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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 03-11-2004, 22.10.12   #1
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
Question ...capire? ... e cosa?!

non ho mai capito, davvero capito una cosa: ma noi, capiamo?

voglio dire, ora mi spiego, e ci si capisce meglio, ma cosa capiamo noi, ognuno di noi, veramente? non una cosa diversa persona per persona?
una cosa, e milioni e milioni di occhi e di cervelli!
uno dice una cosa l'altro ne capisce un'altra e ne dice un'altra e l'altro risponde a quello che ha capito e l'altro ne capisce un'altra ancora e ognuno si fa un discorso tutto suo e tutti credono di capirsi... esiste qualcosa di uguale, di veramente uguale per tutti?

in fin dei conti ognuno ha un colore degli occhi diverso, un taglio particolare, un sentimento diverso, delle conoscenze esperienze diverse...

non lo so.. boh..
r.rubin is offline  
Vecchio 03-11-2004, 22.47.48   #2
dana
Ospite abituale
 
L'avatar di dana
 
Data registrazione: 18-10-2003
Messaggi: 0
Condivido quello che dici, anch’io penso che spesso ognuno di noi capisce una cosa diversa, o magari si coglie una sfumatura del pensiero altrui, ma non pienamente tutto il discorso.
Anzichè dialoghi a volte si fanno monologhi. Ma capita anche nella realtà, non solo qui.

Forse per capirsi veramente ci vuole un po’ di empatia e di sintonia (e non capita con tutti ) e una buona dose di volontà reciproca di venirsi incontro. Capire l’altro può essere più faticoso con alcuni, meno con altri, forse anche perché si vivono situazioni diverse.
Esiste di qualcosa di uguale, veramente uguale per tutti: credo di sì, dovrebbero essere i sentimenti.

...chissà se mi capisci... o se io ho capito te .....

dana is offline  
Vecchio 03-11-2004, 23.15.40   #3
r.rubin
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Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
ciao dana, la penso anch'io così sai, che toto cutugno è proprio un grande.. come dire... è proprio un'altra cosa! vabbè..
no dai, alla fine ci si capisce, nel senso che un pò per tutti un'italiano è un'italiano, ma magari appunto, le sfumature che si colgono sono diverse.

ogni mente poi ha un suo proprio modo di pensare, e per ogni parola, concetto, sensazione, propone una serie di associazioni d'idee che variano in maniera veramente enorme da una persona all'altra... e mi chiedevo, che questa rete d'associazioni, anche quando non emerge coscientemente nel discorso, influenzi lo stesso, sotto sotto, il nostro modo di capire le cose

es: uno vede una foglia ..subconsciamente la associa ad una figlia.. questa associazione non sale alla coscienza, però lo stesso, quella foglia, senza che ne sappia il perchè, gli ispira un istinto protettivo e la difende dal bruco che vuole mangiarsela; mentre un'altro l'associa subconsciamente al silenzio, e si irrita, senza sapere bene il perchè, quando il vento la fa frusciare... allora quando un terzo dice con un sospiro: "ah, quando c'erano adamo ed eva, con la foglia di fico..", il primo avvampa per lo scandalo e la rabbia, il secondo si irrita per il sospiro e gli urla "sta zitto!" .. da che quello ne deduce che il primo nutre una grande fede tanto che non vuole che si parli di religione se non in chiesa la domenica, e l'altro che è un ateo integralista


se è così c'è veramente da aver paura!



ma poi, quando parliamo, sappiamo quello che diciamo?
non vi è mai successo di parlare d'istinto senza pensare, e dire cose che, subito dopo ripensandoci ti dici.. ma dai! non lo sapevo! lo sai che è proprio vero?
r.rubin is offline  
Vecchio 03-11-2004, 23.17.12   #4
r.rubin
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Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
Citazione:
Messaggio originale inviato da dana
...chissà se mi capisci... o se io ho capito te .....


...vedi, già adesso che ho ridato un'occhiata al tuo post mi sono chiesto se invece intendevi dire... eh, ma ormai ho risposto a quello che ho capito prima!
r.rubin is offline  
Vecchio 04-11-2004, 17.36.27   #5
spada di fuoco
Ospite abituale
 
Data registrazione: 20-06-2003
Messaggi: 195
Re: ...capire? ... e cosa?!

Citazione:
Messaggio originale inviato da r.rubin
non ho mai capito, davvero capito una cosa: ma noi, capiamo?

voglio dire, ora mi spiego, e ci si capisce meglio, ma cosa capiamo noi, ognuno di noi, veramente? non una cosa diversa persona per persona?
una cosa, e milioni e milioni di occhi e di cervelli!
uno dice una cosa l'altro ne capisce un'altra e ne dice un'altra e l'altro risponde a quello che ha capito e l'altro ne capisce un'altra ancora e ognuno si fa un discorso tutto suo e tutti credono di capirsi... esiste qualcosa di uguale, di veramente uguale per tutti?

in fin dei conti ognuno ha un colore degli occhi diverso, un taglio particolare, un sentimento diverso, delle conoscenze esperienze diverse...

non lo so.. boh..
… forse vuoi dire che ognuno capisce quello che crede?
Se credessimo tutti la stessa cosa? Avremmo capito tutti la stessa cosa, vero? Quindi non ci sarebbe il problema che ognuno possa capire qualcosa di diverso… Ma cosa avremmo capito? quello che l’altro vuole dire o quello che tutti credono?

Forse ciò che è uguale per tutti è il fatto di credere… se non credessimo, forse potremmo vedere ciò che è, senza l’interferenza di quello che crediamo debba essere, conoscenze ed esperienze… Ma per far questo dovremmo mettere in discussione ciò che crediamo, scoprendoci per quello che vogliamo far credere, ma sapendo di non essere.

Siamo certi di volere che l’altro possa capire veramente ciò che diciamo, e quindi siamo? Oppure vogliamo continuare a far credere di essere? Purchè l’altro però capisca che quello che vogliamo far credere sia quello che siamo, altrimenti non ci si diverte…

Ciao
spada di fuoco…
spada di fuoco is offline  
Vecchio 04-11-2004, 23.19.32   #6
Devi
Ospite
 
Data registrazione: 06-05-2004
Messaggi: 29
In genere succede proprio che vogliamo che l’altro ci capisca, anzi, lo pretendiamo. Che l’altro capisca il nostro punto di vista e che, in quanto magari diverso, alla fine lo condivida perché in realtà (inconfessabile realtà…), vogliamo che la pensi come noi….
Se non ci interessasse convincere l’altro delle nostre ragioni (perché di questo io credo si tratti), probabilmente non avremmo problemi ad essere ciò che siamo…magari diremmo ciò che ci piace esprimere in un dato momento, ma senza l’assillo (tutto personale) di voler far capire all’altro mille ragioni. Ritengo, infatti, che quando ci affanniamo a volere che l’altro ci capisca, in realtà vogliamo che capisca di noi quello che noi ci preoccupiamo di essere….se fossimo realmente senza maschere di fronte agli altri, cosa ce ne importerebbe di essere capiti? Qualora accadesse, non ci sarebbe bisogno di tante parole, se non per il solo gusto, magari, di usare la parola solo perché è un dono che abbiamo, ma non sarebbe più di tanto necessario…se fossimo più naturali noi stessi, sarebbe forse naturale incontrarci di volta in volta, nel corso della vita, ora con tizio/a, ora con caio/a, ma non perché tizio/a o caio/a hanno creduto in ciò che io volevo credessero, non perché hanno pensato che fossi realmente ciò che andavo mostrandomi, ma solo perché magari fra gli occhi miei e quelli di tizio/a o caio/a vi è stato un …guizzo….senza nome, ma pieno di colori e sapori senza tempo….che il guizzo diventi fiamma che scalda dipende solo da noi e da quanto coraggio abbiamo di essere noi stessi, cessando di fuggire proprio da noi stessi…..
Tutto questo per dire che, a mio parere, non c’è molto da capire….è vero, siamo diversi, ma sarebbe vano cercare di capirsi l’un l’altro solo sulla base di noi stessi…in primo luogo proprio perché intanto passiamo una vita a fuggire da noi stessi, figuriamoci se possiamo capire gli altri…. forse ci percepiamo l’un l’altro perché le diversità affascinano…o forse, invece, perché c’è qualcosa che ci accomuna nei sensi…
In ogni caso… se siamo diversi, perché cercare di essere uguali? E se siamo uguali, perché capirsi? Un paradosso, sembra, ma solo per arrivare, almeno io credo, a comprendere che la diversità non andrebbe né appianata, né essere fonte di continuo scontro….andrebbe solo vissuta….
Lasciando vivere ciò che sentiamo di volta in volta, forse riusciremo a capire…che non c’è nulla da capire…..

Ciao a tutti

Devi
Devi is offline  
Vecchio 04-11-2004, 23.44.03   #7
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
Re: Re: ...capire? ... e cosa?!

Citazione:
Messaggio originale inviato da spada di fuoco
… forse vuoi dire che ognuno capisce quello che crede?
Se credessimo tutti la stessa cosa? Avremmo capito tutti la stessa cosa, vero? Quindi non ci sarebbe il problema che ognuno possa capire qualcosa di diverso… Ma cosa avremmo capito? quello che l’altro vuole dire o quello che tutti credono?

Forse ciò che è uguale per tutti è il fatto di credere… se non credessimo, forse potremmo vedere ciò che è, senza l’interferenza di quello che crediamo debba essere, conoscenze ed esperienze… Ma per far questo dovremmo mettere in discussione ciò che crediamo, scoprendoci per quello che vogliamo far credere, ma sapendo di non essere.

Siamo certi di volere che l’altro possa capire veramente ciò che diciamo, e quindi siamo? Oppure vogliamo continuare a far credere di essere? Purchè l’altro però capisca che quello che vogliamo far credere sia quello che siamo, altrimenti non ci si diverte…

Ciao
spada di fuoco…

allora.. ti rispondo dando per scontato che non ti riallacci a nessun altro discorso in particolare, altrimenti la risposta sarebbe , ovviamente, un'altra, perchè partirebbe da altri presupposti.
dando per scontato questo, credere significa molte cose, molte più cose di quelle che hai detto: non è affatto così facile, che basta credere tutti la stessa cosa per capirsi veramente, bisognerebbe essere anche tutti uguali (psicofisicamente), il che tra l'altro renderebbe inutile essere in così tanti sul mondo. ma forse tu ti riferisci alla desiderabilità sociale, la maschera di standardizzazione che rende tutte le opinioni uguali tra loro, per evitare così i rischi dell'individuale esposizione della propria autenticità. no, non è affatto un bene essere tutti uguali, anzi, fintamente uguali.

ma questo non toglie che sia praticamente impossibile non credere assolutamente niente (o se esiste un modo io non lo conosco): il significato che diamo alla realtà, è comunque un attribuzione dell'uomo, meglio se del singolo essere umano teso all'ascolto della propria individualità (senza cadere nel delirio che impedisce ogni forma di comunicazione tra simili, seppur diversi: serve sempre un minimo comun denominatore ...).
il significato che diamo alla realtà dipende molto dalle aspettative (quello sarà così) che aloro volta dipendono da molte altre cose. le aspettative plasmano molto la percezione delle cose, le plasmano secondo la forma dello stampino che proiettano su di loro. cercare di limitarne l'interferenza è una buona cosa: ma è un illusione pensare (o almeno..) di annullarle!
non lo è invece il desiderio di cambiarle, e cambiarle.
è proprio così che il mondo ridievene ogni volta fresco, l'abitudine automatizzata lascia il posto alla creatività, alla novità, alla curiosità, alla meraviglia.
se poi tu parli di ingannare l'altro, di far credere all'altro di essere ciò che non si è, questa è un pò un'altra cosa, che centra più col discorso della desiderabilità sociale... oppure della cosidetta società dell'immagine, che da più credito alla facciata, costruita, piuttosto che all'autenticità, parola pressochè sconosciuta.
anche se la standardizzazione e la società dell'immagine si incontrano solo parzialmente: le modalità di vita della società dell'immagine sono piuttosto fantasiose, creative. scrivere una buona parte per l'attore non è facile, richiede fantasia, originalità (cose che non troviamo, per niente, nella standardizzazione)... che poi un'idea originale, venga copiata da milioni di uomini diventando così una moda...

che dire, con l'ultima tua parte mi trovi d'accordo, la società dell'immagine. che non nega però l'autenticità: si può essere autenticamente costruiti, costruiti ad hoc ascoltando la voce della propria natura.

Ciao
(ancora una cosa, se mi posso permettere un appunto. secondo me è stata messa un pò troppa carne sul fuoco. ci sono troppi aspetti, secondo la mia personale opinione, in quanto hai detto, che non possono essere lasciati tutti uniti come un blocco omogeneo... vanno affettati in modo un pò più differenziato, altrimenti si confondono delle cose diverse tra loro. ecco, solo questo, ciao)
r.rubin is offline  
Vecchio 05-11-2004, 00.15.06   #8
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
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Citazione:
Messaggio originale inviato da Devi
In genere succede proprio che vogliamo che l’altro ci capisca, anzi, lo pretendiamo. Che l’altro capisca il nostro punto di vista e che, in quanto magari diverso, alla fine lo condivida perché in realtà (inconfessabile realtà…), vogliamo che la pensi come noi….
Se non ci interessasse convincere l’altro delle nostre ragioni (perché di questo io credo si tratti), probabilmente non avremmo problemi ad essere ciò che siamo…magari diremmo ciò che ci piace esprimere in un dato momento, ma senza l’assillo (tutto personale) di voler far capire all’altro mille ragioni. Ritengo, infatti, che quando ci affanniamo a volere che l’altro ci capisca, in realtà vogliamo che capisca di noi quello che noi ci preoccupiamo di essere….se fossimo realmente senza maschere di fronte agli altri, cosa ce ne importerebbe di essere capiti? Qualora accadesse, non ci sarebbe bisogno di tante parole, se non per il solo gusto, magari, di usare la parola solo perché è un dono che abbiamo, ma non sarebbe più di tanto necessario…se fossimo più naturali noi stessi, sarebbe forse naturale incontrarci di volta in volta, nel corso della vita, ora con tizio/a, ora con caio/a, ma non perché tizio/a o caio/a hanno creduto in ciò che io volevo credessero, non perché hanno pensato che fossi realmente ciò che andavo mostrandomi, ma solo perché magari fra gli occhi miei e quelli di tizio/a o caio/a vi è stato un …guizzo….senza nome, ma pieno di colori e sapori senza tempo….che il guizzo diventi fiamma che scalda dipende solo da noi e da quanto coraggio abbiamo di essere noi stessi, cessando di fuggire proprio da noi stessi…..
Tutto questo per dire che, a mio parere, non c’è molto da capire….è vero, siamo diversi, ma sarebbe vano cercare di capirsi l’un l’altro solo sulla base di noi stessi…in primo luogo proprio perché intanto passiamo una vita a fuggire da noi stessi, figuriamoci se possiamo capire gli altri…. forse ci percepiamo l’un l’altro perché le diversità affascinano…o forse, invece, perché c’è qualcosa che ci accomuna nei sensi…
In ogni caso… se siamo diversi, perché cercare di essere uguali? E se siamo uguali, perché capirsi? Un paradosso, sembra, ma solo per arrivare, almeno io credo, a comprendere che la diversità non andrebbe né appianata, né essere fonte di continuo scontro….andrebbe solo vissuta….
Lasciando vivere ciò che sentiamo di volta in volta, forse riusciremo a capire…che non c’è nulla da capire…..

Ciao a tutti

Devi

ma chi è se stesso è un'eremita?
secondo me esiste un equilibrio: la persona che sta bene con se stessa tende a star bene anche con gli altri, o comunuqe a non preoccuparsi se gli altri non la pensano come lei e la giudicano male... esiste una dimensione autenticamente sociale. l'essere umano, per quanto autentico, resta un animale con il gusto della socialità: che è una cosa diversa dalla preoccupazione per il giudizo altrui, per l'insicurezza che porta a volere convincere l'altro per convincere noi stessi...

però la discussione si sta dirigendo verso la filosofia, e in questo periodo non ho proprio volgia di impegnarmi in elubrazioni,
r.rubin is offline  

 



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