Alby83
comprendo bene la tua voglia di urlare e fuggire via.
La comprendo troppo bene. I motivi non saranno gli stessi, ma il dolore, la collera sì.
Anche riuscire a piangere, a volte, può aiutare. Ma ci sono volte in cui non riesci neppure a piangere. Hai solo voglia di spaccare tutto e sparire, fuggire sulla vetta di un monte, sulla spiaggia di un'isola deserta.
Ma il nostro mondo è qui. La fuga equivale a quella del soldato che scappa davanti al nemico. Il soldato è lì per combattere, volente o nolente. Noi siamo qui per un motivo ben preciso anche se lo abbiamo dimenticato.
La mia esperienza mi ha insegnato che dare la colpa agli altri dei nostri guai è solo un modo per non risolverli. Qualsiasi cosa ti sia successo ricorda sempre che hai una parte di responsabilità.
E se non ne sei responsabile vuol dire che è una lezione che devi apprendere.
In entrambi i casi devi farene tesoro, del tuo stato d'animo, dell'evento che hai vissuto.
Molti anni fa desideravo delle cose, piangevo mi disperavo per delle cose, credevo che non averle, non riuscire nel mio intento era la fine del mondo.
Oggi, quelle cose che desideravo spasmodicamente non hanno più senso per me.
Ho anche amato disperatamente, credevo di morirne ma poi è passato. Il tempo ci trasforma che lo vogliamo o no. Per questo tutto, ma proprio tutto deve essere vissuto pienamente ma anche osservato con distacco. Passerà, cambierà, e il domani che non conosci ti si spalancherà davanti. Niente è eterno non lo è la felicità ma neppure la disperazione, ma neppure il dolore.
Non cercare mai di sfuggire al dolore, io l'ho fatto ma i risultati sono stati catastrofici. Vivere il dolore pienamente sapendo che anch'esso non è eterno. Così come finisce una battaglia da vinti o da vincitori, così quel che viviamo passa e si trasforma.
Ciao
Mary
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