Sì, può essere.
Ma c'è anche un'altra cosa. Una perdita, e anche se non c'è stata una storia d'amore il fatto che si siano chiuse le porte è pur sempre una perdita, ha bisogno di tempo per essere assorbita. Ci sono dei momenti in cui si sta male ed è necessario permettersi di stare male. A volte sforzarsi di "pensare positivo" fa bene, a volte, invece, bisogna saper stare con il dolore.
Quello che viene da dire a me (e mi baso solo su senzazioni che mi vengono dal tuo scritto e quindi potrei sbagliare) è che il tuo amico non è ancora pronto a uscire da quel dolore (tecnicamente si dice "non ha ancora elaborato il lutto") ma contemporaneamente non ci sa stare. Scappa. Io ti direi di stargli vicino e basta, di non dare altre "giustificazioni" alla sua fuga. Se fuga c'è, ovviamente.
Ecco, una cosa su cui forse ti direi di insistere un pochino è di consigliargli non buttare via i soldi comprando dei surrogati d'amore, quello sì. Non così costosi, almeno.

Vi ringrazio per i preziosi consigli che mi state dando. Rispetto al tempo "del lutto" sono passati 4 o 5 anni ormai. Quanto credete occorra per riuscire a superare questo periodo? Se poi si considera che la persona amata dal nostro amico, e il di lei marito sono iscritti alla sua stessa associazione e che quindi lui ha la possibilità di vederli entrambi, forse l'ingarbugliamento è ancora più consistente. No?

proprio domenica, ho rivisto questo mio amico, sempre più demotivato. Mi diceva che vorrebbe andarsene da qui, il più lontano possibile dai suoi condizionamenti. Vorrebbe andare in un posto dove possa ricominciare a vivere in un altro modo. Gli piacerebbe tornare nella terra dove è nato: a Tripoli in Libia, da genitori italiani che, dopo l'avvento di Geddafi, furono costretti a lasciare quella località. Non riesce a stare a casa da solo per paura di onfrontarsi con se stesso. Quindi, in virtù del presente aggiornamento, cosa mi suggerite?