bypassando quello reale. O no? Ultima modifica di sisrahtac : 27-07-2005 alle ore 09.19.12. |
27-07-2005, 09.31.22 | #26 |
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Il problema è che nel filtrare il reale verso il virtuale si forma un'altro Sè, non reale, ma virtuale! Ed il sè reale e quello virtuale a volte sono incongruenti, e volentieri si predono a scarpate!
Ed il sè virtuale non va confuso con "la maschera", perchè quella è un'altra cosa, è una mistificazione del sè reale nella realtà...non parliamo poi dell'invenzione de "la maschera virtuale"...oddio! |
27-07-2005, 10.22.52 | #27 |
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Quindi se ne deduce che parlare o più in generale comunicare (ovvero parlare + ascoltare) su internet serve solo ai fini della costruzione di una personalità virtuale, una sorta di fake; comunicare nel reale serve invece a costruirsi la personalità reale.
Quindi internet non può sostituire un analista od una persona reale con cui comunicare, per formarsi. Se ne deduce che abbandono internet in quanto rivelatasi inconcludente ai miei scopi. O quanto meno lascio Catharsis in standby, stile eXistenz. E non ho nemmeno voglia di incontrare qualcuno di voi tipo alla pizzata a Milano, perchè mettersi a conoscere ex novo nel reale delle persone conosciute nel virtuale può essere frustrante, ci sarebbe da demolire la visione che voi avete di me nel virtuale per ricostruirne una reale...troppa fatica! Lord, io sono giunto alla mia conclusione su internet anche senza chiedere il parere al mio analista. Spero che anche tu giunga alle tue conclusioni, prima o poi. PS. A meno che non si voglia usare internet per puro gioco, un gioco di ruoli, come faccio io nel mio forum "il castello" dove impersonifico un re. Ma per costruirsi una personalità reale..no no! ---- Certo osservare questo falso se stesso virtuale può aiutare ad analizzarsi, si ha come una visione a 360° del proprio sè, ma dall'esterno...però la trovo tutta una cosa molto contorta e superflua. Su internet è la personalità reale che raffina quella virtuale...ma quella reale rimane grezza, perchè la personalità virtuale non prenderà mai vita propria e non agirà mai su quella reale, plasmandola. Ultima modifica di sisrahtac : 27-07-2005 alle ore 10.40.02. |
27-07-2005, 20.04.16 | #29 |
al di là della Porta
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rispondendo con La Poesia
Avanzavo di Asse in Asse
Un lento e cauto cammino Le Stelle intorno al Capo percepivo Intorno ai Piedi il Mare - Sapevo soltanto che il prossimo Sarebbe stato il mio centimetro finale - Ciò mi dava quella precaria Andatura Che alcuni chiamano Esperienza - Emily Dickinson |
27-07-2005, 20.10.27 | #30 |
al di là della Porta
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e continuando
L'Esperienza è la Strada Angolata
Preferita alla Mente Da - Paradosso - la Mente stessa - Che presume di essere alla guida. Tutto il Contrario - Com'è complicata La Disciplina dell'Uomo - Che Lo costringe a scegliere da Sé La Sua Pena Prefissata - Emily Dickinson |