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09-06-2005, 22.57.16 | #12 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 09-05-2002
Messaggi: 2,913
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Re: quanta pazienza ci vuole ??
Citazione:
Un conto è se hai a che fare con un paziente. Allora il suo (pero non tuo!) linguaggio distruttivo può anche avere un senso. Magari è necessario per lui esprimere questa componente aggressiva ed è decisamente meglio se lo fa in un rapporto protetto. Il problema semmai è come reggere, ma un professionista dovrebbe essere preparato a questo. Se invece di tratta di una relazione alla pari... beh, ci sono casi in cui se non è possibile un dialogo, meglio nessun dialogo. Meglio un passo e chiudo. Soprattutto se lo sai che l'intenzione dell'altro non è cercare uno scambio ma solo farti uscire dai gangheri. Non sempre ci si riesce. Quando non ci si riesce, occorre accettare. Con l'accetta intendo |
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09-06-2005, 23.05.09 | #14 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 09-05-2002
Messaggi: 2,913
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Citazione:
Ogni singola relazione paziente-terapeuta è unica e irripetibile. All'interno di una relazione terapeutica un atteggiamento distruttivo, se c'è, ha il suo senso. E proprio quella relazione dovrebbe essere il tramite verso un atteggiamento più ... biofilo. (tanto per ripetermi!) Ma magari perchè questo avvenga occorre passare attravcerso ad un sacco di altre cose. |
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10-06-2005, 10.57.17 | #16 |
Utente bannato
Data registrazione: 04-11-2004
Messaggi: 1,010
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beh non è sempre vero ... insomma se stai discutendo e dici vedi adesso ho in mano una mela ed hai in mano una mela e lui dice no tu in mano non hai niente e gli dici bada che ho una mela e lui persiste a dire guarda che non hai ninete ci vedo bene sai ...
Certamente bomber, non sono un sostenitore del famoso "La verità sta sempre nel mezzo", leviamo almeno quel "sempre", perchè nel caso estremo che esponi, la verità sta solo da una parte, la mela sulla mano o c'è o non c'è.... Escludendo la malafede, la fallibilità umana che farebbe sostenere di non vedere alcuna mela, è la stessa di cui tutti possiamo cadere vittima, e quindi anche tu che vedi quella mela, potresti esserne vittima, con la conseguenza di essere nel torto..... esser certo della mela quando la mela non c'è. Non è certo cosa semplice riconoscere una nostra incongruenza. L'ira certo non aiuta e blocca ogni possibilità di uscita da quel "binario morto". Ma a parte questo aspetto, volevo far presente una questione diversa. Sono io il primo ad arrabbiarmi quando sento "puzza" di malafede, ma pensando a questa mia reazione, la trovo figlia di qualche MIO problema. Mi spiego meglio: Perchè la malafede mi fa arrabbiare? Se la riconosco come tale, non è in se la conferma indiretta di quanto dico? Io dico A, se in chi dice B riconosco malafede, B è falso ed A resta vero. La malafede, la volontà di non preoccuparsi delle menzogne che portano ad una determinata conclusione è di chi accetta solo quella conclusione, non importa perchè sia vera, ma deve esserlo, per forza. Credo nell'Olimpo, ne discuto sui forum di spiritualità e mi vengono sollevate obiezioni logiche e innegabili...... Non sono in grado di contestarle e quindi non le contesto, però, siccome so che l'Olimpo esiste, insisto adducendo ogni sorta di motivazione e non mi importa granchè di quanto siano adeguate a negare quelle obiezioni che non sono alla mia portata, non mi importa perchè so che l'Olimpo esiste a prescindere da quanto io riesca a sostenerne l'esistenza nei forum..... Sarei una persona attaccata ad un'idea, non sarei certo alla ricerca della verità, non ho niente da cercare perchè so già la verità, e la verità è l'Olimpo. Una persona così mi fa arrabbiare? non dovrebbe farmi un effetto più simile alla tenerezza, non dovrebbe indurmi a solleticare il senso critico in modo costruttivo? ....e allora perchè mi arrabbio? perchè tutto quel che faccio è sbattergli in faccia le menzogne dietro cui si nasconde? a lui non interessano, non gli interessa vedere quanto siano vere o false, lui lo sa già ed il fatto che non sia in grado di spiegare come e perchè, per lui è ininfluente, non dimostra certo la falsità di ciò che è vero.... L'atteggiamento saggio, non sarebbe quello di dirgli che non ha bisogno dell'Olimpo, più che litigare sulle prove a dimostrazione del fatto che esista o meno? E allora perchè litigo? certamente non è un atteggiamento saggio...... deve esserci qualcosa che mi fa arrabbiare...... qualcosa che avverto come "minaccia", qualcosa che mi solletica una quelche paura..... ma cosa? |
10-06-2005, 11.15.09 | #17 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 07-05-2003
Messaggi: 1,952
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Citazione:
In teoria quello di dirgli che non ha bisogno dell'olimpo è un atteggiamento sincero. Ma se lui non è pronto a guardare dentro questo realtà, che senso ha dirglielo? Certo è da provarci se e quando lo si ritiene opportuno, se hai di fronte una persona che si sta confondendo ma è aperta magari usa la tua idea diversa per ponderare quel che ritiene essere giusto e verificarlo con se stesso...ma se hai di fronte una persona a cui quella certezza serve per bilanciare un'altra insicurezza difficilmente non reagirà in maniera aggressiva. Perchè litighiamo quando succede questo? probabilmente perchè anche noi non siamo sicuri al 100 per cento di tutto ed ogni diversità ci spaventa un po' (in misura direttamente proporzionale alla nostra insicurezza). O anche perchè siamo in grado di vedere e capire i danni che un'atteggiamento così può provocare in altri. |
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