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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
22-09-2004, 23.21.48 | #4 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 18-10-2003
Messaggi: 0
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Re: la sicurezza
Citazione:
Penso che sia anche una questione di abitudine: ad esempio ci sono persone che per lavoro cambiano spesso città, o addirittura nazione. E se hanno figli che vanno a scuola, questi cambiano più volte scuola, città, compagni, ecc. Credo che da grandi questi figli si ambientino con estrema facilità in qualunque posto. Mentre se una persona non è "abituata" alle novità, ai cambiamenti, li teme, come si teme ciò che non si conosce. Condivido quando dici che una persona porta con sè sempre e ovunque la propria sicurezza: prima però deve averla sperimentata nelle più diverse situazioni (forse). Forse la sicurezza non piove dal cielo, ma da una serie di esperienze positive che rassicurano (sul proprio valore, sulla propria forza, sulle proprie capacità). |
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23-09-2004, 00.19.19 | #5 |
al di là della Porta
Data registrazione: 15-02-2004
Messaggi: 0
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Io personalmente credo che i cambiamenti creino disagi un po' in tutti. Forse alcune persone mascherano con più abilità questo disagio altre invece sono più trasparenti (involontariamente in realtà). Ora sono troppo stanco e vado a dormì. Ciao
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23-09-2004, 10.26.20 | #6 |
Telespalla
Data registrazione: 30-04-2003
Messaggi: 246
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io la vedo così :
La sicurezza che caratterizza alcune persone all'infuori del loro "spazio protettivo" è data dalla fiducia in se stessi e nelle proprie capacità. Inoltre credo che bisogna anche essere una persona che accetta il rischio, che accetta di mettersi in gioco, perchè ovviamente non basta la fiducia in se stessi per riuscire, a volte il raggiungimento di un obiettivo dipende da fattori esterni che non possiamo calcolare. Per ultima c'è la paura di fallire, che può bloccare in partenza qualsiasi spunto; le persone che sentono troppo il peso del fallimento nella loro coscienza, cercheranno di evitare gli obiettivi non sicuri. |
23-09-2004, 12.01.51 | #7 | |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
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Citazione:
è vero, bella interpretazione! Aggiungo che si è più sicuri di sé e anche più spontanei quando il giudizio altrui non ci interessa, quando non siamo preoccupati di fare figuracce (e quindi “anche accadessero non è la fine del mondo”), e quindi… a volte si è più sicuri di sé quando delle persone con cui stiamo non ce ne frega niente! Cioè quando non ci frega proprio nulla dell’idea che possono farsi di noi (quindi non pensiamo ansiosamente “oddio, cosà penserà ora di me! Oddio, ora penserà che sono..” ecc ecc) Ad esempio, un ragazzo s’innamora di una ragazza, che conosce pochissimo. Allora pensa e ripensa notte e giorno a un modo per approcciarsi, ed è preoccupatissimo di fare una figuraccia che gli costerà il suo interesse, ha paura di essere rifiutato… è insicuro! Il fatidico giorno s’avvicinerà a lei paonazzo in volto, tremante, con un mazzo di fiori da cui si è staccato il 70% dei petali che ora giace sulla via percorsa durante il sudante tragitto. Invece un ragazzo una sera in discoteca vede una bella ragazza, decide di provarci, non ha altro desiderio che andarci a letto, allora molto sicuro di sé va a conoscerla… tra sé e sé dice: “io ci provo, se non va non va, non me ne frega niente, c’è n’è mille qui di belle ragazze, ci proverò con un'altra”. Anche se sono in un paese straniero per ferie, o al mare in vacanza una settimana, magari la sera girerò per il paese ubriaco, con il gruppo di amici, ubriachi, intonando le indimenticabili ballate di Totò Cutugno… cosa che non mi sognerei mai di fare nel mio paese! Magari incontro il mio datore di lavoro per strada, o un cliente!! Mi chiedo, anche, se questa cosa possa essere trasferita al discorso sui “giramondo”: forse sono più tranquilli e sicuri di sé negli ambienti in cui si trovano, di passaggio, a vivere, perché sanno che lì non torneranno più, non rivedrà mai più quella maestra che l’ultimo giorno di scuola ha salutato con una sonora e gustosa pernacchia, perché non rivedrà più la bella lady dai capelli biondi che dopo avergli rifilato un secco “no!” l’ha preso in giro con tutte le sue amiche, che a due mesi di distanza, a passeggio per le vie della città, scoppiano ancora a ridere non appena lo vedono passare sull’auto che lo sta accompagnando all’aereoporto, dietro quel finestrino, in cui repentino come sempre si alza un dito medio.. |
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23-09-2004, 12.23.24 | #8 | |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
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Citazione:
sono d'accordo, e aggiungo che per qualcuno la paura del fallimento è un vero e proprio terrore. fallire significherebbe portarsi a due passi dal suicidio. la trovo una reazione sproprorzionata: nella vita ci sono parecchie possibilità, se una va a vuoto ce ne sarà sicuramente un'altra. mi sembra un'idea ragionevole. e allora perchè questo terrore, questa visione apocalittica? ho un'idea: le persone che temono il fallimento tanto quanto la morte sovrappongono due realtà parzialmente differenti (e che sarebbe ragionevole mantenessero tale parziale differenza) : se stessi e le proprie capacità, o più precisamente, se stessi e le proprie capacità messe all'opera (tra tutte le contingenze del caso)... se io "fallisco un'azione", non significa che "sono un fallito"!. sbagliare una cosa, non significa che sono sbagliato. si tende a confondere ciò che si è con ciò che si fa. ...forse è anche un ragionamento sociale: socialmente perlopiù si valutano le persone, non per quello che sono, ma per quello che fanno, o per i successi che ottengono. "io sono i miei risultati"... non credo sia proprio così. |
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