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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 07-06-2004, 14.40.44   #1
libellula
Ospite
 
Data registrazione: 08-09-2003
Messaggi: 31
Quanto/quando è lecito sopportare?

Quando arriva il momento di dire che è veramente troppo?
Quando si deve dare un taglio perche' ciò che stiamo vivendo ci distrugge e ci annichilisce?
Quando si può dire che si deve accettare il prezzo da pagare della solitiudine e della rinuncia a certi momenti comunque belli, in vista della liberazione da un rapporto malato?
La trappola del senso di colpa è sempre in agguato....una mia frase "sbagliata" ha suscitato una smodata aggressività da parte del mio compagno, temevo che arrivasse alle mani ma la violenza psicologica che ho subito è paragonabile a quella che avrei subito se lo avesse fatto.
Quello che piu' mi terrorizza è che è comunque riuscito a farmi sentire in colpa....sono io che l'ho reso così....sono io che l'ho fatto comportare come un matto.....sono io che sto mandando a monte tutto.....
Non so come uscirne....dovrei lasciarlo, ma pensarmi senza di lui mi è quasi impossibile.....so che i miei interventi in questo periodo sono ripetitivi, e me scuso, ma ho bisogno di un confronto e di uno sfogo.
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Vecchio 07-06-2004, 16.01.02   #2
Vi@nne
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Data registrazione: 14-09-2003
Messaggi: 299
Non ti colpevolizzare...perdonati per aver subito e ricomincia da capo...io ho fatto così e sono rinata. Soffrirai, è certo, ma non più di adesso. Ci vuole molto coraggio per stare bene, ma così è peggio...metticela tutta!
Un abbraccio
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Vecchio 07-06-2004, 16.46.52   #3
Naima
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Data registrazione: 06-10-2003
Messaggi: 672
Non conoscendo la tua situazione non è semplice dare pareri, si rischia di sbagliare. So, non per esperienza personale, che una persona può arrivare all'esasperazione e compiere gesti o dire cose che non avrebbe mai pensato di dire. La gelosia ossessiva per esempio, può indurre a gesti sconsiderati, fino all'uso della violenza. Cos'è lecito sopportare chiedi? Non credo ci sia una regola, ci sono persone che fanno una vita d'inferno e da lì non si muovono e non si vogliono muovere. E' possibile portare una persona a reazioni violente? Credo di sì, se questa persona è già predisposta alla violenza, bisognerebbe sapere la sua storia personale. E' indubbio che nella coppia ci si condizioni a vicenda, soprattutto se si convive. Ci si rinfaccia di essere cambiati, di non essere più quelli dei quali ci siamo innamorati, ma consideriamo anche che ognuno dei partner esercita una qualche influenza sull'altro e che se un cambiamento c'è stato, una parte (grande o piccola che sia) è dovuta anche a questa influenza. Questo però non deve indurci il senso di colpa... colpa di cosa? Una noce nel sacco da sola non fa rumore, difficilmente le relazioni declinano per la responsabilità di uno solo (ci sono anche questi casi, ma penso siano una minoranza). Stare insieme dev'essere un atto volontario, che si fa perchè dà piacere. L'amore dovuto alla dipendenza affettiva è un amore malsano per entrambi i partner, quando le discussioni (che sono una manosanta nella routine della coppia) sfociano sempre in liti furibonde, dove si offende, si umilia e alla fine ci si ritrova stremati, avviliti, incattiviti... non credo si possa più parlare di amore e non credo ci sia più alcuna convenienza a continuare il rapporto. Sì parlo di convenienza perchè credo che l'amore di coppia non sia l'amore materno o paterno per i figli, l'amore di coppia non può essere disinteressato completamente, deve essere continuamente alimentato e nutrito altrimeni non può resistere. Se ci pensiamo infondo non siamo parenti, siamo estranei che ad un certo punto della vita si incontrano e si piacciono. Indurre sensi di colpa è meschino, è una sorta di guinzaglio che si mette al partner ed è umiliante per chi lo fa visto che il partner poi si sente in debito e non è spinto da sentimenti spontanei, ma dal desiderio di riparare un torto fatto. E'amore questo?
Naima is offline  
Vecchio 07-06-2004, 16.56.06   #4
Pierre
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Data registrazione: 14-03-2004
Messaggi: 58
Diventare un'altra ...

Il prezzo che non si può più pagare è il dover diventare qualcun altro, non essere più se stessi per rimanere col partner.

E' giusto cambiare parte del proprio comportamento per giungere al compromesso che consente un'amorosa convivenza, ma quando senti che lui ti vuole del tutto diversa allora forse, lui è diventato ... il lui di un'altra donna. Forse lui non se n'è ancora reso conto, oppure sì, ma è così.


Pierre
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Vecchio 07-06-2004, 18.05.09   #5
Pierre
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Data registrazione: 14-03-2004
Messaggi: 58
e ancora...

Un altro prezzo che non si può pagare è la perdita di rispetto subìta ripetutamente, troppo ripetutamente.


Pierre
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Vecchio 09-06-2004, 01.05.23   #6
Paola
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Data registrazione: 19-03-2003
Messaggi: 70
liceità...

carissima Libellula,
vorrei trovare una risposta univoca alla tua domanda ma purtroppo non ce l'ho.
La parola "lecito" mi ha fatto un po' pensare perchè fa riferimento a una qualche norma, interiore o meno/condivisa o no, che però deve in qualche modo essere radicata nella persona, nella complessità di quell'insieme di principi che veicolano emozioni e comportamenti.
Credo che tale concetto sia anche variabile e caratterizzato da sfumature a volte meno percettibili perchè è ancorato a significati che fanno parte integrante dell'essere e che come tali, qualche volta, restano nell'ombra di un 'apparente inconsapevolezza.
Quello che sto cercando di dirti è che la liceità di una scelta (tollero o non tollero?) mi sembra direttamente connessa a dei bisogni che, talvolta, sono prioritari su tutto il resto. Questa stessa priorità finisce con relativizzare la liceità stessa di una scelta.
In questo momento preciso che vivi con il tuo compagno, forse, non è così importante sapere se sia lecito oppure o no restare in relazione con lui, scegliere di non troncare questo rapporto: credo che tu già conosca la risposta. Il problema è che ci sono prezzi da pagare che percepisci come ben più alti (solitudine) e finché il valore di questi resta così elevato , la risposta non potrà cambiare.
Di solitudine si è parlato parecchio, in questa sede e in altre, fa paura... A TUTTI...e non è il topic giusto per aprire una parentesi che sarebbe lunghissima su questo.
Forse un modo o l'esito di un possbile percorso potrà essere guardare con altri occhi la compagnia che oggi come oggi scegli di avere, compagnia assai complessa perchè si compone di tanti aspetti anche positivi ma tra quella complessità c'è anche la paura...compagnia assai sgradevole.
La reazione del tuo lui..la tua paura...la sua aggressività non sono proprio una bella compagnia per tenere lontana quella sensazione di vuoto che il sentirsi soli regala con tanta generosità...

Spero tanto che la tua giornata di domani, anzi di oggi oramai, si apra con un bellissimo sole, grande e caldo, luminoso, splendente, così fortemente luminoso che ti permetta di guardarti e guardare ciò che ti sta intorno con sguardo nuovo: a partire da te stessa, che di colpe non ne hai, che non meriti di vivere sulla tua pelle la rabbia di chi ha perso di vista il limite e la persona che ha davanti.

ti abbraccio forte, con affetto
P.
Paola is offline  
Vecchio 09-06-2004, 09.50.04   #7
libellula
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Data registrazione: 08-09-2003
Messaggi: 31
Re: liceità...

Citazione:
Messaggio originale inviato da Paola
carissima Libellula,
vorrei trovare una risposta univoca alla tua domanda ma purtroppo non ce l'ho.
La parola "lecito" mi ha fatto un po' pensare perchè fa riferimento a una qualche norma, interiore o meno/condivisa o no, che però deve in qualche modo essere radicata nella persona, nella complessità di quell'insieme di principi che veicolano emozioni e comportamenti.
Credo che tale concetto sia anche variabile e caratterizzato da sfumature a volte meno percettibili perchè è ancorato a significati che fanno parte integrante dell'essere e che come tali, qualche volta, restano nell'ombra di un 'apparente inconsapevolezza.
Quello che sto cercando di dirti è che la liceità di una scelta (tollero o non tollero?) mi sembra direttamente connessa a dei bisogni che, talvolta, sono prioritari su tutto il resto. Questa stessa priorità finisce con relativizzare la liceità stessa di una scelta.
In questo momento preciso che vivi con il tuo compagno, forse, non è così importante sapere se sia lecito oppure o no restare in relazione con lui, scegliere di non troncare questo rapporto: credo che tu già conosca la risposta. Il problema è che ci sono prezzi da pagare che percepisci come ben più alti (solitudine) e finché il valore di questi resta così elevato , la risposta non potrà cambiare.
Di solitudine si è parlato parecchio, in questa sede e in altre, fa paura... A TUTTI...e non è il topic giusto per aprire una parentesi che sarebbe lunghissima su questo.
Forse un modo o l'esito di un possbile percorso potrà essere guardare con altri occhi la compagnia che oggi come oggi scegli di avere, compagnia assai complessa perchè si compone di tanti aspetti anche positivi ma tra quella complessità c'è anche la paura...compagnia assai sgradevole.
La reazione del tuo lui..la tua paura...la sua aggressività non sono proprio una bella compagnia per tenere lontana quella sensazione di vuoto che il sentirsi soli regala con tanta generosità...

Spero tanto che la tua giornata di domani, anzi di oggi oramai, si apra con un bellissimo sole, grande e caldo, luminoso, splendente, così fortemente luminoso che ti permetta di guardarti e guardare ciò che ti sta intorno con sguardo nuovo: a partire da te stessa, che di colpe non ne hai, che non meriti di vivere sulla tua pelle la rabbia di chi ha perso di vista il limite e la persona che ha davanti.

ti abbraccio forte, con affetto
P.

Carissima Paola,
è vero, il paradosso a cui sto andando incontro è proprio questo: preferire la compagnia di una persona che forse non è adatta a me (forse???) alla compagnia di me stessa...scegliere la solitudine dettata dal sentirsi non capiti alla solitudine del non aver nessuno.....scegliere il vuoto relazionale al vuoto del confronto con me stessa. E' come se mi sentissi, e so che è terribile riconoscerlo, che la mia persona senza un "altro" a cui relazionarsi è priva di significato.....in questi giorni sto ascoltando molto me stessa, i lunghi silenzi a cui sono costretta mi portano ad osservare di piu' me stessa e quello che sento.....e quello che sento è, spesso, anzi sempre, vuoto, solitudine, abbandono. Questo silenzio mi rimbomba dentro e se da un lato sto cercando di valorizzarlo e di renderlo proficuo, dall'altro mi terrorizza pensarlo come condizione costante della mia vita....arrivo anche a pensare che sia meglio riempire questo silenzio di urla e di litigate furenti piuttosto che viverlo in questo modo, nel suo totale "non -essere" .
Mi piacerebbe dirti che questa giornata è iniziata alla luce del sole, ma non voglio prendere in giro me stessa....so solo che questa sofferenza ha un senso, e spero non vada sprecata. Spero finisca presto, ma spero che porti con sè qualcosa. Spero di non essere, come al solito, "impermeabile" all'esperienza e di saper fare tesoro delle tue parole.
Ti abbraccio anch'io.
Una libellula (con un'ala in meno....)
libellula is offline  
Vecchio 09-06-2004, 14.38.50   #8
Paola
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Data registrazione: 19-03-2003
Messaggi: 70
...per aspera ad astra...
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Vecchio 11-06-2004, 02.16.47   #9
binosoma
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Data registrazione: 27-05-2004
Messaggi: 76
Re: Quanto/quando è lecito sopportare?

Citazione:
Messaggio originale inviato da libellula
Quando arriva il momento di dire che è veramente troppo?
Quando si deve dare un taglio perche' ciò che stiamo vivendo ci distrugge e ci annichilisce?
Quando si può dire che si deve accettare il prezzo da pagare della solitiudine e della rinuncia a certi momenti comunque belli, in vista della liberazione da un rapporto malato?
La trappola del senso di colpa è sempre in agguato....una mia frase "sbagliata" ha suscitato una smodata aggressività da parte del mio compagno, temevo che arrivasse alle mani ma la violenza psicologica che ho subito è paragonabile a quella che avrei subito se lo avesse fatto.
Quello che piu' mi terrorizza è che è comunque riuscito a farmi sentire in colpa....sono io che l'ho reso così....sono io che l'ho fatto comportare come un matto.....sono io che sto mandando a monte tutto.....
Non so come uscirne....dovrei lasciarlo, ma pensarmi senza di lui mi è quasi impossibile.....so che i miei interventi in questo periodo sono ripetitivi, e me scuso, ma ho bisogno di un confronto e di uno sfogo.
Credo di comprendere il tuo sfogo, così come comprendo benissimo che tutto quello che ti si potrà dire avrà su di te un effetto, come dire, relativo.
Credo che tu sappia benissimo quale sia la cosa giusta da fare nella tua situazione, ma vorresti che in qualsiasi modo arrivasse da qualcuno o qualcosa la forza per compiere il grande passo.
Ma chi potrà darti la ricetta giusta per affrontare il vuoto a cui inevitabilmente andresti incontro?
Allora non servono a nulla le nostre parole, siamo solo coloro che ti ripetono qualcosa che già sai, ma non hai la forza di fare.
Inutile resta il metterti a conoscenza delle gioie e delle meraviglie che potrebbe avere una vita libera da un rapporto (forse) ormai saturo.
Domani stesso, forse avrai modo di perdonarlo e lui a te, un abbraccio e tutto ritonerà come prima; sul palcoscenico della vita si rialzarà il sipario e continuerai a fingerti felice, mentre starai semplicemente allontanandoti sempre di più dalla tua possibile reale felicità.
Da uno che questi fantasmi li conosce molto bene anche se non li sa affrontare.
binosoma is offline  
Vecchio 17-06-2004, 14.14.30   #10
micetta
Ospite
 
Data registrazione: 20-04-2004
Messaggi: 19
difficile...ma possibile!

Cara libellula...
forse lo sfogo nel forum ti fa realmente bene...perchè da quando sono iniziati i tuoi interventi... tutto è diventato meno drammatico!!!!Ora stai riflettendo davvero... sono fasi queste che si attraversano per poi arrivare alla conclusione...
ora ti sta parlando una persona che come te è arrivata quasi al capolinea... ma che non ha il coraggio di SCENDERE... l'unica cosa che tutti tutti mi ripetono (e probabilmente è vero!!!!) è che prendere una decisione è difficile, ma possibile!!!!!sarebbe più facile se qualcuno ci stesse ad aspettare... sarebbe più facile se qulcuno ci prendesse la mano e ci accompagnasse lungo questo difficile cammino... purtroppo non è possibile avere ciò, però... non puoi capire quanto ci si sente leggeri!
non aver paura della solitudine...se non ti chiuderai in te stessa... non durerà per molto... meglio che torni a vivere una vita reale da sola... piuttosto che subire una vita al rimorchio degli uomori del tuo compagno...
con affetto!!!!Micetta
micetta is offline  

 



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